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Manuale per la compilazione della scheda per il ... - Regione Toscana

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P R E S I D E N Z A D E L C O N S I G L I O D E I M I N I S T R ID I P A R T I M E N T O D E L L A P R O T E Z I O N E C I V I L E<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong>r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMODELLO A – DC


P R E S I D E N Z A D E L C O N S I G L I O D E I M I N I S T R ID I P A R T I M E N T O D E L L A P R O T E Z I O N E C I V I L E<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong><strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMODELLO A – DCA cura diSimona Papa, Giacomo Di Pasqualecd allegato a cura diStefano Podestà, Anna Brigno<strong>la</strong>Attività revisionata e validata nell’ambito del Gruppo di Lavoro Interistituzionaleistituito con Decreti n. 2178/2011 e n. 4602/2011,costituito da :prof. M. Dolce (Presidente - DPC), prof. F. Doglioni (IUAV), arch. R. Garufi (<strong>Regione</strong>Sic<strong>il</strong>iana), ing. P. Iannelli (MiBAC), prof. C. Modena (UNIPD), arch. S. Papa (DPC),ing. S. Podestà (UNIGE), ing. C. Rubino (MiBAC), ing. R. Tonel<strong>la</strong>to (<strong>Regione</strong> Veneto)


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseIndice1. Introduzione……………………...…………………………52. Istruzioni generali…………………………………………..72.1. Organizzazione dei sopralluoghi……………………………72.2. Composizione delle squadre………………………...… … 82.3. Modalità di svolgimento del sopralluogo…………… ……..82.4. Generalità sul<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione delle schede…………… … 93. Contenuti del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>………………………………… … 113.1. Prima sezione………………………………………… … 113.1.1. Data (A1).…………………………………………… …..113.1.2. Riferimento verticale (A2) ………………………… … 113.1.3. Localizzazione geografica amministrativa (A3) …… … 113.1.4. Coordinate UTM (A4) ……………………………… … 123.1.5. Oggetto (A5) ……………….……………………… ……123.1.6. Destinazione d’uso attuale (A6) …………………………123.1.7. Caratteristiche del sito (A7) ………………………… ….123.1.8. Contesto urbano e posizione (A8) …………………… …133.1.9. Infrastrutture (A9) …………………………………… ….133.1.10. Presenza di rischio (A10) ………………………………133.1.11. Tipologia dei beni artistici presenti (A11) …………… .143.1.12. Documentazione fotografica allegata (A12) ………..… 143.1.13. Compi<strong>la</strong>tore <strong>scheda</strong> (A13) ………………………….… .143.2. Seconda sezione ……………………………………..…… .153.2.1. Riferimento <strong>scheda</strong> di vulnerab<strong>il</strong>ità delle Chiese(A14) …153.2.2. Stato di manutenzione generale (A15) ………………… .153.2.3. Danno sismico (A16) …………………………………… 163.2.4. Indice di danno (A17) …………………………………. ..173.2.5. Agib<strong>il</strong>ità (A18) ………………………………………… ..183.2.6. Tipo di visita (A19) …………………………………… ...213.2.7. Provvedimenti di P.I. suggeriti (A20) ………………….. .213.2.8. Danni all'apparato decorativo e alle o<strong>per</strong>e d’arte (A21) . .213.2.9. Descrizione e stima sommaria delle o<strong>per</strong>e (A22) ….. ......233.2.10. Note (A23) …........................................................... .......243.2.11. Dati dimensionali (A24) ....................................... ..........243.2.12. E<strong>la</strong>borati grafici (A25) .....................................................253.2.13. Documentazione allegata (A26) .......................................253.2.14. Squadra che ha eseguito <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo (A27) .........................253.3. Procedura standardizzata <strong>per</strong> <strong>la</strong> stima dei costi delle chiese..263


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3.3. Abaco dei Meccanismi di col<strong>la</strong>sso delle Chiese .........................274. Meccanismi di danno......................................................................305. Abaco dei provvedimenti di pronto intervento..........................1065.1. revisione manto di co<strong>per</strong>tura.............................................. ........1065.2. co<strong>per</strong>tura provvisoria ..................................................................1065.3. puntel<strong>la</strong>menti..............................................................................1065.4. rimozione delle macerie.............................................................1075.5. transennamenti, recinzioni, protezioni......................................1075.6. consolidamenti localizzati..........................................................1075.7. messa in o<strong>per</strong>a di cerchiature e/o tiranti .....................................1085.8. ripristino smaltimento acque meteoriche..................................1085.9. monitoraggio..............................................................................1085.10. protezioni o consolidamenti su o<strong>per</strong>e d’arte fisse....................1085.11. catalogazione e smontaggio delle parti <strong>per</strong>ico<strong>la</strong>nti..................1095.12. sgombero o<strong>per</strong>e d’arte mob<strong>il</strong>i ...................................................1095.13. raccolta sistematica dei frammenti...........................................1105.14. ricovero e protezione dei frammenti........................................1106. R<strong>il</strong>ievi, stato di conservazione ed evoluzione storica delle chiesein muratura.......................................................................................1116.1. R<strong>il</strong>ievo materico costruttivo e stato di conservazione................1116.2. Analisi storica delle trasformazioni subite................................1126.3. Casi rappresentativi....................................................................1137. Glossario........................................................................................122Bibliografia........................................................................................136La <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali – Chiese –Modello A-DC...................................................................................1404


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese1. IntroduzioneIl comportamento delle chiese in muratura a seguito diterremoto può essere rappresentato attraverso una serie di meccanismipredefiniti che si manifestano correntemente seppure si tratti dimanufatti realizzati in epoche, con tecnologie, dimensioni e formedifferenti.L’osservazione dei danni post-terremoto ha infatti portato nel1987 al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di una prima <strong>scheda</strong> (GNDT - Modello S3),che ha sintetizzato i diversi modi di danno delle Chiese attraverso uncerto numero di meccanismi di col<strong>la</strong>sso fondamentali. Tale <strong>scheda</strong> èstata s<strong>per</strong>imentata in Em<strong>il</strong>ia Romagna nel 1987 dopo <strong>il</strong> terremoto diParma del 1986 e successivamente, affinata ed integrata, è stataut<strong>il</strong>izzata anche <strong>per</strong> i r<strong>il</strong>ievi successivi ai terremoti del 1996 in Em<strong>il</strong>iaRomagna, del 1997 in Umbria e Marche e del 1998 nel Pollino.Successivamente nell’ambito di questo Dipartimento è statopromosso un gruppo di <strong>la</strong>voro incaricato del<strong>la</strong> predisposizione dimodelli di r<strong>il</strong>evamento e censimento delle condizioni, risorse evulnerab<strong>il</strong>ità del patrimonio culturale nazionale (DPCM n.4236 del24/11/1999 e n.133 del 23/01/2001). Al termine delle attività le schededi r<strong>il</strong>evamento dei danni ai beni mob<strong>il</strong>i ed immob<strong>il</strong>i appartenenti alpatrimonio culturale nazionale sono state approvate con DecretoInterministeriale del 3 maggio 2001, pubblicato sul<strong>la</strong> G.U. del 21maggio 2001 n. 116. Le schede sono state ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> i r<strong>il</strong>ievisuccessivi ai terremoti del 2002 in Molise e Puglia e nel 2004 inprovincia di Brescia.Il Gruppo di <strong>la</strong>voro ha poi proposto degli aggiornamenti e delleintegrazioni alle schede di r<strong>il</strong>ievo che sono state nuovamente approvatecon Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio2006, pubblicato sul<strong>la</strong> G.U. del 7 marzo 2006 n. 55. In partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong><strong>scheda</strong> Chiese (denominata “Modello A – DC”) è stata modificatanel<strong>la</strong> sezione re<strong>la</strong>tiva ai meccanismi di danno che da n.18 sono passatia n.28.Il presente manuale è artico<strong>la</strong>to tenendo conto delle due sezioniin cui è suddivisa <strong>la</strong> <strong>scheda</strong>“Modello A – DC”. La prima parte contiene5


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesel’<strong>il</strong>lustrazione ed i suggerimenti <strong>per</strong> <strong>la</strong> corretta compi<strong>la</strong>zione delle partidi carattere generale, mentre <strong>la</strong> seconda parte contiene schemi grafici efotografie <strong>per</strong> aiutare <strong>il</strong> riconoscimento di tutti i 28 meccanismi didanno.6


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesespesso possib<strong>il</strong>e visionare <strong>il</strong> manto di co<strong>per</strong>tura.E' preferib<strong>il</strong>e, in linea di massima, completare l'ispezione,acquisire un'idea generale dello stato di fatto sull'edificio e formu<strong>la</strong>reuna prima ipotesi di giudizio. Solo successivamente, compi<strong>la</strong>ndo tutta<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> e ri<strong>per</strong>correndone tutte le sezioni, si può addivenire algiudizio finale.In alcuni casi può essere ut<strong>il</strong>e, lì dove possib<strong>il</strong>e, effettuarepiccoli saggi sulle malte delle murature, o asportare porzioni diintonaco <strong>per</strong> esaminare l'andamento delle lesioni e valutarne <strong>la</strong>datazione e <strong>la</strong> loro effettiva dimensione.Per <strong>la</strong> massima efficacia dei sopralluoghi e <strong>per</strong> <strong>la</strong> sicurezza deir<strong>il</strong>evatori, che devono avere una specifica formazione in materia,occorre disporre di un’attrezzatura minima, in partico<strong>la</strong>re:- dispositivi di protezione individuale così come previsto dal D.Lgs. 9 apr<strong>il</strong>e 2008 n. 81 e s.m.i;- un binocolo <strong>per</strong> esaminare dettagli lontani;- una macchina fotografica digitale corredata di un adeguato numerodi schede di memoria;- una torcia elettrica <strong>per</strong> esaminare locali senza luce (p.e. cripte esottotetto);- un metro/distanziometro, <strong>per</strong> una stima di massima delledimensioni del<strong>la</strong> fabbrica;- un doppio decimetro <strong>per</strong> misurare le lesioni più significative;- una livel<strong>la</strong> o un f<strong>il</strong>o a piombo <strong>per</strong> valutare i fuori piombo;- materiale <strong>per</strong> l’esecuzione di descrizioni grafiche speditivedell’edificio e dei principali fenomeni di danno e meccanismi;2.4. Generalità sul<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione delle schedeLa <strong>scheda</strong> deve essere compi<strong>la</strong>ta solo <strong>per</strong> le chiese in muratura.Per quelle in c.a. deve essere ut<strong>il</strong>izzata <strong>la</strong> <strong>scheda</strong> AeDES di 1° livellodi r<strong>il</strong>evamento del danno, pronto intervento ed agib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> edificiordinari nell’emergenza post-sismica, aggiungendo nel campo notedel<strong>la</strong> stessa le informazioni necessarie <strong>per</strong> identificarne <strong>la</strong> tipologia(au<strong>la</strong> unica, più navate, cappelle <strong>la</strong>terali, transetto, campan<strong>il</strong>e) e <strong>la</strong>volumetria, anche con l’aiuto di schizzi e fotografie.La <strong>scheda</strong> Modello AD-C, è strutturata in maniera tale daguidare <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore nel sopralluogo, evitando un r<strong>il</strong>ievo dimensionale9


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesedi dettaglio, che rallenterebbe le o<strong>per</strong>azioni di verifica senza apportaresostanziali incrementi di conoscenza del<strong>la</strong> risposta strutturale, mapred<strong>il</strong>igendo l'interpretazione dei meccanismi di danno attivati dalsisma. Questo metodo di r<strong>il</strong>ievo del danno rappresenta quindi una verae propria diagnosi preliminare del<strong>la</strong> risposta sismica del manufatto.La <strong>scheda</strong> segue <strong>la</strong> gerarchia del complesso architettonicoprevista dagli standards catalografici del MiBAC, che prevedono <strong>la</strong>seguente artico<strong>la</strong>zione: bene complesso, bene componente e beneindividuo. A tal fine <strong>la</strong> <strong>scheda</strong> è suddivisa in due sezioni: <strong>la</strong> primacontiene informazioni riferite all’intero complesso; <strong>la</strong> seconda è riferitainvece ai singoli “beni componenti”.Quando <strong>la</strong> chiesa oggetto del r<strong>il</strong>ievo è costituita da un insiemedi o<strong>per</strong>e interconnesse (beni componenti), andrà compi<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> primasezione, specificando che si tratta di un bene complesso, mentre <strong>la</strong>seconda sezione andrà compi<strong>la</strong>ta <strong>per</strong> ognuno dei beni componenti(chiesa, canonica, ecc.).Quando <strong>la</strong> chiesa oggetto del r<strong>il</strong>ievo è costituita da un’o<strong>per</strong>a iso<strong>la</strong>ta,andrà compi<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> prima sezione, specificando che si tratta di un beneindividuo, mentre <strong>la</strong> seconda sezione andrà compi<strong>la</strong>ta una so<strong>la</strong> volta(unico bene componente). Il r<strong>il</strong>evatore deve compi<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>scheda</strong> inparte scrivendo alcune informazioni in spazi predefiniti, in partemarcando alcune caselle di opzione attenendosi, a seconda dei casi,alle modalità di seguito riportante:- Laselezionare più scelte tra quelle previste (multiscelta);- La presenza di caselle rotonde O indica <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità diselezionare una so<strong>la</strong> opzione tra quelle previste (monoscelta);- Nelle caselle contrassegnate da __|__| <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore deve scrivere leinformazioni richieste;- I campi con fondo grigio, non essendo riferiti a dati da r<strong>il</strong>evarenecessariamente in campo, possono essere pre-compi<strong>la</strong>ti ocompi<strong>la</strong>ti al rientro del sopralluogo.10


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3. Contenuti del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>3.1. Prima sezioneLa prima sezione è strutturata in 13 sottosezioni (A 1 -A 13 ) econtiene informazioni di carattere generale che riguardanosostanzialmente <strong>la</strong> denominazione del manufatto, <strong>la</strong> sua localizzazioneanche in re<strong>la</strong>zione al contesto urbano, nonché, dati re<strong>la</strong>tivi ai beniculturali in esso contenuti e <strong>la</strong> cui messa in sicurezza a seguito di unevento sismico è fondamentale ai fini del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del patrimonioculturale.3.1.1. Data (A 1 )In tale sezione deve essere indicata <strong>la</strong> data del sopralluogo ed <strong>il</strong>numero progressivo delle schede compi<strong>la</strong>te dal<strong>la</strong> squadra nel<strong>la</strong> tal data.Il numero del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> viene assegnato direttamente dal centro dicoordinamento.3.1.2. Riferimento verticale (A 2 )In tale sezione viene richiesto di indicare se <strong>la</strong> struttura che sista analizzando è un Bene complesso o individuo. La definizione diBene complesso è riferita ad aspetti architettonici piuttosto che a quellistrutturali; <strong>per</strong> Bene complesso si intende, <strong>per</strong> esempio, una Chiesafacente parte di un complesso religioso più ampio (monastero,convento, ecc.). Solo nel caso si tratti di un Bene complesso deveessere indicata <strong>la</strong> denominazione, <strong>il</strong> numero di schede compi<strong>la</strong>te <strong>per</strong> isingoli beni componenti, specificandone, con criterio multiscelta, <strong>la</strong>tipologia (chiesa, canonica, pa<strong>la</strong>zzo, etc.) e, con criterio monoscelta, <strong>la</strong>forma in pianta, (rego<strong>la</strong>re, con cort<strong>il</strong>i, ad ali a<strong>per</strong>te, lineare, altro).3.1.3. Localizzazione geografica amministrativa (A 3 )In tale sezione viene richiesto di compi<strong>la</strong>re i campi "<strong>Regione</strong>","Provincia", "Comune" e "Località" ed <strong>il</strong> campo "Codice IstatComune". Nel campo "Indirizzo" deve essere riportato l'indirizzocompleto dell'o<strong>per</strong>a (via, viale, piazza, corso, etc.) comprensivo dinumero civico. Nel campo "Dati catastali" occorre riportare i daticatastali di sezione censuaria: foglio, particelle e subalterni dell'o<strong>per</strong>a.11


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3.1.4. Coordinate UTM (A 4 )In questa sezione devono essere riportate le coordinatedell’ingresso principale dell'edificio, indicate nel sistema EuropeanDatum ED50 proiezione Universale Trasversa di Mercatore (UTM),fuso 32-33. Nei campi “Quadrante” va indicato <strong>il</strong> numero delquadrante di riferimento all’interno del Foglio; i quadranti sonoindicati con numeri romani e sono a loro volta suddivisi in quattrotavolette indicate con un toponimo e con <strong>la</strong> posizione geograficaall’interno del quadrante (NE, NO, SO, SE). Nei campi "LongitudineEst (x)" e "Latitudine Nord (y)" vanno rispettivamente indicate lecoordinate Est e Nord (espresse in gradi). E’ possib<strong>il</strong>e segna<strong>la</strong>re,tramite <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva opzione, che i dati sono stati anche acquisiti con unsistema GPS.3.1.5. Oggetto (A 5 )Nel campo "Denominazione Bene" devono essere riportate <strong>la</strong>denominazione del Bene (es. Chiesa di S. Francesco), e <strong>la</strong> sua“Denominazione Storica” e deve essere indicata <strong>la</strong> datazione (anno,secolo, epoca, ultima trasformazione).Nei campi "Proprietario" e "Ut<strong>il</strong>izzatore", occorre riportarerispettivamente <strong>il</strong> nome del proprietario o del legale rappresentantedell'Ente proprietario dell'edificio e, se diverso dal precedente, <strong>il</strong> nomedell'ut<strong>il</strong>izzatore.3.1.6. Destinazione d’uso attuale (A 6 )Con criterio multiscelta deve essere indicata <strong>la</strong> destinazioned’uso (Cattedrale/Duomo, Chiesa, Oratorio, etc.). Per ciascuna di esseè necessario indicare l’ut<strong>il</strong>izzo temporale se è continuo, saltuariooppure non ut<strong>il</strong>izzato. Occorre inoltre evidenziare tramite <strong>la</strong> spuntadel<strong>la</strong> casel<strong>la</strong> “Affol<strong>la</strong>mento”, se <strong>il</strong> luogo è usualmente soggetto ad unpartico<strong>la</strong>re affol<strong>la</strong>mento.3.1.7. Caratteristiche del sito (A 7 )Con criterio monoscelta deve essere individuata <strong>la</strong>conformazione morfologica del sito su cui <strong>la</strong> chiesa è stata realizzata:12


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3.1.8. Contesto urbano e posizione (A 8 )Con criterio monoscelta occorre indicare <strong>il</strong> contesto urbano incui si trova <strong>la</strong> Chiesa e <strong>la</strong> sua posizione in re<strong>la</strong>zione agli altri edifici(iso<strong>la</strong>to, connesso ad altri edifici e su quanti <strong>la</strong>ti, oppure altro).3.1.9. Infrastrutture (A 9 )In tale sezione devono essere indicate le tipologie di accessoal<strong>la</strong> chiesa (pedonale, stradale, altezza inferiore a 4 metri, <strong>per</strong> mezzipesanti); inoltre, deve essere indicata <strong>la</strong> presenza di infrastrutture espazi adiacenti ai fini delle o<strong>per</strong>azioni di evacuazione e/o soccorso.Tale sezione può essere compi<strong>la</strong>ta prima o dopo <strong>il</strong> sopralluogoattingendo le informazioni richieste da mappe o banche dati disponib<strong>il</strong>ipresso i centri di coordinamento, o altre fonti certificate.3.1.10. Presenza di rischio (A 10 )In tale sezione vanno evidenziati i rischi naturali o antropicipresenti nell’area, in un intorno significativo, che possono interessarel'o<strong>per</strong>a stessa. E’ necessario specificare se l’informazione deriva dar<strong>il</strong>evazioni dirette oppure acquisite: <strong>per</strong> esempio le aree esondab<strong>il</strong>isono individuate dal PTC provinciale; le aree soggette a <strong>per</strong>icolosità ea rischio idrogeologico gravitativo <strong>per</strong> fenomeni franosi sonoindividuate dal Piano di Assetto idrogeologico del<strong>la</strong> regione, le areesoggette a <strong>per</strong>icolo va<strong>la</strong>nghe sono individuate dai Piani di Assettoidrogeologico del<strong>la</strong> regione; le aree soggette a frane sono individuatedai Piani di Bacino e, con riferimento agli effetti del sisma, dagli studidi microzonazione sismica predisposti secondo gli Indirizzi e Criteri<strong>per</strong> <strong>la</strong> microzonazione sismica approvati dal<strong>la</strong> Conferenza delleRegioni e delle Province Autonome <strong>il</strong> 13 novembre 2008; le areeinondab<strong>il</strong>i <strong>per</strong> col<strong>la</strong>sso dighe possono essere individuate nei Piani diemergenza.13


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseRe<strong>la</strong>tivamente ai rischi antropici è da considerare <strong>la</strong> presenza diattività industriali soggette al<strong>la</strong> normativa nazionale re<strong>la</strong>tiva ai rischi diincidente r<strong>il</strong>evante, <strong>per</strong> esempio: stab<strong>il</strong>imenti soggetti al D.Lgs n.334/99, successivamente modificato con Decreto Legis<strong>la</strong>tivo 21settembre 2005 n. 238, o al D.Lgs n. 624/96 (industrie estrattive <strong>per</strong>trivel<strong>la</strong>zione).Tale sezione può essere completata dopo <strong>il</strong> sopralluogoattingendo le informazioni richieste da banche dati esistenti.3.1.11. Tipologia dei beni artistici presenti (A 11 )Con criterio multi scelta occorre indicare <strong>la</strong> tipologia di beniartistici presenti nel<strong>la</strong> chiesa (affreschi, mosaici, stucchi, arazzi, arredisacri etc.), specificando <strong>il</strong> numero e <strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie espressa in metriquadrati.3.1.12. Documentazione fotografica allegata (A 12 )In tale sezione deve essere indicata <strong>la</strong> disponib<strong>il</strong>ità didocumentazione fotografica ed <strong>il</strong> suo autore.La documentazione fotografica deve comprendere tutti i frontiesterni e, se possib<strong>il</strong>e, tutti i <strong>la</strong>ti interni, con viste di insieme e didettaglio, in grado di descrivere anche <strong>la</strong> tipologia costruttiva (tipi dimuratura, orditure dei tetti, ecc.), i principali arredi fissi e mob<strong>il</strong>i, lemanifestazioni di dissesto. Tali documentazioni, al termine delsopralluogo, dovranno essere archiviate presso i centri dicoordinamento, denominate con <strong>la</strong> data di ripresa, <strong>il</strong> nome e <strong>la</strong> localitàdel<strong>la</strong> chiesa e <strong>il</strong> numero del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> cui sono collegate.Ove possib<strong>il</strong>e è opportuno allegare anche <strong>la</strong> documentazionefotografica numerata, con allegata p<strong>la</strong>nimetria delle foto.Si sottolinea l’importanza del<strong>la</strong> documentazione fotografica d’insiemee di dettaglio che rappresenta una testimonianza oggettiva deldanneggiamento riscontrato.3.1.13. Compi<strong>la</strong>tore <strong>scheda</strong> (A 13 )Occorre indicare <strong>il</strong> “Cognome” e “Nome” del tecnico che hacompi<strong>la</strong>to <strong>la</strong> <strong>scheda</strong> e l’ente di appartenenza. Tale tecnico potrebbe inalcuni casi essere un tecnico del<strong>la</strong> Soprintendenza che in tempiprecedenti può aver compi<strong>la</strong>to <strong>la</strong> prima sezione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>.14


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseNormalmente tale campo è riferito a chi ha materialmente compi<strong>la</strong>to <strong>la</strong><strong>scheda</strong>, e quindi al<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona a cui riferirsi in caso di informazioni sulsopralluogo, che rimane nelle responsab<strong>il</strong>ità di tutta <strong>la</strong> squadra, i cuicomponenti e le re<strong>la</strong>tive professionalità sono specificati nel<strong>la</strong> sezioneA 27 al paragrafo 3.2.14.3.2. Seconda sezioneLa seconda sezione è strutturata in 14 sottosezioni (A 14 – A 27 ) econtiene le informazioni re<strong>la</strong>tive allo stato di manutenzione generale,al r<strong>il</strong>ievo del danno, all’indice di danno, al<strong>la</strong> valutazione dell’agib<strong>il</strong>itàdel manufatto, degli eventuali provvedimenti di pronto interventosuggeriti, al r<strong>il</strong>ievo del danno all’apparato decorativo e alle o<strong>per</strong>ed’arte, ad una descrizione e stima sommaria dei costi delle o<strong>per</strong>enecessarie.3.2.1. Riferimento <strong>scheda</strong> di vulnerab<strong>il</strong>ità delle Chiese(A 14 )Indicare <strong>il</strong> numero del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di vulnerab<strong>il</strong>ità associata, seesistente, <strong>la</strong> data e l’ente che l’ha compi<strong>la</strong>ta.La <strong>scheda</strong> Chiese di secondo livello <strong>per</strong> <strong>la</strong> valutazione deldanno e del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>ità è stata realizzata dal Gruppo Nazionale <strong>per</strong><strong>la</strong> Difesa dai Terremoti (GNDT) dell’INGV e dal Dipartimento diingegneria strutturale e geotecnica (DISEG) dell’Università degli studidi Genova. E’ stata ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta in occasione delterremoto del Molise del 2002 ed ufficializzata con Decreto del 9marzo 2004 n°26 nel Bollettino Ufficiale del<strong>la</strong> <strong>Regione</strong> Molise,Supplemento ordinario n°1 al B.U.R.M., 1 settembre 2004, n°17.3.2.2. Stato di manutenzione generale (A 15 )Uno degli elementi più importanti da valutare nei sopralluoghi èlo stato di conservazione e di integrità del bene, sia dal punto di vistamanutentivo, sia dal punto di vista del danno pregresso (lesioni odeformazioni) che può essere stato causato da eventi sismici o dai solicarichi gravitazionali o da cedimenti fondali. Le lesioni pregresse sonofac<strong>il</strong>mente riconoscib<strong>il</strong>i se <strong>per</strong> esempio al loro interno sono presenti15


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesealtri elementi come vegetazione e fuliggine. In caso di terremotoovviamente tali lesioni tendono ad aggravarsi.In tale sezione deve essere quindi espresso un giudizio sullostato di manutenzione generale graduato su quattro livelli buono,discreto, scadente, pessimo. E’ inoltre possib<strong>il</strong>e segna<strong>la</strong>re se sono incorso <strong>la</strong>vori e se è presente un quadro fessurativo pregressoindicandone <strong>la</strong> gravità (lesioni esistenti limitate, estese, gravi).3.2.3. Danno sismico (A 16 )Nel<strong>la</strong> sezione sono elencati i 28 meccanismi di col<strong>la</strong>ssocaratteristici <strong>per</strong> le Chiese; <strong>per</strong> ogni meccanismo sono riportate le piùfrequenti modalità di danno, <strong>il</strong>lustrate di seguito.I 28 meccanismi di danno sino ad ora riscontrati e descritti sipossono suddividere in:- 4 meccanismi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> facciata;- 5 meccanismi re<strong>la</strong>tivi all’au<strong>la</strong>;- 3 meccanismi re<strong>la</strong>tivi al transetto;- 1 meccanismi re<strong>la</strong>tivi all’arco trionfale;- 2 meccanismi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong>;- 3 meccanismi re<strong>la</strong>tivi all’abside;- 3 meccanismi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura;- 4 meccanismi re<strong>la</strong>tivi alle cappelle e corpi annessi;- 3 meccanismi re<strong>la</strong>tivi agli aggetti ed al campan<strong>il</strong>e.Nel<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore deve indicare <strong>la</strong>possib<strong>il</strong>ità di attivazione del meccanismo di col<strong>la</strong>sso anche nel caso incui ad esso non sia associato un danno. In definitiva <strong>la</strong> so<strong>la</strong> presenza diciascuno degli elementi sopra indicati (facciata, arco trionfale, cupo<strong>la</strong>campan<strong>il</strong>e ecc.) è sufficiente a far ritenere possib<strong>il</strong>e l’attivazione delmeccanismo di col<strong>la</strong>sso ad esso associato. La presenza dei varielementi va segna<strong>la</strong>ta mediante una croce nel<strong>la</strong> casel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> primariga; se si riscontra invece l’attivazione dei meccanismi occorreformu<strong>la</strong>re <strong>il</strong> giudizio sul<strong>la</strong> loro entità.Il giudizio dell’entità del danno è graduato su 5 livelli, analoghia quelli presenti nelle scale macrosismiche europee EMS98 edut<strong>il</strong>izzati nei metodi di r<strong>il</strong>ievo di vulnerab<strong>il</strong>ità di I livello <strong>per</strong> gli edificiordinari (GNDT): 0-danno nullo; 1-danno lieve; 2-danno moderato; 3-danno grave; 4-danno molto grave; 5-crollo.16


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseIl danno NULLO (D0) rappresenta l’assenza di danno.Il danno LIEVE (D1) rappresenta <strong>la</strong> prima evidenza di dissesticonnessi all’iniziale attivazione di meccanismi visib<strong>il</strong>i ad unaosservazione accurata, di limitata estensione.Il danno MODERATO (D2) rappresenta l’evidenza di dissestie leggib<strong>il</strong>ità complessiva di meccanismi attivati nell’insieme delmacroelemento, ma in fase iniziale di sv<strong>il</strong>uppo, con dissesti di limitataentità.Il danno GRAVE (D3) rappresenta <strong>la</strong> marcata evidenza didissesti e leggib<strong>il</strong>ità complessiva di meccanismi compiutamente attivatiche interessano l’insieme del macroelemento in fase intermedia disv<strong>il</strong>uppo.Il danno MOLTO GRAVE (D4) rappresenta l’evidenzamacroscopica dei dissesti e dei meccanismi prossimi al<strong>la</strong> fase di ultimospostamento con parti al limite del crollo, a seguito di dissesticomplessivi di forte e fortissima entità.Il CROLLO (D5) rappresenta <strong>il</strong> crollo prevalente quanto aentità del macroelemento.La possib<strong>il</strong>ità di potere graduare <strong>il</strong> proprio giudizio su 5 livelli diversi<strong>per</strong>mette, infatti, di poter r<strong>il</strong>evare <strong>la</strong> gravità di uno stato fessurativo conmaggior accuratezza. Un giudizio su più livelli consente di disporre didati più omogenei, in cui anche <strong>il</strong> possib<strong>il</strong>e errore, legato all’inevitab<strong>il</strong>esoggettività di giudizio, ha un peso minore sul<strong>la</strong> valutazione globaledel<strong>la</strong> gravità del danneggiamento dell’o<strong>per</strong>a. E’ inoltre possib<strong>il</strong>eindicare se <strong>il</strong> danno osservato è causato dal sisma o è pregresso o sitratta di un aggravamento di un quadro fessurativo preesistente. Ildanneggiamento può essere influenzato da diversi fattori quali adesempio l’evoluzione storica subita dal<strong>la</strong> struttura.3.2.4. Indice di danno (A 17 )L’e<strong>la</strong>borazione dei dati r<strong>il</strong>evati consente di ricavare un indice didanno, un numero compreso tra 0 e 1, che quantifica <strong>il</strong> livello medio didanno subito dal<strong>la</strong> chiesa. L’indice di danno si ottiene tramite unamedia normalizzata del livello di danno r<strong>il</strong>evato <strong>per</strong> ciascunmeccanismo sul<strong>la</strong> base del numero di meccanismi possib<strong>il</strong>i nel<strong>la</strong>chiesa.In partico<strong>la</strong>re l’indice di danno si valuta con <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:17


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesedi d5nDoven = numero di meccanismi possib<strong>il</strong>i ( n


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesetestimonianza di una più o meno importante modificazione di uno statogià ‘col<strong>la</strong>udato’ dal sisma.Nel formu<strong>la</strong>re <strong>il</strong> giudizio di agib<strong>il</strong>ità è preferib<strong>il</strong>e ri<strong>per</strong>correretutte le sezioni del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> ed in partico<strong>la</strong>re quanto indicato nellesezioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> presenza di ulteriori rischi (sez. A10), allo stato dimanutenzione generale (sez. A 15 ), al numero di meccanismi attivati edal re<strong>la</strong>tivo danno sismico (sez. A 16 ). La presenza di accentuatifenomeni disgregativi dovuti a scarsa capacità meccanica dellemurature, a forti mancanze manutentive o a diffuse discontinuitàmurarie dovute ad artico<strong>la</strong>ti processi di trasformazione, oltre ad esseresegna<strong>la</strong>ta nelle note, va considerata come elemento prudenziale nel<strong>la</strong>valutazione dell’agib<strong>il</strong>ità. Un supporto nell’osservazione di questielementi è <strong>il</strong> capitolo 6 di questo manuale.Nel<strong>la</strong> sezione sono previste sei diverse possib<strong>il</strong>ità, di cui:- 5 esprimono una valutazione sull’”esito intrinseco” delfabbricato (agib<strong>il</strong>e (A), inagib<strong>il</strong>e (I), parzialmente agib<strong>il</strong>e(PA), agib<strong>il</strong>e con provvedimenti (AP), temporaneamenteinagib<strong>il</strong>e (TI));- 1 esprime una valutazione connessa a cause esterne(inagib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> cause esterne (IE)).La compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> deve concludersi nel<strong>la</strong> sezioneA18 con l’attribuzione di un “esito intrinseco” al manufatto oggetto divalutazione (da individuare tra i 5 di cui al punto precedente), che deveessere assolutamente univoca, senza possib<strong>il</strong>ità di tipo multi scelta.In aggiunta, qualora <strong>il</strong> manufatto presenti anche condizioni dirischio connesse a cause esterne al bene, va barrata in multi sceltaanche <strong>la</strong> casel<strong>la</strong> IE, corrispondente all’inagib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> cause esterne.Ciò consente, una volta rimosse le eventuali condizioni dirischio esterno, di non <strong>per</strong>dere l’informazione sull’”esito intrinseco”del manufatto.Tale informazione va riportata anche nelle Note (sez. A 23 ).Se <strong>il</strong> giudizio è AGIBILE (esito A) <strong>la</strong> chiesa è ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e. Lapresenza di eventuali piccole lesioni non comporta problemi disicurezza del<strong>la</strong> struttura, restando ragionevolmente protetta <strong>la</strong> vitaumana. E’ equivalente dell’esito A del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>ità degliedifici ordinari.19


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseSe <strong>il</strong> giudizio è INAGIBILE (esito I) <strong>la</strong> chiesa non e’ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e. Il Sindaco ordina lo sgombero del<strong>la</strong> Chiesa con divieto diaccesso e d’uso. E’ equivalente dell’esito E del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>itàdegli edifici ordinari.Se <strong>il</strong> giudizio è PARZIALMENTE AGIBILE (esito PA) <strong>la</strong>chiesa e’ agib<strong>il</strong>e solo parzialmente, quindi non è totalmenteut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e. Il Sindaco ordina lo sgombero parziale del<strong>la</strong> chiesa condivieto di accesso e d’uso nel<strong>la</strong> zona interdetta, che non compromettecomunque <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità delle altre parti del<strong>la</strong> struttura e l’incolumitàdelle <strong>per</strong>sone. I tecnici r<strong>il</strong>evatori devono quindi chiaramente indicare <strong>la</strong>zona del<strong>la</strong> chiesa non agib<strong>il</strong>e (ad esempio <strong>la</strong> sacrestia). E’ equivalentedell’esito C del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>ità degli edifici ordinari.Se <strong>il</strong> giudizio è AGIBILE CON PROVVEDIMENTI (esitoAP) <strong>la</strong> chiesa non è ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e, quindi non e’ agib<strong>il</strong>e finché nonvengono eseguiti i provvedimenti di pronto intervento, cioè realizzab<strong>il</strong>iin breve tempo. A valle del sopralluogo, con tale esito conclusivo, <strong>il</strong>Sindaco ordina lo sgombero del bene, condizionando <strong>il</strong> ripristinodell’agib<strong>il</strong>ità all’esecuzione dei <strong>la</strong>vori di pronto intervento che vannosommariamente descritti dai tecnici r<strong>il</strong>evatori nel<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>. Effettuatigli interventi sarà compito del Comune valutarne l’efficacia e deciderese rimuovere l’inagib<strong>il</strong>ità con un ulteriore atto ufficiale. Non possonointendersi come provvedimenti di pronto intervento quelliprovvisionali urgenti (es. puntel<strong>la</strong>menti) volti al<strong>la</strong> messa in sicurezzadel bene o delle aree pubbliche adiacenti. In sostanza l’esito AP èequivalente dell’esito B del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>ità degli edifici ordinari.Se <strong>il</strong> giudizio è TEMPORANEAMENTE INAGIBILE (esitoTI) significa che <strong>il</strong> giudizio di agib<strong>il</strong>ità è sospeso in quanto si sonoverificate difficoltà di r<strong>il</strong>ievo oppure occorre <strong>il</strong> giudizio diprofessionalità diverse (es. geologo). Deve essere eseguito un nuovosopralluogo con una nuova squadra di tecnici r<strong>il</strong>evatori. La chiesarimane precauzionalmente chiusa. E’ equivalente dell’esito D del<strong>la</strong><strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>ità degli edifici ordinari.Se <strong>il</strong> giudizio è INAGIBILE PER CAUSE ESTERNE (esitoIE) significa che <strong>la</strong> chiesa seppur poco danneggiata, non può essereut<strong>il</strong>izzata in quanto fattori esterni ne comportano l’inagib<strong>il</strong>ità, come adesempio costruzioni limitrofe in condizioni precarie o possib<strong>il</strong>i frane.La chiesa resta inagib<strong>il</strong>e fino a quando non sono risolte le situazioni alcontorno. Come già precisato, questo esito va espresso in modalità20


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesemulti scelta in aggiunta ad uno dei 5 esiti precedenti che esprimonol’esito intrinseco del manufatto. Ciò consente, una volta rimosse leeventuali condizioni di rischio esterno, di non <strong>per</strong>dere l’informazionesull’”esito intrinseco” del manufatto. In sostanza l’esito IE èequivalente all’esito F del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> di agib<strong>il</strong>ità degli edifici ordinari.3.2.6. Tipo di visita (A 19 )Viene richiesto di indicare l’accuratezza del<strong>la</strong> visita: completa,parziale, solo dall’esterno, nonché gli eventuali motivi ostativi che nonhanno reso possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> sopralluogo.3.2.7. Provvedimenti di P.I. suggeriti (A 20 )La messa in sicurezza delle Chiese, con provvedimenti dipronto intervento, rappresenta uno degli aspetti problematici nel<strong>la</strong>gestione dell’emergenza. Spesso infatti ci si trova nel<strong>la</strong> necessità didover intervenire senza una completa conoscenza del<strong>la</strong> struttura(materiali, partico<strong>la</strong>ri costruttivi) e nel<strong>la</strong> eventualità che si verifichi unareplica.Gli interventi sono necessari ovviamente <strong>per</strong> ridurre <strong>il</strong> rischio<strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone, tenuto conto del contesto emergenziale in cui sio<strong>per</strong>a,ma anche <strong>per</strong> contrastare <strong>il</strong> progressivo peggioramento del dannoe consentire <strong>il</strong> maggior grado possib<strong>il</strong>e di conservazione del valorestorico artistico del<strong>la</strong> chiesa nel suo insieme e di sue singolecomponenti architettoniche.L’es<strong>per</strong>ienza ha dimostrato <strong>per</strong>ò che l’intento di preservazioneincondizionata del<strong>la</strong> struttura e di quanto in essa contenuto ha portatoad interventi molto caute<strong>la</strong>tivi, priv<strong>il</strong>egiando l’adozione di puntel<strong>la</strong>turecomplessive del<strong>la</strong> Chiesa, inibendone <strong>la</strong> fruizione, a discapito disoluzioni che avrebbero potuto garantire, seppur in via transitorial’ut<strong>il</strong>izzo del<strong>la</strong> struttura da parte del<strong>la</strong> collettività.Come dimostrato nei recenti terremoti <strong>il</strong> progetto <strong>per</strong> <strong>la</strong> messain sicurezza di un edificio storico deve rispettare i principi diconservazione del bene, efficacia dal punto di vista strutturale efattib<strong>il</strong>ità da parte degli o<strong>per</strong>atori.Nel<strong>la</strong> scelta dell’o<strong>per</strong>a provvisionale è importante, quindi,considerare tre aspetti fondamentali:- rendere fruib<strong>il</strong>e <strong>la</strong> struttura;- preservare <strong>la</strong> struttura;21


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese- salvaguardare l’incolumità pubblica.Validi criteri <strong>per</strong> <strong>la</strong> progettazione degli interventi di prontointervento riguardano principalmente:- <strong>la</strong> realizzazione di o<strong>per</strong>e che non coinvolgano struttureprospicienti (p.e. puntel<strong>la</strong>menti a contrasto);- che non invadano le sedi stradali;- che non siano di impedimento <strong>per</strong> l’intervento definitivo;- che consentano <strong>il</strong> rapido re<strong>per</strong>imento dei materiali e <strong>la</strong> fac<strong>il</strong>ità diesecuzione delle o<strong>per</strong>e oltre al<strong>la</strong> durab<strong>il</strong>ità dei presidi realizzati.Nel<strong>la</strong> scelta dei provvedimenti di pronto intervento, deve essereprestata partico<strong>la</strong>re attenzione che gli stessi possano poi essereriut<strong>il</strong>izzati nell’intervento di recu<strong>per</strong>o definitivo.Inoltre nel<strong>la</strong> scelta del tipo di provvedimenti di prontointervento deve essere tenuto in conto anche quanto indicato nel<strong>la</strong>sezione 10 re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> “Presenza di Rischio”, <strong>per</strong> gli aspetti re<strong>la</strong>tivial<strong>la</strong> realizzab<strong>il</strong>ità e durab<strong>il</strong>ità dell’intervento.Nel<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> vengono riportati i più frequenti provvedimenti dipronto intervento. Il tecnico r<strong>il</strong>evatore dovrà indicare quelli che siritiene indispensab<strong>il</strong>e mettere in atto.L'elenco proposto non ha carattere esaustivo, <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore puòproporre altri provvedimenti, purché di pronto intervento,descrivendoli, nello spazio riservato alle note nel<strong>la</strong> sezione A 23 . Inmodo analogo, nel caso si ritenga necessaria una descrizione più ampiadel provvedimento proposto, si potrà fare riscorso allo spazio <strong>per</strong> note.Per un maggior approfondimento sul<strong>la</strong> tipologia dei più usualiprovvedimenti di pronto intervento, si rimanda al cap. 5.3.2.8. Danni all'apparato decorativo e alle o<strong>per</strong>e d’arte (A21).Per quanto riguarda i Beni mob<strong>il</strong>i esiste una <strong>scheda</strong> dettagliata aparte (Modello C-BM - Scheda <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo dei beni culturali – Dannoai Beni Mob<strong>il</strong>i), in questa sezione si richiede <strong>per</strong>ò di segna<strong>la</strong>re <strong>la</strong>presenza di beni artistici (apparato decorativo o o<strong>per</strong>a d’arte) nellediverse parti all'interno del<strong>la</strong> chiesa e gli eventuali danni prodotti sutali beni dal sisma; questi possono essere direttamente associati allesionamento del<strong>la</strong> fabbrica (affreschi), o dovuti al distacco di elementidecorativi (stucchi) o al ribaltamento di elementi di pregio (statue), oindotti dal<strong>la</strong> caduta di parti murarie su arredi sacri (tabernacoli,organi).22


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseI possib<strong>il</strong>i danni diretti ed indiretti provocati dal sisma sono:- lesioni: indicare, in presenza di lesioni, se sono passanti, profondeo su<strong>per</strong>ficiali;- deformazioni: indicare se l’o<strong>per</strong>a presenta deformazioni dovuteall’umidità o a sollecitazioni meccaniche;- frammentazione: indicare se sono visib<strong>il</strong>i parti staccate oframmentate;E’ importante segna<strong>la</strong>re <strong>la</strong> posizione dell’o<strong>per</strong>a nel<strong>la</strong> chiesa(tramite foto, ubicazioni p<strong>la</strong>nimetriche e descrizioni), <strong>per</strong> agevo<strong>la</strong>re leo<strong>per</strong>azioni di recu<strong>per</strong>o o intervento sul posto.E’ richiesto inoltre di segna<strong>la</strong>re <strong>la</strong> tipologia del provvedimentodi pronto intervento da effettuare sugli apparati decorativi, oppure se ènecessario lo sgombero delle o<strong>per</strong>e d’arte mob<strong>il</strong>i, e nel caso, disegna<strong>la</strong>re se è necessario l’intervento dello storico dell’arte.Sul<strong>la</strong> base del danno e del<strong>la</strong> tipologia dell’o<strong>per</strong>a gli interventipiù opportuni oltre a quelli già segna<strong>la</strong>ti nel<strong>la</strong> sezione A 20 (dal n. 10 aln. 14) sono:- lo spostamento, da attuarsi nei casi in cui <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità del<strong>la</strong> chiesanon garantisce <strong>la</strong> sicurezza dell’o<strong>per</strong>a dal punto di vista del<strong>la</strong>conservazione ambientale, di stab<strong>il</strong>ità dei beni immob<strong>il</strong>i o dipreservazione dal rischio di furti;- <strong>la</strong> messa in sicurezza in loco dei beni da attuarsi tramite co<strong>per</strong>ture,puntel<strong>la</strong>menti, velinature, nei casi in cui le condizioni non neconsentano lo spostamento.In tale sezione viene anche richiesto una stima del costodell’intervento <strong>per</strong> <strong>la</strong> salvaguardia delle o<strong>per</strong>e d’arte presenti.3.2.9. Descrizione e stima sommaria delle o<strong>per</strong>e (A 22 )Viene richiesta una descrizione e stima economica degliinterventi che andrebbero eseguiti su tutta <strong>la</strong> fabbrica. La stima deicosti viene effettuata, successivamente al sopralluogo, supportata dauna procedura standardizzata (vedi parag. 3.3) basata sui dati di r<strong>il</strong>ievoe su costi determinatisi <strong>per</strong> o<strong>per</strong>e sim<strong>il</strong>i. Tuttavia <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore puòanche definire i costi sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> sua es<strong>per</strong>ienza specifica sulcampo.La stima sommaria dei costi ha lo scopo di orientare le primescelte che devono essere prese a livello governativo centrale.La sezione è suddivisa in:23


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese- Descrizione o<strong>per</strong>e di ripristino strutturale (nuovi danni e dannipregressi aggravati), e stima del re<strong>la</strong>tivo costo;- Descrizioni o<strong>per</strong>e finitura, impiantistica e miglioramentosismico collegate, e stima del re<strong>la</strong>tivo costo;- Descrizioni o<strong>per</strong>e di pronto intervento, e stima del re<strong>la</strong>tivo costo.Per costo del ripristino strutturale si intende <strong>la</strong> stima delle o<strong>per</strong>enecessarie <strong>per</strong> riportare <strong>il</strong> bene nel suo originario assetto strutturale .Per costo di miglioramento sismico si intende <strong>la</strong> stima delleo<strong>per</strong>e necessarie <strong>per</strong> migliorare <strong>la</strong> sicurezza dell’immob<strong>il</strong>e comprese <strong>il</strong>costo delle o<strong>per</strong>e di finitura ed impiantistica.La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9febbraio 2011 “Valutazione e riduzione del rischio sismico delpatrimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche <strong>per</strong> lecostruzioni di cui al decreto del Ministero delle infrastrutture e deitrasporti del 14 gennaio 2008”, pubblicata in G.U. n. 47 del 26/2/2011S.O. n. 54, fornisce al cap. 6, criteri <strong>per</strong> <strong>il</strong> miglioramento sismico etecniche di intervento.3.2.10. Note (A23)Tale spazio può essere ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> riportare informazioni ritenuteimportanti e non riconducib<strong>il</strong>i a nessuna delle voci presenti nel<strong>la</strong><strong>scheda</strong>. Può essere ad esempio segna<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> necessità di interventiurgenti <strong>per</strong> <strong>la</strong> salvaguardia del bene o del<strong>la</strong> pubblica incolumità;oppure possono essere indicati danni non inquadrab<strong>il</strong>i nei 28meccanismi previsti, quali accentuati fenomeni disgregativi dellemurature o forme di vulnerab<strong>il</strong>ità locale dovute a gravi mancanzemanutentive o discontinuità, oppure possono essere evidenziatetipologie partico<strong>la</strong>ri, dissesti di natura non sismica (cedimenti difondazione) e recenti interventi di consolidamento. Va inoltre segna<strong>la</strong>ta<strong>la</strong> presenza di interventi recenti in grado di condizionare <strong>il</strong>comportamento sismico e i meccanismi di danno.3.2.11. Dati dimensionali (A24)Contiene informazioni sul<strong>la</strong> tipologia e le dimensioni del<strong>la</strong>chiesa, scomposta nei diversi elementi architettonici (au<strong>la</strong>, abside,facciata principale, campan<strong>il</strong>e, co<strong>per</strong>tura chiesa).Le poche misure richieste costituiscono un’indicazione dimassima sul<strong>la</strong> dimensione del<strong>la</strong> chiesa, ut<strong>il</strong>e ad esempio nel<strong>la</strong> stima dei24


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesecosti dell’intervento, e possono essere fac<strong>il</strong>mente acquisite.3.2.12. E<strong>la</strong>borati grafici (A25)In questa sezione va inserita tutta <strong>la</strong> documentazione graficare<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>e (piante, sezioni, prospetti, etc.). Se non fosse re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>enessuna documentazione è sempre ben disegnare schematicamente <strong>la</strong>pianta, prospetto e sezioni (longitudinali e trasversali) del<strong>la</strong> Chiesa.La documentazione grafica (sia allegata che prodottadirettamente sul<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>) deve indicare i danni riscontrati, conl’<strong>il</strong>lustrazione di dissesti partico<strong>la</strong>ri.3.2.13. Documentazione allegata (A26)E’ possib<strong>il</strong>e allegare oltre alle fotografie ed agli e<strong>la</strong>borati graficip<strong>la</strong>nimetrici, e<strong>la</strong>borati tutta <strong>la</strong> documentazione che possa fornireinformazioni ut<strong>il</strong>i al r<strong>il</strong>ievo del bene.3.2.14. Squadra che ha eseguito <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo (A27)Devono essere indicati i nominativi e <strong>la</strong> struttura diappartenenza dei r<strong>il</strong>evatori.25


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3.3. Procedura standardizzata <strong>per</strong> <strong>la</strong> stima dei costi dellechiese (A22)La metodologia di r<strong>il</strong>ievo del danno delle chiese, finalizzata alriconoscimento dei meccanismi di col<strong>la</strong>sso che si possono attivarenel<strong>la</strong> chiesa, consente di definire, in maniera speditiva, una stima deicosti <strong>per</strong> <strong>il</strong> ripristino strutturale e miglioramento sismico, nonché <strong>il</strong>ripristino del<strong>la</strong> funzionalità degli impianti. L’obbiettivo è quello diottenere una valutazione se non più oggettiva almeno omogenea <strong>per</strong>tutto <strong>il</strong> campione, attraverso una procedura standardizzata in grado difornire un elenco delle <strong>la</strong>vorazioni ed una stima delle quantità e deicosti, direttamente corre<strong>la</strong>to ai dati r<strong>il</strong>evati con <strong>la</strong> <strong>scheda</strong>tura delmanufatto: meccanismi di danno attivati e livello di danno – (A 16 ); datidimensionali (A 24 ).Il modello di stima dei costi automatico individua una o piùtipologie di intervento di ripristino e miglioramento sismico <strong>per</strong>ognuno dei 28 meccanismi di danno previsti dal<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>, definendo lesoluzioni progettuali più idonee a contrastare <strong>il</strong> partico<strong>la</strong>recinematismo di col<strong>la</strong>sso. Tali interventi tipo sono graduati in funzionedel livello di danno e dell'intensità macrosismica r<strong>il</strong>evata nel sitoaggiungendo, in caso di danno grave (≥4), all’intervento di ripristino emiglioramento anche le o<strong>per</strong>e di provvisionali <strong>per</strong> <strong>la</strong> messa insicurezza. Il considerare l’intensità macrosismica, paralle<strong>la</strong>mente aldanno riscontrato, <strong>per</strong>mette di poter tenere in conto del<strong>la</strong> diversavulnerab<strong>il</strong>ità associata ai manufatti e di graduare opportunamente <strong>la</strong>stima associata all’intervento di miglioramento. Lo stesso livello didanno, infatti, riscontrato nell'area epicentrale o in nelle zone menocolpite è indice di chiese diversamente vulnerab<strong>il</strong>i; a parità di danno, <strong>il</strong>costo deve essere maggiore nelle zone meno colpite, in quanto <strong>la</strong>chiesa, a parità di livello di sicurezza, necessiterà di un piùimpegnativo intervento di miglioramento.Risultano, invece, non computati gli interventi necessari al<strong>la</strong>riparazione del danno agli apparati decorativi e alle o<strong>per</strong>e d’arte (A 21 ).In tale caso una valutazione accurata da parte di uno specialista puòrisultare assolutamente necessaria, in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> specificità delpatrimonio culturale che può essere presente nel<strong>la</strong> chiesa.26


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese3.4. Abaco dei Meccanismi di col<strong>la</strong>sso delle Chiese27


28<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese29


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese4. MECCANISMI DI DANNOI 28 meccanismi di danno presenti nel<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>, caratteristici<strong>per</strong> le chiese, <strong>per</strong>mettono di descrivere i danni subiti dall’interocomplesso, attraverso <strong>la</strong> suddivisione del<strong>la</strong> fabbrica in macroelementi.L’analisi <strong>per</strong> macroelementi consente, infatti, di indirizzaremeglio <strong>la</strong> model<strong>la</strong>zione del comportamento sismico delle chiese.E’ importante sottolineare che affinché possa attivarsi unmeccanismo di col<strong>la</strong>sso come quelli descritti nell’abaco, è necessarioche <strong>la</strong> muratura sia di buona qualità, in caso contrario (p.es. paramentinon collegati con sacco interno) <strong>il</strong> meccanismo può essere precedutodallo sgreto<strong>la</strong>mento del materiale.Si può definire macroelemento una parte costruttivamentericonoscib<strong>il</strong>e e compiuta del manufatto, che può coincidere, ma nonnecessariamente coincide, con una parte identificab<strong>il</strong>e anche sottol’aspetto architettonico e funzionale (es. facciata, abside, cappelle). Siintende quindi <strong>la</strong> parte ed<strong>il</strong>izia nell’ambito del<strong>la</strong> quale e’ osservab<strong>il</strong>e ecompiutamente descrivib<strong>il</strong>e un comportamento unitario e riconoscib<strong>il</strong>enei meccanismi di insieme a seguito delle azioni sismiche.Il macroelemento facciata è costituito dal pannello murario difacciata ed ha come zone di sovrapposizione una parte delle pareti<strong>la</strong>terali, in caso di chiese ad au<strong>la</strong> unica, ed anche parte delle pareti del<strong>la</strong>navata centrale in caso di chiese a tre navate.Il macroelemento au<strong>la</strong> è <strong>la</strong> parte compresa tra <strong>la</strong> facciata el’arco trionfale; può essere a una o più navate, e racchiusa dalle pareti<strong>la</strong>terali. Le fasce di sovrapposizione sui <strong>la</strong>ti sono da individuarsi inmetà facciata da un <strong>la</strong>to, e metà arco trionfale dall'altro. Anche leco<strong>per</strong>ture e, se presenti, le volte, interagendo con le pareti <strong>la</strong>terali,vengono comprese in queste zone di sovrapposizione.Il macroelemento transetto è costituito da una o più navate cheintersecano trasversalmente <strong>la</strong> chiesa.Il macroelemento arco trionfale è costituito dal pannellomurario opposto al<strong>la</strong> facciata. Le fasce di sovrapposizione <strong>per</strong> questopannello sono sia le pareti <strong>la</strong>terali che <strong>il</strong> presbiterio e sono fissate inparti di <strong>la</strong>rghezza pari al<strong>la</strong> metà dell'altezza.Il macroelemento cupo<strong>la</strong> è una struttura di co<strong>per</strong>tura di vani apianta quadrata, circo<strong>la</strong>re o poligonale. Può essere a calotta o30


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesestrutturata come una volta. Al<strong>la</strong> sommità è possib<strong>il</strong>e trovare <strong>la</strong> <strong>la</strong>nterna,picco<strong>la</strong> costruzione sim<strong>il</strong>e ad un’edico<strong>la</strong> (tempietto).Il macroelemento abside è costituito da una nicchia a piantasemicirco<strong>la</strong>re, rettango<strong>la</strong>re o poligonale, co<strong>per</strong>ta da una calotta(l’interno è chiamato conca o catino) posta nel<strong>la</strong> parte terminale del<strong>la</strong>chiesa.Il macroelemento co<strong>per</strong>tura è costituito generalmente daun’orditura principale a capriate lignee, su cui si innesta un’orditurasecondaria anch’essa lignea con sovrastante listel<strong>la</strong>tura e manto incoppi.Il macroelemento cappelle è costituito da piccole strutture inmuratura poste in adiacenza al<strong>la</strong> chiesa.Il macroelemento campan<strong>il</strong>e può essere in genere o del tipo ave<strong>la</strong>, costruito in continuità con <strong>la</strong> facciata, oppure può esserecostituito da torri campanarie in senso stretto, collocate in posizionidiverse rispetto al<strong>la</strong> chiesa (iso<strong>la</strong>te, accostate, accorpate).I macroelementi protiro e nartece sono: un piccolo porticoposto a protezione e co<strong>per</strong>tura dell'ingresso principale di una chiesa;mentre l’altro collega le navate con l'esterno del<strong>la</strong> chiesa, ed ha <strong>la</strong>funzione di un corto atrio, <strong>la</strong>rgo quanto <strong>la</strong> chiesa stessa.31


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseTabel<strong>la</strong> riep<strong>il</strong>ogativa dei meccanismi di danno associati ai varimacroelementi.MECCANISMO DI DANNOParte del<strong>la</strong> ChiesaM1. Ribaltamento del<strong>la</strong> facciataM2. Meccanismi nel<strong>la</strong> sommità del<strong>la</strong> facciataFACCIATAM3. Meccanismi nel piano del<strong>la</strong> facciataM4. Protiro e NarteceM5. Risposta trasversale dell’au<strong>la</strong>M6. Meccanismi di taglio delle pareti <strong>la</strong>teraliM7. Risposta longitudinale del colonnatoAULAM8. Volte dell’au<strong>la</strong> o del<strong>la</strong> navata centraleM9. Volte delle navate <strong>la</strong>teraliM10. Ribaltamento pareti del transettoM11. Meccanismi di taglio del transettoTRANSETTOM12. Volte del transettoM13. Archi trionfali ARCO TRIONFALEM14. Cupo<strong>la</strong> e tamburo/tiburioCUPOLAM15. LanternaM16. Ribaltamento dell’absideM17. Meccanismi di taglio nell’absideABSIDEM18. Volte del presbiterio o dell’absideM19. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura – Pareti<strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>M20. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura –COPERTURATransettoM21. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura –AbsideM22. Ribaltamento delle CappelleM23. Meccanismi di taglio nelle pareti delle cappelleCAPPELLEM24. Volte delle cappelleCORPI ANNESSIM25. Interazioni in prossimità di irrego<strong>la</strong>rità p<strong>la</strong>noaltimetriche(corpi adiacenti, archi rampanti)M26. Aggetti (ve<strong>la</strong>, guglie, pinnacoli, statue)M27. Torre campanariaM28. Cel<strong>la</strong> campanariaAGGETTICAMPANILE32


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseDi seguito sono descritti i 28 meccanismi di danno. Ognimeccanismo di danno è stato descritto in termini di attivazione e diquadro fessurativo atteso. Sono inoltre contemp<strong>la</strong>ti gli elementi e/ocondizioni sia migliorativi che peggiorativi del comportamento diciascun macroelemento sotto l’azione sismica, così come suggeritoanche all’Allegato C “Modello <strong>per</strong> <strong>la</strong> valutazione del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>itàsismica delle chiese”, al<strong>la</strong> Direttiva del Presidente del Consiglio deiMinistri del 9 febbraio 2011 “Valutazione e riduzione del rischiosismico del patrimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche<strong>per</strong> le costruzioni di cui al decreto del Ministero delle infrastrutture edei trasporti del 14 gennaio 2008”, pubblicata in G.U. n. 47 del26/2/2011 S.O. n. 54.33


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM1. Ribaltamento del<strong>la</strong> facciataFormazione di cerniera c<strong>il</strong>indrica ad asse orizzontaleIl meccanismo si attiva con <strong>la</strong> rotazione fuori piano del<strong>la</strong> facciata. Ilquadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioni pressochéverticali e con <strong>la</strong> formazione di una cerniera c<strong>il</strong>indrica ad asseorizzontale, in corrispondenza del<strong>la</strong> discontinuità costituita dal<strong>la</strong>presenza di grandi a<strong>per</strong>ture posizionate nel<strong>la</strong> fascia bassa del<strong>la</strong>facciata.La presenza di catene longitudinali, di efficaci elementi di contrasto(contrafforti, corpi addossati, altri edifici), di un ammorsamento dibuona qualità tra <strong>la</strong> facciata ed i muri del<strong>la</strong> navata, contribuisce ad unbuon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenzadi elementi spingenti (puntoni di co<strong>per</strong>tura, volte, archi), di grandia<strong>per</strong>ture nelle pareti <strong>la</strong>terali in vicinanza del cantonale, favoriscel’attivazione del meccanismo.Livello di danno D4Chiesa di San Giacomo – Osoppo (UD)34


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D435


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM1. Ribaltamento del<strong>la</strong> facciataScollegamento del<strong>la</strong> facciata dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura e dalle pareti<strong>la</strong>teraliIl meccanismo si attiva con <strong>la</strong> rotazione fuori piano del<strong>la</strong>facciata a causa dello scollegamento del<strong>la</strong> facciata dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura edalle pareti <strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato dal<strong>la</strong> rottura del<strong>la</strong> murature delle pareti <strong>la</strong>terali o dalesioni pressoché verticale. La presenza di catene longitudinali, diefficaci elementi di contrasto (contrafforti, corpi addossati, altriedifici), di un ammorsamento di buona qualità tra <strong>la</strong> facciata ed i muridel<strong>la</strong> navata, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di elementi spingenti (puntoni dico<strong>per</strong>tura, volte, archi), di grandi a<strong>per</strong>ture nelle pareti <strong>la</strong>terali invicinanza del cantonale, favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D5Chiesa di S.Maria del Fossale - Gemona36


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Ignazio, Carpi (MO)Livello di danno D3Chiesa SS. Annunziata – CorreggioLivello di danno D237


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D2Chiesa del<strong>la</strong> SS. Annunziata - Pieve Saliceto, Gualtieri (RE)Livello di danno D4Chiesa Santa Maria ad Cryptas – Fossa (AQ)38


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa lungo <strong>la</strong> strada – Civita di Bagno (AQ)Livello di danno D4Chiesa di Santa Gemma – Goriano Sicoli (AQ)Livello di danno D539


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM2. Meccanismi nel<strong>la</strong> sommità del<strong>la</strong> facciataRibaltamento del timpano: cerniera orizzontaleIl meccanismo si attiva con lo spostamento fuori piano, <strong>per</strong> flessione,del<strong>la</strong> parte sommitale del<strong>la</strong> facciata, corrispondente al timpano. Ilquadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da una lesionepressoché orizzontale. La presenza di collegamenti efficaci con <strong>la</strong>co<strong>per</strong>tura (travi-catene), di controventi di falda, di cordoli leggeri,contribuisce ad un buon comportamento di questo macroelemento; dicontro l’assenza di collegamenti efficaci con <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, <strong>la</strong> presenzadi una sommità a ve<strong>la</strong> di grande dimensione e peso, di cordoli rigidi, diuna trave di colmo in c.a., di una co<strong>per</strong>tura pesante in c.a., favoriscel’attivazione del meccanismo.Livello di danno D4AssisiLivello di danno D5Nocera Umbra40


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa del<strong>la</strong> Madonna dei Raccomandati – S. Demetrio ne Vestini (AQ)Livello di danno D5Chiesa – Civita di Bagno (AQ)Livello di danno D541


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D5Chiesa di San Pietro di Coppito (AQ)Livello di danno D5Chiesa di San Vito, L’Aqui<strong>la</strong>42


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa del<strong>la</strong> SS. Annunziata, L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D543


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM2. Meccanismi nel<strong>la</strong> sommità del<strong>la</strong> facciataRibaltamento del timpano: cerniere inclinateIl meccanismo si attiva con <strong>la</strong> rotazione fuori piano del<strong>la</strong> sommità del<strong>la</strong>facciata a seguito di formazione di cerniere c<strong>il</strong>indriche ad assi obliqui.La parte maggiormente coinvolta è quel<strong>la</strong> compresa fra <strong>la</strong> sommità ed<strong>il</strong> rosone o l’a<strong>per</strong>tura su<strong>per</strong>iore. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da una lesione verticale a partire dal vertice del timpanofino all'a<strong>per</strong>tura e <strong>la</strong> contemporanea formazione di due cerniereinclinate. La presenza di collegamenti puntuali con <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura (travicatene),di controventi di falda, di cordoli leggeri, contribuisce ad unbuon comportamento di questo macroelemento; di contro, l’assenza dicollegamenti efficaci con <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, <strong>la</strong> presenza di grandi a<strong>per</strong>ture(rosone o altro), poste in sommità dove generalmente si ha unariduzione dello spessore del<strong>la</strong> muratura, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D2Chiesa S. Geminiano, Prato – Correggio (RE)44


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Giusta – Bazzano (AQ)Livello di danno D5Chiesa di S. Eusanio – S. Eusanio Forconese (AQ)Livello di danno D545


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D5Chiesa di San Biagio (AQ)Livello di danno D5Chiesa di San Francesco da Pao<strong>la</strong> (AQ)46


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di San Pietro Apostolo (AQ)Livello di danno D5Chiesa di S. Maria del<strong>la</strong> Pace – Capestrano (AQ)Livello di danno D347


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM3. Meccanismi nel piano del<strong>la</strong> facciataDeformazioni <strong>per</strong> rottura a taglioIl meccanismo si attiva con deformazioni nel piano <strong>per</strong> rottura ataglio del<strong>la</strong> muratura. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni ad andamento obliquo nel<strong>la</strong> muratura.La presenza di catene in controfacciata, di un contrasto <strong>la</strong>terale fornitoda corpi addossati o <strong>la</strong> facciata inserita in aggregato, contribuisce ad unbuon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenzadi grandi a<strong>per</strong>ture (anche tamponate) e di elevata snellezza (rapportoaltezza/<strong>la</strong>rghezza) favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D3Chiesa di S. Vittoria – Gualtieri (RE)48


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D449


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM3. Meccanismo nel piano del<strong>la</strong> facciataDeformazioni <strong>per</strong> rottura a trazioneIl meccanismo si attiva con deformazioni nel piano <strong>per</strong> rottura atrazione del<strong>la</strong> muratura. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da una lesione sub-verticale al centro, dove si localizzauna zona di debolezza, mentre i pannelli ai <strong>la</strong>ti del portale si lesionanocon andamento diagonale <strong>per</strong> azioni fuori dal piano. Tale meccanismoè tipico di facciate alte, con un grande rosone o con architrave debolesopra al portale o con a<strong>per</strong>ture tamponate tra portale e rosone cherappresentano un indebolimento <strong>per</strong> <strong>la</strong> facciata. La presenza di catenein controfacciata, di un contrasto <strong>la</strong>terale fornito da corpi addossati o <strong>la</strong>facciata inserita in aggregato, contribuisce ad un buon comportamentodi questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di grandi a<strong>per</strong>ture(anche tamponate) e di elevata snellezza (rapporto altezza/<strong>la</strong>rghezza)favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D3Chiesa di S. Michele Arcangelo - Bagnolo in Piano (RE)50


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Maria dei Citronelli - Caporciano (AQ)Livello di danno D3Chiesa dell’Immaco<strong>la</strong>ta - Paganica (AQ)Livello di danno D551


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D3Chiesa di S. Bas<strong>il</strong>io – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D2Chiesa di S. Lucia – Iso<strong>la</strong> del Gran Sasso (TE)52


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM4. Protiro e NarteceIl meccanismo si attiva con lo spostamento fuori piano del protiro o delnartece. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioninegli archi o nel<strong>la</strong> trabeazione <strong>per</strong> rotazione delle colonne, dal distaccodal<strong>la</strong> facciata, oppure dal martel<strong>la</strong>mento del protiro con <strong>la</strong> facciata. Lapresenza di catene o di colonne di adeguata rigidezza, contribuisce adun buon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong>presenza di elementi spingenti (archi, volte) favorisce l’attivazione delmeccanismo.Sel<strong>la</strong>noLivello di danno D2Sel<strong>la</strong>noLivello di danno D353


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D5Chiesa del<strong>la</strong> Madonna del Lago – Santo Stefano di Sessanio (AQ)Livello di danno D3Abbazia S. Giovanni Battista – località Collimento Lucoli54


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM5. Risposta trasversale dell’au<strong>la</strong>Il meccanismo è dovuto principalmente allo spostamento fuori pianodi una o di entrambe le pareti <strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>, e comportadeformazioni e abbassamento in chiave degli archi o delle volte, oveesistenti, <strong>la</strong> formazione di cerniere p<strong>la</strong>stiche; a questo si accompagna losfi<strong>la</strong>mento e <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di appoggio delle capriate di co<strong>per</strong>tura, o <strong>il</strong>punzonamento localizzato (vedi anche meccanismo M19 re<strong>la</strong>tivo aglielementi di co<strong>per</strong>tura). Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni negli arconi ed eventuale prosecuzione nel<strong>la</strong>volta, e fuori piombo e/o schiacciamento delle colonne. La presenza dicatene trasversali, paraste o contrafforti esterni, di corpi annessiadiacenti, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di elementi spingenti (archi,volte), di pareti con elevata snellezza o di volte in foglio, favoriscel’attivazione del meccanismo.AssisiLivello di danno D255


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D5Santa Maria dei Raccomandati - San Demetrio ne Vestini (AQ)Livello di danno D4San Marco - L’Aqui<strong>la</strong>56


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseSanta Maria Assunta - Paganica (AQ)Livello di danno D3San Nico<strong>la</strong> - Secinaro (AQ)Livello di danno D257


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM6. Meccanismi di taglio delle pareti <strong>la</strong>teraliIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> taglio dovuto all’azionenel piano delle pareti. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni inclinate sia singole che incrociate. Lapresenza di muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, di buoni architravinelle a<strong>per</strong>ture, di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata,c.a. sott<strong>il</strong>i), contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di grandi a<strong>per</strong>ture (anchetamponate), di muratura di limitato spessore, di cordoli in c.a. moltorigidi, di una co<strong>per</strong>tura pesante in c.a., favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D2Chiesa di S. Michele Arcangelo – Bagnolo58


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D2Chiesa Guardia di Finanza, L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D259


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM7. Risposta longitudinale del colonnatoIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodovute ad azioni nel piano del colonnato. Il quadro fessurativo che nederiva è rappresentato da lesioni negli archi o architravi longitudinali,ed eventuale lesionamento delle volte delle navate <strong>la</strong>terali e dalloschiacciamento e/o lesioni al<strong>la</strong> base delle colonne. La presenza dicatene longitudinali, di contrafforti in facciata o di corpi annessi,contribuisce ad un buon comportamento di questo macroelemento; dicontro <strong>la</strong> presenza di volte pesanti in pietra o in <strong>la</strong>terizio di spessoresignificativo, di cappe armate sull’estradosso delle volte, di unaco<strong>per</strong>tura pesante in c.a., favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D2Chiesa di San Martino, Barisciano (AQ)Livello di danno D3Chiesa di Santa Maria Assunta – Sel<strong>la</strong>no (PG)60


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di San Demetrio – San Demetrio ne Vestini (AQ)Livello di danno D3Chiesa di San Giusta – Bazzano (AQ)Livello di danno D261


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM8. Volte dell’au<strong>la</strong> o del<strong>la</strong> navata centraleIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodelle volte dell’au<strong>la</strong>. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentatoda lesioni nelle volte soprattutto in corrispondenza delle parti più rigide(facciata ed arco trionfale) o da sconnessioni dagli arconi. La presenzadi catene efficaci (<strong>per</strong> posizione, tiro, tipologia di ancoraggio,diametro) contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di volte eccessivamente ribassatee/o snelle (disposizione dei mattoni di piatto), di lunette di dimensioniconsiderevoli, di carichi concentrati trasmessi dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura,favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D5Chiesa S. Pietro Apostolo, Budrio - Correggio (RE)62


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa dell’Ascensione di Nostro Signore, Fosdondo – CorreggioLivello di danno D5Chiesa S. Biagio, Gattatico (RE)Livello di danno D363


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D2Chiesa di S. Giovanni Battista, Soliera (MO)Livello di danno D5Chiesa di S. Maria Assunta, Augusta64


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM9. Volte delle navate <strong>la</strong>teraliIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> taglio.Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioni nellevolte delle navate <strong>la</strong>terali ed eventuale sconnessione dagli arconi odalle pareti <strong>la</strong>terali. La presenza di catene efficaci (<strong>per</strong> posizione, tiro,tipologia di ancoraggio, diametro) contribuisce ad un buoncomportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza divolte eccessivamente ribassate e/o snelle (disposizione dei mattoni dipiatto, con campate di grande luce), di lunette di dimensioniconsiderevoli, di carichi concentrati trasmessi dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura favoriscel’attivazione del meccanismo.Chiesa di San Nico<strong>la</strong>, Capestrano (AQ)Livello di danno D265


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D3Chiesa Parrocchiale di S. Paolo, Canolo - Correggio(RE)Livello di danno D3Chiesa di S. Pietro in Vincoli, Castellino del Biferno (CB)66


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM10. Ribaltamento pareti del transettoIl meccanismo si attiva con <strong>la</strong> rotazione fuori piano delle paretidel transetto a causa dello scollegamento del<strong>la</strong> parete dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura edalle pareti <strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da distacchi delle pareti frontali dalle pareti <strong>la</strong>teralioppure ribaltamenti o disgregazioni del timpano in sommità favorite daun ammorsamento scadente tra <strong>la</strong> parete frontale e le pareti <strong>la</strong>terali.La presenza di catene longitudinali, efficaci elementi di contrasto(contrafforti, corpi addossati,altri edifici), un buon collegamento con <strong>la</strong>co<strong>per</strong>tura (travi-catene, controventi), un ammorsamento di buonaqualità tra <strong>la</strong> parete frontale ed i muri <strong>la</strong>terali, di cordoli leggeri(metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata, c.a. sott<strong>il</strong>i), contribuisce ad unbuon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenzadi cordoli rigidi, di travi di colmo in c.a., di una co<strong>per</strong>tura pesante, digrandi a<strong>per</strong>ture nel<strong>la</strong> parete frontale (rosone) o in quelle <strong>la</strong>terali, di unasommità a ve<strong>la</strong> di grande dimensione e peso, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Duomo di San Massimo (AQ)Livello di danno D567


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM11. Meccanismi di taglio del transettoIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> taglio dovute adazioni nel piano del transetto. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni inclinate (singole o incrociate), che possonoattraversare discontinuità locali.La presenza di una muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, di buoniarchitravi nelle a<strong>per</strong>ture, di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri,muratura armata, c.a. sott<strong>il</strong>i), contribuisce ad un buon comportamentodi questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di cordoli rigidi, digrandi a<strong>per</strong>ture (anche tamponate), di una muratura di limitatospessore, di una co<strong>per</strong>tura pesante, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D3Chiesa di Santa Gemma – Goriano Sicoli (AQ)68


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di Santa Giusta – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D569


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM12. Volte del transettoIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodelle volte del transetto. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni nelle volte o da sconnessioni dagli arconi.La presenza di catene efficaci (<strong>per</strong> posizione, tiro, tipologia diancoraggio, diametro), contribuisce ad un buon comportamento diquesto macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di carichi concentratitrasmessi dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, di lunette di dimensioni considerevoli, divolte in foglio, con campate di grande luce, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D370


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM13. Archi trionfaliIl meccanismo si attiva generalmente con deformazioni <strong>per</strong>rottura a taglio nel piano dell’arco trionfale. Le deformazioni fuoripiano sono generalmente contrastate sia dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura che dalle pareti<strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong> e dell’abside. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni nell’arco, dallo scorrimento di conci e dalloschiacciamento o lesioni orizzontali al<strong>la</strong> base dei piedritti.La presenza di pareti di contrasto efficaci (rapporto luce/<strong>la</strong>rghezzaau<strong>la</strong>), di catene, di conci di buona fattura e/o adeguato spessore, di untimpano su<strong>per</strong>iore, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di una co<strong>per</strong>tura pesante in c.a.,di una cupo<strong>la</strong> o un tiburio,l’assenza di incatenamento, <strong>la</strong> presenza dipareti di taglio deboli, lo spessore inadeguato dell’arco stesso e <strong>la</strong>qualità del<strong>la</strong> muratura favorisce l’attivazione del meccanismo..Chiesa di S. Lorenzo Martire- Gargallo, CarpiLivello di danno D371


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D4Chiesa di S. Pietro Apostolo – Guastal<strong>la</strong> (RE)Livello di danno D472


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa dei SS. Marciano e Nicandro, L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D473


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM14. Cupo<strong>la</strong> e tamburo/tiburioIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodel<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong>. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato dalesioni nel<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong> (con andamento ad arco) con eventualeprosecuzione nel tamburo.La presenza di pareti di cerchiatura esterna, anche a più livelli, <strong>la</strong>presenza nel tamburo di contrafforti esterni o paraste, di cupo<strong>la</strong>direttamente impostata sugli archi trionfali (assenza del tamburo),contribuisce ad un buon comportamento di questo macroelemento; dicontro <strong>la</strong> presenza di una co<strong>per</strong>tura pesante in c.a., di grandi a<strong>per</strong>turenel tamburo, di carichi concentrati trasmessi dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, favoriscel’attivazione del meccanismo.Livello di danno D3Chiesa di S. Quirino – Correggio (RE)74


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di Coviolo – Reggio Em<strong>il</strong>iaLivello di danno D3Chiesa delle Anime Sante – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D575


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D4Chiesa di San Bernardino – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D276


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM15. LanternaIl meccanismo si attiva con deformazione <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodel cupolino o <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> torsione delle imposte dei piedritti. Ilquadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioni nelcupolino del<strong>la</strong> <strong>la</strong>nterna, rotazioni o scorrimenti dei piedritti.La presenza di pareti di cerchiatura esterna, di paraste o contrafforti, didimensioni contenute rispetto a quelle del<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong>, contribuisce ad unbuon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenzadi una <strong>la</strong>nterna di elevata snellezza, con grandi a<strong>per</strong>ture e piccolipiedritti, favorisce l’attivazione del meccanismo.Chiesa di S. Giorgio, Reggio Em<strong>il</strong>iaLivello di danno D377


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM16. Ribaltamento dell’absideIl meccanismo si attiva con <strong>la</strong> rotazione fuori piano dell’absidea causa dello scollegamento dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura e dal<strong>la</strong> parete dell’au<strong>la</strong>. Ilquadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioni subverticalio arcuate nelle pareti dell’abside, lesioni sub-verticali negliabsidi poligonali, lesione ad U negli absidi semicirco<strong>la</strong>ri.La presenza di cerchiatura (semicirco<strong>la</strong>re e poligonale) o catene(rettango<strong>la</strong>re), di efficaci elementi di contrasto (contrafforti, corpiaddossati, altri edifici), di co<strong>per</strong>tura controventata, non spingente,contribuisce ad un buon comportamento di questo macroelemento; dicontro <strong>la</strong> presenza di indebolimento nelle pareti <strong>per</strong> <strong>la</strong> presenza dia<strong>per</strong>ture, di volte spingenti, di cordoli rigidi, di una co<strong>per</strong>tura pesante,di puntoni di falda in c.a., favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D4Chiesa S. Pietro Apostolo - Budrio,Correggio78


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa S. Nicolò – CarpiLivello di danno D3Chiesa di S. Giovanni – Casentino (AQ)Livello di danno D579


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM17. Meccanismi di taglio nell’absideIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodovute ad azioni nel piano dell’abside. Il quadro fessurativo che nederiva è rappresentato da lesioni inclinate (singole o incrociate), lesioniin corrispondenza di discontinuità murarie.La presenza di muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, di buoni architravinelle a<strong>per</strong>ture, di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata,c.a. sott<strong>il</strong>i), contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di cordoli rigidi, di una co<strong>per</strong>turapesante, di grandi a<strong>per</strong>ture (anche tamponate), di muratura di limitatospessore, favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D3Chiesa di S. Quirino, Correggio80


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Maria Nuova, Goriano Sicoli (AQ)Livello di danno D2Chiesa di S. Giustino, Paganica (AQ)Livello di danno D281


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM18. Volte del presbiterio o dell’absideIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodelle volte del presbiterio o dell’abside. Il quadro fessurativo che nederiva è rappresentato da lesioni nelle volte o da sconnessioni dagliarconi o dalle pareti <strong>la</strong>terali.La presenza di catene efficaci (posizione, tiro, tipologia di ancoraggio,diametro), contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di carichi concentrati trasmessidal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, di lunette di dimensioni considerevoli, di volte infoglio con campate di grande luce, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D2Chiesa di S. Ignazio, Carpi82


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa del<strong>la</strong> Purificazione del<strong>la</strong> Beata Vergine Maria, Campogalliano (MO)Livello di danno D3Livello di danno D383


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM19. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura – Pareti <strong>la</strong>teralidell’au<strong>la</strong>Il meccanismo si attiva con rotazioni fuori piano delle pareti<strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato dalesioni vicino alle teste delle travi lignee, scorrimento delle stesse,sconnessioni tra cordoli e muratura. In questo meccanismo di dannovengono ricompresi anche i movimenti significativi del manto dico<strong>per</strong>tura dell’au<strong>la</strong>.La presenza di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata,c.a. sott<strong>il</strong>i), di collegamenti efficaci delle travi di co<strong>per</strong>tura (puntoni e/oarcarecci) al<strong>la</strong> muratura, di controventi di falda (tavo<strong>la</strong>to incrociato otiranti metallici), di buone connessioni tra gli elementi di orditura del<strong>la</strong>co<strong>per</strong>tura, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di co<strong>per</strong>tura staticamentespingente, di cordoli rigidi, di co<strong>per</strong>tura pesante, favorisce l’attivazionedel meccanismo.Livello di danno D3Chiesa di Ognissanti, Cavazzoli (RE)84


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Stefano, Novel<strong>la</strong>ra (RE)Livello di danno D3Livello di danno D485


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D4Livello di danno D3Chiesa Parrocchiale di S. Geminiano, Prato di Correggio86


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM20. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura – TransettoIl meccanismo si attiva con rotazioni fuori piano delle pareti deltransetto. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato da lesionivicino alle teste delle travi lignee, scorrimento delle stesse,sconnessioni tra cordoli e muratura. In questo meccanismo di col<strong>la</strong>ssovengono ricompresi anche i movimenti significativi del manto dico<strong>per</strong>tura del transetto.La presenza di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata,c.a. sott<strong>il</strong>i), di collegamento puntuale delle travi al<strong>la</strong> muratura, dicontroventi di falda (tavo<strong>la</strong>to incrociato o tiranti metallici), diconnessioni tra gli elementi di orditura del<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, contribuisce adun buon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong>presenza di co<strong>per</strong>tura staticamente spingente, di cordoli rigidi,co<strong>per</strong>tura pesante, favorisce l’attivazione del meccanismo.Duomo di San Massimo (AQ)Livello di danno D587


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM21. Meccanismi negli elementi di co<strong>per</strong>tura – AbsideIl meccanismo, sovente favorito dal<strong>la</strong> configurazione a spintanon contrastata delle orditure di co<strong>per</strong>tura e/o delle volte, si attiva conrotazioni fuori piano delle pareti dell’abside. Il quadro fessurativo chene deriva è rappresentato da lesioni vicino alle teste delle travi lignee,scorrimento delle stesse, sconnessioni tra cordoli e muratura. In questomeccanismo di danno vengono ricompresi anche i movimentisignificativi del manto di co<strong>per</strong>tura dell’abside.La presenza di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri, muratura armata,c.a. sott<strong>il</strong>i), di collegamenti efficaci delle travi di co<strong>per</strong>tura (puntoni e/oarcarecci) al<strong>la</strong> muratura, di controventi di falda (tavo<strong>la</strong>to incrociato otiranti metallici), di connessioni tra gli elementi di orditura del<strong>la</strong>co<strong>per</strong>tura, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di co<strong>per</strong>tura staticamentespingente, di cordoli rigidi, di una co<strong>per</strong>tura pesante, favoriscel’attivazione del meccanismo.Livello di danno D1Chiesa di S. Pros<strong>per</strong>o Strinati – Reggio Em<strong>il</strong>ia88


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa SS. Annunziata – CorreggioLivello di danno D3Livello di danno D589


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM22. Ribaltamento delle CappelleIl meccanismo si attiva con rotazioni fuori piano delle paretidelle cappelle. Il quadro fessurativo che ne deriva è rappresentato dadistacco del<strong>la</strong> parete frontale dalle pareti <strong>la</strong>terali.La presenza di efficaci elementi di contrasto (contrafforti, edificiaddossati), di cerchiatura o incatenamento, di ammorsamento di buonaqualità tra <strong>la</strong> parete frontale ed i muri <strong>la</strong>terali, contribuisce ad un buoncomportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di unindebolimento nelle pareti <strong>per</strong> <strong>la</strong> presenza di a<strong>per</strong>ture, favoriscel’attivazione del meccanismo.Livello di danno D4Chiesa di S. Pietro Apostolo, Budrio - Correggio (RE)90


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Giusta – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D4Livello di danno D491


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM23. Meccanismi di taglio nelle pareti delle cappelleIl meccanismo si attiva con rottura <strong>per</strong> taglio nel piano conformazione di lesioni oblique nelle pareti delle cappelle. Il quadrofessurativo che ne deriva è rappresentato da lesioni inclinate (singole oincrociate) e lesioni in corrispondenza di discontinuità murarie.La presenza di una muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, di buoniarchitravi nelle a<strong>per</strong>ture, di cordoli leggeri (metallici retico<strong>la</strong>ri,muratura armata, c.a. sott<strong>il</strong>i), contribuisce ad un buon comportamentodi questo macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di cordoli rigidi, di unaco<strong>per</strong>tura pesante, di grandi a<strong>per</strong>ture (anche tamponate), di unamuratura di limitato spessore, favorisce l’attivazione del meccanismo.Livello di danno D292


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM24. Volte delle cappelleIl meccanismo si attiva con deformazioni <strong>per</strong> rottura <strong>per</strong> tagliodelle volte delle cappelle. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni nelle volte o sconnessioni dalle pareti <strong>la</strong>terali.La presenza di catene efficaci (<strong>per</strong> posizione, tiro, tipologia diancoraggio, diametro), contribuisce ad un buon comportamento diquesto macroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di carichi concentratitrasmessi dal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, di lunette di dimensioni considerevoli, divolte in foglio con campate di grande luce, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D593


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM25. Interazioni in prossimità di irrego<strong>la</strong>rità p<strong>la</strong>no-altimetriche(corpi adiacenti, archi rampanti)Il meccanismo si attiva con deformazioni dovute all’interazionedel<strong>la</strong> muratura di corpi adiacenti. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da movimenti in corrispondenza di discontinuitàcostruttive, da lesioni nel<strong>la</strong> muratura <strong>per</strong> martel<strong>la</strong>mento.La presenza di un'adeguata connessione tra le murature costruite in fasidiverse, di catene di collegamento, riduce l’insorgenza di un talequadro fessurativo; di contro <strong>la</strong> presenza di un'elevata differenza dirigidezza tra i corpi adiacenti, di azioni concentrate trasmesse deglielementi di collegamento, favorisce l’attivazione del meccanismo. Nelcaso specifico di campan<strong>il</strong>i accostati al<strong>la</strong> chiesa ma non ammorsati, vaconsiderato positivamente <strong>il</strong> comportamento indipendente anchequando da luogo a lesioni di distacco, in quanto in grado di ridurre glieffetti del martel<strong>la</strong>mento tra le due strutture.Livello di danno D2Chiesa del<strong>la</strong> SS. Annunziata, Mandriolo – Correggio (RE)94


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa SS. Annunziata – CorreggioLivello di danno D2Chiesa di San S<strong>il</strong>vestro – L’Aqui<strong>la</strong>Livello di danno D295


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM26. Aggetti (ve<strong>la</strong>, guglie, pinnacoli, statue)Il meccanismo si attiva con rotazioni fuori piano e spostamentidegli aggetti o parti di essi. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni, da rotazioni <strong>per</strong>manenti o da scorrimenti.La presenza di <strong>per</strong>ni di collegamento tra gli aggetti (es. statue) e <strong>la</strong>muratura o elementi di ritegno tra guglie, pinnacoli e muraturasottostante, di una muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, contribuisce adun buon comportamento di questo macroelemento; di contro <strong>la</strong>presenza di elementi di elevata snellezza, di posizione asimmetricarispetto all’elemento sottostante, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Livello di danno D4Chiesa di S. Faustino, Rubiera (RE)96


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa di S. Pietro, Reggio Em<strong>il</strong>iaLivello di danno D497


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D2Chiesa Parrocchiale di S. Martino – Corfinio (AQ)98


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM27. Torre campanariaIl meccanismo si attiva o con rotazioni del<strong>la</strong> torre o condeformazioni nel piano delle pareti <strong>per</strong>imetrali del<strong>la</strong> torre campanaria.Il quadro fessurativo che ne deriva può essere rappresentato o darotazione verso l’esterno del<strong>la</strong> parte sommitale del<strong>la</strong> torre campanariaconseguente ad un’azione di contrasto o di ritegno svolta dai vincoli alcontorno; possono anche verificarsi lesioni nel piano delle pareti del<strong>la</strong>torre stessa. La presenza di una muratura rego<strong>la</strong>re e di buona qualità, dicatene ai diversi ordini, di adeguata distanza dalle pareti del<strong>la</strong> chiesa(se adiacente), di un buon collegamento con le pareti del<strong>la</strong> chiesa (seinglobata), contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di a<strong>per</strong>ture significative su piùlivelli, di un vincolo asimmetrico sulle murature al<strong>la</strong> base (torreinglobata), di muratura fino a terra solo su alcuni <strong>la</strong>ti (presenza diportico), di torre su pi<strong>la</strong>stri murari, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Chiesa S. Vittoria – Gualtieri (RE)Livello di danno D399


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D4Chiesa S. Francesco da Pao<strong>la</strong>, Bagnolo in Piano (RE)100


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseM28. Cel<strong>la</strong> campanariaIl meccanismo si attiva con deformazione nel piano negli archi o alleestremità dei piedritti. Il quadro fessurativo che ne deriva èrappresentato da lesioni negli archi e/o da rotazioni o scorrimenti deipiedritti.La presenza di piedritti tozzi e/o archi di luce ridotta, di catene ocerchiature, contribuisce ad un buon comportamento di questomacroelemento; di contro <strong>la</strong> presenza di co<strong>per</strong>tura pesante o di altremasse significative, di co<strong>per</strong>tura spingente, favorisce l’attivazione delmeccanismo.Torre di FolignoLivello di danno D5101


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D4Chiesa di San Bernardino – L’Aqui<strong>la</strong>102


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseChiesa dell’Immaco<strong>la</strong>ta – Paganica (AQ)Livello di danno D5Chiesa di Santa Lucia – Rocca di Casmbio (AQ)Livello di danno D3103


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D3Chiesa di San Demetrio - San Demetrio né Vestini (AQ)104


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLivello di danno D5105


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese5. Abaco dei provvedimenti di pronto interventoI provvedimenti di pronto intervento possono essere raggruppatinelle seguenti categorie:5.1. revisione manto di co<strong>per</strong>turaLa revisione del manto di co<strong>per</strong>tura o <strong>la</strong> riparazione di elementisecondari del<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, quali arcarecci, deve essere prevista al finedi eliminare <strong>il</strong> <strong>per</strong>icolo di inf<strong>il</strong>trazioni che possono portare aldeterioramento del<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura con conseguenze anche sul resto del<strong>la</strong>struttura sottostante. Va effettuata anche quando ci sono tegole<strong>per</strong>ico<strong>la</strong>nti che potrebbero cadere sugli spazi prospicienti coinvolgendo<strong>la</strong> pubblica incolumità.5.2. co<strong>per</strong>tura provvisoriaLa realizzazione di una co<strong>per</strong>tura provvisoria deve essereprevista <strong>per</strong> limitare gli effetti degli agenti esterni.5.3. puntel<strong>la</strong>mentiI puntelli sono dispositivi tali da surrogare <strong>la</strong> capacità portantedell'elemento compromesso dal terremoto svolgendo una funzionesostitutiva dell'elemento stesso; quando <strong>la</strong> costruzione resiste ancorama si teme un cedimento improvviso possono svolgere una funzionecaute<strong>la</strong>tiva o, in presenza del rischio del distacco di qualche parte oframmento, svolgere una funzione protettiva.I puntel<strong>la</strong>menti sono interventi di pronto interventofrequentemente ut<strong>il</strong>izzati a seguito di un terremoto <strong>per</strong>ché molto rapidida eseguire e realizzab<strong>il</strong>i anche solo esternamente all’edificio.Di contro <strong>per</strong>ò <strong>la</strong> loro esecuzione può comportare diversecontroindicazioni come ad esempio l’occupazione spesso invadentedel<strong>la</strong> sede stradale, casistica molto frequente nei centri storici. Inoltre,nel caso in cui vengono realizzati a contrasto fra edifici comportarepossono attivarsi interazioni spesso svantaggiose <strong>per</strong> l’edificio integro.Tali interventi finiscono spesso <strong>per</strong> essere ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>iodifinendo <strong>per</strong> deteriorarsi e <strong>per</strong>dere di efficacia.106


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese5.4. rimozione delle macerieLa rimozione delle macerie va effettuata in tutti quei casi in cuiè compromessa l’accessib<strong>il</strong>ità re<strong>la</strong>tiva ai <strong>per</strong>corsi di emergenza, <strong>la</strong>pubblica incolumità, <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità di altre parti dell’edificio o quel<strong>la</strong> diedifici prospicienti. La rimozione delle macerie collegate a danni allechiese va effettuata considerando le cautele riportate nei successiviparagrafi 5.13 e 5.14. al fine di garantire, <strong>per</strong> quanto possib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong>recu<strong>per</strong>o dei beni storici ed artistici.In partico<strong>la</strong>re, nel caso <strong>il</strong> crollo riguardi parti murarie in pietrasquadrata o elementi architettonici di cui sia possib<strong>il</strong>e e auspicab<strong>il</strong>e <strong>la</strong>ricollocazione in o<strong>per</strong>a, è necessario che sia salvaguardata <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>itàdi anast<strong>il</strong>osi, realizzando:-una rimozione control<strong>la</strong>ta delle macerie, con le cautele e modalitàricordate ai paragrafi successivi (quadrettatura, ecc.) e con <strong>la</strong>segna<strong>la</strong>zione a vernice su parti non a vista del settore di ritrovamento;- dopo selezione delle macerie eseguita manualmente, le partirecu<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>i vanno conservate in luogo protetto, nello stesso sitooppure trasportate a deposito.5.5. transennamenti, recinzioni, protezioniTali precauzioni vanno suggerite in tutti quei casi in cui siverifica <strong>la</strong> necessità di interdire l’accesso ad alcuni spazi accessib<strong>il</strong>i alpubblico <strong>per</strong>ché resi insicuri da edifici <strong>per</strong>ico<strong>la</strong>nti o da loro parti, o daaltri dissesti come massi incombenti o dissesti del terreno.5.6. consolidamenti localizzatiLa realizzazione di consolidamenti localizzati va suggerita inquei casi in cui <strong>il</strong> quadro fessurativo è limitato e tale che <strong>la</strong> semplicerimozione dell’intonaco distaccato, <strong>la</strong> pulitura del<strong>la</strong> lesione e <strong>la</strong>risarcitura rendono <strong>la</strong> struttura usufruib<strong>il</strong>e in sicurezza. Ma può essereanche finalizzato al consolidamento di su<strong>per</strong>fici in marmo disgregate,oppure degli elementi dell'orditura principale o secondaria, oppuredelle decoesioni del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie pittorica.107


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese5.7. messa in o<strong>per</strong>a di cerchiature e/o tirantiPer ostaco<strong>la</strong>re l'evoluzione del meccanismo di rottura locale eripristinare <strong>la</strong> continuità dell'organismo resistente è possib<strong>il</strong>e suggerirel’esecuzione di cerchiature o tirantature, soprattutto quando è in atto unmeccanismo di ribaltamento delle pareti, oppure una sconnessione frapareti o fra pareti e orizzontamenti. Sono anche ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> assorbire lespinte di strutture spingenti dissestate come archi, volte o tettispingenti.5.8. ripristino smaltimento acque meteoricheIl ripristino del sistema di smaltimento delle acque meteoriche èun intervento da suggerire al fine di preservare <strong>il</strong> fabbricato dallecontinue inf<strong>il</strong>trazioni d'acqua che causano <strong>il</strong> degrado del<strong>la</strong> struttura.5.9. monitoraggioIl monitoraggio può aiutare a comprendere meglio <strong>il</strong> fenomenodel dissesto e <strong>la</strong> sua evoluzione.Il monitoraggio può risultare significativo nell’emergenza postterremoto,su strutture fortemente danneggiate di cui si volesseverificare l’evoluzione del meccanismo attivato dal sisma e <strong>la</strong> rispostaad eventuali scosse di replica.Il monitoraggio consente <strong>il</strong> controllo <strong>per</strong>iodicodell’aggravamento del quadro fessurativo o di fenomeni di degrado,attraverso <strong>la</strong> lettura dei parametri ritenuti significativi in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong>tipologia di dissesto quali ad esempio <strong>il</strong> movimento delle lesioni, glispostamenti assoluti o re<strong>la</strong>tivi di punti del<strong>la</strong> costruzione, o <strong>la</strong> rotazionedi pareti o di altri elementi.5.10. protezioni o consolidamenti su o<strong>per</strong>e d’artefisseLe tecniche di messa in sicurezza variano in base al tipo dio<strong>per</strong>a da proteggere ed alle dimensioni. Gli interventi sono rivolti aproteggere l’o<strong>per</strong>a dal rischio di crollo ma anche dal<strong>la</strong> pioggia; quindisi provvederà a realizzare puntel<strong>la</strong>menti proteggendo <strong>il</strong> manufatto conmateriale rigido, interponendo gomma piuma o cotone e108


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesesovrapponendo un telo di p<strong>la</strong>stica. Alcuni manufatti sono moltodiffic<strong>il</strong>i da recu<strong>per</strong>are e partico<strong>la</strong>rmente frag<strong>il</strong>i, come le grandi vetratepolicrome delle cattedrali. Una tecnica <strong>per</strong> <strong>la</strong> messa in sicurezza o diprotezione in caso di crollo di parti del<strong>la</strong> fabbrica, è <strong>la</strong> scocciatura concarta gommata adesiva; questa tecnica oltre ad aumentare <strong>la</strong> resistenza,evita che <strong>il</strong> materiale vitreo, in caso di rottura, cada e si frantumiulteriormente. Altre o<strong>per</strong>e sono diffic<strong>il</strong>i da rimuovere o da proteggerein loco, <strong>per</strong>ché posizionate molto in alto e fortemente ancorate al<strong>la</strong>struttura, come gli altari, organi o le decorazioni in stucco aggettanti.Le o<strong>per</strong>azioni di protezione sono volte a non far dis<strong>per</strong>dere i frammentinel caso l’o<strong>per</strong>a venga colpita dal distacco di parti del<strong>la</strong> struttura.Vengono <strong>per</strong>tanto protette le parti più esposte attraverso un imballo elegandole all’o<strong>per</strong>a in maniera tale che nel caso di un distacco, <strong>il</strong>frammento resti appeso all’o<strong>per</strong>a stessa. Ulteriori interventi sono voltiad assicurare l’o<strong>per</strong>a al<strong>la</strong> struttura tramite staffe con ganci e sistemameccanico di tiraggio automatico, al fine di evitare <strong>la</strong> caduta.5.11. catalogazione e smontaggio delle parti<strong>per</strong>ico<strong>la</strong>ntiLe rimozioni vanno eseguite con le dovute cautele, limitandolea parti <strong>per</strong>ico<strong>la</strong>nti di modesta estensione, <strong>per</strong> non ricadere nel<strong>la</strong>demolizione.5.12. sgombero o<strong>per</strong>e d’arte mob<strong>il</strong>iData l’estrema delicatezza delle o<strong>per</strong>e d’arte, lo spostamento inun altro sito rappresenta una soluzione estrema, che viene eseguitasoltanto quando non è possib<strong>il</strong>e intervenire in un altro modo. Infatti,anche <strong>la</strong> più leggera variazione delle condizioni climatiche in cu<strong>il</strong>’o<strong>per</strong>a è inserita da secoli e a cui si è ambientata può rappresentare untrauma.Lo spostamento delle o<strong>per</strong>e d’arte mob<strong>il</strong>i è un’o<strong>per</strong>azionespesso molto difficoltosa, soprattutto quando si hanno materiali pesanticome, ad esempio, manufatti realizzati in pietra, in legno o in metallo.Queste o<strong>per</strong>azioni vanno effettuate secondo le indicazioni fornite daitecnici del<strong>la</strong> soprintendenza ed eventualmente dal restauratore. Le109


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesedifficoltà maggiori si incontrano nel trasportare un’o<strong>per</strong>a con partiaggettanti o frag<strong>il</strong>i, come nel caso di o<strong>per</strong>e scultoree composite.5.13. raccolta sistematica dei frammentiPer <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>o di un cumulo di frammenti di una parete murariadecorata che ha subito un crollo o di libri e documenti d’archiviocaduti a terra, è importante non <strong>per</strong>dere “l’ordine” in cui si trovano,anche se effettivamente <strong>la</strong> disposizione originaria è chiaramente<strong>per</strong>duta. Per questo tipo di intervento è necessario procedere con <strong>il</strong>sistema di documentazione e prelievo ut<strong>il</strong>izzato in archeologia. Ilmetodo prevede una quadrettatura del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie da prelevare, in cuiad ogni quadrato viene assegnato un numero; <strong>il</strong> materiale recu<strong>per</strong>atoviene collocato, ordinatamente secondo <strong>la</strong> posizione di prelievo, in uncassetta contrassegnata con lo stesso numero del<strong>la</strong> griglia. Tutto ciòagevolerà in seguito <strong>la</strong> ricostruzione, come un puzzle, del<strong>la</strong>decorazione con i frammenti recu<strong>per</strong>ati o <strong>la</strong> ricollocazione nel giustoposto dei documenti d’archivio.5.14. ricovero e protezione dei frammentiIl materiale depositato sul pavimento in seguito al crollo deveessere suddiviso in aree e selezionato grazie all’ut<strong>il</strong>izzo di un nastrotrasportatore. Le macerie, avvicinate al nastro con delle carriole,devono essere attentamente scandagliate durante lo scorrimento daglio<strong>per</strong>atori, che prelevano i frammenti. Gli elementi di interesse storicoartisticosono raccolti in cassette di p<strong>la</strong>stica forata, fotografati, <strong>scheda</strong>tie depositati in loco.110


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese6. R<strong>il</strong>ievi, stato di conservazione ed evoluzione storicadelle chiese in muraturaTrattandosi di ispezioni a vista, è ut<strong>il</strong>e avere a disposizione degliesempi di carenze strutturali e non. Si riportano <strong>per</strong>tanto, nel presentecapitolo, elementi di valutazione delle carenze che possono essereosservate nelle chiese in muratura, corredandoli di foto che <strong>il</strong>lustrano icasi rappresentativi. Ove possib<strong>il</strong>e, è di grande ut<strong>il</strong>ità <strong>la</strong> realizzazionedi grafici speditivi non metrici (principali prospetti, almeno unasezione e una pianta) con segna<strong>la</strong>zione dei materiali costruttivi, deiprincipali fenomeni fessurativi e deformativi e dei meccanismi ai qualisono attribuiti, con annotazioni e riferimenti a foto di dettaglio. Taligrafici possono essere fotografati sul posto o riprodottisuccessivamente, ed archiviati secondo le modalità già indicate alparagrafo 3.1.12.Il r<strong>il</strong>evatore potrà riportare le informazioni sulle carenzeriscontrate nel<strong>la</strong> sezione “Note” del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong>.6.1. R<strong>il</strong>ievo materico costruttivo e stato di conservazione.Partico<strong>la</strong>re attenzione deve essere riservata al<strong>la</strong> valutazionedel<strong>la</strong> qualità muraria, alle caratteristiche geometriche e materiche deisingoli componenti oltre che alle modalità di assemb<strong>la</strong>ggio.Pertanto risulta necessario osservare quanto di seguito elencato:- presenza di elementi trasversali (diatoni), di collegamento tra iparamenti murari; <strong>la</strong> forma <strong>la</strong> tipologia e dimensione deglielementi;- <strong>il</strong> riconoscimento di una disposizione rego<strong>la</strong>re dei corsi di malta;- <strong>la</strong> natura delle malte ed <strong>il</strong> loro stato di conservazione;- <strong>la</strong> tessitura muraria e <strong>la</strong> tipologia del<strong>la</strong> muratura (in mattoni, inpietra – squadrata, a spacco, ciottoli, o mista; a paramento unico, adue o più paramenti);- qualità del collegamento tra pareti verticali (ammorsamento neicantonali, catene, etc.);- presenza di elementi di discontinuità determinati da cavedi, cannefumarie;111


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese- qualità dei collegamenti tra orizzontamenti (so<strong>la</strong>i volte eco<strong>per</strong>ture) e pareti, presenza di cordoli, catene <strong>per</strong> l’assorbimentodelle spinte orizzontali, etc.;- qualità dell’ammorsamento delle capriate lignee, e stato dimanutenzione degli elementi lignei;- presenza di carichi concentrati;- presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerab<strong>il</strong>ità(eccessiva snellezza);- gravi carenze nelle fondazioni;6.2. Analisi storica delle trasformazioni subite.Le trasformazioni che le chiese subiscono nel corso del<strong>la</strong> lorostoria possono modificare <strong>il</strong> comportamento sismico del<strong>la</strong> struttura.Esempi frequentemente riscontrati di trasformazioni possonoessere;- gli accrescimenti in pianta che, se non eseguiti a rego<strong>la</strong> d’arte,determinano discontinuità nel tessuto murario;- le sopraelevazioni, nei casi in cui si sia intervenuti sulle co<strong>per</strong>turepassando da impalcati direttamente appoggiati sulle volte astrutture autonome a capriata, possono comportare aumento deipesi e spostamento verso l'alto del baricentro delle masse conconseguente incremento delle sollecitazioni prodotte dal sisma;- l'inserimento di volte in muratura nell'au<strong>la</strong>, su impianti cheoriginariamente presentavano solo una co<strong>per</strong>tura a capriata, puògenerare spinte su murature non adeguatamente dimensionate;- interventi di consolidamento poco compatib<strong>il</strong>i con <strong>la</strong> qualità deimateriali possono pregiudicare <strong>il</strong> comportamento strutturale.L’e<strong>la</strong>borazione e sintesi di queste informazioni, acquisite da fontidocumentali, aiuta ad interpretare <strong>il</strong> comportamento strutturale econtribuisce a formu<strong>la</strong>re, quindi, <strong>il</strong> giudizio di agib<strong>il</strong>ità.112


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese6.3. Casi rappresentativi:Muratura irrego<strong>la</strong>re113


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMuratura a corsi orizzontaliParamenti non collegati114


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMuratura degradata115


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseDiscontinuità muraria116


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMuratura con fori e tessitura irrego<strong>la</strong>re:117


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseDegrado elementi lignei118


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseCarichi concentratiSottotetto: Volte strutturali con carico concentrato trasmesso dapi<strong>la</strong>stri in muratura degradata o legno, snelli e fuori piombo. Assenzadi collegamento tra co<strong>per</strong>tura e appoggi. Appoggio su pi<strong>la</strong>strini eassenza di collegamento al<strong>la</strong> muratura119


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseEccessiva snellezza120


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese121


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese7. GlossarioABSIDENicchia co<strong>per</strong>ta da una calotta (conca o catino). L’abside nel<strong>la</strong>maggior parte dei casi è costituito da una parete curva di formasemicirco<strong>la</strong>re (a. circo<strong>la</strong>re), ma può anche essere realizzato con le trepareti ortogonali di fondo (a. rettango<strong>la</strong>re), o con pareti disposte conpianta poligonale (a. poligonale), o che presentano una configurazionepol<strong>il</strong>obata (a. pol<strong>il</strong>obata). Absidi posso essere poste al termine dei duebracci del transetto o delle navate <strong>la</strong>terali (schema p<strong>la</strong>nimetrico dettotriconco).AFFRESCOPuò ricoprire ampie su<strong>per</strong>fici lungo le pareti e le co<strong>per</strong>ture voltate del<strong>la</strong>chiesa e, in taluni casi, intere cappelle; sono realizzati con una tecnicadi pittura murale che, sfruttando un processo di carbonatazione,impiega colori d<strong>il</strong>uiti in acqua, su una su<strong>per</strong>ficie muraria co<strong>per</strong>ta conpiù strati di intonaco e mantenuta umida.ALTAREL'altare maggiore si colloca, elevato da terra, presso l'absidecentrale, ma altari <strong>la</strong>terali possono essere presenti anche nelle absidi<strong>la</strong>terali e nelle eventuali cappelle del<strong>la</strong> chiesa. Nel<strong>la</strong> sua configurazionepiù semplice l'altare è costituito da un piano orizzontale (<strong>la</strong> mensa) edue sostegni verticali poggiati su un basamento sopraelevato (grado).Realizzato in pietra o altri materiali può essere riccamente decorato(vedi <strong>il</strong> paliotto o frontale). L'intera area dell'altare può assumere unaconfigurazione monumentale con un ciborio in forma di edico<strong>la</strong>architettonica a pianta circo<strong>la</strong>re quadrata o poligonale con quattrosostegni verticali (colonne o pi<strong>la</strong>stri) e una co<strong>per</strong>tura a volta o a calottadal<strong>la</strong> quale, appesa ad una catenel<strong>la</strong>, pende una pisside. In età barocca<strong>il</strong> ciborio sarà di frequente sostituito con un baldacchino, edico<strong>la</strong> a<strong>per</strong>tasui quattro <strong>la</strong>ti, realizzata spesso in pietra o marmo, con co<strong>per</strong>tura afalde o cupo<strong>la</strong>ta, posta al di sopra dell'altare.122


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseAMBONETribuna rialzata <strong>per</strong> <strong>la</strong> lettura e <strong>per</strong> <strong>la</strong> predicazione, collocatausualmente nel<strong>la</strong> navata centrale, chiusa da tre <strong>la</strong>ti da un parapetto eda<strong>per</strong>ta su una sca<strong>la</strong> nel quarto <strong>la</strong>to.ARAZZOTessuto figurato, <strong>la</strong>vorato a te<strong>la</strong>io e composto da <strong>la</strong>na seta e oro, chepuò essere composto in grandi pannelli ancorati alle paret<strong>il</strong>ongitudinali di una chiesa.ARCOStruttura architettonica a linea curva formata da una sequenza diconci o mattoni disposti di coltello, collegati con malta e poggiati supiedritti. Parti costitutive dell'arco sono l'imposta (sezione di appoggiosui piedritti), <strong>la</strong> corda (<strong>la</strong> distanza tra i due punti estremi dell'arco, dettaanche luce o portata), <strong>la</strong> chiave (concio o mattone al centro dell'arco),<strong>la</strong> freccia (distanza tra <strong>il</strong> concio di chiave e <strong>la</strong> corda), l'intradosso(su<strong>per</strong>ficie interna dell'arco detta anche sottarco, imbotte o centina),l'estradosso (<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie esterna), <strong>la</strong> ghiera o archivoltoeventualmente presente (sagoma visib<strong>il</strong>e dello spessore di un arco conestradosso a r<strong>il</strong>ievo). In re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> diversa forma (sesto) l'arco puòessere con fornice a tutto sesto o pieno centro (con curvaturasemicirco<strong>la</strong>re), a sesto ribassato o scemo (corda minore del diametro),a sesto acuto o ogivale (dal<strong>la</strong> congiunzione di cerchi con centridiversi), a sesto rialzato (i piedritti continuano oltre <strong>la</strong> linea di corda),tudor (a sesto acuto ribassato), rampante (con i piedritti su quotediverse), moresco (dove <strong>il</strong> cerchio del<strong>la</strong> curva è su<strong>per</strong>iore al<strong>la</strong> corda),inflesso (carena, fiamma, gotico), lobato (monolobato o a più lobi). Lespinte orizzontali possono essere contrastate da tiranti a vistaposizionati opportunamente in corrispondenza delle reni. Attraverso gliarchi le volte possono essere suddivise in campate, fungendo così danervature di irrigidimento del<strong>la</strong> volta stessa e di collegamento econtroventatura delle pareti <strong>per</strong>imetrali, contribuendo ad impedire aqueste ultime possib<strong>il</strong>ità di ribaltamento verso l’esterno.123


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseARCO TRIONFALEPannello murario opposto al<strong>la</strong> facciata, che divide l’au<strong>la</strong> dalpresbiterio o dall’abside. Caratteristica di questo macroelemento è <strong>la</strong>presenza dell’ampia a<strong>per</strong>tura ad arco che in alcuni casi raggiunge<strong>per</strong>centuali notevoli dell’intero pannello. Esso è collegato alle pareti<strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong> e del presbiterio o dell’abside. Non sono infrequenti icasi di contatti con i campan<strong>il</strong>i o corpi annessi.ARREDI SACRISuppellett<strong>il</strong>i, arnesi ed altri oggetti ut<strong>il</strong>izzati nelle funzionireligiose.AULAE’ <strong>la</strong> parte compresa tra <strong>la</strong> facciata e l’arco trionfale; può esserea una o più navate.BALAUSTRARecinzione costituita da colonnette, pi<strong>la</strong>strini, <strong>la</strong>stre otransenne, in genere poste su un base e sorreggenti un architrave confunzione di divisorio, parapetto o coronamento. Separa <strong>il</strong> presbiteriodel<strong>la</strong> navata centrale, oppure una cappel<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> navata o daldeambu<strong>la</strong>torio.BATTISTEROEdificio ubicato a ridosso del<strong>la</strong> chiesa e destinato ad accoglierein posizione centrale <strong>il</strong> fonte battesimale, vasca contenente l’acqua <strong>per</strong><strong>il</strong> rito battesimale che, solitamente, è ubicata in un'area appartataall'interno del<strong>la</strong> chiesa e, talvolta, in un'apposita cappel<strong>la</strong> prossimaall'ingresso. Il battistero è caratterizzato da una pianta centrale, concupo<strong>la</strong> che in taluni casi può essere nascosta all'esterno da murature eco<strong>per</strong>tura a falde (tiburio).CAMPANILEE’ una struttura a torre a pianta poligonale o circo<strong>la</strong>re che puòessere parte integrante dell’edificio o essere iso<strong>la</strong>to da esso. Ilcampan<strong>il</strong>e a ve<strong>la</strong> è realizzato con un unico setto murario. Lasuddivisione non scontata, del campan<strong>il</strong>e in due macroelementi distinti124


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese(torre e cel<strong>la</strong>) trova giustificazione nei possib<strong>il</strong>i differenti meccanismiche <strong>per</strong> le due parti si possono attivare. Spesso <strong>la</strong> cel<strong>la</strong> campanaria èstata oggetto di trasformazioni, rifacimenti o su<strong>per</strong>fetazioni che <strong>la</strong>rendono decisamente disomogenea rispetto al<strong>la</strong> torre sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>oarchitettonico che sotto quello dei materiali impiegati e del<strong>la</strong> qualitàcostruttiva.CAMPATASpazio compreso fra due sostegni (colonne, pi<strong>la</strong>stri, muri)successivi, collegati da architravi o archi; è una parte del<strong>la</strong> navata del<strong>la</strong>chiesa.CANTORIALuogo del<strong>la</strong> chiesa, a forma di tribuna, dove stanno i cantori;non ha posizione fissa, può essere nell'abside, nel transetto e sopral'ingresso assieme all'organo.CAPPELLAPicco<strong>la</strong> struttura in muratura posta in adiacenza al<strong>la</strong> Chiesa oiso<strong>la</strong>ta. Negli edifici di culto a partire dal rinascimento una sequenza dicappelle può caratterizzare le pareti <strong>la</strong>terali dell’au<strong>la</strong>.CAPRIATAOrditura principale del tetto, formata da incastel<strong>la</strong>turetriango<strong>la</strong>ri di travi, generalmente lignee, sulle quali insiste unaco<strong>per</strong>tura spiovente. Nel<strong>la</strong> sua configurazione più essenziale ècostituita da un elemento orizzontale (catena), due obliqui (puntoni) eun elemento verticale (monaco) sul quale appoggiano i puntoni e isaettoni.CATENAAsta metallica che corre da parete a parete, conclusaall'estremità da bolzoni e ancorata alle murature <strong>per</strong> assorbirne lespinte.CELLA CAMPANARIAE’ <strong>la</strong> parte sommitale del campan<strong>il</strong>e dotata di a<strong>per</strong>ture.125


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseCENTINE IN LEGNOSostegno di legno sagomato ad arco <strong>per</strong> seguire <strong>la</strong> curvadell’intradosso, ut<strong>il</strong>izzata sia in fase costruttiva sia nel<strong>la</strong> realizzazionedi armature provvisorie.CHIESA BASILICALETipologia ed<strong>il</strong>izia dell'edificio di culto derivata dal modellodel<strong>la</strong> bas<strong>il</strong>ica romana, che aveva funzione pubblica. Si intende conbas<strong>il</strong>ica una chiesa a pianta longitudinale, preceduta all'esterno da unportico (quadriportico o nartece o protiro), artico<strong>la</strong>ta in tre o piùnavate,e conclusa dal transetto e l'area absidale.CHIESA ABBAZIALEEdificio di culto inglobato all'interno di un monastero, diretto daun abate, che comprende al suo interno altri importanti edifici come <strong>la</strong>sa<strong>la</strong> capito<strong>la</strong>re, artico<strong>la</strong>ti intorno ad uno o più chiostri.CHIESA CATTEDRALEChiesa principale del<strong>la</strong> diocesi dove <strong>la</strong> liturgia è officiata dalvescovo e dove ha sede <strong>la</strong> cattedra episcopale, ovvero <strong>il</strong> seggiodestinato al vescovo nelle funzioni religiose, realizzato in numerosimateriali (legno, marmo, avorio) e di frequente riccamente decorato.COLONNAElemento architettonico verticale, rastremato verso l'alto e <strong>per</strong>lo più a sezione circo<strong>la</strong>re,con funzione portante nel sostenere glielementi sovrastanti. È costituita di un plinto a base parallelepipeda chepuò essere posto al di sotto del<strong>la</strong> base artico<strong>la</strong>ta in più elementi; suquesta parte si eleva <strong>il</strong> fusto (monolitico o a più elementi) concluso dalcapitello, che può eventualmente prevedere l'interposizione di un abacoo, come avviene nelle chiese bizantine e ravennate, di un pulvino,configurato a tronco di piramide rovescia e spesso <strong>la</strong>vorato ad intaglio.Il fusto può essere monolitico o composto da c<strong>il</strong>indri, detti rocchi,sovrapposti e <strong>la</strong> sua forma può assumere molteplici configurazioni(liscia, scana<strong>la</strong>ta, rudentata, tort<strong>il</strong>e, etc.).126


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseCOLLEGIATAChiesa che dispone di un capitolo, ovvero di un collegio dicanonici ad essa addetti.COMPORTAMENTOModo caratteristico di una costruzione di resistere, deformarsied eventualmente dissestarsi fino al crollo a fronte delle sollecitazioniindotte dai propri carichi o da azioni esterne.CONTRAFFORTEStruttura architettonica a pianta generalmente quadrango<strong>la</strong>re,addossata trasversalmente al muro esterno di un edificio con funzionedi sostegno e controspinta. In un impianto p<strong>la</strong>nimetrico a più navatepuò essere sormontato da un arco rampante, che assolve <strong>il</strong> medesimocompito re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> navata centrale.COPERTURAE’ spesso costituita da un’orditura principale a capriate lignee,su cui si innesta un’orditura secondaria anch’essa lignea consovrastante listel<strong>la</strong>tura e manto in coppi; tali elementi spesso non sonoben collegati tra di loro. L’orditura di co<strong>per</strong>tura può essere <strong>la</strong>sciata avista nell’au<strong>la</strong> o essere ce<strong>la</strong>ta da un cassettonato (motivo decorativocostituito da serie rego<strong>la</strong>ri di piani ribassati ripartiti da incavi, detticassettoni o <strong>la</strong>cunari, che seguono <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o dell'orditura principale deisoffitti piani o voltati). Esternamente, lungo le pareti <strong>per</strong>imetrali, lefalde di co<strong>per</strong>tura possono concludersi con doccioni, elementi inaggetto, funzionali al convogliamento dell'acqua piovana dal<strong>la</strong>grondaia al pluviale o canale di scarico, spesso model<strong>la</strong>ti in forma difigura grottesca, umana o animale.CORDOLOElemento costruttivo orizzontale, facente parte dello spessoredei muri.CORNICETerzo elemento del<strong>la</strong> trabeazione, ne costituisce <strong>la</strong> parte piùsporgente, sotto <strong>il</strong> tetto; più comunemente membratura architettonica in127


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chieser<strong>il</strong>ievo che serve a coronare <strong>la</strong> parte su<strong>per</strong>iore di un muro; nelle artifigurative è detta così <strong>la</strong> fascia dipinta o model<strong>la</strong>ta che inquadra undipinto.CORNICIONEGrossa cornice aggettante a più modanature, dispostaorizzontalmente a coronamento del<strong>la</strong> facciata di un edificio.COROArea del<strong>la</strong> chiesa che originariamente era riservata ai cantori,solitamente ubicata presso <strong>il</strong> presbiterio (chiese <strong>per</strong>tinenti unmonastero) o l'abside (chiese seco<strong>la</strong>ri). In quest’area sono usualmenteconcentrate alcune delle o<strong>per</strong>e d’arte più significative dell’edifici. E’generalmente arredata con un grande leggio <strong>per</strong> i corali ubicato in zonacentrale e si dispongono in f<strong>il</strong>e simmetriche lungo i muri <strong>la</strong>terali delcoro su un podio, una o più f<strong>il</strong>e di sed<strong>il</strong>i, detti stalli, realizzati in legnocon spalliera e braccioli riccamente decorati e dotati di misericordia(menso<strong>la</strong> fissa del sed<strong>il</strong>e rialzab<strong>il</strong>e <strong>per</strong> consentire l'appoggio a chi restaa lungo in piedi). A partire dal XIV secolo con questo termine siintende <strong>la</strong> zona intorno all'altare maggiore.CRIPTAAmbiente che accoglie <strong>la</strong> sepoltura di santi e martiri, talvolta artico<strong>la</strong>toin più vani e gallerie di collegamento, di frequente con co<strong>per</strong>turevoltate. Generalmente posto sotto <strong>la</strong> zona del presbiterio (che <strong>per</strong> talemotivo può essere rialzata rispetto al<strong>la</strong> quota delle navate) <strong>la</strong> criptanelle fasi storiche più recenti si è progressivamente estesa, fino aformare chiese ad una o più navate al di sotto dell'edificio di cultoprincipale.CUPOLAForma partico<strong>la</strong>re di co<strong>per</strong>tura voltata che è usualmenteimpostata su una struttura poligonale o circo<strong>la</strong>re (tamburo) ed èsostenuta dal<strong>la</strong> struttura muraria o da pi<strong>la</strong>stri. Nasce idealmente dal<strong>la</strong>rotazione di un arco sull'asse verticale e <strong>per</strong>tanto <strong>la</strong> sua configurazione(emisferica, ribassata, rialzata, archiacuta, paraboloide, ovoide etc.) ère<strong>la</strong>tiva al sesto dell'arco stesso. E' posta su<strong>per</strong>iormente a vani di piantaquadrata, circo<strong>la</strong>re o poligonale, e qualora <strong>la</strong> struttura portante e <strong>la</strong>128


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesecupo<strong>la</strong> abbiano piante diverse <strong>il</strong> raccordo tra loro è garantitodall'interposizione di elementi architettonici in forma di triangolosferico (pennacchi) o di cono (trombe). La cupo<strong>la</strong> può avere unaconfigurazione a calotta o essere strutturata come una volta concostoloni. Una struttura parallelepipeda a base poligonale o circo<strong>la</strong>reco<strong>per</strong>ta a tetto (tiburio) può ce<strong>la</strong>re all'esterno <strong>la</strong> cupo<strong>la</strong>. La chiave divolta del<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong> può essere sostituita da un'edico<strong>la</strong>, detta <strong>la</strong>nterna.DIPINTOComposizione pittorica che può essere realizzata su unamolteplicità di supporti mob<strong>il</strong>i (principalmente tele e tavole lignee) odirettamente sui paramenti murari.EDICOLAStruttura architettonica di piccole dimensioni a forma ditabernacolo, nicchia o tempietto, che generalmente accoglie una statuao un dipinto.ESTRADOSSOSu<strong>per</strong>ficie esterna del<strong>la</strong> struttura di un arco o di una volta. Iltermine si contrappone ad intradosso.FACCIATAPannello murario, sul quale si apre l’ingresso principale, chepresenta usualmente nel<strong>la</strong> parte alta un timpano ed è concluso da uncornicione di coronamento. Il pannello di facciata è collegato allepareti <strong>la</strong>terali; nel caso di chiese con au<strong>la</strong> a tre navate, anche parte del<strong>la</strong>navata centrale entra a far parte del macroelemento. Lo stesso dicasi<strong>per</strong> parte delle volte, nel caso di aule con co<strong>per</strong>tura voltata.FINESTRASi aprono sull'intero <strong>per</strong>imetro murario con dimensioni, passo econfigurazioni strettamente legate al<strong>la</strong> fase st<strong>il</strong>istica. Possono esserecon unica a<strong>per</strong>tura (f. monofora), suddivise verticalmente in due partiuguali da una colonnina o un pi<strong>la</strong>strino (f. bifora), a tre luci separate dadue colonnine o es<strong>il</strong>i pi<strong>la</strong>strini (f. trifora), ripartite rego<strong>la</strong>rmente in piùaree da arcatelle poggiate su colonnine o pi<strong>la</strong>strini (f. polifora). Sonousualmente chiuse da vetri trasparenti ma, a partire dall'età gotica,129


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiesequesti possono essere sostituiti da grandiosi apparati decorativirealizzati in tasselli vitrei multicolori (vetrate).FONTE BATTESIMALEFRONTONEVasca contenente l’acqua <strong>per</strong> <strong>il</strong> rito battesimale.Elemento architettonico triango<strong>la</strong>re che può caratterizzare inchiave monumentale <strong>la</strong> facciata. Definito <strong>per</strong>imetralmente da unacornice sporgente che racchiude al centro <strong>il</strong> timpano, può presentarealle estremità elementi scultorei decorativi.GUGLIAElemento architettonico di forma piramidale, poligonale oconica, posto a coronamento di strutture verticali come campan<strong>il</strong>i,torri, contrafforti. E' costituita da una parte inferiore, detta corpo, e daquel<strong>la</strong> soprastante di forme piramidale, detta gigante. In apparenzadecorativa <strong>la</strong> guglia ha funzione strutturale <strong>per</strong>ché contribuisce, conl'aumento del peso sui ritti, a contenere le spinte trasversali. Può ancheessere detta cuspide o pinnacolo.INTRADOSSOSu<strong>per</strong>ficie interna concava di un arco o di una volta. E' anchedetto sottarco, imbotte o centina.LANTERNAPicco<strong>la</strong> edico<strong>la</strong> in <strong>la</strong>rga parte finestrata a pianta circo<strong>la</strong>re opoligonale. Sim<strong>il</strong>e ad un’edico<strong>la</strong> (tempietto) può trovarsi al<strong>la</strong> sommitàdel<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong> ed è spesso conclusa da una picco<strong>la</strong> cupo<strong>la</strong> in asse con <strong>la</strong>prima.LESENANel<strong>la</strong> sua forma più semplice è un pi<strong>la</strong>stro appena sporgentedal<strong>la</strong> parete stessa, che può essere decorato da capitello e baseassumendo <strong>la</strong> foggia di semipi<strong>la</strong>stro o semicolonna. A differenza del<strong>la</strong>parasta, ha funzione esclusivamente decorativa <strong>per</strong> spezzare estesesu<strong>per</strong>fici ed animarne l'effetto monotono.130


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseMACROELEMENTOParte costruttivamente riconoscib<strong>il</strong>e e compiuta del manufatto,che può coincidere, ma non necessariamente coincide, con una parteidentificab<strong>il</strong>e anche sotto l’aspetto architettonico e funzionale (es.facciata, abside, cappelle). Si intende quindi <strong>la</strong> parte ed<strong>il</strong>izianell’ambito del<strong>la</strong> quale e’ osservab<strong>il</strong>e e compiutamente descrivib<strong>il</strong>e uncomportamento unitario e riconoscib<strong>il</strong>e nei meccanismi di insieme aseguito delle azioni sismiche.MATRONEOGalleria sovrastante le navate <strong>la</strong>terali che si affaccia sul<strong>la</strong> navatacentrale.MECCANISMOModello di rappresentazione cinematica con cui si interpreta e sidescrive <strong>il</strong> comportamento al sisma di una parte strutturale unitaria(denominata macroelemento) e <strong>il</strong> danno conseguente.NARTECEPortico addossato al<strong>la</strong> facciata che collega <strong>la</strong> navata conl'esterno del<strong>la</strong> chiesa, ed ha <strong>la</strong> funzione di atrio, stretto e lungo. E’detto anche ardica o esonartece <strong>per</strong> distinguerlo dall’endonartece,collocato all’interno del<strong>la</strong> chiesa ad occupare <strong>la</strong> prima parte dellenavate ed è separato dal<strong>la</strong> chiesa da transenne.NAVATA CENTRALESpazio longitudinale di una chiesa, compreso tra due f<strong>il</strong>e di colonne opi<strong>la</strong>stri o, quando <strong>la</strong> chiesa è ad unica navata, tra due muri. La navatacentrale è più ampia e più alta rispetto alle navate <strong>la</strong>terali, è <strong>il</strong>luminatada finestre sulle pareti (cleristorio) e si conclude all'inizio delpresbiterio o all'incrocio con <strong>il</strong> transetto che, se presente, è postotrasversalmente al<strong>la</strong> navata.NAVATE LATERALISpazio longitudinale di una chiesa compreso tra una fi<strong>la</strong> dicolonne e un muro o, se <strong>la</strong> chiesa è a cinque o più navate, tra due f<strong>il</strong>e dicolonne o pi<strong>la</strong>stri. Le navate <strong>la</strong>terali si distribuiscono simmetricamente131


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chieserispetto a quel<strong>la</strong> centrale in una o più coppie e si concludono con unmuro rett<strong>il</strong>ineo o, più di frequente, con absidi. Nelle chiese dall'etàpaleocristiana a quel<strong>la</strong> romanica al di sopra delle navate <strong>la</strong>terali correun loggiato detto galleria, <strong>il</strong>luminato da grandi finestre, che si affacciamediante colonnati sul<strong>la</strong> navata centrale, ed assume una funzionestrutturale di controspinta nei confronti del<strong>la</strong> volta del<strong>la</strong> navatacentrale. Questa galleria nelle bas<strong>il</strong>iche paleocristiane e del primomedioevo è detta matroneo; in fase medievale le sue a<strong>per</strong>ture sul<strong>la</strong>navata centrale assumono <strong>la</strong> configurazione di trifore, da cui <strong>la</strong> nuovadenominazione di triforio, che può anche essere cieco, <strong>per</strong>ché privodel<strong>la</strong> galleria dietro le arcatelle. Nelle chiese medievali le navate<strong>la</strong>terali possono prolungarsi oltre <strong>il</strong> transetto, evolvendo in un corridoiodetto ambu<strong>la</strong>cro o deambu<strong>la</strong>torio, che avvolge <strong>il</strong> coro e diviene di fattoun'intercapedine <strong>per</strong>corrib<strong>il</strong>e tra questo e le pareti dell'abside, dove visi possono aprire cappelle disposte radicalmente; quest’area è anchedetta capocroce.NERVATURACosto<strong>la</strong> o risalto di una struttura architettonica in grado diresistere alle sollecitazioni di flessione. Se visib<strong>il</strong>e all'esterno, come nelcaso dei pi<strong>la</strong>stri a fascio polist<strong>il</strong>o o delle volte, diviene un motivoarchitettonico.PARASTAPi<strong>la</strong>stro di sostegno a prof<strong>il</strong>o piatto (talvolta scana<strong>la</strong>to)leggermente sporgente dal<strong>la</strong> parete. Funge da irrigidimento strutturaledelle pareti del<strong>la</strong> navata unica, ovvero dei pi<strong>la</strong>stri di separazione tranavata centrale e <strong>la</strong>terale e può riportare le forme degli ordini c<strong>la</strong>ssici.Da non confondere con le lesene che hanno solo scopi decorativi.PARETI LATERALICostituite da pannelli murari piani di forma rettango<strong>la</strong>re, sonocollegate <strong>la</strong>teralmente al<strong>la</strong> facciata e all’arco trionfale ed in sommitàal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, che nel<strong>la</strong> quasi totalità dei casi presenta un’ordituraprimaria realizzata con capriate. Spesso un’azione di contrasto è svoltaanche dalle cappelle <strong>la</strong>terali, presenti in molte chiese.132


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChiesePIANTAE' possib<strong>il</strong>e individuare alcuni tipi di pianta che connotanol'edificio di culto: centrale (dove ogni punto dell'edificio è simmetricodi un altro rispetto al centro), longitudinale (edificio simmetricorispetto all'asse centrale che corrisponde al<strong>la</strong> massima dimensione del<strong>la</strong>costruzione) e cruciforme (con pianta a croce, <strong>la</strong>tina se un asse èmaggiore dell'altro, o a croce greca se gli assi hanno ugualedimensione).PIEDRITTODenominazione generica di tutte le strutture verticali portanti(pi<strong>la</strong>stri, colonne, paraste ecc.) su cui poggiano architravi, archi ovolte.PILASTROElemento architettonico di sostegno di archi, volte, architravi, asezione quadrango<strong>la</strong>re, circo<strong>la</strong>re, cruciforme, a fascio.PINNACOLOPicco<strong>la</strong> guglia che funge da elemento terminale di un arcorampante o si pone a <strong>la</strong>to di una cuspide.PORTALEPorta esterna del<strong>la</strong> chiesa, partico<strong>la</strong>rmente ampia, di frequentemonumentale e riccamente decorata.PRESBITERIOCampata del<strong>la</strong> chiesa che, ove presente, è posta tra l’abside el’arco trionfale e costituisce l’elemento di connessione fra l’abside el’au<strong>la</strong>. Fra le due parti costruttive esiste una sostanzialedifferenziazione in termini geometrici, costruttivi (si pensi ad esempioal<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura) e in ultima analisi, anche nei meccanismi cheinsorgono, tanto da far ritenere <strong>il</strong> comportamento del presbiterio piùsim<strong>il</strong>e, anche se non identico, a quello dell’au<strong>la</strong>.133


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChiesePROTIROPiccolo portico con configurazione a cuspide e co<strong>per</strong>turavoltata, posto a protezione e co<strong>per</strong>tura dell'ingresso principale di unachiesa, usualmente sorretto da colonne e a<strong>per</strong>to sui <strong>la</strong>ti.PULPITOTribuna o palco sopraelevato, in marmo, pietra o legno,collocato fuori del presbiterio e destinato al<strong>la</strong> predicazione.ROSONEGrande a<strong>per</strong>tura circo<strong>la</strong>re a raggiera posta in alto, sulle facciatadel<strong>la</strong> chiesa, in asse con <strong>il</strong> portale d'ingresso.SACRESTIALuogo annesso al<strong>la</strong> chiesa, situato <strong>per</strong> lo più a fianco dell'altaremaggiore, in cui si preparano le funzioni e si conservano gli arredisacri. Può essere ubicata in un corpo ed<strong>il</strong>izio del tutto autonomodall’edificio del<strong>la</strong> chiesa ed adiacente a questo.SPERONERisalto murario usualmente presente lungo i muri <strong>per</strong>imetrali<strong>per</strong> contrastare le spinte.TAMBUROStruttura muraria a sv<strong>il</strong>uppo circo<strong>la</strong>re o poligonale, sul<strong>la</strong> qualesi imposta <strong>la</strong> cupo<strong>la</strong> <strong>per</strong> raccordare <strong>la</strong> calotta e i piedritti.TIBURIOStruttura muraria c<strong>il</strong>indrica o poligonale che può racchiudere <strong>la</strong>cupo<strong>la</strong>. Generalmente è co<strong>per</strong>to da un tetto a spioventi è può essereconcluso da una <strong>la</strong>nterna.TIMPANOSpazio triango<strong>la</strong>re o curvo posto su<strong>per</strong>iormente ad una nicchia,ad una cappel<strong>la</strong>, al<strong>la</strong> facciata di una chiesa.134


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseTRABEAZIONEL'insieme degli elementi orizzontali di un sistema tr<strong>il</strong>itico,poggianti su mensole aggettanti, colonne, pi<strong>la</strong>stri o piedritti. Latrabeazione è composta, nel<strong>la</strong> sua interpretazione c<strong>la</strong>ssica dal bassoverso l'alto, dall'architrave o epist<strong>il</strong>io, elemento architettonicoorizzontale poggiato sugli elementi verticali di sostegno (colonne opi<strong>la</strong>stri), dal fregio, che costituisce usualmente <strong>il</strong> motivo ornamentalepartico<strong>la</strong>rmente ricco di decorazioni, e dal<strong>la</strong> cimasa, sporgente dal<strong>la</strong>trabeazione con modanatura a go<strong>la</strong> rovescia.TRANSETTOPresente nelle chiese a pianta longitudinale, è una navata, , chesi dispone trasversalmente all’au<strong>la</strong> o alle navate longitudinaliprincipale del<strong>la</strong> chiesa che in tal modo assume <strong>la</strong> forma di croce <strong>la</strong>tina..In corrispondenza di tale intersezione si colloca, ove esistente, <strong>la</strong>cupo<strong>la</strong>. Il transetto può essere costituito da più navate ed essereabsidato.VOLTAStruttura architettonica che separa l’au<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> struttura dico<strong>per</strong>tura e consente di scaricare <strong>la</strong>teralmente le spinte, contenendolenei suoi appoggi. I tipi più frequenti sono le volte a botte, a tutto sestoo pieno centro, a sesto acuto o ogivale, a ve<strong>la</strong>, ma vi è un'ampiagamma di volte complesse derivanti dall'intersezione dei tipi semplici.La volta può essere realizzata in <strong>la</strong>terizi posti in foglio o di coltello e inalcuni casi in arelle e gesso e si può appoggiare su peducci, elementiarchitettonici <strong>la</strong>pidei aggettanti dal<strong>la</strong> parete, talvolta in forma dicapitello pens<strong>il</strong>e.135


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseBIBLIOGRAFIAF. Doglioni, A. Moretti e V. Petrini (1994), Le chiese e <strong>il</strong> terremoto- Dal<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>ità constatata nel terremoto del Friuli almiglioramento antisismico nel restauro, verso una politica diprevenzione, Trieste: Edizioni LINT;<strong>Regione</strong> Em<strong>il</strong>ia Romagna, Gruppo Nazionale <strong>per</strong> <strong>la</strong> Difesa daiTerremoti (CNR), Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico (CNR)(1995), Archivio delle chiese danneggiate dal terremoto del 1987-Province di Modena e Reggio Em<strong>il</strong>ia, CD-Rom;P. Angeletti, M. Ferrini e S. Lagomarsino (1997), R<strong>il</strong>ievo evalutazione del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>ità sismica delle chiese: un esempio inLunigiana e Garfagnana, Palermo, Atti del 8° Convegno NazionaleL’Ingegneria Sismica in Italia;S. Lagomarsino (1998), Sicurezza e Conservazione delle chiese inzona sismica, G.N.D.T; S. Lagomarsino, S. Brun, S. Giovinazzi, C. Idri, A. Penna, S.Podestà, S. Resemini, B. Rossi (1999), Modelli di calcolo <strong>per</strong> <strong>il</strong>miglioramento sismico delle chiese, Atti del 9° ConvegnoNazionale "L'ingegneria sismica in Italia", Torino;S. Papa, M. Severino (2001), Scheda <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo dei beni culturali- danno alle chiese & Meccanismi di danno e di vulnerab<strong>il</strong>ità del<strong>la</strong><strong>scheda</strong> chiese, Dispense del Corso <strong>per</strong> tecnici agib<strong>il</strong>itatoriorganizzato dal Formez <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Regione</strong> Abruzzo, L’Aqui<strong>la</strong>; S. Lagomarsino (2001), Dal r<strong>il</strong>ievo del danno al<strong>la</strong>programmazione degli interventi di recu<strong>per</strong>o delle chiese: <strong>la</strong><strong>scheda</strong> del G.N.D.T. al<strong>la</strong> prova, in Beni storico-artistici eterremoto: l’impegno dell’Università tra formazione e ricerca, (acura di Marisa Da<strong>la</strong>i Em<strong>il</strong>iani), Roma, Edizioni Hortus Conclusus; S. Lagomarsino, S. Podestà, (2002), Progetto SAVE - Allegato C -Task 3, <strong>Manuale</strong> di compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> a 28 meccanismi <strong>per</strong><strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno e del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>ità delle chiese;136


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese<strong>Regione</strong> Molise Struttura Commissariale post – sisma (2002), Il<strong>per</strong>corso del<strong>la</strong> ricostruzione – Sisma Molise 2002;AA.VV. (2003), Monumenti e Terremoti. Nuove es<strong>per</strong>ienze dianalisi di vulnerab<strong>il</strong>ità – <strong>per</strong>icolosità sismica, Risultati delprogramma ENEA-MIUR, Roma;<strong>Regione</strong> <strong>Toscana</strong>. Direzione generale delle politiche territoriali eambientali. Settore servizio sismico regionale (2003), Edifici inmuratura in zona sismica. R<strong>il</strong>evamento delle carenze strutturali.<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione delle schede delle carenze;G. Cifani, A. Lemme, G. Cialone, A. Martinelli (2004), Lineeguida preliminari <strong>per</strong> gli interventi di riparazione del danno emiglioramento sismico <strong>per</strong> gli edifici di culto e monumentali,approvate con Decreto del Presidente del<strong>la</strong> <strong>Regione</strong> MoliseCommissario Delegato n.26 del 9 marzo 2004 in BollettinoUfficiale <strong>Regione</strong> Molise, Supplemento straordinario n.1 al BURMdel 1.4.04, n.7; E. Curti, A. Ga<strong>la</strong>sco, S. Lagomarsino, S. Parodi, S. Podestà, A.Lazzari (2004), Il terremoto del 11 Apr<strong>il</strong>e 2003 in Piemonte: unnuovo modello <strong>per</strong> <strong>la</strong> stima dei costi <strong>per</strong> <strong>la</strong> riparazione e <strong>il</strong>miglioramento sismico delle chiese, Atti dell’XI ConvegnoNazionale "L'ingegneria sismica in Italia", Genova;Ministero <strong>per</strong> i Beni e le Attività Culturali (2005), RimarcandoBollettino Direzione Regionale <strong>per</strong> i beni culturali e paesaggisticidelle Marche n. 0, Loreto;G. Cifani, A. Lemme, S. Podestà (2006), Sisma Molise 2002: BeniMonumentali e Terremoto, Roma: Dei;F. Doglioni e P. Mazzotti (2007), Codice di pratica <strong>per</strong> gliinterventi di miglioramento sismico nel restauro del patrimonioarchitettonico – Integrazioni al<strong>la</strong> luce delle es<strong>per</strong>ienze nel<strong>la</strong><strong>Regione</strong> Marche; A. Lemme, A. Martinelli, S. Podestà (2008), Sisma Molise 2002:dall’emergenza al<strong>la</strong> ricostruzione. Edifici in muratura, Roma: Dei;137


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseS. de Miranda, P.P. Diotallevi, L. Landi, F. Ubertini (2009), Ilsisma del 6 apr<strong>il</strong>e 2009: vulnerab<strong>il</strong>ità e danni riscontrati su edificimonumentali in La prevenzione sismica in Em<strong>il</strong>ia-Romagna, (attidi: Conferenza Regionale “La prevenzione sismica in Em<strong>il</strong>ia-Romagna”), Bologna;L. Mi<strong>la</strong>no (2010), L’Aqui<strong>la</strong>, 6 apr<strong>il</strong>e 2009 - “La prima fase degliinterventi sui beni culturali”, Matera;A. Di Tommaso (2010), Tecniche e materiali appropriati <strong>per</strong> <strong>la</strong>ricostruzione degli edifici storici di culto a l’Aqui<strong>la</strong> dopo i crollidell’apr<strong>il</strong>e 2009;L'Arte Salvata di Legambiente, Dipartimento del<strong>la</strong> ProtezioneCiv<strong>il</strong>e (2010), L'arte salvata in Abruzzo : le attività dei volontari diLegambiente <strong>per</strong> <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> e <strong>la</strong> messa in sicurezza del patrimonioculturale mob<strong>il</strong>e durante l'emergenza sisma, col patrocinio delComando Carabinieri tute<strong>la</strong> patrimonio culturale; Vice-Commissario Delegato <strong>per</strong> <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei beni culturali (2010),Rapporto di consegna (aggiornamento al 28 gennaio 2010), attivitàdel<strong>la</strong> struttura del vice commissario delegato <strong>per</strong> <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei beniculturali a seguito del sisma del 6 apr<strong>il</strong>e 2009 in Abruzzo;Ministero dell’Interno – Corpo Nazionale dei Vig<strong>il</strong>i del Fuoco,Nucleo Coordinamento O<strong>per</strong>e Provvisionali (2010), VademecumSTOP. Schede tecniche delle o<strong>per</strong>e provvisionali <strong>per</strong> <strong>la</strong> messa insicurezza post-sisma da parte dei Vig<strong>il</strong>i del Fuoco;L'Arte Salvata di Legambiente, Dipartimento del<strong>la</strong> ProtezioneCiv<strong>il</strong>e (2011), Il volontario nel<strong>la</strong> salvaguardia del patrimonioculturale dai rischi naturali, <strong>Manuale</strong> tecnico di interventodedicato al<strong>la</strong> salvaguardia dei beni culturali in caso di ca<strong>la</strong>mitànaturali;Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio2011 “Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonioculturale con riferimento alle norme tecniche <strong>per</strong> le costruzioni dicui al decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti del14 gennaio 2008”, pubblicata in G.U. n. 47 del 26/2/2011 S.O. n.54;138


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese A. Lionello, Ministero <strong>per</strong> i Beni e le Attività Culturali (2011),Tecniche costruttive, dissesti e consolidamenti dei campan<strong>il</strong>i diVenezia, Venezia;S. Podestà, Il r<strong>il</strong>ievo del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>ità e del danno sismico allechiese. - una metodologia <strong>per</strong> <strong>la</strong> valutazione del<strong>la</strong> vulnerab<strong>il</strong>itàdegli edifici storici: La “Scheda chiese” del Gruppo NazionaleDifesa dai Terremoti;139


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, ChieseLa <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali – Chiese –Modello A-DC140


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese141


142<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese143


144<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese145


146<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese


<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese147


148<strong>Manuale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>scheda</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo del danno ai beni culturali, Chiese


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