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Come sono cambiate la sopravvivenza e la qualità di vita del ...

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G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 9 Luglio 2008to in un trial clinico 37 . Un follow-up protratto fino a 4anni dal trapianto ha messo in evidenza che i pazientitrattati con everolimus, un farmaco che rallenta <strong>la</strong> progressione<strong>del</strong><strong>la</strong> coronaropatia <strong>del</strong> trapianto rispetto all’azatioprinacome documentato con ultra<strong>sono</strong>grafiaintravasco<strong>la</strong>re 35 , hanno una ridotta probabilità <strong>di</strong> andareincontro ad eventi car<strong>di</strong>ovasco<strong>la</strong>ri 38 . Attualmente èprassi comune personalizzare <strong>la</strong> terapia immunosoppressivain rapporto al<strong>la</strong> storia <strong>di</strong> rigetti e agli effetti indesideratida farmaci nel singolo paziente, anche sequesta personalizzazione si fonda più su un razionaleteorico e sull’esperienza clinica (nonché sui risultati <strong>di</strong>stu<strong>di</strong> condotti nel trapianto <strong>di</strong> altri organi) che su ampiecasistiche <strong>di</strong> trapiantati <strong>di</strong> cuore analizzate con i criteric<strong>la</strong>ssici <strong>del</strong><strong>la</strong> me<strong>di</strong>cina basata sull’evidenza.Mentre le complicanze tipiche dei primi mesi posttrapianto,il rigetto e le infezioni risultano control<strong>la</strong>bilinel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, il paziente trapiantato sitrova nel me<strong>di</strong>o-lungo periodo a fronteggiare <strong>di</strong>versecomplicanze, tra cui le principali <strong>sono</strong> <strong>la</strong> coronaropatia<strong>del</strong> cuore trapiantato, le neop<strong>la</strong>sie e l’insufficienza renale.Anche in questi ambiti è probabile che <strong>la</strong> combinazioneragionata degli immunosoppressori possa limitareil danno e migliorare <strong>la</strong> <strong>qualità</strong> <strong>di</strong> <strong>vita</strong> dei pazienti,tuttavia vi è assoluta carenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici rivolti aisoggetti trapiantati da lungo tempo. Ricor<strong>di</strong>amo comeinteressante eccezione un piccolo stu<strong>di</strong>o randomizzatoche ha documentato una ridotta incidenza <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovasco<strong>la</strong>rinei soggetti con coronaropatia <strong>del</strong> trapiantoconvertiti al<strong>la</strong> terapia con sirolimus rispetto a quelliche hanno mantenuto <strong>la</strong> terapia <strong>di</strong> fondo 39 . Negli ultimianni inoltre <strong>sono</strong> state pubblicate <strong>di</strong>verse esperienzesul<strong>la</strong> fattibilità e i risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> rivasco<strong>la</strong>rizzazione percutaneanel<strong>la</strong> coronaropatia <strong>del</strong> trapianto: a fronte <strong>di</strong>una percentuale <strong>di</strong> successo precoce >90%, il tasso <strong>di</strong>eventi clinici a <strong>di</strong>stanza rimane elevato, come preve<strong>di</strong>bilenel caso <strong>di</strong> ma<strong>la</strong>ttia <strong>di</strong>ffusa come è tipicamente <strong>la</strong>coronaropatia <strong>del</strong> trapianto 40 . La rivasco<strong>la</strong>rizzazionepercutanea rappresenta comunque una terapia percorribile,seppure <strong>di</strong> efficacia limitata, in una quota non trascurabile<strong>di</strong> trapiantati da lungo tempo, altrimenti privi<strong>di</strong> opzioni terapeutiche, data <strong>la</strong> sostanziale non praticabilità<strong>del</strong> bypass coronarico nel<strong>la</strong> maggioranza dei casie le limitate possibilità <strong>di</strong> ritrapianto.Il presente e il futuro <strong>del</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore:considerazioni conclusiveLa cronica <strong>di</strong>screpanza tra donatori e potenziali riceventi<strong>del</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore sembra acuirsi nel periodoattuale. Contemporaneamente, aumentano le cure <strong>di</strong>sponibiliper i pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca. Nerisulta una crescente pressione <strong>del</strong><strong>la</strong> domanda, a fronte<strong>del</strong><strong>la</strong> necessità sempre più stringente <strong>di</strong> selezionare ican<strong>di</strong>dati, allo scopo <strong>di</strong> tute<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>sopravvivenza</strong> <strong>di</strong> lungoperiodo (con o senza il trapianto) dei soggetti concar<strong>di</strong>opatia avanzata. È ipotizzabile nel prossimo futurouna stabilizzazione (intorno a 300/anno nel nostropaese) se non una riduzione dei donatori <strong>di</strong> cuore, per iquali competeranno sempre più potenziali riceventi.Allo stesso tempo, ci si dovrà confrontare con le problematiche<strong>di</strong> lungo periodo dei pazienti trapiantati neglianni precedenti. Gli aspetti critici riguardano:- <strong>la</strong> stratificazione prognostica dei pazienti con insufficienzacar<strong>di</strong>aca avanzata e <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> vantaggioprognostico offerto o meno dal trapianto;- il reperimento, <strong>la</strong> gestione e l’allocazione dei donatori;- lo sviluppo <strong>del</strong><strong>la</strong> chirurgia <strong>di</strong> assistenza al circolo;- le strategie per <strong>la</strong> cura e il follow-up dei pazienti trapiantati.Benché il trapianto possa essere considerato comeuna terapia <strong>di</strong> nicchia (pochi Centri, e, ine<strong>vita</strong>bilmente,pochi pazienti), è evidente come <strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione degliaspetti sopra elencati interessi e debba coinvolgere unnumero molto più elevato <strong>di</strong> soggetti (me<strong>di</strong>ci, societàscientifiche, e, perché no, pazienti, citta<strong>di</strong>ni e politici),affinché non solo gli eccellenti risultati clinici venganomantenuti e se possibile ulteriormente migliorati, maanche perché da questi risultati “<strong>di</strong> pochi e per pochi”nascano ricadute positive <strong>di</strong> cui possano usufruire moltialtri pazienti. Del resto, da sempre <strong>la</strong> prospettiva <strong>del</strong>trapianto è stata vo<strong>la</strong>no per lo sviluppo <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong>cura per lo scompenso avanzato e refrattario (dal trattamentome<strong>di</strong>co all’assistenza meccanica al circolo) <strong>di</strong>cui hanno beneficiato altri pazienti. Va detto che in Italial’attività <strong>di</strong> trapianto è sempre stata non solo strettamenterego<strong>la</strong>mentata dalle istituzioni centrali (Ministero<strong>del</strong><strong>la</strong> Salute e Regioni), ma anche monitorata daiCentri interregionali <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per i trapianticome il NITp e, dal 2000, dal Centro Nazionale Trapianti.Quest’ultimo svolge un’attività sistematica <strong>di</strong>valutazione degli esiti dei trapianti e nell’anno correnteeffettuerà un au<strong>di</strong>t su tutti i Centri <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore<strong>del</strong> paese. Inoltre, dal 2005 è attivo un programma nazionaleper l’allocazione prioritaria <strong>del</strong> cuore in emergenzaai can<strong>di</strong>dati in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>re criticità,secondo un protocollo con<strong>di</strong>viso, i cui risultati farannoparte <strong>del</strong>l’au<strong>di</strong>t.A parere <strong>di</strong> chi scrive, è importante che l’attività <strong>di</strong>monitoraggio si estenda a interessare non solo i pazientitrapiantati ma anche le caratteristiche cliniche e l’outcomedei can<strong>di</strong>dati a trapianto, per costituire un databaseper ricerche multicentriche finalizzate al<strong>la</strong> migliorselezione dei riceventi e, se necessario, per rivedere icriteri <strong>di</strong> allocazione degli organi. Allo stesso tempo,dovrebbe essere interesse <strong>del</strong>le maggiori società scientifichecar<strong>di</strong>ologiche e car<strong>di</strong>ochirurgiche sviluppare unprogramma nazionale per l’assistenza meccanica al circolo,che dovrebbe coinvolgere Centri esperti nel trattamentome<strong>di</strong>co e chirurgico dei pazienti con grave insufficienzacar<strong>di</strong>aca e non solo i Centri abilitati al trapianto,e dovrebbe riguardare gli aspetti clinici, chirurgici,economici e gestionali <strong>di</strong> questa terapia.La cura <strong>del</strong> paziente trapiantato richiede una competenzaspecifica, che dal<strong>la</strong> car<strong>di</strong>ologia clinica si estende468

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