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numero 2 - Liceo classico Giovanni Berchet

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UN CONCERTO PER GIORGIO AMBROSOLIMercoledì 28 ottobre sono stato alla fondazioneFeltrinelli per la presentazione dellibro dello storico G. De Luna “Le ragioni diun decennio” sugli anni ’70. Alla conferenzaerano presenti molti ospiti, che hanno descrittoda diversi punti di vista dieci intensi anni diStoria italiana dal 1969 al 1979. Questo periododi tempo ha indubbiamente cambiato ilvolto del nostro paese: importantissimi sonostati gli eventi, i cambiamenti e le persone. Sì,soprattutto le persone.Ma che cosa c’entrano gli anni ’70 e la malafinanza ? Beethoven e Giorgio Ambrosoli?Per la sera stessa di mercoledì, che caso!,avevo ritirato i biglietti gratuiti di un concertomolto particolare al teatro Dal Verme. L’Orchestradei Pomeriggi Musicali aveva organizzatoun evento straordinario aperto al pubblicoper ricordare Giorgio Ambrosoli. Inizialmente,quando avevo preso i biglietti, ero spintodalla voglia di sentire un po’ di musica classicadal vivo, evento molto raro nella mia vita finora,e per di più al bellissimo teatro Dal Verme.Non avevo fatto minimamente attenzione allacircostanza legata al concerto. Prima di alloraavevo sentito solo di sfuggita il nome di GiorgioAmbrosoli.Appena arrivato al gremito teatro, dopoessermi seduto sulla poltrona, un faro esternoall’orchestra in procinto di suonare illuminadue persone: una è il direttore del Corrieredella Sera Ferruccio De Bortoli, l’altra è UmbertoAmbrosoli, figlio di Giorgio. Entrambielogiano in modo singolare e commossol’uomo a cui è dedicata la serata, definendolo“ splendido esempio di altissimo senso deldovere e assoluta integrità morale, spinti sinoall’estremo sacrificio” con le stesse parole diCarlo Azeglio Ciampi, e sottolineando il valoreesemplare di Ambrosoli come simbolo diverità e giustizia. Ascoltando queste parolecosì grandi, rimasi stupefatto e la faccenda miincuriosì ancora di più.Le note meravigliose di Beethoven mi passaronosulla pelle quasi senza effetto, non pensavo piùalla musica, ero preso completamente dal desideriodi sapere chi fosse la persona tanto lodatain quel momento.A casa cominciai a cercare informazioni su di lui.Giorgio Ambrosoli è stato ammazzato trent’annifa nel luglio del 1979 sotto casa sua da un sicariodel banchiere siciliano Michele Sindona, affiliatoalla P2, vicino ad ambienti mafiosi e con misteriosirapporti col Vaticano. È chiaro dunque chel’intraprendente e incorruttibile avvocato Ambrosolinon era uno qualunque. Non appena incaricatodalla Banca d’Italia nel 1974 di investigaresulle operazioni degli istituti finanziari fondati daSindona, egli si accorse dell’oscura attività dellebanche, del riciclo di danaro sporco e della falsitàdelle scritturazioni contabili. Numerosi furono itentativi di corruzione nei confronti di Ambrosoli,tuttavia l’avvocato mantenne fino alla fine la suaintegrità, fedele ai suoi principi. Pur consapevoledei rischi enormi a cui andava incontro, tra cui leminacce sempre più frequenti, continuò a percorrerela strada della giustizia e della legalità,come lui stesso sostiene in una lettera alla mogliee ai figli scritta poco prima di essere ucciso. Per illavoro svolto in favore della Repubblica Italianafu insignito della Medaglia d’Oro al valor civile.Film e libri sono stati scritti sulla vita di Ambrosoli,tra i quali uno del figlio Umberto dal titoloemblematico “Qualunque cosa succeda”.La storia di Giorgio Ambrosoli è dunque primadi tutto una storia di coerenza verso degli idealiconsiderati sacri e verso se stessi. Il coraggio diquesto “eroe borghese”, come lo definì lo scrittoreCorrado Stajano, non deve essere dimenticato.Giona Restelli 3ECulturaNovembre 2007 • 17

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