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ciao, Franco - CHIAIA MAGAZINE

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PRIMO PIANONOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 5Arte perduta, un’odissea nello strazioL’INCHIESTA. Indagine sui monumenti abbandonati al degrado e al saccheggioL’inerzia delle Istituzioni. L’allarme di Antonio Pariante: «A rischio i fondi Unesco»Alvaro MirabelliA Napoli è sotto gli occhi ditutti: incalcolabili i danniinflitti allo sterminato giacimentodi tesori monumentali,architettonici, pittoricidella città dall'inerzia colpevoledelle Istituzioni. Artescippata che grida vendetta,l'eredità del passato consegnataalla muffa, al saccheggio,al degrado, da una razzapadrona che non ha tempo nèsoldi per salvare il patrimonioantico di Napoli, ma cheha le mani bucate quandopompa milioni di euro nell'artecontemporanea. Due pesi edue misure che fanno bollireil sangue. Perciò Chiaia Magazineinaugura un'inchiesta apuntate sull'arte sfregiata,focalizzando l'investigazionesui casi più gravi nel territorioChiaia-S. Ferdinando-Posillipo (Mausoleo di Posillipo,Tempietto della Gaiola,Ponte di Chiaia etc). Un'odisseanello strazio che censiràchiese, palazzi, fontane (ealtro) sull'orlo del non ritorno.E con noi, alla ricercadell'arte perduta, ci sarannogli esperti del «ComitatoCivico di S. Maria di Portosalvo»,presieduto da AntonioPariante, specialista di Sos indifesa dei beni culturalioltraggiati. Prima, però, deicasi concreti, è necessarioraccontare lo sfondo in cui èmaturata l'attuale emergenza.Come le tre scimmiette:sui tesori a rischio ilPalazzo non vede, nonsente, non parla. Oppurepromette ma non mantiene. E'la premessa che spiega come, aNapoli, l'inventario dell'arte inpericolo sia lievitato a dismisuranegli ultimi 14 anni. Un arcodi tempo che casuale non è:perché, appunto, basta viaggiarea ritroso e approdare al 1995per individuare almeno unadelle ragioni dell'attuale disastro.Ecco la storia. Una vicendaa due: Comune di Napoli eUnesco, l'Organizzazione delleNazioni Unite che ha la missionedi preservare il patrimonioculturale e naturale dellenazioni nell'interesse dell'umanitàintera. Con l'Unesco funzionacosì: la città che aspiraall'inserimento nella lista delfamoso organismo internazionaleper ottenerne i fondi, deveesibire un patrimonio storicoda risanare. Napoli si è candidatanegli anni '80, proponendoil recupero del suo colossalecentro storico, e nel '95 ladomanda è stata accettata. Daquel momento il cuore anticodella città (720 ettari e 20secoli di storia: da Castel dell'Ovoai Decumani, da Capodimontea Posillipo), è consideratouna ricchezza del pianeta.Un privilegio condiviso conaltre centinaia di siti in Italia enel mondo: la differenza, però,è che gli altri sono riusciti a farfruttare il formidabile tornacontoeconomico, previsto per isiti Unesco, e hanno salvatoboschi, cattedrali e quant'altro.Napoli, invece, non ci è riuscita.E vediamo perché. La ragioneè che non bastava soloallungare la mano: i soldisarebbero arrivati solo a pattodi presentare in sede Unesco ilcosiddetto «Piano di Gestione»,ossia il quadro degli interventie dei costi previsti. Cosa che,negli ultimi 14 anni, le amministrazionipartenopee nonhanno mai fatto, giocandosi difatto le corpose risorse internazionalicui la città aveva dirittoper recuperare i propri tesori.Insomma: la chance targataUnesco con cui miracolaremezza città, è rimasta inchiodataalla croce delle pureintenzioni. Ma la fregatura èdoppia perché, omettendo laredazione del Piano, il Comunedi Napoli si sta bruciando pureun sontuoso vantaggio collaterale:cioè i finanziamentiprevisti anche dalla leggeItaliana (la n. 77 del 20 febbraio2008) per le città Unescoche hanno le carte in regola. Enon basta: rischia di infilarsi inun binario morto anche unaterza preziosa opportunità. Sitratta del «Grande progettoCentro Storico di Napoli»,targato Regione Campania:anch'esso prevede il restaurodel centro storico, ma stavoltacon 200 milioni dei fondieuropei (Fesr 2007-2013)). Ilpiano, sottoscritto con unprotocollo nel settembre 2007da Comune, Regione e Arcidiocesi,convinse persino l'UnioneEuropea. Il seguito, però,ricalca la figuraccia rimediatacon l'Unesco perché, per sganciarei 200 milioni, ancheBruxelles pretende al piùpresto i «progetti» dell'operazione,altrimenti sfuma ilfinanziamento. Domanda: i«progetti» sono pronti? Risposta:no. O almeno, a novembreinoltrato. nulla risulta sulBollettino Ufficiale della Regione.E così i bocconi amaripassano a tre. Ma sul primodella serie (la vicenda Unesco),proprio non è disposto a passarcisu Antonio Pariante,presidente del Comitato Portosalvoe leader di una cordatacivica che ha già attirato l'attenzionedegli ispettori Unescosul Caso Napoli: «Gli ispettoriinternazionali torneranno adicembre per mettere in morale amministrazioni localiinadempienti. L'imperativo,quindi, è fare il famoso Pianodi Gestione, l'unico strumentoin grado di avviare in futuro lamanutenzione del patrimoniostorico-artistico napoletano». Einvece il presente, ai piani altidi Palazzo San Giacomo, èancora tutto chiacchiere ecarta straccia. Atteggiamentosuicida che fa ancor più imbestialireal pensiero dei finanziamentia pioggia che Comune eRegione dispensano ai baracconidi arte contemporaneaorganizzati in città. Sull'altropiatto della bilancia, in ognicaso, noi metteremo le nostrestorie: la prima, nel prossimonumero, sarà quella dellachiesa S. Maria di Betlemme(nella foto in alto).(1 - continua)LA FOTOLUNGOMARE, TOUR TRA I RIFUTI Fioccano le denuncesull'ignobile degrado del lungomare cittadino da Mergellina avia N. Sauro. Mortificanti le foto, scattate dai lettori, della piùbella promenade marinara del mondo ridotta a discaricaimmonda. Allarmante soprattutto lo stato in cui versa la passeggiatadi via Caracciolo. La «monnezza» stravince: dall'imbarcaderodegli aliscafi a Mappatella Beach, fino ai canali trala scogliera e la balaustra. Da nascondersi per la vergogna.


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 6L’orologio d’epoca non è più di modaLA SEGNALAZIONE. L’installazione del 1931 rimossa per i lavori di recupero in viaFilangieri. L’appello dei residenti: «Ha un fascino antico ed è di indubbia utilità»L’ORA LEGALEdi ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDISEPARATI, CHI VA E CHI RESTARita GiusepponeIn una delle città più famigerateper gli scippi, la sparizione diun orologio non fa più notizia.Spesso, turisti e malcapitati denuncianola sottrazione violentadi questo o quell’altro modello dimarca, ma se a volatilizzarsi nelnulla non è un costoso Rolex dapolso, bensì un ancor più preziosoesemplare di uno dei primi orologipubblici luminosi installati inEuropa nel 1931, c’è probabilitàche la cosa non passi inosservata.Alcuni residenti, infatti, hanno notatol’assenza di uno dei rari esemplarioriginali che dava un tocco «liberty»a piazzetta Rodinò. Tra questil’ingegner Pasquale Grosso,che, tramite una segnalazione aChiaia Magazine, ha sollevato nuovamentela questione. L’orologio,insieme ad altri 12, fu rimesso insesto dopo la guerra dall’Ente autonomoVolturno, regolato da unmoderno sistema di sincronizzazionemediante un segnale orarioradiotrasmesso dalla Germania.Poi è stato rimosso mesi fa in occasionedei lavori di restyling perconsentire la nuova pavimentazionedei marciapiedi. Purtroppoperò, e l’ingegner Grosso non è statol’unico a notarlo, la fine dei lavorinon è stata seguita dal riposizionamentodell’«oggetto smarrito».Un vero peccato perché il fineesemplare, costituito da un elegantesostegno in ghisa verde dicirca tre metri, uscito dalla fonderiaTreicler di Capodimonte, recantelo stemma del Comune e colquadrante luminoso costruito a<strong>Franco</strong>forte, è uno dei pochi rimastiad ornare i punti più caratteristicidella città, come quelli di viaMezzocannone, piazzetta Augusteo,piazza Vanvitelli, via Duomo,piazza Museo e piazza Spirito Santo.Proprio di quest’ultimo, comesegnalatoci dalla signora CandidaCanazio, si occupò Il Mattino in unarticolo del ‘31: «Il nuovo orologioa doppio quadrante luminoso collocatoin modo da essere visibile, adistanza, sia da piazza Dante cheda via Roma e da via Diaz, ha richiamatol'attenzione dei passantiche si sono fermati ad ammirare eda fare i più favorevoli commenti.L'iniziativa del Volturno eliminauna deficienza da tutti lamentatae cioè la mancanza di orologi chefunzionino costantemente e chesegnino l'ora precisa: di orologi chenon interrompano, a intervalli piùo meno brevi, la loro attività perrendere inerti i loro meccanismistanchi e per funzionare da...motividecorativi». In un altro articolo,scritto in occasione della recentesincronizzazione satellitare degliimpianti, un lettore aveva dichiaratoche questi orologi «danno lacarica alla città». Fatto sta che l’orologionon c’è più, sostituito da uninutile tabellone pubblicitario.Lla Legge 54/2006, recante disposizioni sulla separazione el'affido condiviso dei figli, sul problema dell'assegnazionedella casa familiare, elenca quali sono le cause di estinzionedel diritto al godimento della casa: cioè la volontà del beneficiariodi non abitare più nella casa familiare, la convivenzamore uxorio o un nuovo matrimonio. A prima vista si potrebberitenere che il giudice, chiamato dal coniuge non assegnatarioa pronunciarsi circa la revoca della casa, dovrebbelimitarsi ad applicare la norma quasi matematicamente se cisi trovi in una delle ipotesi prima indicate. In realtà, giàsubito dopo l'entrata in vigore della «novella», la giurisprudenzaha fatto prevalere in ogni caso l'interesse superioredella prole, trattandosi di un obiettivo a cui deve aspirareogni provvedimento in materia di diritti di famiglia. Malgradotale prassi giudiziaria, alcuni giudici di merito, ritenendol'art. 155 quater 1° comma in contrasto con gli art. 2,3, 29 e 30della Costituzione, hanno sollevato questione di legittimitàcostituzionale sul presupposto che la norma abbia introdottoun meccanismo automatico di revoca della casa familiarecontrario ai principi costituzionali di autodeterminazione, didivieto di disparità di trattamento tra figli, a seconda che igenitori instaurino o no un nuovo legame, di libertà di matrimonioe di tutela preminente degli interessi dei figli. Con larecente sentenza interpretativa di rigetto n. 308 del 30.7.08, laCorte Costituzionale si è pronunciata sulla legittimità e sullacorretta interpretazione della norma censurata. Ha cioèescluso che la disposizione preveda un'operatività automaticadella revoca e sottolineato che le determinazioni giudizialirelative alla casa familiare sono sempre prese nell'interessedei figli alla conservazione dell'habitat domestico dove hannovissuto fino ad allora. Quindi il verificarsi di un presuppostodi legge per la revoca non implica, di diritto, la perdita dell'assegnazionema è comunque subordinata ad un giudizio diconformità all'interesse dei figli, facendo così prevalere l'interpretazioneche scoraggia un uso strumentale della norma daparte di chi, pur separato, non riesce ad accettare il nuovolegame dell'ex coniuge. In conclusione, sarà rimessa allasensibilità dei giudici la concessione o meno della revoca.CIAO AFRICAdi BEPPE AIROLDIL’IMMORTALITÀ È SERVITAMemento mori e carpe diemsembrano imperativi antitetici(il primo monito invita a ricordarciche dobbiamo morire, ilsecondo che dobbiamo prendere,letteralmente sbocconcellare, ilgiorno). Ma lo sono solo apparentemente,in quanto tutti e dueci ricordano di assaporare la vitaperché questa ha un termine. Ineffetti se, alzandoci la mattina, civenisse in mente che la giornatache stiamo per cominciare potrebbeessere la nostra ultima,molti dei nostri comportamenticambierebbero radicalmente. Mala morte, si sa, da che mondo èmondo abbiamo sempre cercatodi esorcizzarla (che significa farfinta che non ci sia), nei modipiù diversi. I più comuni sonodue: la credenza in un’altra vitae la metempsicosi. Naturalmentesono due panzane, ma siccomeaiutano molte persone a sopportarel’idea della morte, ben vengano.Alla domanda «come e dovevorresti morire» la maggiorparte delle persone che conoscorisponde o nel sonno o di subito.Il dove lo tralascia immancabilmente.Non sono d’accordo. Personalmentevorrei oltre la vita,«vivermi» anche la morte, assaporandolaadagio adagio. Ovviamentenon al Cardarelli, ma sullaspiaggia di un’isoletta dell’arcipelagodi Tonga. È sera, sonosolo, il bicchiere di calvados staper finire, il fumo azzurro di unavana esce per l’ultima volta dallamia bocca. Saluto sorridente«Sorella Morte» e <strong>ciao</strong>. La mareasi alza e trascina il mio corpo amare. Ci rimango qualche giorno(giusto il tempo di frollire al puntogiusto). Arrivano delle aragostee cominciano a mangiucchiarmimeticolosamente (stranezze dellanatura: i gabbiani che si nutronodi pesce fresco, hanno carnedisgustosa. Le aragoste, chemangiano cadaveri, sono delizioseal palato. È sera: in un ristoranteuna coppia elegante sorseggiadel Baron d’El. Lei è bellissima,figlia di madre vietnamitae di padre francese. Un cameriereserve delle aragoste. I duele assaggiano, Lui: «Le avevi maimangiate così buone?; lei, con gliocchi che mal celano un piaceresegreto: «Oui, dejà gouté». L’immortalitàè servita.EMERGENZA FOGNE E MANUTENZIONEPioggia a Chiaia, restyling sotto accusaUn lettore, Luigi Pacella, ci segnala che iltombino all'altezza del civico 92 di via CarloPoerio (nella foto) sta inesorabilmente sprofondandoe sollecita un intervento per evitareguai peggiori. Sull'efficienza del ServizioFogne in zona Chiaia, però, avanza riservepesanti il consigliere della Municipalità 1Diego D'Alessio: «Le condizioni del ServizioFogne nel quartiere sono drammatiche acausa di gravi ristrettezze economiche e dicarenza di mezzi: il Servizio non dispone, adesempio, neanche di un autospurgo per liberarele caditoie intasate e si arrangia come può,magari prendendo a prestito il mezzo daiservizi di altri quartieri». Riferimento che nonè casuale. Un'ispezione condotta dal consigliereproprio a Chiaia, dopo i primi acquazzoniinvernali, ha accertato, infatti, che alcunecaditoie sull'asse via Filangieri/piazza Amedeo,sono a rischio di ostruzione a causa di blocchiformatisi, sotto la griglia, dal pietrisco dirisulta prodotto dai lavori di riqualificazione. Ilavori di riqualificazione eseguiti a via deiMille, però, finiscono nella bufera anche perun altro motivo. Molti esercizi commerciali«hanno imbarcato acqua» perché in alcunipunti non solo manca la pendenza per fardefluire la pioggia, ma i marciapiedi adesso siritrovano allo stesso livello della soglia deinegozi: non c'è più, insomma, la soglia scaccia-acqua.L'impresa: «Interverremo subito neipunti critici». I tecnici della Mun.1: «Collaudoa gennaio ma solo ad aggiusti effettuati». Altrogiro, altra polemica. Sul Servizio comunale diProtezione Civile, delegato alle emergenzedella manutenzione stradale, amaro commentodel presidente della Mun.1 Fabio Chiosi edell'assessore municipale Alberto Boccalatte:«Il Servizio aveva chiesto per ogni Municipalità500mila euro all'anno per la sola manutenzionedell'esistente. Il Comune, invece, hastanziato 600mila euro per tutta la città». MaChiosi rincara la dose anche sullo scandalodelle auto dei vigili, utilizzate per presidiare lecontinue voragini, come è accaduto per lenumerose buche che costellano il Parco Margherita,ormai ridotto ad una gruviera ad altorischio: «Auto sprecate per rimediare ad unospreco altrettanto grave: quello di un servizioregolarmente pagato ma che non ha mezziper intervenire». (o.m.)


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 7Warner Village, salviamo il multisalaIL CASO. Dipendenti e sindacati riuniti in assemblea per scongiurare la chiusurafissata al 30 aprile. Il quartiere a sostegno della struttura: raccolte oltre 2000 firmeRita GiusepponeIl the end sulla questione Warner Villagecalerà impietoso il 30 aprile. O almenosembra: i 26 dipendenti dellastruttura, aperta nel 2002, sono prontia dar battaglia affinché, come accadenei film, ci sia un lieto fine per uno deiquattro cinema, unico multisala, diChiaia. Fitto e costi gestionali alle stelle,l’endemica carenza di parcheggi e unacrisi generale che ha visto scendere da30 a 10 il numero delle sale in città: questii motivi del dissesto economico cheavevano costretto i vertici Warner a fissarela data dell’ultimo spettacolo al 31dicembre. Nelle ultime settimane, però,l’attenzione mediatica su uno deipiù importanti punti di aggregazionesociale e culturale in città ha favorito ledichiarazioni possibiliste da parte delleistituzioni per l’apertura di un tavolodi lavoro al quale siederanno politici,sindacati, vertici aziendali e gli stessi dipendenti.Schierati in difesa del multisala,ad esempio, l’assessore regionale alleAttività produttive, Andrea Cozzolinoe il vicesindaco Tino Santangelo che,dalle pagine dei quotidiani, hanno auspicatouna soluzione diversa dalla chiusura.Solo parole, per ora, ma il gran rumoreintorno alla vicenda ha contribuitoa rimandare la chiusura al 30 aprile2009. Proroga salutata con sollievo e,allo stesso tempo, con preoccupazione:in meno di sei mesi infatti, il Warner sigioca la sopravvivenza e i suoi dipendentiil posto di lavoro. Sono proprio igiovani in servizio all’ex Metropolitanl’anima della mobilitazione: sono prontia tutto per evitare che la struttura sitrasformi in un ipermercato, o peggio,in uno dei monumenti all’abbandonoche non mancano in città. La spesa cheTutti i numeridel WARNER• 2002 l’anno di apertura• 1.140.000 euro di fittoall’anno• 26 dipendenti• 7 sale• 1617 posti• 120 i giorni di prorogadella chiusuramanda in rosso i conti del multisala diChiaia è l’esorbitante fitto della struttura:95 mila euro che il Warner versaogni mese al titolare, privato, dello stabile.Incidono negativamente le spese,ingenti, per il personale della security edi costi gestionali. «Di questo passo nonresisteremo a lungo - spiega Angelo Vanzanella,coordinatore dei dipendenti -.Sarebbe vergognoso se al posto di unodei pochi cinema rimasti in zona dovessesorgere un ipermercato». Vergognosoe dispendioso: stando a coloro cheperorano la causa del Warner, smantellareil multisala per convertirlo in qualsiasialtra struttura differente sarebbeun’onere troppo gravoso per un ipoteticoimprenditore.Come salvare il Warner? I dipendenti,spalleggiati dai sindacati nelle figure diOsvaldo Barba e Mario La Penna, responsabilirispettivamente della Cgil Sice Uilcom Uil, puntano sulla progettualità.La prospettiva dell’apertura del garageMorelli in tempi brevi (una vitaleboccata d’ossigeno da sempre invocatadai commercianti della zona, uno sututti il presidente delle «Nuove Botteghedei Mille» Nino De Nicola), la razionalizzazionedelle spese di gestionee di sicurezza, un serio rilancio imprenditorialedella galleria dello shoppingpresente nella struttura, mostre emanifestazioni culturali sono le carteda mettere sul tavolo delle trattative. Iltutto da pianificare in poco più dei 120giorni di proroga. Se ciò non bastasse gliagguerriti lavoratori sono pronti ad usarela vertenza sindacale come mezzo diprotesta da attuare nel periodo di Natale,quello che richiama più affluenzanelle vie dello shopping e più gente nellesale. Ma perché lo scopo venga raggiuntonon basta fare solo ammuina: ivertici dell’azienda e le istituzioni, Comunee Provincia in primis, chiedonoalternative pratiche per evitare il fallimentoe i dipendenti si faranno trovarepronti anche con le proprie proposteche esporranno durante l’assembleache si terrà in questi giorni all’internodi una delle sale del cinema. Per ora laraccolta firme promossa da Chiaia Magazineha superato quota duemila e ancheil popolo di Facebook supporta l’istanza:il gruppo «Salviamo il MetropolitanWarner Village di Napoli» ormaiconta un centinaio di membri. Segnaliimportanti che mostrano cittadinie residenti col fiato sospeso in attesadi sapere se alla fine gli eroi di turnosalveranno miracolosamente la situazionecol colpo di scena che non ti aspetti,o se saranno costretti ad assistere, loromalgrado, alle deprimenti battute finalidi un film già visto.


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 8Passeggiata Colonna, gioiello di ChiaiaRIQUALIFICAZIONE. Tra via Vittoria Colonna e piazza Amedeo concluso il restaurourbanistico, ad opera di un imprenditore irpino, di un suggestivo percorso pedonaleIn partenza doveva trattarsi solodi una ristrutturazione dilocali commerciali. Poi, in corsod'opera, il progetto (e l'investimento)è cresciuto ed è diventatoben altro. Risultato: da menodi un mese, Chiaia ha un nuovopercorso pedonale tra via VittoriaColonna e piazza Amedeoche non è da attribuire all'iniziativapubblica, bensì a privaticittadini. Non sono in molti a saperlo,probabilmente perché l'operazioneè avvenuta in concomitanzacon i lavori di riqualificazionedi Chiaia. Fatto sta che ilrecupero architettonico di alcunilocali sottostanti il civico 14 divia Vittoria Colonna, ad opera diun imprenditore di origine irpina,può essere a pieno titolo consideratocome un vero e propriorestauro urbanistico. Questo nonsolo per la disponibilità di nuovispazi utilizzabili per allestiremostre, eventi culturali, showIstantanee dal viale privato «Passeggiata Colonna»room e boutique all'altezza dellarappresentatività e l'eleganzatipiche del quartiere, e particolarmentedi piazza Amedeo, maancor più perché la ritrovatapercorribilità e l'apertura del tragittointerno che collega la piazzaalla strada hanno trasformatoil luogo, inaccessibile fino aqualche tempo fa, in un percorsoalla portata dei passanti e deifrequentatori della zona che vi sipotranno soffermare per ammirarenuove vetrine ed esposizioniche lì troveranno prestigiosasistemazione. Non a caso, i promotoridel recupero hanno volutoattribuire al ritrovato vicolettoil toponimo di “PasseggiataColonna”, prefigurando le opportunitàofferte non solo dall'allestimentodei locali, ma dallastessa pubblica utilizzabilitàdel percorso. La piccola via è statainfatti abbellita con colori vivacied elementi architettonici(come le finte finestre sul murodi contenimento di fronte e l'orologioin ferro battuto in stile'800 napoletano) e, particolareda non sottovalutare, è stata messain condizioni di sicurezza attraversole telecamere di sorveglianzaposte sui due accessi della“passeggiata” e la vigilanzaprivata. Sebbene siano già inmolti ad aver manifestato interessead occupare gli otto locali,tra i 50 e i 120 metri quadri e levetrine lungo il percorso, i proprietaridei luoghi temporeggiano.Il loro principale obiettivoè infatti di creare un luogo avocazione univoca, come, adesempio, un polo del lusso o ancheartistico, dove gli occupantipossano tenere sul posto mostre,esposizioni, manifestazioni a carattereculturale. Per info:3396328064. (l.c.)MERCATINO DI S.ANNA DI PALAZZO:ECCO IL PROGETTO DELL’ASILO NIDOMun.1. La Comm. Urbanistica, presieduta da AlessandraLancellotti (Fi), ha proposto la riconversionedel degradato mercatino di S. Anna di Palazzo in asilonido per i bimbi (da 0 a 2 anni) della zona. Il documentoè stato approvato dal parlamentino. Propostopoi l'ampliamento del sagrato della Basilica di S. Mariadegli Angeli (nell'omonima piazza) e la creazionedi una rampa-disabili alla chiesa. L'idea sarà girata all'Ansaldo,che sta riqualificando la piazza, e al progettistadel restyling, e infine portata in Consiglio.RIPRISTINATA LA FERMATADELL’AUTOBUS A VIA DEI MILLEIn dirittura d'arrivo il completamento dell'arredo urbanosull'asse Filangieri-dei Mille-Colonna: mancanoalcuni segnali stradali e alcuni alberi. In cima alle priorità,adesso, c'è il ripristino del transito dei bus in viaCarducci. Gravi, infatti, i disagi patiti finora da via SanPasquale: i residenti, ad esempio, hanno già certificatoin passato i danni riportati dagli immobili a causadel passaggio dei mezzi. Intanto, grazie alla segnalazionedi alcuni lettori e all'impegno della Mun.1, è stataripristinata la fermata ANM in via Mille.COMMISSIONE COMUNALE SVILUPPO E INNOVAZIONEGaliero: «Si punta alla microimpresa»Calcoli obliqui,veti trasversali,interessidi parte:è il meccanismoche stritolala città. Adazionarne leleve una politica,quellanapoletana,oggi messa inmora dalmondo post-ideologico e dal suo pragmatismofulmineo. E così le vecchiecategorie di una casta in affanno nonbastano più. E' questo lo scenariodifettoso, pennellato in pochi tocchi daun politico che ha fatto autocritica: è lapremessa di Salvatore Galiero (nellafoto), presidente della CommissioneComunale Sviluppo e Innovazione, achi gli chiede dove siano finiti i grandidisegni di riscatto degli anni '90, asostegno dell'occupazione e dei giovani.Assioma con un corollario: «La sanaamministrazione - dice - è invece raccoltaed esecuzione di proposte concretein tempi veloci». Insomma, o il cambiodi passo o son guai, lascia intendere ilpolitico: che sa di che parla visto che lasua Commissione è snodo cruciale pertemi come la nuova imprenditorialitàed i progetti per la formazione. E sequesto è l'asse prospettico, allora si puòentrare nel merito, soprattutto quandoil discorso scivola sui giovani, suidecumani o su Chiaia, da semprescenari potenziali di troppi progettirestati al palo. Le botteghe artigiane e icaffè d'arte nell'emiciclo di San Francescodi Paola, il risanamento dei QuartieriSpagnoli con un tessuto vigorosodi microimprese artigiane: un'interastrategia della resurrezione mai trasferitadalla cornice teorica a quellapratica. Ma Galiero un'idea ce l'ha,«magari - puntualizza - iniziando proprioda Chiaia/San Ferdinando e dintorni».«Qui la parola chiave è la risorsamare: la missione - dice - è cucirleaddosso una rete di mini-imprese consgravi contributivi e fiscali. La Commissioneda me diretta promuoverà l'obiettivo,coinvolgendo la CommissioneAttività Produttive, altre competenzecomunali a cominciare dalla Municipalità1e le rappresentanze di categoria. Ilpunto di partenza? Magari uno sportellodi raccolta, presso la Municipalità,delle proposte di attività avanzate dallamicroimpresa del quartiere».


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 9Pizzofalcone, la Parthenope va in collinaLA NOVITÀ. Nel 2009 l’ateneo inaugurerà a Monte di Dio la sede della Facoltàdi Economia e Commercio. In arrivo 9mila studenti. Il punto con il rettore FerraraAlvaro MirabelliVia Generale Parisi: l’edificio della nuova Facoltà di Economia della ParthenopeLa novità è grossa e scriveràun nuovo, decisivo capitolonella storia di un aristocraticospicchio della città antica:nel cuore della collina di Pizzofalcone,ad una manciata di metrida via Monte di Dio, in viaGenerale Parisi, gira a pieno regimeil megacantiere che sta ristrutturandodalle radici lo storicoedificio Telecom (ex SIP). Ilpoderoso complesso architettonico,eretto nel 1960 su progettodell'architetto Davide Pacanowsky,cambierà pelle e funzioniper accogliere, dall'autunno2009, la nuova Facoltà di Economiadell'Università Parthenope:l'obiettivo per l'Ateneo, direttodal rettore Gennaro Ferrara(nella foto), è quello di farcelagiusto in tempo per il decollodell'anno accademico 2009-2010. Il completamento dell'opera,infatti, è previsto per ilmaggio del prossimo anno. L'interaestate 2009, poi, sarà utilizzataper preparare lo stanziamentodell'armata accademica:9mila studenti, 200 docenti e uncentinaio di impiegati. Intanto,però, si lavora sodo. Una veraimpresa, a giudicare dall'identikitdel complesso: 11 livelli e unasuperficie utile di 24.500 metriquadrati ( più cortile e giardino).E di sicuro, a cose fatte, la piccolametropoli di cemento armato,in puro stile razionalista, saràl'ennesimo caposaldo culturaledi un territorio che già annovera,a pochi passi, la presenza prestigiosadell'Istituto Italiano pergli Studi filosofici e quella dellaNunziatella che in via GeneraleParisi ci vive dal 1787. Eloquente,intanto, la scheda tecnica delfuturo insediamento universitario:26 aule (2.300 i posti disponibili),la biblioteca di Facoltà,la mensa studentesca, un barcon internet-point e, infine, unparcheggio multipiano interrato(sei i livelli e alcune centinaiai posti-auto) cui aggiungere unabbondante spazio esterno per imotorini degli studenti. Dunque,una cittadella della culturaproprio nel lembo di terra dovenacque Neapolis 27 secoli fa: unrichiamo al passato remoto cheil rettore rievoca spesso per agganciaread esso la futura missionedel nuovo ateneo. Il passatorecente, invece, registra l'acquisizioneda manuale con cuigli amministratori della Parthenope,nel 2001, si sono assicuratila proprietà del complesso, acquistandolodalla Telecom per50 milioni di euro: «Fondi ministerialiben spesi - commentaGennaro Ferrara -. Un affare perla Parthenope, un affare per ilmondo della cultura e un affareper l'intero quartiere in vista dell'indottocommerciale che ilcampus stimolerà nell'area circostante».Di un'altra cosa, però,il rettore è convinto: «La nuovapresenza universitaria nel territoriodi Pizzofalcone produrràricadute benefiche anche in terminisociali e turistici. Al comprensorio,da Monte di Dio aMonte Echia, serve una svolta el'istituzione da me diretta - insiste- sarà in prima linea». Il sognodi una Sorbona nel cuore diChiaia, le seduzioni di un QuartiereLatino in confezione napoletana:bello e possibile. A patto,però, che nel frattempo il Comunenon sottovaluti l'impattodel popolo universitario sullaviabilità della zona: è il succodelle apprensioni che FabioChiosi, presidente della Municipalità1,agita sin d'ora, anticipandoi nodi della futura mobilitàdel quartiere e riaccendendoi riflettori sull'oscura vicenda delgarage Morelli. Il recupero dell'exparcheggio nella caverna delChiatamone è al palo da tempoed è ancora sulla carta il passaggiodi mano dal vecchio concessionariodei lavori, il costruttoreMario Maione, alla Quick,azienda specialista in parcheggi.«Con l'arrivo della Parthenope aMonte di Dio - riassume Chiosi -, la riapertura della struttura saràindispensabile». Ferrara, inogni caso, ha un asso nella manica:«Fortunatamente l'Universitàgodrà di 2 accessi. Oltre aquello collinare di via Parisi, c'èl'ingresso sotto i portici di viaChiatamone, dotato di 4 ascensoriche trasporteranno gli studentidirettamente all'internodella Facoltà».LA SEGNALAZIONEdi MASSIMO GALLOTTAIMPAZZALA PUBBLICITÀABUSIVAGia da tempo l’arredourbano di Napoli, malgradole nostre segnalazioni,è oggetto di pubblicità abusivasu pali, panchine, monumenti,segnali stradali etc. Iveri responsabili sono coloroche per comunicare unevento attaccano manifesti elocandine ovunque. Bisognaassolutamente attivare gliorgani competenti del Comuneper ripulire tempestivamentegli arredi da questoabuso, sanzionando anchegli autori di questa pubblicità«regresso», rintracciabiliseguendo le indicazioniriportate sulle locandine.


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 10Boulevard collinare, restauro avanti tuttaLAVORI IN CORSO. Da S. Caterina da Siena a piazzetta Cariati: termina a maggiouno dei recuperi urbanistici più ambiziosi della città. L’architetto racconta l’impresaOscar MedinaBoulevard obliquo, promenadecollinare: adesso le definizionia effetto si sprecano.Ma una cosa è certa: già in partenzail recupero urbanistico-architettonicodell'asse viario cheva da piazzetta Santa Caterina daSiena a piazzetta Cariati si prospettavaun osso duro sotto ogniprofilo. Innanzitutto un'autenticaimpresa già in fase di concezionequando ai progettisti dello StudioDalisi-Iovanna si è presentato ilproblema di innestare in un'areaad alto coefficiente storico-artisticoun design urbano originalema rispettoso delle antiche pietre.E poi una faticaccia improbain fase esecutiva visto che il corpoa corpo con la viabilità della zona,una volta aperto il cantiere, è statoed è di quelli drammatici. Pernon parlare delle sorprese spuntatedal sottosuolo: il labirinto ditubi e di cavi dei sottoservizi, spessorifatti da capo, ha pesantementecondizionato i tempi dell'intervento,estenuato da un andamento«stop and go» decisamentesfibrante. Ora, 18 mesi mesidopo il decollo delle operazioni,un consuntivo parziale lo azzarda<strong>Franco</strong> Iovanna, architettoresponsabile del progetto firmatoin solido con gli altri architettidel team (Riccardo Dalisi e MonicaBarbieri). Il professionista, alleL’arrivo delle palme nella nuova piazzetta Cariatispalle una consolidata esperienzanel campo delle riqualificazioniurbanistiche ed un eloquente curriculumdi citazioni nelle rivistedi architettura e design, non hamai dimenticato chi aveva di fronte:un pezzo suggestivo e sontuosodella città verticale, maltrattatodal tempo, da rilanciare comecerniera rigenerata tra la partebassa della città e la collina. Intutto 7mila metri quadrati da maneggiarecon cura. Perciò si è attenutoad una condotta «gentile»nei confronti dei luoghi, evitando«avventure» invasive. E spesso si èritrovato a navigare a vista: unoslalom costante tra automobili econtrattempi assortiti che lo hacostretto a procedere per minicantieri.Adesso, però, ad unamanciata di mesi dal traguardo finale,Iovanna, stavolta nei pannidi direttore dei lavori, si sbilanciaun tantino: «Contiamo di concluderein primavera». E intantosi gode, insieme alla gente del posto,il nuovo look che sta affiorandosulla rotta Santa Caterina -Cariati. Già, perché dell'identitàdella nuova «creatura», partoritada ruspe, picconi e scalpelli, sistanno accorgendo soprattutto gliabitanti, all'inizio refrattari allanovità e adesso conquistati dall'evidenzadei fatti. «Il rispetto peri residenti è stata una priorità perprogettisti e maestranze», confermal'architetto.«Le contropartite finali - spiegaCorso Vittorio Emanuele: profilo del futuro marciapiede della funicolarepoi - saranno un traffico più regolare,la presenza di oasi di sostae riposo, l'inserimento di piazzettedecorate di verde e di arte(ndr le sculture di Riccardo Dalisi),e sistemi di illuminazione edi arredo urbano che esprimanola “cura per la città”». Lo stato dell'arte,intanto, è il seguente: nelmirino c'è corso Vittorio Emanuele.Qui si lavora (fino all'8 dicembre)sul marciapiede da PiazzettaCariati all'incrocio con viaSan Nicola da Tolentino. Dopo lefeste si passa al tratto di fronte.Poi sarà la volta dei 2 tratti di marciapiededa piazzetta Cariati finoall'Istituto Pontano. Infine la carreggiatala cui quota sarà abbassata.E si lavorerà sodo anche avalle per completare la piazzettafiorita di Santa Caterina da Siena.Una sola apprensione, magrossa: a cose fatte, le auto tornerannoa tormentare i marciapiedinuovi di zecca? «Impossibile. -giura l'architetto - Dappertuttouna cortina di alberi, fioriere,lampioni e, dove serve, paletti,corrimano e dissuasori in acciaio,impedirà qualunque invasione». Enon basta. L'ultimo atto della resurrezionesarà la riqualificazionedella scalinata da piazzetta Cariatialla Chiesa della Pietà de’'Turchini. Iovanna si illumina: «Saràinstallata la scala mobile, e risanatal'intera pavimentazione. Eil sagrato sarà arredato con piante,fiori e panchine».BREVI DALLA PRIMA MUNICIPALITÀMausoleo di Posillipo, Chiosi:«Il Comune si faccia da parte»Napoli alla deriva. Pezzi di città chevanno in malora. Nell'inventariodel disonore c'è anche il triste declinodel Mausoleo di Posillipo (nella foto). Èun vecchio cavallo di battaglia diChiaia Magazine che più volte inpassato ha puntato i suoi riflettori suldegrado dello storico monumento aicaduti. Penosamente accartocciatosulla propria sporcizia, logorato dallespallate del tempo, esiliato nell'incuriadalla memoria corta delle istituzioni,oltraggiato al suo interno dagli escrementidei piccioni e dei topi, l'edificiocasca a pezzi. Lo scandalo è da tempoanche al centro di una denunciapubblica del presidente della Municipalità1 Fabio Chiosi che invoca unasvolta: «Infiltrazioni nelle tombe,lesioni strutturali, impianto elettricofatiscente, sporcizia, verde incolto,carogne di animali: il Comune devefarsi da parte e il complesso deveessere acquisito dall'Amministrazionedei sacrari militari. Necessario, dunque,un gesto d'autorità del ministrodella Difesa Ignazio La Russa».Recupero campetto MolosiglioDopo anni di attesa, al via i lavori perla riqualificazione del campetto delMolosiglio. L'intervento prevede ilrecupero degli spalti, la creazione diun manto in erba sintetica, la costruzionedi un ufficio e di bagni, l'installazionedi una rete di protezione, unanuova illuminazione e la telesorveglianza.La struttura, riservata gratuitamentea bambini e ragazzi, saràgestita probabilmente da associazionie parrocchie di quartiere.Sportello antimobbingImportante iniziativa del governo diChiaia. Il presidente Fabio Chiosi hainaugurato lo sportello di assistenzaalle persone colpite da mobbing, vale adire vessate sui posti di lavoro (o inambiente domestico). Lo sportello èattivo ogni martedì, dalle 10 alle 13,preso la sede di via S. Caterina a Chiaian.76, ed è gestito dai volontari dell'AS-SO D.U.C. Spiega Chiosi: «Il servizio,gratuito, comporta sostegno legale esupporto psicologico».SOLIDARIETÀ&VOLONTARIATOCircolo Canottieri, «Tavoloverde» in favore della ricercaIn programma il 24 novembre alCircolo Canottieri di via Molosiglioil torneo di burraco «Tavolo verde».La manifestazione, che prenderà ilvia alle 16, è stata organizzata dall’IstitutoNazionale Tumori di Napoli«Fondazione G. Pascale», in particolaredal dottor Luciano Pezzullo,responsabile del reparto di chirurgiadella tiroide. Il torneo è aperto atutte le coppie di amanti del burracoche, con una quota di iscrizione di30 euro, potranno giocare per vincerei doni messi a disposizione dall’associazione«Nuove Botteghe deiMille», sponsor dell’iniziativa. Il«Tavolo verde» sarà aperto anche aisingle che verranno accoppiati alcircolo. La conquista dei premi inpalio, però, non è l’unica finalitàdella manifestazione: il torneo,infatti, è stato organizzato al fine diraccogliere fondi utili all’acquisizioneda parte del Pascale di strumentipiù efficaci ed innovativi per combattereil tumore della tiroide. L’iniziativabenefica è importante nonsolo per la raccolta fondi, ma ancheper sensibilizzare l’opinione pubblicasulle patologie della tiroide, ultimamentein aumento in Campania.Il Pascale rappresenta da sempre unarealtà all’avanguardia nell’ambitodella cura e della ricerca sui tumori:recentemente l’istituto ha spesoingenti somme per l’acquisto di unatelecamera ad alta definizione e,grazie ai fondi raccolti al torneo,sarà possibile acquisire due schermidi nuovissima generazione, mezzi dialta tecnologia per la chirurgia miniinvasivadella tiroide. Statisticamenteè stato calcolato che ogni anno, inItalia, circa 9000 persone si ammalanodi cancro alla tiroide. Le donne nesono più colpite rispetto agli uominicon un rapporto di 3 a 1 e la suaincidenza aumenta con l’età. Questotipo di patologia, se diagnosticata intempo, presenta oltre il 90% di probabilitàdi guarigione, pertanto laricerca medica rappresenta un potentemezzo affinché la cura dellapatologia tiroidea si riveli semprepiù efficace e al servizio di tutti. (r.g.)


QUARTIERISSIME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 11Scuola De Amicis, la palestra dei misteriIL CASO. I lavori di restyling della struttura sono fermi da mesi. L’architetto Panedenuncia: «Temo che manchi il progetto esecutivo». La storia del mancato collaudoLaura CocozzaLO SPORTELLOdi FERNANDO LUDIONE*IL RISPARMIO TRADITOLa lunga odissea della palestradel III circolo DidatticoDe Amicis (nella foto) in viaSanta Teresa a Chiaia continua. Ilavori che avrebbero dovuto essereultimati il 31 agosto, sonofermi da mesi. La palestra continuaad essere priva di tetto, lenervature di ferro del cementoarmato sono a cielo aperto e lepiogge in arrivo potrebbero indebolirela già compromessastruttura. Al punto da renderenecessaria una demolizione, piùche una ristrutturazione. In questoscenario, appare quantomenoinquietante il fatto che dal cartellodi cantiere sia stata cancellatala data di chiusura previstaper i lavori. Un vero e propriocampanello d'allarme per tutti igenitori degli scolari della DeAmicis, la cui portavoce, l'architettoAntonella Pane, da mesi paventala mancanza del progettoesecutivo. Un'ipotesi che paresempre più plausibile ascoltandola versione dell'architetto sugliultimi sviluppi della vicenda. Occorrepremettere che già a metàfebbraio, la Pane aveva richiestoall'Ufficio Trasparenza del Comunecopia della delibera delprogetto esecutivo e della relazionetecnica riguardanti la messain sicurezza della palestra.L'Amministrazione si è rifiutatadi consentirle l'accesso ai documenti.L'architetto, però, codicealla mano, ha reiterato la richiesta,ritenendo infondato il ricorsoalla legge 241/90 fatto dal Comune.A fine settembre, inoltre,la Pane ha portato all'attenzionedel nuovo assessore comunale allaPubblica Istruzione e all'EdiliziaScolastica, Gioia Rispoli, nelfrattempo succeduto a GiuseppeGambale, il blocco dei lavori di ristrutturazione,chiedendonespiegazione. Dopo vari rimpalliamministrativi, alla sua domandaha risposto l'ingegner Piscitelli,responsabile dell'UfficioTecnico Edilizia Scolastica del Comuneil quale, in una nota, informaval'architetto che, per proseguirei lavori, era necessario ilsopralluogo di un tecnico designatodal Provveditorato agli studidi Napoli. E qui il mistero si infittisce:il Provveditorato, infatti,aveva designato un collaudatorema questi aveva negato il collaudoe rassegnato le dimissioni.L'assessorato, allora, dopo un fallitotentativo di mediazione, avevachiesto al Provveditorato di nominareun secondo collaudatore,del quale si era in attesa. Ora,se alla circostanza del mancatocollaudo si somma il rifiuto dell'Amministrazionea lasciar visionareil progetto esecutivo dellapalestra, qual è il risultato?Che appare lecito il dubbioespresso dall'architetto Pane sull'esistenzadel progetto strutturale.Se l'ipotesi della professionistafosse vera, l’amministrazionecomunale si troverebbe adover giustificare la concessioneedilizia ad un soggetto che nonha adempiuto le norme di esecuzionedei lavori previste dal regolamentoedilizio disponibilesul sito del Comune. Così l'architettoha deciso due cose. Laprima: continuare la battagliasenza tregua. La seconda: consegnare,estrema ratio, questa valangadi dubbi alla Procura dellaRepubblica.*Picozzi & Morigi - Studio LegaleNapoli, piazza Piedigrotta, 15Tel. 081.7618008 - Fax 081.664465(f.ludione@picozzimorigi.it)Dopo Cirio e Parmalat, il recente crac della LehmanBrothers è tornato a destare le preoccupazioni deirisparmiatori italiani. Nonostante le tranquillizzantiprevisioni di chi riteneva che gli effetti collateralisul sistema Italia sarebbero stati contenuti, l'ondad'urto ha raggiunto anche il nostro paese. Secondo informazioniapprese da primari istituti di credito ecompagnie assicuratrici, sembra che gli effetti negatividel crollo del colosso americano abbiano interessatoper lo più il risparmio gestito con lo strumentodelle polizze vita, comunemente riconosciutocome sicuro, in quanto garantito dall'istituto di creditoo dalla compagnia assicuratrice emittente. Nulladi tutto questo; perché le polizze in questione nonerano affatto garantite, essendo la restituzione delpremio versato collegata al pagamento di un'obbligazionesottostante emessa dalla Lehman Brothers afavore delle banche delle compagnie di assicurazioniemittenti. Risultato: il vero garante non era la bancao la compagnia che ha collocato lo strumento sulmercato, ma la Lehman il cui nome era ben nascostonella nota informativa, mentre sulla stessa campeggiava,a caratteri cubitali, il nome della compagnia odell'istituto italiano che aveva emesso la polizza. E giàfioccano le azioni giudiziarie per ottenere un risarcimentodalle banche e dalle compagnie assicuratricida cui sono stati acquistati i prodotti «sicuri», oradiventati carta straccia. Tutto questo mentre, a livellopolitico, si riapre il dibattito sull'adeguatezza deivigenti strumenti normativi a fornire un'efficace e realetutela contro il fenomeno del risparmio tradito. Ariguardo si rammenta che il D.lgs 24 febbraio 1998n. 58, conosciuto anche come Testo Unico della Finanza(cd. TUF) e con esso i regolamenti Consob chesi sono succeduti nel tempo (ma qui il riferimento vain particolare al regolamento n. 16190 del 29.10.2007)impongono all'intermediario finanziario (cioè la bancao la compagnia assicuratrice) il rispetto di una seriedi obblighi sia formali che sostanziali che vannodall'obbligo di redigere il contratto relativo alla prestazionedi servizi di investimento in forma scritta, apena di nullità (specificando in esso le caratteristichedei servizi forniti, il periodo di validità e le modalitàdi rinnovo del contratto medesimo, le modalità attraversole quali l'investitore può impartire ordini eistruzioni all'intermediario finanziario, il tipo ed icontenuti della documentazione da fornire all'investitorea rendiconto dell'attività svolta, le modalità dicostituzione e ricostituzione della provvista o garanziadelle operazioni disposte) all'obbligo di classificareil grado di rischiosità dei prodotti finanziari propostisulla base di criteri generali minimi definiti conregolamento Consob. Gli intermediari hanno inoltrel'obbligo di informare l'investitore sulla natura e le caratteristichedello strumento finanziario proposto, tenendoconto del grado di istruzione, della qualificaprofessionale, della propensione al rischio e della situazionepersonale dell'investitore ed interrogandoloin merito a quale sia la sua conoscenza ed esperienzanel settore di investimento rilevante per il tipodi strumento proposto, al fine di verificare che egliabbia l'esperienza e la conoscenza necessarie a comprenderei rischi che lo stesso comporta. In difetto diqueste ultime l'intermediario dovrà avvisare l'investitoreche lo strumento indicato non è compatibilecon il suo profilo e la sua propensione al rischio.SCUOLA/1 ISTITUTO TITO LUCREZIO CAROIl progetto «Fare Scienza»Si è concluso «Fare Scienza», il progetto del Liceo Scientifico TitoLucrezio Caro partito lo scorso febbraio nell’ambito del programmanazionale «Scuole Aperte». I sorprendenti risultati raggiuntidagli studenti, ai quali i fondi stanziati hanno permesso di acquistaredue telescopi, di cui uno solare, sono stati illustrati duranteun incontro tenutosi all’ACEN, da sempre a sostegno delle inziativedell’istituto, alla presenza della Dirigente, Carmela LianaNunziata, dei docenti responsabili e cordinatori del progetto, leprofessoresse Arcella, Apreda e Paesano, di Massimo Corbisiero,presidente dell’associazione «Astrocampania» e segretario dell’UnioneAstrofili Italiani, e dagli stessi studenti delle classi deltriennio. «In un anno problematico, di transizione per la scuola -spiega la Preside Nunziata - è importante reagire con l’ottimismodella passione». Una passione quella per il cielo, ribattezzato daglistudenti «il parco più grande del mondo», che li ha portati adosservare il sole ed i corpi celesti, anche durante escursioni inCilento, dove l’inquinamento luminoso è minimo, e in manifestazionied iniziative che hanno rafforzato l’aggregazione dei ragazzi,tutti uniti dalla curiosità per le stelle. Uno di loro, infatti, si ègià iscritto alla facoltà di Fisica, mentre altri cinque, hanno ottenutoottimi risultati alle Olimpiadi di Astronomia. Tutti hannopartecipato all’iniziativa di un planetario gonfiabile allestito indiverse scuole di Napoli e a numerose conferenze alla presenzadei più noti scienziati ed astronomi, oltre che alla proiezione difilm sul tema, come «2001 Odissea nello spazio», che hannodibattuto con entusiasmo. Durante l’incontro è stato presentato ilvolume «Civitas et civilitas» scritto dai ragazzi e curato dal professorPaolo Cutolo, una raccolta delle biografie di personaggi,storici e moderni, che meglio rappresentano la napoletanità. (r.g.)SCUOLA/2 ISTITUTO FIORELLIUn coro pluripremiatoSenza clamore, a passi felpati, piùun mix di competenza e passione: lascuola media Fiorelli il suo piccolo,grande miracolo lo ha costruito così:un pezzo di Napoli vincente, anzi daexport visto che ha riscosso alloripersino a Milano. Si tratta del «Coroinstabile cantori in corso» (nella foto),ensemble vocale nato nel 2006all'interno dell'Istituto, pescandodalle classi 110 talenti in erba conl'ugola giusta e addosso l'argentovivo. Così, in 3 anni, il maxigruppocorale, diretto dalla professoressaGiuliana Calimeri Roccatagliata esospinto dalla preside Maria Cristina Palmiero, ha bruciato letappe, mietendo premi da Nord a Sud . Musica classica, colta,perfino i beatles: un repertorio complesso in 5 lingue, a primavista ostico per piccoli principianti inesperti. Ma loro, i ragazzini,hanno metabolizzato in un amen e il risultato è stato centrato. Ilsegreto? Un team efficiente, o meglio un'intera scuola (alunni,professori, genitori) che ha fatto squadra: «Segno - dicono allaFiorelli - che Napoli funziona e si esprime». Se ne è accorta Milano:il 25 ottobre, il «Coro Instabile» ha stravinto il concorso nazionale«Cuore e parole» con il brano «Ama le differenze».SCUOLA/3 ISTITUTO PONTANOTerza età, decollano i corsiIstituto Pontano. All'insegna dello slogan «più cultura, menoinvecchiamento precoce», è decollato l'anno accademico dell'Universitàdella Terza Età. Tra i corsi quello di Formazione Politica,diretto da Armando Pannone: il tema è «Individuo, identità,idoli della società globale». Pannone riassume così: «Nellasocietà attuale, sottoposta a radicale mutazione, l'uomo siinterroga sulla sua identità, rimettendo in discussione i vecchiassetti fondanti. Oggi, infatti, l'uomo è protagonista di modernifenomeni di mascheramento: facebook, myspace, second lifelo spingono a creare una nuova personalità per interagire colmondo virtuale. Ma la nuova identità lo allontana dalla realtà edai propri simili. Ed emergono nuovi idoli globali (sportivi,cantanti, scrittori etc.) che condizionano il modo di essere conmodelli vuoti, prodotti e imposti dalla Tv. E' il trionfo dell'appariree la fine dei vecchi valori». Su ciò i 10 stage (fino a maggio)inviteranno a riflettere. Info www.utesped.it


informazione pubblicitariaQ.E.N. APERITIVO GLAMOURNasce un nuovo modo di concepirelo store. Questo è quelloche lo staff di Q.E.N. (QuestaÈ Napoli) vuole comunicarealla sua clientela. Un nuovomodo di concepire il puntovendita, che si trasforma dasemplice negozio a trampolinodi lancio per molteplici e svariateiniziative.Q.E.N. vuol dire ricerca e curadel particolare. E infatti all'internodella boutique di viaCappella Vecchia 47 potretetrovare, oltre alla jeanseria peruomo e donna dell'omonimomarchio, anche uno spazioesclusivo dedicato alle borsedella collezione MOMA BOMAche si presentano come pezziunici ed originali dal gustovintage, assolutamente artigianali,realizzate interamentecon vecchi giornali, dischi invinile, pagine di quaderni riciclati.Q.E.N. vuol dire anche impegnosociale. E infatti con l'acquistodi un capo del marchioQ.E.N. si devolve 1 euro afavore di un'associazionebenefica. Per questo siamoorgogliosi di annunciare che ilprimo obiettivo è stato raggiuntoe che con i fondi raccoltinel primo mese di aperturaverranno donate delleattrezzature sportive a favoredell'Istituto Penale minorile diNisida.Q.E.N. vuole dire anche essereglamour e quindi se il sabatopomeriggio vi trovate apasseggiare nel cuore diChiaia, in via Cappella Vecchia47 potreste ritrovarvi agustare un particolare aperitivoall'interno dello store bevendodell'ottima birra allaspina o sorseggiando il cocktailQ.E.N. insieme ad amici edare un'occhiata alle collezionidel negozio, che si propongonoin uno stile orientato aduna moda giovane, sportiva edi classe con un ottimo rapportoqualità prezzo.Inoltre splendide modellegriffate Q.E.N. vi offrirannouna speciale e innovativabrochure con la quale potreteusufruire di uno sconto del20% per i vostri acquisti nellaboutique.Insomma se «Questa È Napoli»(Q.E.N.) non possiamofar altro che esserne fieri eorgogliosi.


chiaiamagazineSAPERVIVERESOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ<strong>Franco</strong> Nico, il Sud perde un maestroIL RICORDO. Muore in un incidente stradale nella galleria Vittoria il fondatoredel teatro Sancarluccio. La carriera di un cantautore tra tradizione e avanguardiaAntonella CarloPrima di essere un cantautoreed un chitarrista,prima di essereun artista navigato del teatro,<strong>Franco</strong> Nico era un uomodi cuore. In un mondoschizofrenico, in cui i mattatoridel palcoscenico nonsono altrettanto brillantinella vita reale, <strong>Franco</strong> Nico,fondatore e direttore artisticodel Sancarluccio, erasempre lo stesso, nella lucedi via Caracciolo e nell'ombramisteriosa dellasua storica sala di San Pasqualea Chiaia. Scomparsopochi giorni fa in un tragicoincidente stradale nellagalleria Vittoria, <strong>Franco</strong> havissuto un'esistenza all'insegnadella passione per lospettacolo, considerato inpiena armonia con la suanatura solare e bonaria,disponibile ed onesta. Iniziòla carriera di cantautorenel lontano 1959, esibendosinel locale «Grottaromana»di Posillipo: da allora,nel corso degli anni,apparve nella trasmissione«Canzoni alla finestra» condottada Fred Buscaglionee, tra il 1962 ed il 1964, partecipò,insieme a GiorgioGaber, a «Canzoni di mezzasera». Il suo viaggio nelmondo della musica si èsviluppato sempre sullascia di un rapporto devoto,ed allo stesso tempo curioso,con la tradizione canorae melodica mediterranea:a metà degli anni Sessanta,Nico cominciò a collaborarecon «Radio Napoli»e, contemporaneamente,registrò la canzone «Restaancora a Capri», che garantìil suo primo vero successo,e la pubblicazione,da parte dell'editore Bideri,dell'album «Miti, leggendee storie antiche di Capri».Ma il grande traguardo dellastoria professionale di<strong>Franco</strong> Nico, dopo l'incontrocon la cantante Pina Cipriani,compagna fedele divita e di lavoro, è la fondazione,nel 1972, del teatroSancarluccio. Qui, in unospazio suggestivo e sempreaperto alle innovazioni,<strong>Franco</strong> e Pina hanno accoltogenerazioni straordinariedi attori e di registi. RobertoBenigni e MassimoTroisi, Leopoldo Mastellonie Toni Servillo, RenatoCarpentieri ed AnnibaleRuccello hanno trovato nelSancarluccio un trampolinodi lancio accogliente efiducioso, discreto e disponibileal confronto umano,prima ancora che professionale.Qui, nella sala divia San Pasquale, dove untempo c'erano sedioline dilegno ed adesso ci sono poltroncinedi velluto, il pubbliconapoletano ha conosciutoper la prima volta ilsignificato concreto delteatro d'avanguardia: adolescentie ragazzi dai capelligrigi hanno assaporato,tra queste pareti, l'amarezzagraffiante di Beckett,la lucidità geniale di Ionesco,la sperimentazioneinesausta sui testi delladrammaturgia classica.Generazioni di studenti edintellettuali si sono stretti,nelle sere d'inverno, inuno spazio teatrale semprecomplice ed informale, incui i mattoni, il palco, gliattori stessi, erano prontiad essere «invasi» e coinvoltidal pubblico.Il Sancarluccio rappresentauna parte importanteanche della mia storia personale,così come di tantigiovani napoletani: proprioquando <strong>Franco</strong> Nicoaveva intrapreso il suoviaggio di rilettura canoradi Quasimodo e Montale,ho avuto la possibilità diaffiggere le mie prime recensioniteatrali nella bachecaall'ingresso del Sancarluccio.A me ed a tantialtri giovani sognatori,<strong>Franco</strong> Nico e Pina Ciprianihanno spalancato leporte del loro mondo, incuriositidalle energie provenientidall'esterno e capacidi offrire nuove occasionidialettiche. «Il teatroè per definizione aperto:se non si è disponibili a riconoscerei pregi dell'altronon si può crescere», diceva<strong>Franco</strong>, all'unisono conla moglie Pina, con i figliBianca ed Egidio, che hannointeriorizzato questo retaggioculturale.Il 18 novembre scorso, nellagalleria Vittoria, Napoliha perso non soltanto uncantautore delicato e sorridente,ma soprattutto unuomo onesto e buono, chesapeva ascoltare la voce ditutti. Ed alla nostra città,oggi più che mai, spetta ilruolo di proteggerne la memoria.UNA VITA INSIEMEPina, amore e fantasiaIn tempi di passioni veloci ed improvvisate, gli amoridi una vita esistono ancora: lo sa bene Pina Cipriani(nella foto), che ha condiviso con <strong>Franco</strong> Nico la costruzionedi una famiglia e l'attività professionale. Lastoria personale dei due fondatori del Sancarlucciopotrebbe essere raccontata in un romanzo: Pina,originaria di San Cipriano d'Aversa, da piccola organizzavale «domeniche dello spettacolo»: metteva inordine le grandi tavole della bottega del padre, leportava in strada e lì su cantava, ballava, recitava. Lagente del paese le chiedeva i bis elei si gloriava dei suoi primi successi.Dai dodici ai diciassette anni èstata in un convento di clausuranell'Avellinese ed ha scoperto i verisegreti della voce: il canto gregorianoaveva un'essenzialità primigenia,non intaccata da geroglificibarocchi. La scelta di scapparedalla chiesa è andata di pari passocon la definizione dell'obiettivoprofessionale di diventare cantante:l'incontro con <strong>Franco</strong> Nico èavvenuto quando Pina ha cercatoun mentore ed un padre spiritualeper seguire la sua vera vocazione.La ragazza ha visto una foto del cantautore, suocompaesano, su una pagina di «Sorrisi e canzoni».«Era vestito di bianco - racconta - ed era appoggiatosu uno scoglio. La didascalia della foto ne diceva ilnome e la provenienza, San Cipriano d'Aversa. Senzaconoscerlo, in quel momento, sono stata orgogliosadi lui ed ho deciso che mi sarei rivolta a <strong>Franco</strong> pertrovare la mia strada artistica».È stato così, e da quell'incontro si è sviluppata un'interavita, percorsa sempre insieme. (a.c.)L’ANEDDOTOUn ciclone in redazioneC'era poco da fare: nonostante la redazione affogasse nellavoro, quando veniva da noi, bloccava tutto. Un cicloneche, già dall'uscio, si faceva precedere da una vocetonante che spiegava perché era lì: ammesso e nonconcesso, che <strong>Franco</strong> Nico avesse bisogno di una ragioneper irrompere a Chiaia Magazine. A volte ci veniva ebasta, perchè poi, tra un diluvio e l'altro di parole, unmotivo valido alla fine spuntava. Enoi tutti là, appesi alla sue labbra,investiti da un mix vulcanico distorie, idee, incazzature. Perché,nolenti o volenti, scattava il giocodelle parti: lui a fare l'attore, noi, igiornalisti, a fare gli spettatori.L'ultima improvvisata in sede <strong>Franco</strong>l'ha fatta a inizio novembre: colSancarluccio ad aprire la discussionee relative amarezze. Ce l'aveva con laRegione che gli tagliava i fondi. Poi ciregalò un ricordo a 24 carati: stavoltasu Troisi e la Smorfia. «Che agliesordi non si chiamava così - ci svelò -. Da me debuttarono come “I saraceni”. E io dissi: “Stu'nome s'adda cagnà”. Proposi la Smorfia: gli andò agenio. Quella sera Troisi fece satira politica dura. Laplatea, che si aspettava tre guitti da cabaret, restò dighiaccio. Dopo, in camerino, Massimo mi fece con ariacomplice: “L'avimme pugnute”». Quel pomeriggio dinovembre, mentre infilava l'uscita di Chiaia Magazineper l'ultima volta, <strong>Franco</strong> ci lasciò i testi di 2 ballate damusicare. «Dateci un'occhiata», si raccomandò sullaporta. Scusa il ritardo, te lo diciamo ora: bellissimi. (a.m)


SOCIETÀ&COSTUME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 14Diana Lama e i segreti di un buon thrillerL’INTERVISTA. La scrittrice partenopea, giallista pluripremiata e collezionista noir,svela i retroscena del suo ultimo libro «La sirena sotto le alghe» ambientato in CilentoAntonella CarloIsegreti della chirurgia edella scrittura sono forsegli stessi: aprire le ferite perlasciare andar fuori le scoriepiù segrete e nascoste cheinfettano il corpo umano. Èun'etica della demistificazionequella che guida la pennae la fantasia di Diana Lama,autrice napoletana ormainota a livello internazionale:«Chi sceglie il genere delgiallo deve seguire i palpitidel cuore e della mente,focalizzando le sfasature diuna natura mai univoca». Conun nuovo thriller ambientatoin Cilento, La sirena sotto lealghe (Piemme, 2008), DianaLama ha avuto modo ancoradi seguire la pista suggestiva ecaleidoscopica delle contraddizioniindividuali: «La solarecosta campana, a volte lontanadai rumori e dal commercio,svela le dinamiche oscuredi un omicidio: mi interessatracciare le distonie nel rapportotra i luoghi, i personaggie la loro interiorità». Sonotanti i riconoscimenti ottenutida Diana Lama, medico ericercatrice di professione:agli esordi letterari, nel 1995,ha vinto con Vincenzo DeFalco il Premio «AlbertoTedeschi»; in seguito, semprea quattro mani con De Falco,LA MOSTRA«MUSE MUTANTI»DA SABINA ALBANODopo il successo dellacollettiva «Le mezzanine»che si è tenuta di recentepresso l’Ipogeo della Ss.Annunziata in via Egiziaca,a Forcella, Paola DelPrete, artista eclettica,principessa dello stilemanga e talentuosa innovatriced’arte contemporanea,propone, dal 20novembre, le sue operenella Sabina Albano ModartGallery in Vico Vastoa Chiaia 52.Ad affiancarla in questanuova esperienza creativac’è il padre Antonio DelPrete, medico e artista, daanni impegnato in uncostante gioco tra arteformale e informale,animatore instancabile dieventi dove la fantasia e lasperimentazione sono dasempre le protagoniste.«Muse mutanti» è il titolodella mostra di Antonio ePaola Del Prete nellagalleria di Sabina Albano:viaggio tra 20 opere ispiratealle forme cangianti delfascino femminile.Fino al 10 dicembre 2008.Per info: 081.4217.16 -www.sabinaalbano.itDiana Lama autrice del libro «La sirena sotto le alghe»ha pubblicato Nell'ombra,tradotto in Germania dallacasa editrice Scherz. Ancora, ilprimo romanzo di DianaLama, Solo tra ragazze, è giàdiffuso in Russia dalla MirKnigi ed è stato inserito neipiani editoriali del 2009 dellafrancese La table Ronde.Il successo internazionale èdovuto alla dimensione atutto tondo di questa particolarissimascrittura noir: «Purcogliendo il fascino misteriosodella mia terra, non vorreimai cadere negli stereotipitanto cari alla tradizionepartenopea: raccontare unasaga di camorra e mandolinistancherebbe prima me e poii miei lettori. È meglio rintracciareatmosfere, respirareUmberto ZaccaSecondo una recente 'indaginedell’Istat, dopo l'Arma deicarabinieri e la parrocchiadi quartiere, la farmacia è,tre i servizi pubblici, quelloche ha il più alto indice digradimento tra i cittadininapoletani. Il dato lo sventolacon una punta di orgoglioMichele Di Iorio, fresco dinomina nell'incarico dipresidente di FederfarmaNapoli: il nuovo direttivodella Federazione Nazionaledei titolari di farmacia(sezione partenopea) resteràin sella fino al 2011. Mastavolta il mandato allarappresentanza sindacale,affidato dai 780 farmacistidi Napoli e provincia a DiIorio e ai suoi 20 consiglieri,possiede un insolito valoreaggiunto: alla tornata elettoraledel 9 e 10 novembre,infatti, ha partecipato lasola «Lista Di Iorio». Dunqueuna nomina plebiscitariapressochè inevitabile, ma sitratta di un unanimismo aldi sopra di ogno sospetto. Eper un motivo preciso:l'intero corpo professionaleha cancellato a priori ognifrazionamento elettorale,puntando dritto all'unitàsuggestioni e tentare di trasferirlesulla pagina: la retoricadel male sanguinoso made inNaples spesso ci condanna enon ci fa evolvere», dice ancoraDiana Lama. Eppure, unodei più grandi pregi di questascrittrice partenopea è lafusione tra la libertà dell'ispirazioneed il culto scientificodi uno straordinario genereletterario: l'autrice de La sirenasotto le alghe è, infatti, la piùimportante collezionista digialli a Napoli e, di questapassione, ne ha fatto uno stiledi vita. La fondazione di«Napolinoir», insieme a GiuseppeCozzolino e LucianaScepi, ha sancito la volontàconcreta di costituire un'associazioneche si adeguassedietro le insegne programmaticheproposte da DiIorio. Un'esigenza di compattezzache, secondo il presidente,«era il momento diconcretizzare definitivamentedopo il buon lavoro svoltonel precedente triennio dalvecchio Consiglio direttivo».Ma, tra le azioni vincentidella propria politica, DiIorio ne individua un'altra,destinata a produrre beneficidi lunga durata: «Averindotto la Regione e le 5 Asldi Napoli a programmare ipagamenti alle farmacie perbandire una volta per tutteil ricorso sistematico all'azionegiudiziaria tra laall'entourage nazionale: comea Milano ed a Roma, anchenella nostra città gli appassionatidel thriller devono averela possibilità di condividere epromuovere i loro interessiletterari. «Chi scrive gialli nonpuò ignorare la straordinariatradizione europea su cui si ècostruita la nostra visionedella letteratura: soltanto conla consapevolezza di questoricchissimo bagaglio artisticosi può raccontare, in modooriginale, il mistero profondoe sorprendente che caratterizzal'esistenza quotidiana»,afferma Diana Lama. Il problemasta, comunque, nel distinguerele punte di eccellenzain un genere che, a tratti,potrebbe sfociare in unadimensione essenzialmentecommerciale: «Il vero cultoredel giallo», continua la scrittrice,«è chi gioca con le atmosferee le inquietudini, deformandola pretesa coerenzadella realtà. Gli “effetti speciali”possono arricchire lo stile,ma la sostanza dell'arte siriscontra in una filosofia divita che sa demistificare,creare sospetti e dubbi. Lasorpresa è soltanto un fattore,il valore tangibile di unthriller è nella sua profondacapacità di mettere in discussioneconvinzioni ecertezze».VITA ASSOCIATIVA: FEDERFARMA NAPOLIIl nuovo corso del presidente Michele Di IorioMichele Di Ioriocategoria e le Aziende sanitarie.Un passato conflittualedi astensioni e polemicheche va finalmente archiviato».Profilo contabile a parte,però, a inorgoglire Di Iorio èil nuovo corso negozialeinstaurato con le Asl peruniformare la qualità deiservizi e delle prestazioni,offerti dalle farmacie, aNapoli e in provincia. Infineuna sfida: «La farmacia nondistribuisce solo prodotti,ma è anche centrale diservizi. Le farmacie napoletane- argomenta puntiglioso- vantano già una retetelematica capillare e unaformazione professionaleadeguata: il passo successivo,quello di collegarsi connoi attraverso il CentroUnico di Prenotazione, toccaagli ospedali e alle Aziendesanitarie locali.La Sanitàpubblica, dunque, faccia lasua parte, investendo: questonel superiore interessedei cittadini e degli utenti.Per quanto ci riguarda, noisiamo pronti. Nel futuroprossimo, insomma, FederfarmaNapoli ha un sogno eun progetto: “la farmaciacome sede avanzata di servizie risorse sanitarie nelterritorio”».IN REDAZIONEARMIDA PARISI: NOAL DISFATTISMOGiornalista ed insegnante, ArmidaParisi (nellafoto) dirige le pagineculturali del quotidiano Roma.Come valuta questo momentostorico vissuto dalla nostra città?La tragedia dei rifiuti ha comportatouna reazione di estremasfiducia, sfociata in una stasiche non può lasciare immuneil mondo della cultura. C'è unbel saggio di Francesco Durante,Scuorno (Mondadori, 2008), cheproietta l'emergenza ecologicacampana in una dimensione piùampia: il disfattismo a volte ciimpedisce di riconoscere le nostreenergie positive.Quali sono queste energie?Non credo nei regionalismi, mala cultura campana vanta eccellenzein ogni campo dell'arte.Purtroppo non sempre il nostroentourage dà l'onore dovuto agliintellettuali di spicco: il contestointernazionale offre, invece, riconoscimentipiù significativi.Da cosa deriva questo fenomeno?In città sta trionfando un canonemedio di approccio all'arte:moltissimi vogliono raccontareNapoli, ma lo slancio positivo avolte cade nello stereotipo e nelladimensione meramente commerciale.A questo punto, i grandiintellettuali rappresentanoun motivo di vanto, ma sono anchein netto contrasto con tantiautori che non sempre spiccanoil volo.Quali libri consiglierebbe ainostri lettori?Innanzitutto Scuorno di Durante,che delinea una prospettiva appassionantesu Napoli, invocandouna rinascita di grinta ed entusiasmoda parte dei nostri concittadini.Ancora, da non lasciarsisfuggire è Un cappello pienodi ciliegie (Rizzoli, 2008) diOriana Fallaci: la scrittrice tracciaun originale percorso autobiograficoriallacciandosi allastoria dei suoi antenati. La Fallacisi sente una tessera di unampio mosaico, che affonda leradici in un tempo lontano: tornareal passato per capire il presenteè, forse, l'idea più bella cheun libro può offrire a ciascunodi noi.Antonella Carlo


SOCIETÀ&COSTUME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 15Pinko e Damiani, eventi a tutto glamNOVITÀ. Brand di grido conquistano le vie dello shopping. Inaugurazioni tra vip,specchi magici e attrazioni hi-tech. La nuova moda? Fare acquisti divertendosiRIFLETTORILaura Cocozza«Èstata una sorpresastraordinaria trovare aNapoli una clientela tantoqualificata sia per potere d’acquistoche per propensione alprodotto moda». Parole di PietroNegra, presidente dell’aziendaproduttrice del marchio Pinko,che martedì 11 novembre hainaugurato l’omonimo monomarcaa via dei Mille. «Se continuacosì, - prosegue Negra - prestoraggiungeremo il punto di pareggio».Dichiarazione interessantesoprattutto se si considerache l’azienda ha investito 5 milionidi euro per il negozio napoletano.E che ha mantenuto larappresentanza presso i negoziMaxi Ho della Riviera di Chiaia edel Vomero. Lo store di via deiMille, intanto, con i suoi 800 metriquadri ripartiti su 2 livelli esuddivisi per aree tematiche (sera,quotidiano formale, tempo libero,jeans, accessori e bimbo), èil primo della griffe nel mondoper superficie e tecnologie adoperate.Già ora, al piano terra suonie passi muovono i disegni sullepareti seguendo gli impulsi dellagrafica generativa, e nelle salegli specchi incorniciano virtualmentechi vi si riflette; e se sonobambine, ad apparire sono fiorie farfalle con cui giocare. Ma nelprossimo futuro il negozio saràanche il primo nel quale si sperimenteràil “defilè virtuale” peri vip accolti nel privè all’ultimopiano. «Il pericolo in agguato peri punti vendita è la noia, la ripetitività- afferma Negra - . Per questoproponiamo alla clientela unanuova modalità d’acquisto: compraredivertendosi. Altra caratteristica,di cui vado fiero, consistenel proporre un prodotto concontenuti qualificanti e un grandecontrovalore. Abbiamo ben 32persone nei settori modellismo eprototipi - continua - e si lavora suun solo capo anche per un giornointero. Per contro, i prezzi sonocontenuti. D’altra parte, iltempo della griffe tout cour è finito:la clientela cerca qualità edè per questo che noi oggi proponiamoil prodotto come protagonistadi se stesso, anche nell’advertising».Se Pinko scommette sulla piazzadi Napoli, Damiani ha già da agostoaperto in via Filangieri un suoproprio punto vendita: una eleganteboutique di 200 mq arredatain legno palissandro e travertinoitaliano, diretta da VincenzoLiguori. Ma il debutto veroe proprio c’è stato mercoledì12 novembre: serata evento ad inviticon sottofondo di violino emadrina Samantha De Grenet.Per gli appassionati napoletanidel marchio di gioielleria più premiatoal mondo, l’opportunità diammirare l’ultima “creatura” dellacasa: Shark, il bracciale in oroe diamanti che, indossato, ricordala bocca di uno squalo. Unatentazione per “mangiatrici”d’uomini.Nelle due foto in alto. Da sin: GiorgiaSurina, Pietro Negra (presidentePinko), Gaia Bermani Amaral e GabrielaBarros durante l’opening del monomarcain via dei Mille; Samantha DeGrenet e Vincenzo Liguori (direttoreboutique Damiani) durante la serataeventoShark. Nella foto in basso: ilbracciale in oro e diamanti Shark.COMUNITÀ LUTERANA, PREMIO ALLA NARRATIVAOspite d'onore: la narrativa. E' stata lei la star indiscussasotto la volta gotica della chiesa luterana in via Carlo Poerioalla premiazione dei 12 finalisti del concorso letterario direspiro nazionale «Una piazza, un racconto», ormai approdatoalla sua 10° edizione. Ad organizzare l'evento, lo scorso 29ottobre, la Comunità Evangelica Luterana di Napoli, dasempre in prima fila nella promozione della cultura diqualità grazie alla tenacia di Riccardo Bachrach e di LucianaRenzetti, rispettivamente presidente e coordinatriceculturale della Comunità. La serata è coincisa anche con lapresentazione al pubblico del volume che raccoglie i raccontidei finalisti 2008 e dei vincitori delle 9 precedenti edizioni:un libro dal titolo inevitabilmente fatale, «Una piazza, unracconto», pubblicato dalle Iuppiter Edizioni. A conferiresmalto e suggestione al rituale dei riconoscimenti i siparirecitativi offerti dall'attrice Adriana Carli che ha letto, colgiusto pathos, alcuni passi selezionati dai racconti dei primitre classificati, vale a dire Francesco Brocchi col suo «Diciottomilalire venete», Stefania Raschillà con «Il dono di Biagio»e Angelo Marenzana con «Gli occhi neri di Angela». Asottolineare la prosa della Carli, inoltre, il fascinoso contrappuntosonoro della pianista Mariagrazia Ritrovato Buonoconto.Ad arricchire l'alchimia dell'evento anche il contributodel giornalista Stefano La Marca che ha sapientementecucito i segmenti della cerimonia con le sue interviste alterzetto dei vincitori. Il tenore decisamente informale dellapremiazione, condita da una calibrata dose di spettacolarità,ha intanto raccolto la partecipazione convinta del pubblico,conquistato tra l'altro dall'accorato intervento di Bachrache della Renzetti che hanno ripercorso, in punta dicuore, le linee guida della loro decennale battaglia in nomedell'arte e della letteratura. (foto di Mario Valente)GLI «ANEMONIDEMONI» DI ALESSIO VISONE“Anemonidemoni” è il titolo della collezione autunnoinverno 2008-2009 che lo stilista Alessio Visone ha presentatomercoledì 5 novembre alla Camera di Commerciodi Napoli. In passerella tailleur disinvolti ma sartorialinelle proporzioni e nei dettagli, cappotti double di cachemire,bordi di pelliccia coloratissimi, cocktail dress alginocchio, giacche da smoking con pantaloni o tute dipaillettes, abiti lunghi e sinuosi, che giocano con intreccidi fasce e volumi, drappeggi e spacchi. La silhouettediventa a clessidra, i riflessi di seta e raso accarezzano leforme. Tra bon ton Fifties e rivisitazioni Eighties, la donnaVisone può scegliere un look ad hoc per ogni occasione,nel segno dell'eleganza.LOUIS VUITTON DOPO IL BRINDISI, LA CROCIERAAnche quest'anno, la boutique Louis Vuitton ha celebrato ildéblocage del Beaujolais Nouveau che, come tradizione, siapre allo scoccare della mezzanotte del terzo giovedì dinovembre. Ma l'evento Beaujolais è stato solo un assaggio:l'attesa è per venerdì 28 novembre quando durante unesclusivo trunk show (una presentazione riservata alleclienti) si potranno visionare alcuni capi di abbigliamentodella collezione 2008-2009 e borse ed accessori della nuovacollezione crociera. Tra queste, la borsa Galliera Rivieraamalfitana che reinterpreta il motivo Monogram su tessutoe rafia o la morbidissima Scuba in neoprene dallo sgargiantecolor fucsia che si abbina a tanti accessori: dalla pochette,alla visiera, al pareo, fino alle collane e ai bracciali.


SOCIETÀ&COSTUME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 16Storia delle «recluse» di Villa PignatelliL’APPELLO. Da più di dodici anni il «Museo delle Carrozze» è chiuso per restauriIl mito di «legni» eccellenti, opera di notissimi artigiani. Il silenzio delle IstituzioniFrancesco Iodice D’EnzaMistero e intrigo, evocail titolo, mentre altronon è che la solitastoria di ingratitudine einefficienza.Il fatto. Il marchese MarioD'Alessandro di Civitanova,appassionato di cavalli ecarrozze, come nella miglioretradizione dell'aristocrazianapoletana, aveva costituitoun'importante collezionedi carrozze: «Break»,«Mail Coach», «Dog Cart»,«Military», «Tilboury», «Coupè Clarence», «VictoriaMylord» e così via, allocatenella rimessa della sua villadi Portici. Tutti «legni» eccellenti,opera di notissimiartigiani: dai «Laurie andMarner» inglesi ai «Binder»parigini, fino ai napoletani«Bottazzi e Polito». «'O Marchesede' carrozze», comeera stato affettuosamentedenominato dal popolino,giornalmente usciva inpasseggiata nelle vie diPortici a bordo di una delleVilla Pignatelli: da 12 anni chiuso al pubblico il «Museo delle Carrozze»sue carrozze e alla guidadella stessa, con accanto ilsuo fedele cocchiere inlivrea. L'eccellente driver,nell'attraversare la frequentatissimapiazza San Ciro,spesso raccoglieva l'ammirazioneplaudente di coloroche si intrattenevano aitavoli dei bar che coronavanola piazza. Oltre quarant'annifa Mario di Civitanovamanifestò l'intenzione didonare la sua amata collezionedi carrozze, oltre chedi finimenti (briglie, redinietc.) allo Stato, perché diventassepatrimonio di tutti.Opportunità che fu accolta ecoltivata con entusiasmodall'allora Sovrintendentealle Gallerie della CampaniaBruno Molaioli, uomo ditalento e cultura. Infatti, aun uomo di museo comeMolaioli non era sfuggita laformidabile occasione dicreare anche a Napoli unMuseo delle Carrozze, tra ipochi musei specializzatiesistenti al mondo (come ilMuseo delle carrozze diCluny, quello del Vaticano,di Vienna e di Lisbona).Quindi individuò le scuderiedi Villa Pignatelli Cortes,anch'essa da poco donataallo Stato, come luogo idealeper collocare i «legni». Sull'esempiodel marchese diCivitanova, altri gentiluomininapoletani, come il conteLeonetti, il conte Dusmet, ilbarone Strigari e il marcheseSpinati, donarono pregevolicarrozze. Purtroppo, però, ilprogetto per l'allestimentodel museo finì nella melmosapalude burocratica. Sicchèfurono promosse varieiniziative, volte a «tirar fuoridall'impantanamento» lafaccenda. Tra queste ci fuanche un mio (allora sedicenne!)articolo, che fupubblicato su un noto quotidiano,dal titolo «Le reclusedi Villa Pignatelli», chesuscitò curiosità e a untempo sdegno, contribuendoad accelerare la realizzazionedell'esposizione dellecarrozze. E così, dopo decenni,fu finalmente inauguratoil Museo, assenti i donatorinel frattempo scomparsi.Ma, ahimè, la storia si ripete.Infatti sono più di dodicianni che il «Museo delleCarrozze del marcheseMario D'Alessandro di Civitanova»,è chiuso per restauri!Quindi, nuovamente «recluse»le povere carrozze! Pertantoci si chiede: non èforse tempo di restituire allacittà questa straordinariacollezione che costituisceuna delle tante meraviglioseattrattive, anche per ituristi, della nostra regione?Credo di sì!NUOVO NUMERO IN LIBRERIA«IL CERCHIO», SLANCI FUTURISTIÈ in distribuzione il nuovo numero della rivista Il Cerchio, diretta daGiulio Rolando. Il tema del periodico ruota intorno a «La cultura delconfronto - Argomenti, Personaggi, Storia», con argomenti di grandeattualità quali scuola, ricerca scientifica e compatibilità ambientale. Inquesto numero: intervista esclusiva al Presidente della CommissioneCultura e Istruzione della Camera, l’onorevole Valentina Aprea sui puntichiave della nuova riforma; le riflessioni dell’economista MassimoScalfati sulla possibile sinergia tra economia e ambiente mediante unapproccio non necessariamente ideologico; «speciale Giuseppe Prezzolini»con gli interventi di Luigi Iannone e Gennaro Sangiuliano.In più Il Cerchio, nell’anno del centenario del Futurismo, dedica ampiospazio ad una delle correnti artistiche più influenti del ‘900, con lapubblicazione di stralci della tesi di laurea di Giorgio Salzano su GuglielmoRoehrssen di Cammerata, l’ultimo scultore futurista, scomparsopoco tempo fa e con il mini-saggio di Luigi Tallarico dal titolo: «La Fondazionedel Futurismo e il “Primo” Marinetti. Suggestiva la copertina dellarivista in cui sfreccia un treno in corsa, di marinettiana memoria, dell’artistaPippo Rizzo. Da leggere, infine, l’intervista ad Antonio Carioti,autore del discusso volume «Gli orfani di Salò. Il “Sessantotto nero” deigiovani neofascisti nel dopoguerra 1945-1951». (r.g.)EDITORIA SCOLASTICA«La vita in versi» e i calembour di Rocco«La Vita in Versi. I problemidel nostro tempo nella poesiadi oggi» (Ed. Ellepiesse, 2008)è un libro che, nell'ambito dell'editoriascolastica, offre aigiovani l'opportunità di incontrarela poesia contemporanea.Nel volume, accanto allecitazioni di alcuni autorevolimaestri del '900 (Saba, Fortinietc), viene collocata soprattuttola produzione di 21autori emergenti.Circa 40 i componimenti poeticiriportati, raggruppati in10 percorsi tematici (tra essi:«In città», «Echi di cronaca»,«Mio padre», «Ritratti di donna»,«Il vivere, il morire», «Giochidi parole»). Ogni testo, poi,è corredato da una «scheda dicomprensione» e da spunti didiscussione. E ogni percorsotematico è seguito da un «laboratoriodi poesia» che introducel'allievo alla tecnicadi composizione.Tra gli autori della «collettiva»anche Renato Rocco, maestrodi calembour, all'attivonumerose pubblicazioni inmateria, e apprezzato collaboratoredi Chiaia Magazine,che, per l'occasione, presta allepagine de «La Vita in Versi»alcuni suoi folgoranti giochiletterari, come ad esempio iseguenti calembour: «Matrimoniod'interesse n.1. “E visserotutti felici e contanti…”»,«Matrimonio d'interesse n. 2.“Un patrimonio d'amore…”,«Matrimonio d'interesse n. 3.“Un calcolo che finisce conuna divisione”».


SOCIETÀ&COSTUME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 17&I NUMERI CONTRO LA RECESSIONE. Alla TabaccheriaPostiglione di Largo Ferrandina a Chiaia si continua a parlaredi crisi. Con il Natale alle porte, però, non c’è recessione chetenga. Anzi, meno pecunia c’è nelle tasche e più cresce lavoglia di giocare. L’importante è non esagerare. AlbertoPostiglione, assediato come sempre da una clientela in cercadi fortuna, anche questo mese ha i numeri giusti per sbanca-terni favolere il lotto. «Ad ottobre ho consigliato il terno di San Raffaele:19 - 24 - 66; bene continuate a giocarlo abbinando, se vi va, ilprezioso 11. Giocate questa quaterna su Napoli e su tutte leruote almeno per 6 estrazioni». Un altro numero che Postiglionedà sempre ai suoi giocatori-sostenitori è il 90: «Questonumero è tra i miei preferiti. Di solito, cerco sempre di abbinarloa numeri pari come il 10 e il 22, ma lo vedo bene ancheinsieme al 77 e 78. Per prepararsi a un grande Natale ecco,secondo me, il terno dei soldi: 90 - 46 - 11. Terno da giocarefino alla fine del 2008 su Bari, Napoli e Roma». Insomma,non resta che dar retta a Postiglione che, stando a quantodicono in zona, è un infallibile portafortuna.Il cretinosi distingue subitodal rumore della testa.Il grande finanziereama giocareal tir-assegni.Renato RoccoSFIZI&NOTEdi MASSIMO LO IACONOCARNET COMUNITÀ ANGLICANASi concluderà giovedì 18 dicembre la rassegna concertisticad'autunno ospitata nella «Chiesa della Comunitàanglicana» di Napoli in via San Pasquale, organizzatadall'associazione «Professori dell'orchestra AlessandroScarlatti di Napoli». Operosa ormai da più di undecennio nella prestigiosa chiesa di Chiaia, l'iniziativaalterna concerti da camera e sinfonici, con coro talvolta,proponendo pezzi di rarissimo ascolto e musiche direpertorio, proponendo anche pezzi di musica assaiprofana per il teatro. Quest'anno la stagione è iniziataad ottobre nel nome di Vivaldi, con le amatissimestagioni, proseguendo tra l'altro con un omaggio allamemoria del pianista Sergio Fiorentino, ricordato daltrio «Nicola Sala», il 14 novembre, facendo gustaresplendide pagine per clarinetto con pianoforte affidatea Gaetano Falzarano Lino Costagliela.Culmine di questa programmazione sono i tre concertisacri in locandina. Dopo lo splendido, memorabileconcerto diretto da Vincenzo de Gregorio e dedicato alcanto gregoriano, che ha diretto la «Schola gregorianadella basilica della Pietrasanta», e dopo il concertod'organo arricchito con il «Requiem» di Duruflè, direttoda Ronald Butts-Boehmer, solista Jesse Eschbach,con il «The Choral Scholars di Napoli», ci sarà la ripresadel «Messiah» di Haendel che alla chiesa anglicana èormai tradizionale da qualche anno. Il concerto èfissato per giovedì 18 dicembre. Il livello della esecuzioneè migliore nel volgere del tempo. Quest'anno lodirigerà Paolo Ponziano Ciardi, con l'orchestra delsodalizio, che possiede una propria formazione cameristica,e con un casti in cui brillano Vito Priante, ilmiglior baritono italiano di oggi, star con meritodell'opera di Monaco, grande interprete di Haendel, el'ottimo Luca Dordolo specialista insigne del genere.Tutti i concerti si tengono il venerdi, alle 20.IL MERCATO DELL’ARTEIavarone: «Antiquariato da rilanciare»Salvatore Iavarone (nella foto), 41anni, antiquario ed erede di unatradizione professionale inaugurata50 anni fa dal padre Antonio,nel suo lavoro concilia dasempre la prospettiva commercialecon un'autentica passioneper l'arte: nel suo negozio in viaPiedigrotta 55, annidato tra lepieghe di una discrezione sottile,c'è insomma l'amore per laricerca e lo studio. Un valoreaggiunto il suo che, tuttavia, inuna città ormai appiattita sustimoli nazionalpopolari ointeressi di corto respiro, regalaamarezze a chi fa un mestiereda gentlemen come quelloantiquario. Soprattutto di frontea delusioni come quella incassataa novembre quando, cancellandodallo scadenzario deglieventi la prestigiosa Mostradell'Antiquariato, l'Ente Mostrad'Oltremare non ha concesso ipropri spazi agli espositori.Struttura indisponibile a causadella lievitazione dei costigestionali: questa la giustificazioneconsegnata agli operatori.Legittimo il rammarico diIavarone: «La disdetta è stata unfulmine a ciel sereno. Gli addettiai lavori, non solo i locali maanche quelli del resto d'Italia, sierano mobilitati con abbondanteanticipo per la kermesse,sincronizzandosi come sempresulla data consueta del 24novembre. Poi il dietrofront: unsegnale spiacevole che nonpenalizza solamente le esigenzedella categoria, ma appannaanche l'immagine culturale diNapoli. Non è un mistero, infatti,che per anni la Mostra hapuntualmente acceso i riflettorisulla città, esibendo come fioreall'occhiello un comparto antiquarialedi prima scelta inambito nazionale. E dispiaceanche che le Istituzioni, adesempio la Provincia di Napoli,di solito al fianco degli antiquarinel sostegno alla fiera, stavoltaabbiano scelto una posizionedefilata malgrado la valenzadell'appuntamento». Business aparte, intanto, a preoccupare èproprio il contraccolpo sulmorale della categoria: «Unosconforto che demotiva il mercanted'arte, abituato a trattarecon una clientela di standardmedio-alto», spiega Iavaroneche, lavorando a Chiaia, registrafatalmente anche il disappuntodiffuso di un quartiere, ritenutotra i capisaldi dell'attività antiquarialein città. L'auspicio,invece, è una svolta nella politicadi gestione della cultura,compresa quella antiquaria:«Antiquariato è tradizione eradici. E promuoverlo deveessere prioritario per i nostriamministratori. E si ritorna alpunto: servono eventi-traino dialto livello. Come accadeva tragli anni '80 e '90 quando sedidella Mostra erano degne cornicicome Castel Sant'Elmo eCastel dell'Ovo e a Napoli sbarcavanogli antiquari di Londra eNew York. Nel tempo, invece, laMostra ha perso progressivamenteil suo smalto. E oggi sonomolti gli antiquari napoletanicostretti ad emigrare verso legrandi fiere del Nord Italia perscampare al dimesso scenariopartenopeo».LIBRIDINEGuareschi, l’intellettuale civile che stregò il ‘900Aurora CacopardoSessant'anni di cronache e storie italiane sonoraccolte nel saggio di Marco Ferrazzoli Non soloDon Camillo-L’intellettuale civile Giovannino Guareschi(Italia Protagonista editore) dedicato auno dei personaggi più discussi e amati del Novecento.La ricerca del volto umano e stilisticodi Giovanni Guareschi, le ragioni della suascrittura che ha al centro la persona, della suaricca individualità, il fascino che emana dallesue vicende drammatiche vissute in un lungoarco di tempo. Su tale linea si svolge il saggio,una sorta di diario critico che mira a farconoscere uno scrittore profondo e sorprendente.Il lavoro di Ferrazzoli si avvale della prefazionedi Marcello Veneziani che mette inevidenza come l'originalità del saggio si coglienella bella umanità di Guareschi, nella suasensibilità civile e perfino politica. «Se vogliamoritrovare l'atmosfera dell‘Italia del dopoguerra,democristiana e comunista, - dice Veneziani- dobbiamo ricorrere alla sua prosa,che riuscì a nobilitare quella italietta clerico-comunistasenza che lui fosse democristiano etantomeno comunista. Il filo conduttore chelegava Don Camillo, Peppone e lo stesso Giovanninoera il populismo nazionale e provinciale,la passionaccia per l'Italia, la generositàcontro l'egoismo e l'avidità, il senso forte dellafamiglia e della solidarietà». Le vicende di GiovanniGuareschi vengono analizzate con puntualitàin questa opera. La nascita, il l° maggio1908 a Fontanelle Roccabianca, gli anni di Parma,le prime esperienze giornalistiche, la scopertadi Milano. Il periodo della guerra, la prigionianei lager tedeschi, le grandi battaglie perla libertà condotte sul periodico Candido, la nascitadegli immortali Don Camillo e Pepponee il loro successo letterario e cinematograficoin tutto il mondo. Le gioie della vita familiarecon Margherita, Albertino e Carlotta, la Pasionaria.L'amarezza dell'affare De Gasperi, su cuiquesto saggio getta nuova luce, l'incomprensionedegli anni nei quali lo scrittore della Bassavedeva troppo lontano per essere amato inun Paese tutto interessato ad inseguire modee culture non sue.Marco Ferrazzoli chiude il saggio sottolineandocome il tempo stia rendendo giustizia a GiovanniGuareschi, con lenta parsimonia: Centoanni dopo, sempre vivo.


SOCIETÀ&COSTUME NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 18PAUSA BLOGdi LEO ARUTAhttp://leoaruta.simplicissimus.itOBAMA ONLINELa vittoria di Barack Obama alle Presidenzadegli Stati Uniti d'America resterà impressanella storia perché per la prima volta è statoeletto un afro-americano. Ma la vittoria diObama ha, inoltre, sancito, definitivamente, ilvalore di internet nelle moderne democrazie.Obama ha raccolto, per la sua mega-campagnaelettorale, qualcosa come 600 milioni di dollari,una grossa parte di essi deriva da microcontributi spontanei arrivati da milioni disimpatizzanti. Ma come ha fatto il neopresidentead ottenere un simile risultato? Semplicementemettendo le persone al centro della suastrategia. Quando Obama dice «tu sei il cambiamento»,non cerca solo di blandire l’elettore,ma porta la rete sociale fin dentro l'arenapolitica e rimette le persone nel posto in cuidovrebbero sempre stare. L’organizzazionedella campagna online ha preso forma durantele primarie, quando è stato assunto come«regista» Joe Rospars un veterano di HowardDean, il candidato presidente che nel 2004raccolse, per primo, una montagna di dollaricon internet. Il passo decisivo è stato affidare alco-fondatore di Facebook, Chris Hughes, lacreazione del sito di social networking: myBarackObama.com che ha raccolto milioni diadesioni. Agli iscritti sono stati affidati compiticollaborativi che li hanno fatti sentire parteattiva del progetto politico. Tanto per fare unesempio, ad essi è stato chiesto di fare, nelgiorno delle elezioni, un milione di telefonateper ottenere il voto a favore di Obama. Oltre afavorire i sostenitori di base, lo strumento disocial networking ha permesso di contattare ipiù difficili da raggiungere: i giovani elettori.Per molti versi, la storia della campagna diObama è stata la storia dei suoi sostenitori, chehanno manifestato il loro entusiasmo con sitiweb e video di YouTube. In più, ci sono statianche contributi volontari come l'innovativo«Obama'08 iPhone e iTouch», applicazioneproprietaria che ha consentito di mobilitareamici e contatti attraverso i dispositivi Apple.LA MANIFESTAZIONE«Caprienigma» celebra le sireneSì è svolta, dal 27 ottobre al 2 novembre,la dodicesima edizione del«Premio Capri dell’Enigma», legataad un convengno interdisciplinaretra arte e letteratura: «Caprienigma2008». Il tema di quest’edizione,ideata e realizzata da RaffaeleAragona, è stato «Le sirene:Partenope e le altre», un argomentoricco di variegate implicazionisia con l’isola azzurra che con la cittàdi Napoli. Infatti, durante la presentazionetenutasi all’Hotel La Palma,il filosofo Aldo Masullo hatracciato un parallelo tra Napoli ela mitologica creatura metà donnametà pesce la cui figura, comeil capoluogo partenopeo, suscitaammirazione e stupore per la suabellezza e, al contempo, turbamentoper l’enigma che rappresenta.Le sirene e la musica, il cinema,la letteratura, la seduzione,l’eros, il mito di Ulisse, sono statisolo alcuni dei temi trattati da autorevolirelatori quali Eduardo Federico,Simona Argenteri, DomenicoSilvestri, Ermanno Cavazzoni,Maurizio Bettini, Elisebha FabiennePlatzer, Paolo Albani, LauraPugno, Meri Lao, ArmandoMassarenti, Jacqueline Risset eMarcello Veneziani. Il convegno èstato anche l’occasione per l’assegnazionedei «Labirinti d’argento»a Petra Magoni e Meri Lao. Particolarmentevivace la giornata del31 ottobre grazie alla mostra «Teledi sirene» a cura dell’Accademiadella Bussola, aperta al pubblico finoal 9 novembre nelle sale di PalazzoCerio, e allo spettacolo «Il tangodelle sirene». Grande successoanche per l’installazione sonora«Extremo fluxus» di Roberto PaciDalò e Stefania Esposito. (r.g.)LIBRERIA FELTRINELLISEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI Infotel 081.40239520 nov. Anoressia: un male subdolo. Il libro per sapernedi più è «Questo corpo non è mio. Capire l'anoressiaattraverso gli occhi di chi ne soffre». L'ha scritto lapsicoterapeuta Anna Salvo per aiutare le famiglie coinvolte.Interviene l'autrice. Ore 18.21 nov. Delle corrispondenze tra musica e vita, dell'esperienzasonora si parla nel libro «La musica sveglia iltempo» di Daniel Baremboin. La presentazione delvolume è l'occasione per un ascolto speciale della Cenerentoladi Rossini, diretta da Abbado. Ore 18.26 nov. In occasione del 60° anniversario della «Dichiarazioneuniversale dei diritti umani», Amnesty Internationalpresenta il cd «17X60», raccolta di brani sul tema,firmata da 17 prestigiosi artisti italiani. Interventi dalvivo di Enzo Avitabile ed Eugenio Bennato. Ore 18.Fino al 30 nov. «Un'Italia fa» è il titolo di una prestigiosamostra fotografica con le immagini dei grandi eventiche scandiscono la storia del Belpaese dalla fine dell''800ai primi anni del Duemila.Dal 1° dic. Si intitola «Punti di svista»: 22 istantaneescattate da Maria Chiara di Pace su Napoli.5 dic. Gran Concerto di Natale: musiche sacre e tradizionalid'epoca rinascimentale e barocca, eseguite da CanticaEnsemble, sestetto polifonico vocale femminile. Ore 18.ISTITUTO CERVANTESNel segno di CanoCi volevano ilCervantes, ilglorioso istitutodi cultura spagnola,e un pittorevero, Pedro Cano,per riportare aNapoli uno spaccatodi autenticaarte moderna.Nella città schiaffeggiatadall'«arte»concettualeestrema, daisedicenti creativi ipercontemporanei,dagli impostori e dai furbi pescati inmalafede dal retrobottega dell'intelligenzaed elevati a icone dal business nazionalee internazionale, il sonno della ragioneha generato mostre mortificanti: uncastello di carta innalzato su un equivocosubdolo. Così bastano le credenzialisontuose di un maestro a 24 carati comeil 64enne spagnolo Pedro Cano per rimetterein riga i cialtroni. Per lustrarsi gliocchi e risollevarsi il morale, allora, tuttia vedere «Desnudos sobre papel», ovvero40 acquerelli su carta realizzati da Canotra il 1988 e il 2008 (Istituto Cervantes,via N. Sauro 23. Fino al 28 novembre).IL NUOVO ROMANZO DI PEPPE VITIELLOQuel cielo senza regole di un camorristaRossella GallettiNapoli, in fin dei conti, nonè una metropoli. Ogniquartiere, strada, vicolo èuna zona di frontiera, unnon plus ultra: dopo non èpiù lecito andare. Un'organizzazionedi potere altamentegerarchico spartiscela città in vere e propriecontrade assegnandole allagiurisdizione di uno deivertici del sistema. Sottoogni boss un numero indefinitodi pedine assorbite nelcomplesso diagramma didominio e violenza. Questaè la Napoli della camorra, diuomini e bambini chelottano per la «sopravvivenza»,per non soccomberesotto il giogo della miseria;di uomini e donne vinti dalconflitto interiore tra impetoribelle e amara sottomissionealla legge della strada.È la città di troppi napoletani.Ma non di Francesco: lasua Napoli non ha barriere,il suo mondo non conosceautorità. È lui l'assolutoprotagonista fuori dalleregole della seconda faticaletteraria di Peppe Vitiello,Un cielo senza confini (Grauseditore,2008; pag. 156; euro10,00). Il giorno in cui escedal carcere conosce il suodestino: la vita per Francescoè all'insegna dell'odio, lavia la sopraffazione; è unsentiero già percorso; uncammino che lo porterà,come in passato, a cercare lalibertà privandone altri, atoccare la morte più volteper sfidare i poteri, istituzionalie illeciti, che comeun cane rabbioso a modosuo avversa. Vive nellaconvinzione che «la vita siafferma sopprimendo altravita. Ogni essere che vive lofa sfruttando linfa vitale aisuoi simili. Uomini e animalinon fanno altro che lottareper la sopravvivenza».Ciononostante inizia ademergere un desiderio:cambiare; «mi sentivo stancodi quella vita insulsa einutile» dice. Nel mezzo, trale sue due anime, gli amici,la violenza, l'amore; policontrapposti di una personalitàcomplessa, figlia diuno scrittore che la realtàpartenopea l'ha vivisezionatacon un occhio privilegiato:quello di chi ci convivegiorno dopo giorno. PerVitiello, campano di Torredel Greco da anni a Napoli,la prosa è una passionepura, non è un dovere. Lasua occupazione principaleè quella di Specialista tecnico-amministrativopresso laCircumvesuviana. Un cielosenza confini non è solo unapagina, tra le tante, nellastoria della cruda realtà diNapoli, è un viaggio nellamente e nell'esistenza di unuomo. Così è lecito pensareche nell'ombra di Francescosi nasconda qualcosa diautobiografico, forse soloun tumulto dell'animo chel'autore condivide con lasua creatura, forse oltre labestia c'è l'angelo.SGUARDI LONTANIdi FRANCESCO IODICELA LEGGENDA DEL COCCODRILLONon siamo in Scozia è vero, ma, come abbiamo visto in precedenza,evidentemente anche Napoli ha i suoi castelli; da uncastello all'altro il percorso della Napoli delle leggende e deimisteri ci porta al Maschio Angioino o Castel Nuovo, che dominail porto e la grande piazza Municipio. Voluto da Carlo I d'Angiò (eda qui il nome di Maschio Angioino) negli anni 1279-82, ristrutturatoda Alfonso d'Aragona (e per questo detto «Nuovo»), anchequesto come gli altri castelli della città fu teatro di piccole e grandivicende storiche e potrebbe raccontare molte cose - sia piacevoliche terrificanti - che hanno segnato la città. Per le seconde, bisognaspostarsi nei sotterranei, dov'è nata appunto la leggenda delcoccodrillo. Si narra, infatti, che vi era una fossa sotto il livello delmare, umida e oscura, nella quale venivano isolati i prigionieriche si volevano più rigidamente punire. Ad un tratto si cominciòa notare che da lì i prigionieri sparivano. Forse fuggivano e perdove? Disposta una più stretta sorveglianza, si notò che da unbuco nascosto della fossa un mostro, un coccodrillo, si era introdottodal mare e, dopo aver afferrato con le fauci le gambe delprigioniero, se lo trascinava in mare per trangugiarlo. L'animale,presumibilmente venuto dal mare attaccato alla fiancata di qualchenave, fu utilizzato per eliminare i prigionieri condannati amorte: una specie di ghigliottina naturale che non lasciava tracce.Giunto il momento di disfarsi della bestia, il coccodrillo fu pescatocon un'ancora come amo e una coscia di cavallo come esca; e inseguito fu impagliato. Benedetto Croce riferisce che fino al 1880circa era ancora possibile vedere il mostro impagliato sulla secondaporta d'ingresso, additato ai fanciulli che ne rimanevanoatterriti. La fossa ospitò persone illustri; infatti, qui furono uccisie poi sepolti i partecipanti alla celebre congiura dei Baroni del1486 ; nel 1599 vi fu imprigionato Tommaso Campanella che evitòil coccodrillo ma non le torture dei carnefici che in questo terrificanteluogo continuarono ancora per molti anni.Negli ultimi rifacimenti del castello, il coccodrillo impagliatovenne rimosso e conservato o gettato chi sa dove; certamente nonal Museo Nazionale, perché il coccodrillo che è esposto nellaraccolta egizia viene ritenuto di altra provenienza.


INIZIATIVE DI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> NOVEMBRE 2008 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 19A DICEMBRE IN DISTRIBUZIONEChiaiatour, percorsi campani alternativiFINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARDScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPer i possessori della Cardsconti e occasionissime!LE CONVENZIONI• E.MARINELLA - cravatte Riviera di Chiaia, 287• NINO DE NICOLA - abbigliamento Via S. Caterina 69 - P.zza dei Martiri• LUCIA DE VINCENZO - abbigliamento Via Calabritto 24/25• GLAMOUR - abbigliamento Via Calabritto 20• MARINO - abbigliamento Via S. Caterina 73/76 - P.zza dei Martiri• IL CUORE NELLO ZUCCHERO - abbigliamento e corredini per bambiniVicoletto Belledonne a Chiaia 19• S.I.R.S.A.N. - pelletteria Via Chiaia 137• JUNIOR - abbigliamento Riviera di Chiaia 261• Q.E.N. - abbigliamento Via Cappella Vecchia 47• GALLOTTA - gioielleria Via Chiaia 139• DEL PORTO - gioielleria Via S. Lucia 165 - Via Carlo Poerio 41• GALLERIA NAVARRA - tappeti/antiquariato Piazza dei Martiri 23• PACO&CO - parrucchiere Via Alabardieri 20• TABACCHERIA POSTIGLIONE* Largo Ferrandina a Chiaia 9*(spesa minima 20 euro)• TEATRO SANNAZARO - Via Chiaia 157• CENTRI DEL SOLE RA - beauty center Via Martucci 32• ANIMA E COZZE - ristorante Via Partenope 15-18A dicembre torna Chiaiatour, il patinatointeramente dedicato ai percorsi dell'arte,dell'eleganza, dell'enogastronomia,del lifestyle: tutto in un magazine che hacome prima mission il rilancio del madein Naples. Un «tour», quindi, nelle bellezzee nelle ricchezze della regione allaricerca di curiosità artistiche poco conosciute,di sfizi da comprare, di trattorie eristoranti da scoprire e di luoghi incantevolidove dormire. Un nuovo modo di viverei piaceri di Napoli e della Campania.Nota bene: lo sconto sarà erogato dietrola presentazione della Exclusive CardEXCLUSIVE CARDPer saperne di più chiama allo 081.19361500LA BACHECA DImagazine<strong>CHIAIA</strong>• CAMPAGNA ABBONAMENTIParte a dicembre la campagna abbonamenti diChiaia Magazine. Diventare nostro sostenitore èsemplice. Per saperne di più: 081.19361500.• DOVE PUOI TROVARCIIn oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema,bar, discoteche, banche, boutique, studiprofessionali, gallerie d’arte, ristoranti, circolisportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani.Distribuzione capillare palazzo per palazzo;gazebi nei punti strategici della città per la presentazionedel numero e delle iniziative delmensile.• CONSULTACI ON LINEIl mensile Chiaia Magazine è interamente e gratuitamentescaricabile in formato pdf suwww.chiaiamagazine.it.• FACEBOOK: DIVENTA NOSTRO FANIl mensile Chiaia Magazine ora è anche su Facebook.com.Puoi diventare nostro fan oppureiscriverti al gruppo ChiaiaMagazine e segnalarcieventi e curiosità.• ACQUISTA LA EXCLUSIVE CARDPer legare ancora di più i nostri lettori a ChiaiaMagazine, abbiamo pensato di creare la ExclusiveCard di Chiaia Magazine. Tra i vantaggi perchi sceglie di acquistare la card: 1o% di sconto intutti i negozi convenzionati; speciale sconti nelloShopping Day; eventi esclusivi riservati ai soliSoci. Se vuoi saperne di più e desideri avere laExclusive Card contattaci al numero081.19361500 oppure consulta il sito www.chiaiamagazine.itcliccando la sezione «Card».• SOS <strong>CHIAIA</strong>: ISTRUZIONI PER L’USORingraziamo i nostri lettori per le segnalazioni(da inviare a info@chiaiamagazine.it o all’indirizzovia dei Mille 59 - 80121 Na) sulle emergenzee problematiche della città. Una raccomandazione:lettere più brevi (max 1000 battute).

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