12.07.2015 Views

«Impariamo a credere nell'Africa» - Il Secolo XIX

«Impariamo a credere nell'Africa» - Il Secolo XIX

«Impariamo a credere nell'Africa» - Il Secolo XIX

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L'AVVISATORE MARITTIMOXII Giovedì 15 dicembre 2011S PECIALE A FRICASEGUE DA PAG. 10«Non sottovalutiamo le attività industriali»«In diversi Paesi esistono aziende avviate: molte hanno iniziato ad esportare»“Diverso è quanto accaduto perla Libia, che si è totalmentefermata per tutto il periodo dellaguerra e che sta ora faticosamentecercando di tornare a una normalitàapparente; ci sono enormi aspettativeperitrafficidestinatiinquelpaese,siaperchédasemprelegatoall’Italia,sia perché è evidente che ci stiamotrovandodavantiaunaenormeoperadi ricostruzione, finanziabile senzadifficoltàdaunpaesechehalerisorseper farlo, ma che è ancora ben lontanoda una normalizzazione necessariaperché dalla fase dell’emergenzae dell’invio di generi di prima necessità,quali cereali e similari, dovràpassare ai materiali da costruzionee all’impiantistica. Ritengo comunquesi possa sperare che, entro lafine del prossimo anno, il movimentodi merci, e anche di passeggerinel caso della Tunisia, possa tornaresu livelli importanti e regolari comein passato, sperando in particolarenella ripresa della Libia, che ancheper ragioni di vicinanza, potrà sicuramentevedere l’Italia in posizioneprivilegiata. Non ho citato AlgeriaeMarocco,dovecisonostatelimitateproteste, che sono state però controllatedairispettivigoverniehannoavuto poco effetto sull’economia,anche se hanno comunque messoin evidenza che anche in quei paesiesiste un malcontento; ritengo, frequentandolispesso,chelasituazionesia però stata ben gestita e che glisviluppi e i progetti che vengonoportati avanti possano calmare lepopolazioni garantendo loro quel livellodi miglioramento delle condizionidi vita al quale giustamenteaspirano”.Perché l’Italia rappresenta uncanale privilegiato nei rapporticon l’Africa?“L’Italia si trova prima di tutto alcentrodelMediterraneoeciòlaponedi per se in posizione di privilegionelle comunicazioni via mare conl’Africa; ci sono poi ragioni storichee culturali che ci legano a tale continente,dove la nostra presenza comecolonialisti ha però avuto una influenzasicuramente più limitata rispettoa molti altri paesi europei,anche più piccoli del nostro. Neiconfronti del Nord Africa, però, lanostra posizione ci aiuta moltissimoe, di conseguenza, siamo molto avvantaggiatinei rapporti con i paesidel Maghreb, dove la presenza dinostre imprese e nostri prodotti èmoltoforte.Seaggiungiamopoiche,nel bene e nel male, l’Italia è ancheil primo paese da dove è passatal’immigrazione, regolare e soprattuttoclandestina, dal Nord Africa,il nostro paese registra fortissimepresenze di Nord Africani e, di conseguenza,diventa più facile per noirapportarci con quei paesi, dove lacultura italiana ha avuto presenzaed effetti importanti”.Quali sono i vantaggi concretiper gli operatori italiani?“Credo di averlo espresso nellerisposteprecedenti:siamopiùvicini,quindi con tempi e soprattutto costidi transito più bassi rispetto ad altripaesi; abbiamo un forte presenzadi immigrati, oggi anche di livelloculturale e imprenditoriale medioelevato,e quindi è possibile attivareuninterscambiochecresceinquantitàe, soprattutto, qualità; abbiamomantenuto una presenza continua inalcuni di questi paesi e riusciamoquindi a entrare nei loro mercati conmaggiorefacilità.Daultimol’effettodel nostro stile di vita su quei paesi,grazie alla immigrazione, ha fortementeorientato i loro consumi, ilche rende i nostri prodotti e i nostristili ricercati da loro”.Sponda Nord e sponda Sud delMediterraneo in passato hannoavutoseriproblemidicollegamenti,marittimie culturali:oggi comesi può definire la situazione?“Iocredocheiproblemidelpassatosisianoinmassimaparterisolti:oggispostarsi è diventato molto più facile.Icollegamentiaereisonofrequentie, oggi, anche a costi decisamenteridotti; esistono servizi regolari contraghetti verso la Tunisia e il Marocco,per persone e auto, oltre a mezzicommerciali. Ci sono ancora difficoltànegli spostamenti verso AlgeriaeLibya,ancheacausadellanecessitàdi visti di ingresso, ma i rapporticommercialisonoincontinuaevoluzioneeritengocheconessipotrannoanche migliorare i rapporti e gliscambi di persone e cose. La nostraazienda gestisce da tempo serviziregolari tra l’Italia, la Slovenia el’Austria con il Marocco e abbiamonotato come gli scambi sono andatiaumentando e il paese continui amostraresegniimportantidicrescitadelle attività”.Quali sono i settori sui quali oggiconviene puntare?“I settori sui quali conviene puntaresonoquellichecresconomaggiormente,e quindi le costruzioni, siadi infrastrutture sia industriali,l’estrazione, la lavorazione e la distribuzionedelle materie prime, leproduzioni e lavorazioni di prodottialimentari.Nonsonoperòdadimenticarele attività industriali, poichéin molti paesi del Maghreb esistonoormaiindustrieavviateeorganizzateche non solo producono per i paesidove si trovano, ma esportano e perchi come noi si occupa di logisticadiventa oggi importante offrire lanostracompetenzaprofessionaleperaiutarequestipaesiacrescere.MMSha appena acquisito una partecipazioneimportante in una Società marocchinache fa parte di un gruppoattivo sia nella logistica sia nellaproduzione; noi abbiamo iniziatocon la attività a noi più congeniale,e cioè il trasporto marittimo, ma siamocerti che potremo trovare importantisviluppi e sinergie anche neglialtri campi che ho appena citato.L’essere poi presenti anche in unaazienda simile in Portogallo ci consentiràdi completare ancor megliolo sviluppo di nuove attività da eper il Nord Africa, la zona a noipiùvicinadovepensaredicrescere”.SEGUE DA PAG. 9«Sono più redditizie le rotte africane di quelle sardeLe proteste di Voltri? Contrastano una possibilità di sviluppo»Significa che i prezzi dei bigliettiaumenteranno ancora?«Sicuramente, non abbiamo altrascelta».Un’alternativa potrebbe esserela riduzione del numero di linee.«E infatti succederà proprio questo.Non so quando, ma succederà.<strong>Il</strong>settoredeveritrovareunequilibrioanche attraverso una selezione dellaflotta.Lefacciounesempio:costruireuna nave come la Superba, oggi,costerebbe 200 milioni di euro: conle tariffe attuali, quell’investimentonon si ripagherebbe mai più».A proposito di costruzioni: Fincantieri,un’altraeccellenzaitaliana,è in piena crisi.«Conosco bene Fincantieri: nellemieprecedentiesperienzeholavoratomolto bene con loro. Hanno semprerealizzato ottime navi a prezziconcorrenziali. Purtroppo oggi lacrisi ha travolto l’intero settore, nonsolo l’industria italiana. <strong>Il</strong> problemaè che, dopo il 2008, finanziare unanave da crociera è diventata un’impresaquasi impossibile. Parliamodi oggetti molto costosi, che superanoi 500 milioni di euro: trovarequalcuno che sborsi certe cifre è impensabile.Non posso che augurarmiche il nuovo governo faccia qualcosa,perché disperdere questo patrimoniodi conoscenze e intelligenzesarebbe una tragedia. <strong>Il</strong> mercato primao poi ripartirà: spero che Fincantieripossa farsi trovare pronta».Leihafiduciainquestogoverno?«<strong>Il</strong> ministro Passera mi sembra lapersonagiusta.Quellochemichiedoè: lo shipping sarà davvero una dellesue priorità?».Che cosa dovrebbe chiedere ilcluster marittimo alla squadra diMonti?«Lasalvaguardiadellatonnagetaxe degli sgravi fiscali degli oneri sociali:se dovessero toccare questeagevolazioni, ci sarebbe una fugaimpressionante di aziende versol’estero».Possibilità di nuovi ordini dalsettore traghetti?«No, no... Assolutamente nessuna».ComeinterpretalasceltadiAidaCruises di rivolgersi ai cantierigiapponesi?«L’Asia ha ricominciato a occuparsidipasseggeriquandosièaccortache il mercato cargo era saturo.Mitsubishi in passato ha realizzatoottime navi da crociera, ma non èmai riuscita a trovare un punto disostenibilità economica. Oggi ci stariprovando, mi sembra una mossalegittima . Anche se “voci di banchina”mi dicono che il contratto perle due navi Aida non è ancora statoperfezionato...».Intende dire che i giochi per Fincantierinon sono chiusi?«Direi proprio di no».Gnv lavora con il Nord Africa:cheprospettivesistannoaprendo?«Moltointeressanti,soprattuttosulfronte delle merci. Algeria, Libiae i paesi confinanti sono aree chestiamo monitorando con grande attenzione».Che cosa ha pensato quando alcunicittadinidiVoltrisisonoribellatial progetto del “porto d’Africa”?«SonotornatoaGenovadopomoltianni: ho trovato una città anziana,chehaperso250.000abitantiemoltedelle sue grandi industrie. I giovanisono costretti a fuggire per trovarelavoro. Se qualcuno ha voglia diopporsi ai pochi progetti che possonogarantire occupazione, non necapisco davvero il motivo».A proposito di Genova: GianluigiAponte è ancora offeso con lacittà?«No, nella maniera più assoluta.Lo ha dimostrato il suo ingresso inGnv. Aponte è un uomo straordinariamenteinnamorato dell’Italia. Unaltro, al suo posto, avrebbe portatotutto in Asia. Lui, invece, continuaa investire qui».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!