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«Impariamo a credere nell'Africa» - Il Secolo XIX

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L'AVVISATORE MARITTIMOIV Giovedì 15 dicembre 2011S PECIALE A FRICAPARLA LA PRESIDENTE DI SPEDIPORTO«Enormi opportunità dalla green economy»Oliaro: «In Africa sarà possibile realizzare un hub energetico»R obertaOliaro,daalcunianniè presidente di Spediporto.Guardiamoaitrafficidaeversoil continente africano, come sonocambiati nell’ultimo decennio?«Idatimostranocomesoloapartiredal 2005 vi sia stata una sostenutacrescita percentuale mentre all’iniziodel 2000 ed almeno fino al 2005ildatochehacontraddistintoitrafficida e per il Nord Africa ha avuto,rispetto la fine degli anni ’90, undecremento del 3,5%. Alla luce diquestidati,edinchiavefutura,credosia importante considerare un altroelemento relativo alle politiche diinvestimento programmate dai principaligoverni di quest’area tra cui,inprimis,quellotunisino.<strong>Il</strong>governodiquestoPaeseavevaprevistoprimadei recenti accadimenti politici, diavviare un importante piano di investimentiper opere portuali cheavrebberoportatoilterritorioapotervantare entro il 2030 di una seriedi scali estremamente moderni. Nonvi è dubbio che la crescita in terminidi volumi di contenitori, ma anchedi traffici ro-ro, sia una conseguenzadirettadegliinvestimentiitalianichein questi ultimi anni sono stati fattinellaregionedelMaghrebdafamoseaziendecomeBenetton,De’Longhi,Roberta OliaroDainese, Impregilo e Luxottica chehanno tutte trasferito i loro centridi produzione in questi territori lasciandoinItaliagliufficidiprogettazionee ricerca».Gli eventi del 2011 inciderannosui flussi di merci e passeggeri?«Certamente, gli avvenimenti dinaturageopoliticachehannocaratterizzatotutto il 2011 hanno incisoin maniera profonda sull’attività logisticada e verso il Nord Africa.Pensiamo al fatto che per quantoriguarda i rapporti con l’AfricaNord–Orientale, in particolare conl’Egitto,sièverificataunacontrazionedei traffici stimabile in un 20%,nel caso poi della Libia il trafficomerci si è praticamente azzerato congravissime ripercussioni. I riflessiperleaziendedelnostrosettoresonostatialtrettantosignificativi.Diverserealtàconcontrattidiprojectlogisticlegati ad interventi infrastrutturalida realizzare nei Paesi colpiti dallarivoltademocraticahannovistocontrarrelaloroattivitàanchedel50%».Perché l’Italia rappresenta uncanale privilegiato nei rapporticon l’Africa?«<strong>Il</strong> nostro Paese ha un potenzialenaturale che nessun altro può vantare.A ciò si aggiunga il fatto chei flussi migratori che hanno portatocentinaia di migliaia di abitanti delNord Africa a vivere e costruire lapropria vita in Italia hanno ulteriormentesaldato e radicato i rapporticommerciali con queste aree. Infinenon possiamo dimenticare il fattochel’Italiasitrovaidealmentecollocatanel punto di intersezione di trefondamentali direttrici commerciali:la prima, quella che dai Balcaniedall’EuropaOrientalevaindirezionedell’EuropaOccidentaleelapenisolaiberica, le seconde due, quelleche interessano appunto i principaliporti dell’Africa Orientale e dell’AfricaSettentrionale,ovveroquellache va dall’estremo Oriente all’EuropaOccidentale attraverso ilcanale di Suez ed il Mediterraneoed infine la direttrice che collegail Nord Africa e il vicino MedioOriente all’Europa Meridionale eCentrale».Quali sono i vantaggi concretiper gli operatori italiani?«Alivellodiproduzioneleaziendeitaliane trasferiscono il loro knowhow in un territorio vicino all’Europadel Sud con condizioni economicheassolutamente vantaggiose e daun punto di vista logistico riesconoadapprovvigionarsidibenicontempistichedecisamente veloci».Sponda Nord e sponda Sud delMediterraneo in passato hannoavutoseriproblemidicollegamenti,marittimie culturali:oggi comesi può riassumere la situazione?«Perquantoriguardailpassatocertamentesi sono registrati negli anniproblematiche legate alle diversitàdi usi e costumi e di norme. In parti-colare,conlaLibia,sisonosviluppa-te fino a gennaio 2011 importantiattivitàcommercialichehannosubitoun brusco azzeramento a seguitodelle note vicende politiche. Soloora si comincia a ripristinare queicanali di comunicazione che speriamopossano far ritornare la Libiauno dei partner commerciali principalidell’Italia.Unaltroesempiovirtuosopuòesserecostituitodall’Egittodove è stato attivato da anni unaccordo, il “Green Corridor”, voltoa promuovere l’export agricolo egizianoverso l’Italia e, per questa via,verso l’Europa. L’abbandono dellepolitiche protettive e la progressivaeliminazione delle barriere doganalida questi Paesi stanno inoltre facendoregistrare un incremento delleimportazioniagroalimentari.Esullabase dell’esempio del corridoio verdeegiziano possono essere attivateulteriori forme di cooperazione intergovernativaperaltrefilierediprodottio con altri Paesi dell’AfricaSettentrionale».Quali sono i settori sui quali oggiconviene maggiormente puntare?«In generale tutti quelli legati allagreen economy con la possibilitàdi accentrare e costruire in Africaunasortadihubenergeticodialimentazioneper l’Europa continentale».SEGUE DA PAG. 3«La Liguria e l’Italia partono avvantaggiate:in Nord Africa forti vantaggi per le aziende»P erchélerealtàliguri,italianeingenerale,dovrebberoaverela meglio sulla concorrenza europeachescalpitaperconquistarespazi su questi nuovi mercati?«Nessuno dei nostri competitor,come prima cosa, ha una posizionegeograficadiprimopianoversoquestezone come possiamo invece vantarenoi. E poi perché rispetto adaltri, noi italiani, anche per caratteree modo di fare, in questi Paesi siamosempre stati apprezzati più di altri».Oggi per molte imprese della nostraregioneèdifficilefarenumeri,fatturare,portareacasadegliutili.In Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto,giustoperfaredeinomi,potrebbeessere più semplice?«Da noi il mercato economico stavivendo una situazione di forte crisi,nonpossiamopiùpensarediguardaresolamente al nostro territorio, allanostra regione, altrimenti in moltinon ne usciranno vivi. Dobbiamoallargare i nostri orizzonti, guardarefuori dai confini nazionali anche esoprattutto al Nord Africa. Parliamodi un’area ricca di materia prime,chehabisognodituttoilnostroaiutoe dove si possono fare moltissimiinvestimenti anche e soprattutto inprospettivafutura.L’importante,oggi,èguadagnarenuovequotedimer-cato ed in questo caso ce ne vienedata la possibilità. Per le realtà chedecidono di investire in questi Paesii vantaggi sono concreti, si trattadi portare a casa un certo profitto,di salvare dei posti di lavoro chealtrimenti verrebbero persi. Certo,bisogna essere bravi a saper coglierele numerose opportunità che si presenteranno,inmoltisettori,daquelloportualeaquellomeccanico,daiservizialle costruzioni».Equalisono,propriosuimercatiemergenti,iprogettichestateportandoavanti come Liguria International?«<strong>Il</strong> lavoro parte prima di tutto sulnostro territorio con una serie di rapportitra i vari enti, la Regione ele Camere di Commercio. Poi cimuoviamo,insiemealleimprese,direttamentecon la nostra ambasciatain loco, punto di riferimento ancheper quanto riguarda il settore economicoe commerciale. E la base dallaqualeoggidobbiamopartireèilconcettofondamentale che investire suimercati emergenti per le nostre impresenon solo conviene ma è fondamentalese vogliono sopravviverea questo momento di crisi che c’èalivellonazionale.LazonadelNordAfrica è sicuramente, per vicinanzaed interesse, quella a cui guardiamocon più attenzione e dove nei prossimimesisipotrannocertamenteaprirele possibilità più interessanti. Maoltre a quest’area ce ne sono altre,ad esempio tutta la zona del SudAmerica dove andremo nel 2012,in Brasile, come capofila nazionaledella nautica e della logistica».

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