Come sono cambiate la sopravvivenza e la qualità di vita del ...
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G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 9 Luglio 2008Chiave <strong>di</strong> LetturaRagionevoli certezze. Il trapianto <strong>di</strong> cuore si è affermatonel<strong>la</strong> seconda metà degli anni ’80 come terapia efficace peri pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca avanzata o refrattariagrazie a: 1) l’introduzione nell’uso clinico <strong>del</strong><strong>la</strong> ciclosporina;2) <strong>la</strong> messa a punto <strong>del</strong><strong>la</strong> tecnica per l’identificazione infase preclinica <strong>del</strong> rigetto acuto con biopsie endomiocar<strong>di</strong>cheseriate. Da allora ad oggi, i risultati <strong>del</strong> trapianto <strong>sono</strong>migliorati (<strong>sopravvivenza</strong> attesa intorno all’85% a 1 anno,buona autonomia funzionale in più <strong>del</strong>l’80% dei pazienti)nonostante: 1) <strong>la</strong> selezione dei riceventi sempre più rivolta apazienti critici e urgenti, che costituiscono attualmente più<strong>del</strong> 30-50% dei casi; 2) <strong>la</strong> liberalizzazione dei criteri <strong>di</strong> accettazionedei donatori. Il miglioramento dei risultati è dovutosoprattutto a una riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> mortalità a breve termine,mentre rimane costante l’impatto <strong>del</strong>le complicanze<strong>di</strong> lungo periodo, principalmente <strong>la</strong> coronaropatia <strong>del</strong> trapiantoe le neop<strong>la</strong>sie. Rimane e si al<strong>la</strong>rga nel tempo <strong>la</strong> <strong>di</strong>screpanzatra potenziali can<strong>di</strong>dati al trapianto e <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> donatori. L’assistenza meccanica al circolo con sistemiimpiantabili rappresenta l’unica chirurgia attualmente<strong>di</strong>sponibile come ponte o alternativa al trapianto.Questioni aperte. Il bi<strong>la</strong>ncio rischio/beneficio atteso dall’impiego<strong>di</strong> donatori anziani o con caratteristiche <strong>di</strong> rischionon è facilmente preventivabile, sia nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione generalesia nel singolo caso. L’allocazione preferenziale dei donatoriai can<strong>di</strong>dati più urgenti trova giustificazioni clinicheed etiche, ma potrebbe spingersi fino a penalizzare sia i risultati<strong>del</strong> trapianto sia le aspettative <strong>di</strong> altri can<strong>di</strong>dati, per iquali il protrarsi <strong>del</strong>l’attesa potrebbe comportare lo sviluppo<strong>di</strong> danno multiorgano e/o il consolidamento <strong>del</strong>l’ipertensionepolmonare, con conseguente significativo aumento<strong>del</strong> rischio <strong>del</strong> trapianto. Le strategie <strong>di</strong> cura a lungo terminedei riceventi <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore si basano per lo più sustu<strong>di</strong> retrospettivi e sull’esperienza, mancano invece stu<strong>di</strong>prospettici control<strong>la</strong>ti.Le ipotesi. La valutazione multicentrica <strong>del</strong>l’outcome deican<strong>di</strong>dati a trapianto permetterebbe <strong>di</strong>: 1) perfezionare <strong>la</strong>stratificazione prognostica dei pazienti con insufficienzacar<strong>di</strong>aca avanzata; 2) valutare l’opportunità <strong>di</strong> passare dauna co<strong>di</strong>fica semplificata <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> urgenza in lista a unoscore multiparametrico, in analogia con quanto avviene peri can<strong>di</strong>dati a trapianto <strong>di</strong> fegato; 3) valutare l’appropriatezzadei criteri <strong>di</strong> allocazione degli organi e, se necessario odopportuno, sottoporli a una revisione. Stu<strong>di</strong> prospettici randomizzatisul trattamento immunosoppressivo <strong>di</strong> lungo periododei riceventi <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore permetterebbero <strong>di</strong>verificare le reali opportunità offerte dai farmaci attualmente<strong>di</strong>sponibili e dalle loro combinazioni ai fini <strong>di</strong>: 1) minimizzaregli effetti indesiderati più frequenti, come l’ipertensionee l’insufficienza renale; 2) ridurre il rischio <strong>di</strong>eventi car<strong>di</strong>ovasco<strong>la</strong>ri corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> coronaropatia <strong>del</strong> trapianto;3) ridurre l’incidenza <strong>di</strong> neop<strong>la</strong>sie e il loro impattosul<strong>la</strong> <strong>sopravvivenza</strong> a lungo termine.all’allocazione degli organi. Infine, <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione deipazienti trapiantati da lungo tempo, seppure non numerosa,va crescendo nel tempo e presenta nuovi interrogativie problemi che richiedono l’e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> rispostecliniche e <strong>di</strong> strategie gestionali.In questa rassegna si cercherà <strong>di</strong> illustrare gli aspettiessenziali dei cambiamenti sopra riportati e <strong>di</strong> <strong>del</strong>inearele prospettive per il presente e il prossimo futuro.Tabel<strong>la</strong> 1. Elenco dei Centri italiani abilitati al trapianto <strong>di</strong> cuore.RegionePiemonteLombar<strong>di</strong>aVenetoFriuli Venezia GiuliaEmilia RomagnaToscanaLazioAbruzzoPugliaCampaniaSiciliaSardegnaOspedaleI risultati <strong>del</strong> trapianto a brevee a lungo termineOspedale S. Giovanni BattistaMolinette <strong>di</strong> TorinoOspedale Infantile Regina Margherita<strong>di</strong> Torino*A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda<strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>noIRCCS Policlinico S. Matteo <strong>di</strong> PaviaOspedali Riuniti <strong>di</strong> BergamoAzienda Ospedaliera <strong>di</strong> PadovaOspedale Civile Maggiore <strong>di</strong> VeronaA.O. S. Maria <strong>del</strong><strong>la</strong> Misericor<strong>di</strong>a<strong>di</strong> U<strong>di</strong>nePoliclinico S. Orso<strong>la</strong>-Malpighi<strong>di</strong> BolognaOspedali Riuniti <strong>di</strong> SienaA.O. S. Camillo-For<strong>la</strong>nini <strong>di</strong> RomaOspedale Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù<strong>di</strong> Roma*P.O. Clinicizzato SS. Annunziata<strong>di</strong> ChietiP.O. Clinicizzato SS. Annunziata<strong>di</strong> BariA.O. Mona<strong>di</strong> <strong>di</strong> NapoliISMETT <strong>di</strong> PalermoP.O. Civico E Benfratelli <strong>di</strong> Palermo*A.O. V. Emanuele FerrarottoS. Bambino <strong>di</strong> CataniaA.O. G. Brotzu <strong>di</strong> CagliariFonte: sito internet <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong><strong>la</strong> Salute (www.trapianti.ministerosalute.it). *pe<strong>di</strong>atrico.Una <strong>del</strong>le principali fonti <strong>di</strong> informazioni sul trapianto<strong>di</strong> cuore è rappresentata dal registro <strong>del</strong>l’InternationalSociety for Heart and Lung Transp<strong>la</strong>ntation (ISHLT),cui hanno aderito più <strong>di</strong> 300 Centri in tutto il mondo, inprevalenza statunitensi. Si tratta <strong>di</strong> un registro su basevolontaria, pertanto i dati riportati non coprono l’interaattività (neppure quel<strong>la</strong> dei Centri che hanno dato l’adesione);nonostante questo limite, costituisce il databasepiù interessante e ricco <strong>di</strong> informazioni 6 . Sul<strong>la</strong> basedei dati <strong>del</strong>l’ISHLT Registry, i risultati <strong>del</strong> trapianto<strong>sono</strong> migliorati nel corso degli anni: <strong>la</strong> <strong>sopravvivenza</strong> a1 anno è passata dal 79.7% dei trapianti eseguiti nel periodo1982-1991 all’86.8% <strong>di</strong> quelli eseguiti nel periodo2002-giugno 2005, <strong>la</strong> <strong>sopravvivenza</strong> a 3 anni dal71.3% al 79.9% per gli stessi perio<strong>di</strong> (Tabel<strong>la</strong> 2). Questaosservazione è in sintonia con quanto rilevato in casistiche<strong>di</strong> singoli Centri, incluso il nostro 7 , almeno finoal<strong>la</strong> fine degli anni ’90. La United Network for OrganSharing (UNOS), l’organizzazione statunitense peril reperimento e l’allocazione degli organi, riporta i dati<strong>di</strong> 6125 trapianti eseguiti negli Stati Uniti nel periodo1997-2004: <strong>la</strong> <strong>sopravvivenza</strong> a 1 e 5 anni è stata rispettivamente<strong>del</strong>l’87.7% e 72% per i primi trapianti, e<strong>del</strong>l’82.4% e 58.9% per i ritrapianti 8 . Eurotransp<strong>la</strong>nt462