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n°2 - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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Nova et VeteraAnalisi sulla vita della ChiesaN° 2 (2008)Un varco sul fronte dell’Est


<strong>Fraternità</strong><strong>Sacerdotale</strong> SAN PiO XUn’ epoca piena <strong>di</strong> contrastiE<strong>di</strong>torialeNova et Veterarivista esclusivamente onlinewww.sanpiox.itPer essere sempreinformatosulla vita della Chiesasito ufficialed’informazione dellaCasa generalizia(Fraternité <strong>Sacerdotale</strong>Saint Pie X – MenzinghenSvizzera)in francese e inglese:www.<strong>di</strong>ci.orgCentotrentotto <strong>di</strong>gnitari musulmani fanno una proposta mai sentita alPapa: inten<strong>di</strong>amoci sulla base <strong>di</strong> principi fondamentali che abbiamo in comune:«l’amore per l’unico Dio e l’amore per il prossimo». Roma si rallegra. Ma questeparole identiche a quelle del Vangelo rinviano ad una stessa realtà o nascondonoun abisso?Nello stesso tempo il Vaticano promulga il Motu Proprio e conferma la condannadel superiore d’una congregazione ucraina che non vuole <strong>di</strong>ventare ortodossa.A Est come a Ovest, liturgia e dottrina sono intimamente legate.Un gesto missionarioLa RedazioneIl sito <strong>di</strong> DICI tocca decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> lettoriogni mese me<strong>di</strong>ante le sue due riviste DICI e Nouvellesde Chrétienté. Voi stessi ne state approfittando leggendoquesto Nova et Vetera come anche dei lettori del mondointero spesso ben lontano dal nostro pensiero. La consultazione<strong>di</strong> queste riviste è gratuita ma il mantenimentodel sito non lo è! Partecipando, farete opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione della veritàpermettendo una vera conoscenza della Tra<strong>di</strong>zione presso quelli che ne sentonoparlare solamente dai me<strong>di</strong>a.Come?Due possibilità che potete trovare a http://www.<strong>di</strong>ci.org/soutien.php :- <strong>di</strong>rettamente online con PayPal;- con un bonifico bancario: Nome beneficiario: Association CiviromaCo<strong>di</strong>ce IBAN : FR24 3000 2072 3300 0007 9199 Z07Con la nostra viva gratitu<strong>di</strong>ne.SOMMARIONel cuore del <strong>di</strong>battito interreligioso ...................................................................................................... 3Tutte le religioni hanno lo stesso Dio ? ................................................................................................... 4Don François KnittelI frutti della crociata del Rosario per la Messa ....................................................................................... 8Mons. Bernard FellayUn varco sul fronte dell’Est ................................................................................................................... 11Intervista con Don John JenkinsLa <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat d’Ucraina ................................................................................................... 16Don Arnaud Sélégnyprima <strong>di</strong> copertina : La Vergine O<strong>di</strong>gitria, seconda metà del XVII secolo. Scuola Bielorussa, Cattedrale <strong>di</strong> Minsk


•Nel cuore del <strong>di</strong>battito interreligiosoL’11 ottobre scorso, 138 responsabilimusulmani hanno inviato undocumento <strong>di</strong> 29 pagine al Papa, all’arcivescovoanglicano <strong>di</strong> Canterburye alle principali autorità ortodossee protestanti. Questa lungalettera, composta dall’Istituto reale<strong>di</strong> Giordania per il pensiero islamico,è stata sottoscritta dai granMufti d’Egitto, <strong>di</strong> Palestina, dell’Oman,<strong>di</strong> Giordania, <strong>di</strong> Siria, dellaBosnia e della Russia, nonché danumerosi imam e intellettuali sunniti,sciiti e sufi dei cinque continenti.Vi si possono leggere le seguenti<strong>di</strong>chiarazioni: «L’avvenire e la pacedel mondo <strong>di</strong>pendono dal <strong>di</strong>alogoe dalla comprensione reciprocatra l’Islam e il Cristianesimo. Unaparola comune fra Noi e Voi».«Trovare un terreno d’intesa frale due gran<strong>di</strong> religioni non è soloquestione <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo ecumenicofra capi religiosi, poiché Cristianie Musulmani insieme costituisconopiù della metà della popolazionemon<strong>di</strong>ale. Senza pace e giustizia traqueste due comunità religiose nonpuò esserci una pace significativanel mondo», aggiunge il documento.I suoi autori affermano che «Labase per questa pace e comprensioneesiste già. Fa parte dei principiveramente fondamentali <strong>di</strong> entrambele fe<strong>di</strong>: l’amore per l’unico Dio el’amore per il prossimo».Ricordando l’esistenza del «terribilearmamento del mondo moderno»e il fatto che oggi «Cristianie Musulmani sono interconnessiovunque mai come ora», i firmatariritengono «che nessuna parte puòvincere unilateralmente». E continuano<strong>di</strong>cendo: «Come musulmani,noi <strong>di</strong>ciamo ai Cristiani che nonsiamo contro <strong>di</strong> loro e che l’Islamnon è contro <strong>di</strong> loro – a meno cheloro non intraprendano la guerracontro i Musulmani a causa dellaloro religione, li opprimano e li privinodelle loro case».Il car<strong>di</strong>nale Jean-Louis Tauran,Presidente del Pontificio Consiglioper il Dialogo Interreligioso, parlandoalla Ra<strong>di</strong>o Vaticana, ha salutatoquesta iniziativa dei musulmanicon queste parole: «Questo testoè un avvicinamento spirituale nel<strong>di</strong>alogo interreligioso, che io chiamerei<strong>di</strong>alogo delle spiritualità. Imusulmani e i cristiani devono risponderealla stessa domanda: nellatua vita, Dio è veramente l’Unico?».Sulla questione relativa a ciò chei responsabili delle <strong>di</strong>fferenti religionidovrebbero fare per impe<strong>di</strong>re<strong>di</strong> legare la religione alla violenza, ilprelato romano ha suggerito <strong>di</strong> invitarei fedeli «ad aderire ai tre convincimentiespressi in questa lettera:Dio è unico, Egli ci ama e noidobbiamo amarlo».Alla fine del mese <strong>di</strong> ottobre, ilPontificio Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Arabi e<strong>di</strong> Islamologia (PISAI) ha definitola lettera dei musulmani un «avvenimentoaltamente significativoche non potrà passare sotto silenzio».In un commento firmato dalRettore dell’Istituto, il Padre MiguelÁngel Ayuso Guixot, dal Direttoredegli stu<strong>di</strong>, il Padre EtienneRenaud, e dai professori MichelLagarde, Valentino Cottini e FelixPhiri, il PISAI si <strong>di</strong>chiara sensibile«alla reale attenzione manifestatadai firmatari <strong>di</strong> questa lettera neiconfronti del riferimento capitaleche fonda l’altro, sia esso giudeo ocristiano, e cioè il doppio comandamentodell’amore per Dio e per ilprossimo, nel Deuteronomio e nelVangelo <strong>di</strong> Matteo».I membri del PISAI affermano<strong>di</strong> aver apprezzato il modo con cuigli autori del testo, in quanto musulmani,vedono in questi due comandamentila medesima definizionedella propria identità. Essinon lo fanno, sottolineano, «né percompiacenza, né per politica, ma,in verità, unicamente a partire dallaloro proclamazione dell’unicità <strong>di</strong>vina,perno della fede musulmana».L’accettazione ra<strong>di</strong>cale dell’unicità<strong>di</strong>vina, in effetti, «è una delleespressioni più autentiche dell’amoredovuto solo a Dio» e «l’amore perDio è in<strong>di</strong>ssociabile dall’amore peril prossimo».E concludono: «Un tale documentoci incoraggia a proseguirenel nostro impegno perché la <strong>di</strong>versitàdelle nostre lingue e dei nostricolori, e cioè le nostre profonde <strong>di</strong>fferenzeculturali, lungi dall’impegnarcinel sospetto, nella sfiducia,nel <strong>di</strong>sprezzo e nella <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a, comespesso s’è verificato nella storiadei nostri rapporti e come è sempreil caso nel mondo o<strong>di</strong>erno, sianopercepite come segni per coloroche sanno, cioè come una misericor<strong>di</strong>aproveniente da Dio».Come si può constatare, in questoscambio tra cattolici e musulmanil’unicità <strong>di</strong> Dio è messa in primopiano come punto comune alledue religioni. La lettera dei granMufti parla «dell’amore per l’unicoDio» il car<strong>di</strong>nale risponde: «I musulmanie i cristiani devono risponderealla stessa domanda: nella tuavita, Dio è veramente l’Unico?» e imembri del PISAI aggiungono che«la proclamazione dell’unicità <strong>di</strong>vina(è il) perno della fede musulmana».Qui abbiamo riportato il testodella conferenza tenuta da DonFrançois Knittel nel corso dell’ultimaUniversità d’Estate della <strong>Fraternità</strong><strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X a Saint-Malo, nelquale egli risponde in maniera moltochiara alla questione che è al centrodel <strong>di</strong>battito interreligioso: Tuttele religioni hanno lo stesso Dio?


Nova et Vetera Nº 22008Tutte le religionihanno lo stesso Dio?«Cristiani e musulmani, abbiamomolte cose in comune, come credentie come uomini. (…) Noi cre<strong>di</strong>amo nellostesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente,il Dio che crea i mon<strong>di</strong> e porta le suecreature alla loro perfezione»: così parlavail papa Giovanni Paolo II allapresenza dei giovani marocchininell’agosto del 1985 . In sostanza,egli riprendeva in quella occasionela sua <strong>di</strong>chiarazione alla comunitàgiudaica <strong>di</strong> Magonza sul tema del<strong>di</strong>alogo giudaico-cattolico: «Non sitratta soltanto…, (…) ma prima <strong>di</strong> tuttodel <strong>di</strong>alogo tra le due religioni, che -con l’islam - poterono donare al mondola fede nel Dio unico e ineffabile che ciparla, e lo vogliono servire a nome <strong>di</strong>tutto il mondo» .Sembra dunque che, a sentireil Pontefice, cristianesimo, giudaismoe islamismo adorino lo stessoDio ! Possiamo dedurne che tuttele religioni adorano lo stesso Dio?La pratica delle riunioni interreligioseper la pace, <strong>di</strong> cui la primafu organizzata ad Assisi nell’ottobredel 1986, sembra accre<strong>di</strong>tarnel’idea.Nessun dubbio che una taledottrina, sostenuta da una praticatanto esplicativa, <strong>di</strong> primo acchitoappaia seducente ai nostri contemporanei.Ma resiste al semplicebuon senso (I) e alla fede cattolica(II)? È quello che ci proponiamo<strong>di</strong> esaminare, prima <strong>di</strong> risponderead alcune obiezioni (III).1. Il buon sensoSull’onda del desiderio <strong>di</strong> unitàe per porre un termine alla lottasenza fine tra la verità e gli errori,molti dei nostri contemporaneisi son fatti un’idea della veritàa loro misura. Nessuno potrebbe1 Giovanni Paolo II, Incontro con igiovani musulmani nello sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong>Casablanca, 19 agosto 1985.2 Giovanni Paolo II, Incontro con lacomunità ebraica <strong>di</strong> Magonza, 17novembre 1980.possedere la verità tutta intera. Ineffetti, ognuno sarebbe in possesso<strong>di</strong> un aspetto della verità. Il che,nel dominio religioso, si traduce inquesti termini: tutte le religioni ciparlano <strong>di</strong> Dio, ma da punti <strong>di</strong> vista<strong>di</strong>versi e complementari.1.1 Negazione del principio <strong>di</strong>non contrad<strong>di</strong>zioneOra, ammettere questo significaabolire ogni comprensione eogni <strong>di</strong>scorso, poiché: o queste veritàparziali non sono contrad<strong>di</strong>ttoriee si completano per fornirciuna conoscenza più approfon<strong>di</strong>tadella realtà, o sono contrad<strong>di</strong>ttoriee quin<strong>di</strong> una delle due è falsa.Due affermazioni relative allastessa cosa considerata da due punti<strong>di</strong> vista <strong>di</strong>fferenti, possono esserevere entrambe. Per contro, dueaffermazioni <strong>di</strong>ametralmente oppostesu una stessa cosa consideratada un unico punto <strong>di</strong> vista nonpotrebbero essere entrambe vere:una è certamente falsa.Facciamo un esempio concreto.Se io affermo che la mia auto è beigee il mio interlocutore sostieneche si tratta <strong>di</strong> una Clio, è possibilissimoche abbiamo entrambi ragione.Di contro, se io affermo chela mia auto è beige e il mio interlocutoresostiene che non lo è, uno <strong>di</strong>noi due ha sicuramente torto.•Don François Knittel1.2 Le religioni in generaleOra, cosa osserviamo tra le <strong>di</strong>versereligioni? Esse si contrappongonoin maniera contrad<strong>di</strong>ttoria sudei punti essenziali delle rispettivedottrine.Il Padre Garrigou-Lagrange loconstatava molto semplicemente:«Tra le <strong>di</strong>verse religioni vi sono contrarietàe contrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vario tipo:a) Quanto alle verità dacredere: tra politeismo, panteismo,monoteismo ; così in relazione alla<strong>di</strong>vinità <strong>di</strong> Gesù Cristo, ammessadal cristianesimo e rifiutata dalgiudaismo e dall’islamismo; così anchesull’infallibilità della Chiesa riconosciutadai cattolici e rifiutatadai protestanti.b) Quanto ai precetti: la poligamiae il <strong>di</strong>vorzio, che sono permessiin numerose religioni e proibitiin altre, non possono essere simultaneamenteleciti e illeciti in circostanzeidentiche.c) Quanto al culto: certiculti sono puri e onesti, altri sono intrinsecamenteinumani e <strong>di</strong>sonesti.È ingiurioso <strong>di</strong>re che Dio considererebbecon lo stesso tenore tutte le religioni,quella che insegna la veritàe l’altra che insegna l’errore, quellache promette il bene e l’altra che prometteil male. Dire questo significa<strong>di</strong>re che Dio sarebbe in<strong>di</strong>fferente albene e al male, all’onestà e alla <strong>di</strong>sonestà» .3 «Adest inter <strong>di</strong>versas religiones contrarietaset contra<strong>di</strong>ctio multipliciter : a) quoad veritatescredendas, inter polytheismum, pantheismum,monotheismum ; item prout admittiturin christianismo <strong>di</strong>vinitas Jesu Christi quærejicitur a judaismo et islamismo ; item proutagnoscitur infallibilitas Ecclesiæ catholicæaut e contra rejicitur a protestantibus. — b)quoad præcepta, polygamia et <strong>di</strong>vortium, quæin multis religionibus permittuntur, et in aliisprohibentur, non possunt esse simul licita etillicita in iisdem circumstantiis. — c) quoadcultum, alii cultus sunt puri et honesti, aliivero secundum se inhumani et libi<strong>di</strong>nosi. —Injuriosum est Deo <strong>di</strong>cere, Deum æquo animorespicere omnes religiones, quarum una verum,altera falsum edocet, quarum una bonum,altera malum promovet. Hoc est <strong>di</strong>cere, Deumin<strong>di</strong>fferenter se habere ad verum et falsum, adhonestum et inhonestum.» (Reginald Garrigou-Lagrangeop, De Revelatione,


•Tutte le religione hanno lo stesso Dio?La semplice riflessione e il buonsenso ci <strong>di</strong>cono che le religioni hannodei dogmi fondamentali contrad<strong>di</strong>ttorie inconciliabili tra loro.Esaminiamo la cosa più particolarmenteper l’islam e il giudaismo.1.3 L’islamChe pensa l’islam <strong>di</strong> alcuni puntifondamentali della fede cattolica ?• La Trinità: «Sono certamente miscredentiquelli che <strong>di</strong>cono: “In veritàDio è il terzo <strong>di</strong> tre”. Mentre non c’è Dioall’infuori del Dio Unico!» ; «Non <strong>di</strong>te“Tre”, smettete! Sarà meglio per voi. InveroAllah è un <strong>di</strong>o unico. Non si ad<strong>di</strong>cealla sua gloria avere un figlio» .• L’Incarnazione: «In verità, perDio Gesù è simile ad Adamo che Eglicreò dalla polvere, poi <strong>di</strong>sse: “Sii” ed eglifu.» «Dicono: “Allah Si è preso un figlio”.Avete detto qualcosa <strong>di</strong> mostruoso.Manca poco che si spacchino i cieli,si apra la terra e cadano a pezzi lemontagne, perché attribuiscono un figlioal Compassionevole. Non si ad<strong>di</strong>ceal Compassionevole, prenderSi un figlio.» .• La Crocifissione e la Redenzione:«<strong>di</strong>ssero: “Abbiamo ucciso il MessiaGesù figlio <strong>di</strong> Maria, il Messaggero<strong>di</strong> Dio!” Invece non l’hanno né ucciso nécrocifisso, ma così parve loro. Coloro chesono in <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a a questo proposito, restanonel dubbio: non hanno altra scienzae non seguono altro che la congettura.Per certo non lo hanno ucciso ma Allahlo ha elevato fino a Sé.» .Ecco delle dottrine ben in contrad<strong>di</strong>zionecon la fede cattolica.Come potrebbero condurci all’adorazionedello stesso Dio?Il Prof. Roger Arnaldez lo sottolineaquando, parlando del monoteismoscrive:«Sotto il nome <strong>di</strong> monoteismo èframmisto <strong>di</strong> tutto. Che vi sia un soloDio sono in molti a crederlo. La que-Paris, Gabalda, 1921, t. 2, p. 437).4 Cfr. Courrier de Rome-Si si no no,n° 326, giugno 1992, pp. 1-7.5 Corano, Sura 5, versetto 73.6 Corano, Sura 4, versetto 171.7 Corano, Sura 3, versetto 59.8 Corano, Sura 19, versetti 88-92.9 Corano, Sura 4, versetti 157-158.stione fondamentale, in genere <strong>di</strong>menticataperché ci si convinca che l’unicitàcopra tutto, è <strong>di</strong> sapere chi è questo Diounico. Allora il monoteismo esplode e siriduce ad una etichetta sotto cui si annoveraqualsiasi cosa.»«Pensiamo ad un uomo convinto chequel tal menhir, quella tale pietra <strong>di</strong>ritta,sia il Dio unico, e che lui gli rivolgadelle preghiere. Con quale <strong>di</strong>ritto cirifiuteremmo <strong>di</strong> riconoscere che costui èun monoteista? E che <strong>di</strong>re dei deisti? Iteologi cristiani li hanno sempre consideratidei nemici, e tuttavia essi credonoin un Dio unico: Voltaire era monoteista.»«Ma, si <strong>di</strong>rà, egli ha attaccato l’insegnamentocristiano: anche il Corano,che nega i tre misteri essenziali del cristianesimo:la Trinità, l’Incarnazione ela Redenzione» 10 .Parlando più specificamentedell’Islam, lo stesso autore prosegue:«È evidente che se Dio è unico e nontrino, è falso affermare la Trinità; ma,inversamente, se Dio è uno e trino, è falsoaffermare che è uno e non trino. Èdunque logicamente inammissibile cheil Dio uno e trino sia identico al Diouno e non trino. Ora, il Corano, Parola<strong>di</strong> Dio, attacca la Trinità. Il Diouno che attacca la Trinità non potrebbedunque confondersi col Dio uno cheè trino» 11 .Occorre dunque concludere checiò che crede l’Islam non è identicoa ciò che crede la fede cattolica.Oggettivamente, i cattolici nonhanno lo stesso Dio dei musulmani.1.4 Il giudaismoChe pensare adesso del giudaismo?È vero che il giudaismo del VecchioTestamento ha preparato ilmondo all’avvento <strong>di</strong> Cristo. Ed èper questo che Dio ha preservato ilpopolo 12 giudaico dal politeismo el’ha mantenuto nel monoteismo 13 .10 Roger Arnaldez, Réflexion sur leDieu du Coran du point de vue dela logique formelle in Annie Laurente col., Vivre avec l’Islam?, Ed. SaintPaul, Versailles, 1997, p. 130-131.11 Ibidem, p.132.12 Religione con più dei.13 Religione con un solo <strong>di</strong>o.Ma il Vangelo ci rivelerà che inquesto Dio unico si trova una ricchezzainsospettata: la Trinità dellepersone. Il mistero della Trinitàè lo sviluppo e il compimento volutoda Dio del mistero della Suaunicità. Si deve dunque <strong>di</strong>re che ilDio-Uno del Vecchio Testamentoe il Dio-Trinità del Nuovo Testamentosono identici.«Senza dubbio si obietterà che ilDio che si è rivelato ai Figli <strong>di</strong> Israelenon s’è fatto conoscere come trino. Èesatto, ma questo non impe<strong>di</strong>sce che Eglisia il Dio dei cristiani, innanzi tuttoperché la Bibbia, a <strong>di</strong>fferenza del Corano,non insegna, e non a caso, che Dionon è trino, poi perché la rivelazione biblica,per una pedagogia biblica facileda rilevare, conduce <strong>di</strong>rettamente alsuo compimento nella rivelazione cristiana»14 .Il Dio che pregano oggi i giudei,Lui, è un Dio uno, ma è soprattuttoantitrinitario. In effetti, se ildogma cattolico definisce il misterodella Trinità come «il mistero <strong>di</strong>un solo Dio in tre persone uguali e<strong>di</strong>stinte», i giudei potrebbero definirela loro dottrina su Dio: «il mistero<strong>di</strong> un solo Dio in una sola persona».Allora? Una o tre persone?In realtà queste due dottrine sonoinconciliabili.L’opposizione tra il cattolicesimoe il giudaismo si cristallizza soprattuttoattorno alla persona <strong>di</strong>Nostro Signore Gesù Cristo. Egliè il Figlio <strong>di</strong> Dio, e Dio Lui stesso?Si, rispondono i cattolici. No,ribattono i giudei. Allora? È Dio onon è Dio? Bisogna scegliere: questedue affermazioni non potrebberoessere contemporaneamente vere15 .Questa opposizione a riguardo<strong>di</strong> Nostro Signore Gesù Cristo ènota come tale agli stessi giudei.Ecco quello che scriveva, nel1962, Albert Memmi, un giudeotunisino:«Si rendono conto oggi, i cristiani,<strong>di</strong> che cosa può significare per un giudeoil nome <strong>di</strong> Gesù, loro Dio? Per ungiudeo che non ha mai cessato <strong>di</strong> crede-14 Roger Arnaldez, Ibidem, p. 132.15 Cfr. Courrier de Rome-Si si no no,n° 319, novembre 1991, pp. 1-5.


Nova et Vetera Nº 22008•re e <strong>di</strong> praticare la sua religione, il cristianesimoè la più grande usurpazioneteologica e metafisica della sua storia, èuna blasfemia, uno scandalo spiritualeed una sovversione.«Per tutti i giudei, fossero ancheatei, il nome <strong>di</strong> Gesù è il simbolo <strong>di</strong> unaminaccia, <strong>di</strong> questa grande minacciache pesa sulle loro teste da secoli e cherischia sempre <strong>di</strong> sfociare in catastrofesenza che essi sappiano né il perché né ilcome prevenirla. Questo nome fa partedell’accusa assurda e delirante, eppure<strong>di</strong> una crudeltà efficace, che rende lorola vita sociale appena respirabile. Questonome, infine, ha finito con l’essereuno dei segni, uno dei nomi dell’immensoapparato che li circonda, li condannae li esclude.«Che i miei amici cristiani mi perdonino,perché essi mi comprendano meglioe per impiegare il linguaggio loroproprio, io <strong>di</strong>rei che per i giudei il loroDio è un po’ il <strong>di</strong>avolo, se il <strong>di</strong>avolo,come essi affermano, è il simbolo e lasommatoria del male sulla terra, iniquoe onnipotente, incomprensibile e ostinatonello schiacciare gli umani smarriti…»16 .La reazione della madre <strong>di</strong> E<strong>di</strong>thStein dopo la conversione dellafiglia al cattolicesimo è parecchiosignificativa dell’attitu<strong>di</strong>nedei giudei <strong>di</strong> oggi nei confronti <strong>di</strong>Gesù Cristo: «Io non ho niente contro<strong>di</strong> lui… È possibile che sia stato un uomobuono… Ma perché si è fatto similea Dio?» 17 .Questa negazione della <strong>di</strong>vinità<strong>di</strong> Cristo è il cemento che unisce igiudei o<strong>di</strong>erni tra loro e con quelliche fecero condannare a morte ilMessia:«È chiaro, per tutti i lettori dei Vangeli,che Gesù è stato condannato dal Sinedrioper un motivo religioso: l’accusa<strong>di</strong> blasfemia. Un uomo che si presentacome il Messia e il Figlio <strong>di</strong> Dio, senzaesserlo realmente, è un bestemmiato-16 Albert Memmi, Portrait d’un juif,1962 citato in Mons. Lefebvre, Le mystèrede Jésus, Fideliter, Eguelshardt,1995, p. 42 e più ampiamente in Léon dePoncins, Le Judaïsme et le Vatican,cap. 12.17 Joachim Bouflet, E<strong>di</strong>th Stein, philosophecrucifiée, Presses de la Renaissance,Paris, 1998, p. 208.re degno <strong>di</strong> morte. Ora, le generazioniposteriori dei giudei negano che Gesùsia il Messia e il Figlio <strong>di</strong> Dio. Per questanegazione esse sottoscrivono logicamentee in linea <strong>di</strong> principio il giu<strong>di</strong>zioche ha motivato la condanna <strong>di</strong> Gesùda parte del Sinedrio, anche se nei fattiesse non pronunciano alcuna sentenza<strong>di</strong> morte e, molto spesso, non vi pensanoneanche.» 18 .Da quanto detto fin qui, bisognaconcludere che il Dio che adoranoi cattolici e quello a cui rendonoomaggio i giudei contemporaneinon sono identici.1.5 Conoscenza <strong>di</strong> Dio: totale oinesistentePer concludere, torniamo alconvincimento o<strong>di</strong>erno che vuoleche tutte le religioni ci parlino <strong>di</strong>Dio, ma da punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>versi ecomplementari. La questione che sipone è <strong>di</strong> sapere se è possibile avereuna conoscenza parziale <strong>di</strong> Dio.Non è possibile, insegna <strong>San</strong>Tommaso, poiché errare parzialmentenella conoscenza <strong>di</strong> una realtàcosì semplice come Dio significanon conoscerLo affatto: «Se essi [ipagani] avevano una certa conoscenzaspeculativa <strong>di</strong> Dio, questa era mischiataa numerosi errori: alcuni Lo privavanodella Sua provvidenza su tutte lecose, altri ne facevano l’anima del mondo,altri ancora adoravano simultaneamentealtre <strong>di</strong>vinità. È per questo che si<strong>di</strong>ce che essi ignoravano Dio.«Se le realtà composte possono essereparzialmente conosciute e parzialmenteignorate, le cose semplici sono semplicementeignorate nel momento in cui nonsono conosciute totalmente. Dunque, secertuni si sbagliano, anche su poche cose,nella conoscenza <strong>di</strong> Dio, si <strong>di</strong>ce che essiLo ignorano totalmente» 19 .18 Ansgar <strong>San</strong>togrossi, L’Evangileprêché à Israël, Clovis, Etampes, 2002,p. 48.19 «Sed si quid speculativa cognitione de Deocognoscebant, hoc erat cum admixtione multorumerrorum, dum quidam subtraherentomnium rerum providentiam ; quidam <strong>di</strong>cereteum esse animam mun<strong>di</strong> ; quidam simul cumeo multos alios deos colerent. Unde <strong>di</strong>cunturDeum ignorare. Licet enim in compositis possitpartim sciri et partim ignorari ; in simplicibustamen dum non attinguntur totaliter, ignorantur.Unde etsi in minimo errent circa DeiColoro che ignorano chi è Dio,non lo conoscono né possono adorarlo.Ne consegue che l’opinionesecondo la quale tutte le religioniadorano lo stesso Dio è irricevibileanche solo dal punto <strong>di</strong> vista delbuon senso con<strong>di</strong>viso da tutti gliuomini.Di più: per dei cattolici tale opinioneè una blasfemia, poiché essaequivale a considerare Cristo comeun impostore e i suoi insegnamenticome tante menzogne.2. La fede cattolicaPer rivolgerci a dei cattolici,occorre cambiare il modo <strong>di</strong> argomentare.Perché la nostra argomentazioneporti i suoi frutti, essadeve appoggiarsi su dei principi comuni:la sola ragione nelle <strong>di</strong>scussionicon i pagani, il Vecchio Testamentonelle <strong>di</strong>spute con i giudei,la Bibbia nella sua totalità se parliamocon degli eretici, degli scismaticio dei cattolici 20 .Ora, cosa leggono i cattolici nelNuovo Testamento? Tutto l’insegnamento<strong>di</strong> Cristo insiste sullanecessità <strong>di</strong> passare per Lui per accedereal Padre. La conoscenza <strong>di</strong>Gesù Cristo e l’obbe<strong>di</strong>enza ai suoiprecetti non sono cose facoltative:ma in<strong>di</strong>spensabili. I testi seguentinon hanno bisogno <strong>di</strong> commenti:«Io sono la via, la verità e la vita» (Gv.14, 6).«Io sono la porta» (Gv. 10, 7).«Io sono il buon pastore» (Gv. 10, 14).«Io sono la luce del mondo» (Gv. 8, 12).«Chiunque crede in lui non muoia, maabbia la vita eterna; … Chi crede inlui non è condannato; ma chi non credeè già stato condannato, perché non hacreduto nel nome dell’Unigenito Figlio<strong>di</strong> Dio» (Gv. 3, 16 e 18).cognitionem, <strong>di</strong>cuntur eum totaliter ignorare.»(Super Joannem, c. 17, lect. 6, n° 2265).20 «Quidam eorum, ut mahumetistæ et pagani,non convenient nobiscum in auctoritate alicujusScripturæ, per quam possint convinci, sicutcontra judæos <strong>di</strong>sputare possumus per VetusTestamentum, contra hæreticos per Novum.Hi vero neutrum recipiunt.» (C.G., I, 2, n°11).


•Tutte le religione hanno lo stesso Dio?«Se infatti non credete che io sono, moriretenei vostri peccati» (Gv. 8, 24).«Chi non onora il Figlio, non onora ilPadre che l’ha mandato» (Gv. 5, 23).«Chi non è con me è contro <strong>di</strong> me» (Mt.12, 30).«Non vi è infatti altro nome dato agliuomini sotto il cielo nel quale è stabilitoche possiamo essere salvati» (At. 4, 12).«Chiunque nega il Figlio non possiedenemmeno il Padre ; chi professa la suafede nel Figlio possiede anche il Padre»(1 Gv. 2, 23).Alla lettura <strong>di</strong> questi testi, i cattolicicome possono ancora credereche tutte le religioni adorano lostesso Dio, quando, eccetto il cattolicesimo,tutte le religioni rifiutano<strong>di</strong> passare per il solo me<strong>di</strong>atoregra<strong>di</strong>to a Dio: Gesù Cristo?Quale per<strong>di</strong>ta della fede in questi«cattolici» che non credono piùalle parole <strong>di</strong> Cristo!3. ObiezioniMa, si <strong>di</strong>rà, non si potrebberoconsiderare le false religioni comedei punti d’appoggio atti a far passareprogressivamente dalle veritàparziali alla verità totale?Certo, tutti gli errori contengonosempre una parte <strong>di</strong> verità,ma stiamo attenti all’illusione checi segnalava il Padre Garrigou-Lagrange,OP: «In una dottrina globalmentefalsa la verità non è l’ànima delladottrina, ma la schiava dell’errore» 21 .Cosa che il professore <strong>di</strong> filosofiaLouis Jugnet sviluppava così: «Iteologi cattolici non vogliono per nientenegare che vi siano delle verità nel protestantesimo,nel giudaismo, nel brahmanesimo,ma la questione che si poneè tutt’altra. Si tratta <strong>di</strong> sapere se nelledottrine condannate queste verità sono,se così si può <strong>di</strong>re, a loro agio, in libertà,a casa loro. Ora, noi pensiamo che questeverità hanno solo un ruolo parziale,frammentario, incompleto, che sono costretteentro degli errori flagranti che le<strong>di</strong>storcono e ne falsano la vera portata,21 «In doctrina simpliciter falsa, veritas nonest ut anima doctrinæ, sed serva erroris.»(Reginald Garrigou-Lagrange, op, DeRevelatione, Paris, Gabalda, 1921, t. 2, p.436)in modo tale che ciò che domina in unafalsa dottrina, ciò per cui essa rischia <strong>di</strong>essere propriamente <strong>di</strong>sastrosa, è lo spirito<strong>di</strong> errore e <strong>di</strong> negazione.«Esempi: il giudaismo e l’islamismoinsistono sempre sull’unità <strong>di</strong> Dio (che èuna verità), ma essi lo fanno intenzionalmente,in maniera unilaterale, tantoda escludere il dogma della Trinità.Lutero, insiste sul fatto che è la graziasola che giustifica, e, in termini elementari,questa formula è vera, ma in Luteroquesto esclude l’economia cattolicadei sacramenti, etc.… Lo stesso valeper Kant: egli riconosce che la conoscenzaè attiva, ma concepisce questa attivitàcome cieca e ingannevole, nient’affattoattinente all’Essere. Marx coglie ilruolo molte volte misconosciuto dell’economia,ma gli conferisce una portataesclusiva e inaccettabile, etc.…»«Non tutto è falso nei vari aspettidelle dottrine, ma il loro spirito ammorbatutto. Se queste verità parziali sonoricevibili e assimilabili, questo è possibilea con<strong>di</strong>zione che vengano avulse datali false dottrine (da cui innanzi tuttola critica dell’errore) e in qualche modo‘battezzate’, ripensate in tutt’altra prospettiva»22 .Ma non sarebbe meglio lasciarei non cattolici nell’ignoranza invincibile?Questo basterebbe per poterlicondurre in Cielo, visto chetale ignoranza è supposta non colpevole.Al contrario, se essi conosconola vera religione e la rifiutano,il loro rifiuto è colpevole e licondurrà alla dannazione.Si tratta <strong>di</strong> un calcolo molto pocosoprannaturale e per nulla rispettosodello spirito umano, creatoper conoscere e amare Dio. Significaanche <strong>di</strong>menticare che il limitetra l’ignoranza invincibile el’ignoranza colpevole, per un datouomo, è il segreto <strong>di</strong> Dio. Comegiocare su un tale azzardo la salvezzaeterna degli altri? Infine, questosignifica passare sotto silenzio ilconsiglio pressante rivolto dal Papa<strong>Pio</strong> XII a coloro che non sonoancora membri visibili della Chiesa:«sforzarsi <strong>di</strong> uscire da uno stato in22 Citato in Courrier de Rome-Si si nono, n° 283, giugno 1988, p. 8.cui nessuno può essere sicuro della suasalvezza eterna; poiché, anche se per uncerto desiderio e anelito inconscio essi sitrovano or<strong>di</strong>nati al Corpo Mistico delRedentore, sono tuttavia privi <strong>di</strong> tantigran<strong>di</strong> aiuti e favori celesti <strong>di</strong> cui solonella Chiesa cattolica possono usufrire»23 .ConclusioneLasciar credere ai cattolici e atutti quelli che non lo sono, cheadoriamo tutti lo stesso Dio è dunqueun errore, contrario alla ragionee alla fede cattolica. È una mancanza<strong>di</strong> carità nei confronti deglisviati che si sono fermati nell’errore.È una mancanza <strong>di</strong> carità versoi cattolici che vengono messi a rischio<strong>di</strong> perdere la fede cattolica.Che fare allora?«La dottrina cattolica ci insegnache il primo dovere della carità non stanella tolleranza delle convinzioni errate,per quanto sincere possano essere, nénell’in<strong>di</strong>fferenza teorica o pratica perl’errore in cui ve<strong>di</strong>amo cadere i nostrifratelli… Se Gesù è stato buono versoper gli sviati e i peccatori, Egli non harispettato i loro erronei convincimenti,per quanto apparissero sinceri: Egliha amato tutti per istruirli, convertirlie salvarli» 24 .23 Enciclica Mystici corporis, 29 giugno1943.24 S. <strong>Pio</strong> X, Enciclica Notre chargeapostolique, 25 agosto 1910.


Nova et Vetera Nº 22008•I frutti della crociata del Rosario per la MessaIn occasione delle giornate della Tra<strong>di</strong>zione a Villepreux, il 6 e il 7 ottobre 2007, Mons. Bernard Fellay ha tenutouna pre<strong>di</strong>ca sul Rosario. Di seguito riportiamo la seconda parte <strong>di</strong> questa pre<strong>di</strong>ca, de<strong>di</strong>cata particolarmente alMotu Proprio Summorum Pontificum.anno scorso abbiamo chiestouna crociata del Rosa-L’rio per ottenere dal Buon Dio checonferisse al Papa forza sufficientee liberasse infine la Messa tra<strong>di</strong>zionale.Il risultato è stupefacente.Mai ci saremmo aspettati che nellecircostanze in cui ci troviamo ilPapa giungesse a tanto. L’essenzialesta in una piccola frase: la Messanon è stata abrogata.Questa Messa tra<strong>di</strong>zionale,dunque, ha continuato ad esistere.Essa è rimasta una legge dellaChiesa nonostante lo sconvolgimentoliturgico prodottosi dopo ilConcilio abbia cambiato tutto dacima a fondo per imporre un nuovorito. E Dio sa se noi ci siamo oppostia questo rito! Questa riforma,malgrado la sua ampiezza, malgradole affermazioni <strong>di</strong> un Paolo VIche insisteva sul fatto che la Messa<strong>di</strong> sempre fosse interdetta, …questariforma non è stata in grado <strong>di</strong>togliere alla Chiesa la Messa tra<strong>di</strong>zionale:è questo che oggi il Papaci <strong>di</strong>ce. Questa Messa non è stataabrogata: il che significa che essa èrimasta e continua ad essere la leggeuniversale della Chiesa.Sicuramente, questo pone tuttauna serie <strong>di</strong> problemi, poiché normalmentevi è solo un rito. Oggi ineffetti la Chiesa ufficiale si ritrovacon due riti, con due leggi universalisulla maniera <strong>di</strong> rendere il cultoa Dio. A questo punto le autoritàromane inventano una strana spiegazione.Evidentemente noi nonsiamo d’accordo con questa spiegazione,poiché si capisce subito chela cosa non regge. Bisognava trovareun’astuzia, ed ecco che si parla<strong>di</strong> un modo or<strong>di</strong>nario e <strong>di</strong> un modostraor<strong>di</strong>nario dello stesso rito. Mala cosa non regge. Chiunque osserviattentamente questi due mo<strong>di</strong> sirende conto che non si tratta dellostesso rito. La cosa è evidente! Masi comprende che Roma, avendoaffermato e mantenuto il principiodella non abrogazione della Messatra<strong>di</strong>zionale, cerca <strong>di</strong> spiegare comeè possibile che oggi vi siano dueMesse.Il Motu Proprio, contrariamentea ciò che si <strong>di</strong>ce, non contienedelle con<strong>di</strong>zioni per la celebrazionedella Messa tridentina. Lo stessodocumento, dopo aver affermatoche questo rito è universale, nonpuò che concludere che il sacerdoteha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> celebrarlo. Tuttaviavi sono delle fattori pratici dovutialla situazione concreta nella qualeci troviamo, che obbligano il Papaa fissare delle con<strong>di</strong>zioni in relazioniad essi. Si ha così una restrizionesulla Domenica, <strong>di</strong>cendo che nellaparrocchia si può celebrare solouna Messa tra<strong>di</strong>zionale.Propriamente parlando, le restrizionile troviamo altrove. Letroviamo nella lettera che accompagnail Motu Proprio. Esistonodue documenti: il Motu Proprio ela lettera d’accompagnamento, edè evidente che essi non hanno lostesso valore. Considerare le cosein questo modo significherebbefare il giuoco dei vescovi. Essi, infatti,fanno <strong>di</strong> tutto per bloccare,per impe<strong>di</strong>re l’attuazione <strong>di</strong> questoMotu Proprio. Così che, se la situazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto è stata ristabilita,con l’affermazione che la Messatra<strong>di</strong>zionale è la legge universale, lasituazione <strong>di</strong> fatto - nell’applicazionepratica, sia per il comportamentodei vescovi sia a causa <strong>di</strong> questalettera <strong>di</strong> accompagnamento – questasituazione non si <strong>di</strong>fferenzia inpratica da quella in cui si trovava laMessa con l’indulto del 1988.Chiunque osserva con attenzione questi duemo<strong>di</strong> <strong>di</strong> celebrare, vede subito che non è lostesso rito. È un’evidenza!La Messa dell’indulto era permessa,con un permesso limitatoda con<strong>di</strong>zioni. L’attuale situazionedella Messa tridentina nei fatti noncambia <strong>di</strong> molto rispetto a prima,anche se il <strong>di</strong>ritto è stato riaffermato.Ma questo <strong>di</strong>ritto è capitale. Sel’autorità suprema mantiene, garan-


•I frutti della crociata del Rosariotisce questo <strong>di</strong>ritto riconosciuto,possiamo stare certi che ad un certopunto – e per questo sarà necessariomolto tempo, almeno una generazioneo più – la Messa tra<strong>di</strong>zionalesarà ristabilita concretamente.Perché il semplice fatto <strong>di</strong> dare uneguale <strong>di</strong>ritto alle due Messe porteràal fatto che l’una soppianteràl’altra, visto che l’una non può resistereal confronto con l’altra. Questocomporterà del tempo, poiché ivescovi, i preti in gran maggioranza,non sono <strong>di</strong>sposti a celebrarela Messa antica. Ed è qui che noiabbiamo da svolgere un ruolo. Unruolo delicato.La situazione creata da questoMotu Proprio è delicata, e questorichiede molta prudenza da partenostra, non degli atti sconsiderati.Per esempio: non andate a chiedereal vostro parroco <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la Messa,perché si celebrino più Messetra<strong>di</strong>zionali. Poiché i vescovi <strong>di</strong>conoche non vi sono richieste, allorafacciamole! Non fate soprattuttoquesto, andreste a mettervi in unasituazione impossibile. Invece, seconoscete personalmente un sacerdoteche sapete desidera profondamente<strong>di</strong> <strong>di</strong>re la Messa <strong>di</strong> sempre,allora sì: sostenetelo, invitatelo,o se conoscete dei fedeli che potrebberoessere interessati, spingeteli,sosteneteli, ma senza metterviin situazioni impossibili.Tutto questo abbisogna <strong>di</strong> moltotempo, non illu<strong>di</strong>amoci. Nonpensiamo che sia tutto finito, chequesta volta abbiamo raggiunto loscopo. Noi vogliamo una foresta <strong>di</strong>querce, quello che abbiamo avutoè un seme, una ghianda. Bisognache questa ghianda cresca, ed alloraavremo una quercia. La forestaverrà dopo. Quello che è certoè che se questa ghianda non fossestata piantata, non si avrebbe néquercia, né foresta. Si tratta <strong>di</strong> unprimo passo, ma un passo decisivonella giusta <strong>di</strong>rezione.Non illu<strong>di</strong>amoci, tuttavia, nellapratica, dobbiamo continuare,continuare a pregare. Vi è una forzain questa Messa, questo è indubitabile.Abbiamo già testimonianze<strong>di</strong> sacerdoti che si accostano allaMessa antica, che la celebrano. Testimonianzemagnifiche. Un sacerdoteche nella sua vita ha celebratola nuova Messa, improvvisamentesi trova a contatto con la Messa tra<strong>di</strong>zionaleed ecco che riflette così:sono due mon<strong>di</strong>, celebrare rivoltoverso il Buon Dio è tutta un’altracosa! Si tratta <strong>di</strong> un sacrificio! Nonè più una partecipazione, è un sacrificio!Io parlo a Dio degli interessidelle ànime dei fedeli. In questosacrificio io ottengo loro la grazia!Celebrando questa Messa capiscoche cos’è il sacerdote!Ciò non significa che questi nonavesse alcuna idea <strong>di</strong> cosa fosse unsacerdote, ma è che scopre una <strong>di</strong>mensionedel sacerdozio che nessunogli aveva mai insegnato né rivelato.Egli si credeva presidente dell’assembleae improvvisamente siscopre un altro Cristo, alter Christus,me<strong>di</strong>atore con Nostro Signore.È un’altra cosa. A poco a pocoscopre le conseguenze <strong>di</strong> questosulla fede, sulla morale. È tutto ilmondo cattolico che ritorna, e questonon si fa in un giorno.Si può pensare che il Buon Dioscuota il mondo in un sol colpo,che lo converta in un secondo. Egliè onnipotente, Egli può farlo comecalma la tempesta con una sola parola.Ma quando stu<strong>di</strong>amo la storiadella Chiesa, constatiamo che nonsi tratta <strong>di</strong> un modo <strong>di</strong> fare abituale.La Chiesa si risolleva lentamentedalle sue crisi. Vi sono lunghiperio<strong>di</strong> <strong>di</strong> confusione, in cui si trovanoil buon grano e la zizania nellostesso campo. E agli operai troppozelanti che volevano eliminarel’erba cattiva, Nostro Signore <strong>di</strong>sseche bisognava lasciarla stare.Conserviamo questo insegnamento<strong>di</strong> Nostro Signore, applichiamolonella nostra nuova e <strong>di</strong>fficilesituazione. Noi possiamo affermare,miei cari fratelli, che questoMotu Proprio ci mette in una situazionepiù delicata <strong>di</strong> prima. Questoè un fatto! E io vi invito moltocaldamente a perseverare nellapreghiera del Rosario – che ci hagià ottenuta questa magnifica affermazionedella non abrogazionedella Messa – per ottenere tuttociò che chie<strong>di</strong>amo: non solo il ritirodel decreto <strong>di</strong> scomunica, maevidentemente la vittoria, il ritornonella Chiesa <strong>di</strong> tutto lo spirito dellavita cattolica, <strong>di</strong> tutta la dottrina,<strong>di</strong> quella coerenza con tutte le esigenzedella fede. Che questo spirito<strong>di</strong> fede animi <strong>di</strong> nuovo le autorità,i vescovi, i fedeli. Certo, questova ben oltre le nostre forze, manon per il Buon Dio! E la preghierafiduciosa ottiene tutto da Lui.Preghiera, sacrificio, per noi, per laChiesa!Io vi invito veramente a proseguirecon assiduità questa crociatadel Rosario. L’anno scorso abbiamochiesto tre mesi <strong>di</strong> preghiera,questa volta chie<strong>di</strong>amo tutto iltempo. Che questo Rosario sia unapreghiera perpetua perché Dio abbreviiquesti tempi terribili. Nonsempre ci si rende conto della provache attraversa la Chiesa, e tuttaviaessa è <strong>di</strong> una profon<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> unagravità inau<strong>di</strong>te.Io vi affido un altro pensiero,in unione con la <strong>San</strong>ta Vergine e ilRosario. È la Russia. Sappiamo chea Fatima la Madonna ha chiesto inmodo particolare che il Papa, unitoa tutti i vescovi, consacrasse laRussia al suo Cuore Immacolato.Sappiamo perfettamente che finoad oggi quest’atto non è stato compiutocon il rispetto <strong>di</strong> tutte le con<strong>di</strong>zionifissate dalla <strong>San</strong>ta Vergine.Sappiamo anche da Suor Lucia cheuna volta compiuto quest’atto l’effettosarà ra<strong>di</strong>cale, imme<strong>di</strong>ato, comedall’oggi al domani. Si tratterà<strong>di</strong> qualcosa che somiglia alla tempestasedata. Occorre chiedere anchequesto.Ma in maniera più imme<strong>di</strong>ata,si assiste a questo combattimen-


Nova et Vetera Nº 22008•10to per la <strong>San</strong>ta Vergine all’Est, uncombattimento molto concreto perla Tra<strong>di</strong>zione in Ucraina. Da alcunianni noi siamo in contatto con ungruppo <strong>di</strong> sacerdoti <strong>di</strong> rito orientaleche si battono per la nostra stessacausa. Non per la stessa Messa,poiché non conoscono la nuovaMessa <strong>di</strong> rito latino. Ma conosconoi frutti del Concilio. Vedono anchecerti cambiamenti nella loro liturgia.Questi sacerdoti si sono rivoltia noi, hanno chiestoil nostro sostegno, cosìche alla fine noi abbiamofondato per loro unasocietà sacerdotale moltosimile alla nostra. Perloro noi rappresentiamo,se così si può <strong>di</strong>re, l’autoritàecclesiastica. Questoha reso furiose le autoritàlocali, che hanno scomunicatoil Superiore ei sacerdoti, facendo lorosubire, da alcuni anni,una persecuzione moltodura. Ma adesso questisacerdoti ucraini hannoun seminario, <strong>di</strong>verseparrocchie che raggruppano<strong>di</strong>ecine <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> fedeli. Tra pochi giorniandrò ad or<strong>di</strong>nare settenuovi sacerdoti.Affido alle vostre preghiereanche questa battagliache si svolge inuna terra amata dalla<strong>San</strong>tissima Vergine Maria,perché possa concorrerea questo trionfo, allaconsacrazione al CuoreImmacolato. Questaarriverà. Questi sacerdoti combattonola nostra stessa battaglia,è toccante, profondamente commoventevedere che nel mondo intero,anche sotto riti <strong>di</strong>fferenti, sitrovano delle ànime che conosconole nostre stesse sofferenze. Delleànime che vogliono essere fedelial Buon Dio, ai suoi <strong>San</strong>ti, allaChiesa, e che, nella presente crisi –provocata dalle stesse autorità dellaChiesa, cosa davvero inverosimile!– perseverano bene o male malgradotutte le opposizioni. E a <strong>di</strong>spettodella durezza <strong>di</strong> queste autoritàche cercano <strong>di</strong> demolire ciòche si fa <strong>di</strong> bene, le opere crescono.Questi fedeli e i loro sacerdotipatiscono oggi ciò che noi abbiamopatito vent’anni fa. Essi sono anchetra le fiamme, poiché si bruciano leloro chiese. In effetti, non si esitaad incen<strong>di</strong>are una chiesa <strong>di</strong> legnodel XVIII secolo, perché occupatada loro.La Vergine del Rosario, icona della Bielorussia (circa 1730)Gli orientali non conoscono ilRosario, ma nell’Ucraina <strong>di</strong> ritoorientale vi è la devozione del Rosario.Ed è a partire dall’Ucraina,subito dopo la caduta del muro <strong>di</strong>Berlino, che ha avuto inizio la riconquistadella Russia. Si è avutoun movimento promosso dai vescoviche uscivano dalla clandestinitàimposta dalla persecuzione comunista,con lo scopo <strong>di</strong> inviare deimissionari in Russia, per convertirela Russia. Chi li ha fermati? Chiha frenato il loro slancio? Il Vaticano!Due vescovi che si sono recatia Roma per abiurare, e sono statele autorità romane che li hanno respintie li hanno rimandati all’ortodossia,in Russia.Ecco qual è la situazione dellaChiesa! Qui non si tratta della Messa,non si tratta <strong>di</strong> Motu Proprio, maè tutto l’insieme. È una battagliache continua. Allora, miei carissimifratelli, tutti al Rosario! Amiamoquesta preghiera, senon la amiamo, chie<strong>di</strong>amoal Buon Dio che cela faccia amare <strong>di</strong> più. Diquesta preghiera, che piacetanto alla Madonna,i Papi hanno raccomandatola recita alle famiglie,garantendo una protezionetutta speciale. LaChiesa concede tutti igiorni una indulgenza plenariaa coloro che la recitanoin una chiesa. Qui sivede una intenzione moltonetta, molto chiara: eccolo spirito della Chiesa.Chie<strong>di</strong>amo, in questigiorni della festa del Rosario,questo amore, questozelo, per questa preghierache ci condurrà alla<strong>San</strong>ta Vergine Maria, checi procurerà questa relazioneintima con lei e conNostro Signore. Il Rosarioè per le nostre animeuna protezione, ed anchela lode gra<strong>di</strong>ta al CuoreImmacolato <strong>di</strong> Maria.e


•Un varco sul fronte dell’EstIntervista con Don John Jenkins, Priore a VarsaviaI lettori <strong>di</strong> DICI 1 sono già stati informati dei numerosi progressi dell’apostolato della <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X nei paesidell’Est. Noi abbiamo interpellato Don John Jenkins, Priore a Varsavia, per avere maggiori informazioni su questoappassionante sviluppo della Tra<strong>di</strong>zione in una parte del mondo per lungo tempo isolata <strong>di</strong>etro la “cortina <strong>di</strong> ferro”<strong>di</strong> un regime senza Dio.NDC (‘Nouvelles deChrétienté’): Signor Priore, abbiamosentito parlare del recente viaggio<strong>di</strong> Mons. Fellay nei paesi dell’Est,dell’or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> sette nuovi sacerdotiper la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat e dellaconsacrazione <strong>di</strong> una nuova chiesa aGdynia. Può <strong>di</strong>re ai nostri lettori comeevolve l’apostolato della <strong>Fraternità</strong> neipaesi dell’Est?Don Jenkins: Certamente! Lavisita canonica <strong>di</strong> Mons. Fellay è statauna grande bene<strong>di</strong>zione, portatrice<strong>di</strong> frutti che trasformeranno ilnostro apostolato in estensione ein profon<strong>di</strong>tà negli anni a venire.Monsignore è arrivato in prioratocome un vero missionario; hadovuto affrontare <strong>di</strong>verse ore <strong>di</strong>ritardo del volo che lo portava aVarsavia, mentre i suoi bagagli,contenenti i paramenti necessariper le cerimonie si erano persinel limbo <strong>di</strong> un aeroporto. Ma,senza lasciarsi abbattere, il nostroSuperiore Generale si è messosubito al lavoro e ha tenuta unaconferenza agli Ucraini can<strong>di</strong>datial sacerdozio che avevano conclusoil loro ritiro.1Ve<strong>di</strong> DICI n° 163, 20 ottobre 2007.Conferenza ai seminaristi ucrainiFidando poi nella DivinaProvvidenza, ci siamo subitoavviati a Nord per la bene<strong>di</strong>zionedella nuova cappella <strong>di</strong> Bajerze,sperando che per miracolo ibagagli <strong>di</strong> Mons. Fellay arrivasseroin tempo per le cerimonie dellasettimana successiva.NDC: Dove si trova Bajerze?DJ: Bajerze è una piccolafrazione poco lontana da Torun,luogo <strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> Copernico. Ilnostro confratello polacco, DonWesolek, ha ricevuto in regalodallo Stato polacco un castello delXVIII secolo i cui proprietari sonodeceduti durante la seconda guerramon<strong>di</strong>ale. Le strutture erano malridotte, ma Don Wesolek si èimpegnato per ridare loro l’anticosplendore e aggiungendo unameravigliosa cappella de<strong>di</strong>cataa Cristo Re. In tal modo questaproprietà, che adesso è una nostracasa <strong>di</strong> ritiro, possiede la suacappella e vi si potranno tenereregolarmente gli esercizi spirituali<strong>di</strong> <strong>San</strong>t’Ignazio.NDC: Avete molti ritiri nel corsodell’anno e attraggono molte persone?DJ: Posso <strong>di</strong>re che gli esercizispirituali <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’Ignazio sonouna delle pietre angolari delnostro apostolato nell’Est. Lacosa va da sé se si pensa che l’altra11


Nova et Vetera Nº 22008•pietra angolare è costituita dallaMadonna <strong>di</strong> Fatima e dal CuoreImmacolato <strong>di</strong> Maria. Per laconversione e la santificazionedelle anime, soprattutto nellanostra epoca, forse non v’è mezzopiù importante che questi Esercizidati dalla Madonna a <strong>San</strong>t’Ignazio.Si può <strong>di</strong>re che tutta l’Americadel Sud è cattolica grazie a questiEsercizi. Quale miglior mezzopotremmo dunque adottare per laconversione della Russia e <strong>di</strong> tuttoil vasto territorio che si estende adEst?Fino ad oggi abbiamo potutopre<strong>di</strong>care gli Esercizi quasi 6 voltel’anno, soprattutto durante levacanze, quando i fedeli possonorendersi più liberi. Pre<strong>di</strong>chiamoanche dei ritiri mariani in occasionedelle feste della <strong>San</strong>ta Vergine e neiprimi sabati del mese. Il numerodelle persone varia da 15 a 30, masiamo stati impe<strong>di</strong>ti dal pocospazio <strong>di</strong>sponibile in priorato e dalfatto che la nostra scuola primariaci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care questiritiri nel corso dell’anno scolastico.Ecco perché la restaurazione <strong>di</strong>Bajerze e la bene<strong>di</strong>zione dellacappella apporteranno in avvenireinnumerevoli grazie a molte anime.Deo Gratias!Nell’attesa, ci è stata accordatauna piccola grazia, piccola maimportante per l’avvenire: i bagagli<strong>di</strong> Mons. Fellay sono finalmentearrivati. Grazie a Dio! Sarebbestato <strong>di</strong>fficile consacrare la chiesa<strong>di</strong> Gdynia senza i paramenti!NDC: Lei ha avuto la bontà <strong>di</strong>mandarci le foto della consacrazione<strong>di</strong> questa chiesa. Può <strong>di</strong>rci cosa è statocostruito a Gdynia?DJ: Il nostro centro <strong>di</strong> Messaa Gdynia è uno dei più importantidella Polonia. Gdynia fa parte della‘Trojmiescie’, le tre città – Danzica,Sopot, Gdynia – che forse i vostrilettori conoscono come il luogo<strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> Solidarnosc e dellaribellione al giogo sovietico. Questocentro <strong>di</strong> Messa, prima situatoa Sopot, ha sempre costituitouna delle nostre più gran<strong>di</strong> sfide,soprattutto sul piano materiale.La vecchia cappella era fin troppopiccola per il numero <strong>di</strong> fedeli chela frequentavano. È grazie ai lorosacrifici e alla loro partecipazionepersonale nei lavori che abbiamopotuto costruire, in questi ultimianni, non solo una bella chiesa, maanche un priorato.Mons. Fellay ha consacratola chiesa il 13 ottobre, in onoredel Cuore Immacolato <strong>di</strong> Maria.Il cantiere <strong>di</strong> questa chiesa haconosciuto molte <strong>di</strong>fficoltà daparte delle autorità locali, e anche acausa della mancanza <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>, ma laconsacrazione ha potuto svolgersiil giorno del 90° anniversario delmiracolo del sole a Fatima. Un altropiccolo miracolo che annuncia iltrionfo del Cuore Immacolato.Il futuro priorato, situato a 350Interno della cappella <strong>di</strong> Gdyniakm a Nord del nostro priorato <strong>di</strong>Varsavia, sarà il punto <strong>di</strong> partenzadell’espansione della Tra<strong>di</strong>zionenel Nord della Polonia, cosa chepotremo fare solo quando avremoun numero sufficiente <strong>di</strong> sacerdotiper assicurare una presenzastabile. Per il momento dovremoaccontentarci <strong>di</strong> trascorrerviqualche giorno a settimana per ilservizio alla cappella.NDC: È vero che dovunque nelmondo vi sono tanti fedeli che aspettanodei sacerdoti?DJ: Sì. È per questo checontinuiamo a pregare per levocazioni. Noi non abbiamo soloun priorato a Gdynia prontoper essere aperto, ma abbiamoanche la possibilità <strong>di</strong> aprire unaltro priorato nel Sud, al pari <strong>di</strong>una scuola primaria e secondariaa Varsavia, senza parlare deglialtri paesi in cui ci rechiamoregolarmente. Per adesso siamo incinque sacerdoti per 11 cappelle edue scuole. E parlo <strong>di</strong> uno solo deipaesi in cui esercitiamo il nostroapostolato…Bajerze : sulla destra la cappella, in primo piano una parte non ancora restauratadel castello che dà un’idea dell’ampiezza dei lavori che restano da intraprendere12NDC: Due scuole?DJ: Sì. Una scuola primariache adesso è giunta al suo secondoanno e ha raddoppiato gli alunnirispetto all’inizio. Prima avevamosolo un precettorato: <strong>di</strong>versevolte la settimana aiutavamo dei


•ragazzi che seguivano dei corsiper corrispondenza. Dopo averottenuto l’autorizzazione abbiamoaperto una vera scuola.La scuola secondaria è ancorain trasformazione. In effetti,l’iniziativa, che esiste da più <strong>di</strong> 10anni ci è stata donata recentementedalla famiglia che l’ha fondata.Siamo in procinto <strong>di</strong> costruire unnuovo e<strong>di</strong>ficio, poiché abbiamobisogno urgente <strong>di</strong> spazio visti inostri 85 allievi del collegio e delliceo. Questa scuola è eccezionale,poiché offre non solo il programma<strong>di</strong> Stato con un <strong>di</strong>plomariconosciuto, ma permette anche<strong>di</strong> ottenere un titolo internazionale<strong>di</strong> un livello molto elevato ericonosciuto dalle università delmondo intero. Attualmente vi siinsegna matematica, filosofia efisica, per 22 ore <strong>di</strong> corso. Questomi dà la possibilità <strong>di</strong> avere deicontatti quoti<strong>di</strong>ani con gli allievi e<strong>di</strong> far evolvere progressivamente lascuola verso i principi tra<strong>di</strong>zionalidell’educazione cattolica. Quandoil nuovo fabbricato e la cappellasaranno ultimati potremocelebrarvi la Messa tutti i giorni eassicurare una cappellania stabileper dare una seria formazionecattolica a questa gioventù che lachiede.Quest’immenso lavoro è solol’inizio <strong>di</strong> ciò che si annunciacome un importante sviluppo dellaformazione delle future generazionidella Tra<strong>di</strong>zione.NDC: Davvero un impegnoimmenso! E <strong>di</strong>re che la <strong>Fraternità</strong> haappena celebrato solo <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong>presenza nei paesi dell’Est!DJ: Sì. Siamo statiparticolarmente benedetti dallaMadonna in questi paesi che lesono così cari. La Polonia è semprestata il bastione della Cristianitàfin dal suo battesimo: con leinvasioni barbariche dall’Est, imusulmani dal Sud, i protestantidal Nord. Più <strong>di</strong> una volta essaha reso testimonianza al misterodella Croce. E il mantenimentodella Tra<strong>di</strong>zione in Polonia èassolutamente necessario per laGdynia : in primo piano il priorato, in fondo, la cappellariconquista della Cristianità e laconversione della Russia.In questa ottica, è stata unagrande consolazione vedere Mons.Fellay conferire il sacramentodella Cresima a molti dei nostrigiovani parrocchiani, poichéabbiamo bisogno della forzasoprannaturale.NDC: Abbiamo anche avutonotizia della persecuzione subita dalla<strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat da parte delleautorità moderniste ucraine. Qual èl’evoluzione della situazione su questoimportante campo <strong>di</strong> battaglia dellaTra<strong>di</strong>zione?DJ: La battaglia per laTra<strong>di</strong>zione in questo paesecontinua, con i modernisti chebran<strong>di</strong>scono ancora le armi dellacalunnia e delle sanzioni. NelUn varco sul fronte dell’Estnovembre dell’anno scorso è statoscomunicato un altro prete della<strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat, a causa delsuo attaccamento alla Tra<strong>di</strong>zione.Già in aprile era stato sospeso dalsuo incarico parrocchiale, ma supressione dei fedeli e con il lorosostegno egli si è rifiutato <strong>di</strong> lasciarela parrocchia e ha conservato lachiesa, dove ogni Domenica circa500 fedeli assistono alla Messa.Nella piccola città <strong>di</strong> Szklo viera una vecchia chiesa che il cleromodernista aveva abbandonata; ifedeli hanno chiesto ai sacerdotilegati alla Tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> venir loro inaiuto. A questo punto, i modernistihanno subito scoperto un grandeinteresse per quella chiesa ehanno lanciato una campagna perrecuperarla, ma invano. Il 22 lugliodel 2006, la chiesa è stata <strong>di</strong>struttaVarsavia, il 16 ottobre 2007, or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> sette sacerdoti per la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat13


14Nova et Vetera Nº 22008interamente da un incen<strong>di</strong>o, e siè ben capito qual era la mano chestava <strong>di</strong>etro quest’atto criminale.I fedeli, senza lasciarsi intimi<strong>di</strong>re,hanno dato inizio alla costruzione<strong>di</strong> un’altra chiesa, il cui tetto èstato ultimato appena in tempoper l’inverno. Da allora il numerodei fedeli è passato da 250 a circa800, tutte le Domeniche.La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat, allavigilia delle or<strong>di</strong>nazioni <strong>di</strong> Mons.Fellay, contava 11 sacerdoti, 19seminaristi e 13 religiose, nonché25.000 fedeli circa, <strong>di</strong>ffusi in30 chiese e cappelle. Il gruppopiù importante è quello dellaparrocchia del loro Superiore, ilPadre Wasil Kovpak, con 5.000fedeli e 6 Messe la Domenica.L’or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> 7 <strong>di</strong>aconi alsacerdozio, il 16 ottobre 2007, èstato un avvenimento <strong>di</strong> grandeimportanza per la Tra<strong>di</strong>zionecattolica in Ucraina, poiché ilnumero dei sacerdoti praticamenteè raddoppiato.NDC: È certamente una grandegioia e una grande grazia avere settesacerdoti in più fedeli alla Tra<strong>di</strong>zione!DJ: Sì, è una grazia immensae aggiungerei che si tratta <strong>di</strong> unagrazia per tutta la Chiesa, poiché ilcampo <strong>di</strong> battaglia non è limitato alpopolo ucraino, ma in un certo sensosi estende a tutta la Chiesa. Questisacerdoti sono testimonianzeviventi del vero ecumenismo, chericerca l’unità nell’unica vera fede– un’unità che i modernisti e laloro <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Balamandqualificano <strong>di</strong> «errore storico». Laloro fedeltà alla Tra<strong>di</strong>zione è unasferzante contrad<strong>di</strong>zione avversole fantasie moderniste <strong>di</strong> una unitàsenza conversione: un rimproveroper i pastori che sono <strong>di</strong>ventatiamici dei lupi.La Tra<strong>di</strong>zione in Ucrainaconduce una battaglia importante emerita le nostre preghiere e il nostrosostegno. In un prossimo avvenire,il più grande passo in avanti sarà lacostruzione <strong>di</strong> un nuovo seminario,sufficientemente ampio da riceverei can<strong>di</strong>dati al sacerdozio e i loroprofessori. Essi hanno già erettoRzeszow : in sfondo, il futuro priorato, in primo piano, la cappellauna statua alla Madonna (alta circa3 metri) sul terreno dove sorgeràil seminario, e indubbiamente ellaveglierà sulla costruzione che avràinizio la prossima primavera.NDC: Stia certo che i nostri lettorisi ricorderanno dei nostri amici ucraininelle loro preghiere! Lei parlava dellapossibilità <strong>di</strong> un terzo priorato della<strong>Fraternità</strong> in Polonia?DJ: Sì. Si tratta <strong>di</strong> un’altraproprietà molto adatta per unpriorato; essa è situata non moltolontano dalla frontiera ucraina,vicino alla città <strong>di</strong> Rzeszow. Anchequi, si tratta <strong>di</strong> un piccolo miracolo,poiché i nostri fedeli stavanoper essere sfrattati dal localeche avevano in affitto. Quattromesi fa il proprietario ci ha fattosapere che avrebbe venduto ad unimpresario che avrebbe abbattutola costruzione per erigere uncomplesso più grande e più caro. Lenostre prime ricerche per trovareuna nuova sistemazione nonfurono incoraggianti e l’avvenire siannunciava cupo per questo ferventegruppo <strong>di</strong> parrocchiani. Tuttavia,la Madonna non abbandonamai quelli che ricorrono a lei. Ilfedele che si occupava della cosa aRzeszow ricevette una telefonatada un agente immobiliare che avevaun cliente che cercava <strong>di</strong> vendereimme<strong>di</strong>atamente. Si trattava <strong>di</strong>una casa <strong>di</strong> recente costruzionecon un garage a parte e un ettaro <strong>di</strong>terreno, offerta ad un prezzo moltoconveniente, ma a con<strong>di</strong>zione che la•ven<strong>di</strong>ta si concludesse entro il mese.Era un’offerta che mostrava tantisegni della Divina Provvidenza eche era semplicemente impossibilerifiutare!In tal modo la nostra comunità<strong>di</strong> Rzeszow ha trovato un nuovoriparo nel garage, che alcunifedeli hanno trasformato in unacappella molto degna. Mons.Fellay ha benedetto questacappella alla presenza <strong>di</strong> numerosiparrocchiani. Sulla base dei mezziche <strong>di</strong>sporremo, questa casa potràfacilmente <strong>di</strong>ventare una residenzaper i nostri sacerdoti che potrannoservire da lì le numerose cappelleche abbiamo nel Sud della Polonia.Relativamente vicina all’aeroportoe alla frontiera ucraina, essa èl’ideale per l’espansione dellaTra<strong>di</strong>zione in questa regione dellaPolonia. Ma, «Signore, concedetecidei sacerdoti»!NDC: Indubbiamente, è proprioun esempio della Divina Provvidenza!Quando pensa che si potranno aprirequesti priorati ancora allo stato <strong>di</strong>progetto?DJ: Non avverrà certo in unprossimo avvenire, per la sempliceragione che in Polonia siamosolo cinque sacerdoti. Il nostroprimo dovere è <strong>di</strong> vegliare allavita spirituale del nostro unicopriorato, prima <strong>di</strong> avventurarcinella fondazione <strong>di</strong> altri: sarebbeinsensato provare a stabilire un’altracomunità senza avere sacerdotisufficienti. Per questi prossimi


•priorati, i nostri primi sforzisaranno rivolti nell’organizzarela vita parrocchiale attorno adun gruppo <strong>di</strong> fedeli ferventi, chesaranno come una “fiamma vivente”accanto al <strong>San</strong>tissimo Sacramento,ove reciteranno il Rosario; e<strong>di</strong>videremo tra questi laici laconduzione dei locali. QuandoId<strong>di</strong>o ci invierà altri sacerdotisaremo in grado <strong>di</strong> stabilire subitouna comunità già funzionante intutto, salvo che per l’essenziale: laMessa e l’Ufficio <strong>di</strong>vino quoti<strong>di</strong>ani.In questi centri, abbiamo giàprevisto dei ritiri per l’Avvento ela Quaresima, essi costituirannoi tempi forti dell’anno, in grado<strong>di</strong> sostenere il fervore <strong>di</strong> questifedeli che non hanno una vitaparrocchiale completa.Ma una parrocchia non puòvivere se il sacerdote non è mossodallo zelo per la salvezza delleànime, per questo la nostra primapreoccupazione è la santificazionedei membri della nostra comunità<strong>di</strong> Varsavia. Mons. Fellay ci hapre<strong>di</strong>cato il ritiro mensile duranteil suo soggiorno in Polonia, per noiè stato un onore e una grazia.Dopo aver benedetto duecappelle, consacrato una chiesa,cresimato nove fedeli, or<strong>di</strong>natosette sacerdoti, rilasciato treinterviste alla stampa e tenute<strong>di</strong>verse conferenze spirituali,Mons. Fellay, da vero figlio delgrande missionario che fu Mons.Lefebvre, è volato in Lituania perbene<strong>di</strong>re il nostro nuovo priorato<strong>di</strong> Kaunas.NDC: Un altro priorato?DJ: In effetti si trattadella bene<strong>di</strong>zione della nuovacostruzione che ospita il prioratogià esistente in Lituania – i vostrilettori ne hanno già sentito parlarein un altro numero <strong>di</strong> Nouvelles deChrétienté. Questo progetto è statofinalmente portato a buon finegrazie al duro lavoro dei nostriconfratelli in Lituania, soprattuttodel Priore, Don Persie. Questopriorato non è solo un bastionedella Tra<strong>di</strong>zione nei paesi baltici,ma una base <strong>di</strong> partenza perservire l’Estonia, la Bielorussia eMosca. Lì vi è un immenso campo<strong>di</strong> apostolato che attende solo deglioperai per la mietitura.NDC: A più riprese lei harichiamato la mancanza <strong>di</strong> sacerdoti– avete delle vocazioni che siintravedono?DJ: In questo momento Dio cibene<strong>di</strong>ce con numerose vocazioni:due vocazioni religiose per dellecomunità amiche e quattro fratellidella <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X soloper la Polonia; altri tre stannoper completare la loro formazionesacerdotale a Zaitzkofen. Nelpriorato <strong>di</strong> Varsavia abbiamo anchequattro giovani che si preparano aentrare in seminario, mentre unFrate degli Eremiti <strong>di</strong> <strong>San</strong> Paoloci ha raggiunto recentemente peravere una formazione tra<strong>di</strong>zionale.In priorato, abbiamo anchedue oblate, Suor Maria-Marthad’Ucraina e Suor Ildegarda,una polacca che ha lasciatorecentemente il suo conventobenedettino, a causa delle influenzecorrosive del modernismo, percontinuare la sua vita religiosa franoi. Mons. Fellay le ha consegnatol’abito delle oblate della <strong>Fraternità</strong>quando è stato qui.Per le vocazioni venute daipaesi baltici, ricor<strong>di</strong>amo DonEdmundas e Don Kokis, originaririspettivamente della Lituania edella Lettonia, come Suor Maria-Maddalena, una delle nostre oblate.Infine, bisogna aggiungere che ilnuovo priorato <strong>di</strong> Kaunas potràormai ospitare dei pre-seminaristiquando il Buon Dio ce li manderà.NDC: Un’ultima parola o unaugurio per concludere?DJ: Se osassi, chiederei dellepreghiere, soprattutto per levocazioni! Abbiamo davanti anoi un vastissimo campo perl’apostolato, una messe chechiede solo degli operai pronti araccogliere le grazie eccezionaliaccordate a coloro che voglionorimanere fedeli alla Tra<strong>di</strong>zione.Certo, le preoccupazioni e i bisognid’or<strong>di</strong>ne materiale pesano sempreUn varco sul fronte dell’EstVarsavia : Suor Ildegarda dopo la suavestizionetanto sulle nostre spalle, ma noiabbiamo visto più <strong>di</strong> una voltacome Dio ha provveduto tramitela generosità <strong>di</strong> tante persone. Ineffetti, senza i numerosi benefattoriche sostengono le missioni dell’Estil nostro lavoro non sarebbepossibile, e noi sappiamo che laMadonna li ricompenserà con legrazie più belle ottenute dal suoCuore Immacolato . Essi possonostar certi della nostra profondagratitu<strong>di</strong>ne.Ma il più gran dono che si possafare è donare se stessi interamente,poiché è il dono totale <strong>di</strong> séche solo permette alla grazia <strong>di</strong>passare nell’ànima del prossimo. Imeriti della Croce sono applicatialle anime in ogni sacrificio dellaMessa, ma il <strong>San</strong>to Sacrificio nonpuò essere offerto che da coloro chehanno donato essi stessi le loro vite.Mostriamo dunque, non solo con lepreghiere, ma anche con l’esempio,il nostro amore per il sacrificio,affinché coloro che Nostro Signorechiama possano avere il coraggio <strong>di</strong>rispondere generosamente quandosentiranno: «Vieni e seguiMi».15


16Nova et Vetera Nº 22008La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat d’UcrainaIl 7 ottobre scorso, Mons. BernardFellay ha or<strong>di</strong>nato sette sacerdotiper la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafatd’Ucraina. Che cos’è questasocietà amica? Da dove vengono isuoi sacerdoti? Come sono venutiad associarsi alla battaglia dellaTra<strong>di</strong>zione nel loro lontano paese?Qual è la loro attuale situazione?Ecco alcune delle domande allequali cercheremo <strong>di</strong> rispondere.La Chiesa greco-cattolicad’Ucraina.I membri della <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong>Giosafat d’Ucraina appartengonoalla Chiesa greco-cattolica ucraina.Ma per un cattolico latino chevolesse occuparsi <strong>di</strong> questa Chiesavi sono non poche <strong>di</strong>fficoltà: ciòche essa rappresenta, la sua sitazioneattuale, ecc… In effetti, leChiese <strong>di</strong> rito orientale sono spessopoco conosciute in Occidente enon ci si rende conto bene <strong>di</strong> ciòche esse rappresentano realmente.Cerchiamo dunque <strong>di</strong> provarea tratteggiare un quadro <strong>di</strong> questaparte importante della Chiesa cattolica.L’espressione “Chiesa <strong>di</strong> ritoorientale ” rinvia a <strong>di</strong>versi elementi<strong>di</strong>stinti. Prima <strong>di</strong> tutto un elementogeografico. Queste Chieseinfatti sono presenti soprattuttoin una determinata zona. Permolte <strong>di</strong> esse esiste una <strong>di</strong>asporapiù o meno vasta, particolarmentein Canada e negli Stati Uniti, oanche in Australia, ma <strong>di</strong> fatto lanozione <strong>di</strong> territorio è molto importante.La ragione è storica :la maggior parte <strong>di</strong> queste Chiesesi sono costituite con la riunioneo l’unione a Roma <strong>di</strong> un certonumero <strong>di</strong> vescovi e <strong>di</strong> fedeli cheprima erano separati dalla <strong>San</strong>taSede. Si tratta dunque <strong>di</strong> parti <strong>di</strong>una delle “chiese ortodosse” , chesi sono riunite a Roma, e visto chequeste chiese sono essenzialmenteterritoriali è normale ritrovarela stessa <strong>di</strong>stribuzione nelle Chiesecattoliche <strong>di</strong> rito orientale. Facciamonotare, brevemente, l’esplosionedell’ortodossia in Chiese nazionali,legata alla loro concezione<strong>di</strong> Chiese «autocefale», cioè <strong>di</strong>Chiese unite senza un unico capo.Lo scisma da Roma, ha comportatoineluttabilmente questa moltiplicazionee questa atomizzazionedell’ortodossia. Non bisognaneanche <strong>di</strong>menticare che i <strong>di</strong>versigoverni si sono affrettati a favorirequesta <strong>di</strong>spersione, preferendoavere a che fare con una chiesache potevano controllare sul proprioterritorio nazionale.Ne consegue che ritroviamonumerose Chiese che sono il risultato<strong>di</strong> altrettanti ritorni <strong>di</strong> gruppiscismatici nell’ambito <strong>di</strong> Roma.A fianco <strong>di</strong> questi elementi territoriali,una Chiesa orientale è altrettantoin<strong>di</strong>viduata dal rito o liturgiache impiega. Vi sono quattrogran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni: alessandrinae abissina, siriaca, armena e bizantina.Quest’ultima è la più largamenterappresentata, ed è ad essache si ricollega la Chiesa grecocattolicaucraina. In questa tra<strong>di</strong>zionevengono utilizzate tre liturgieeucaristiche: la liturgia <strong>di</strong> <strong>San</strong>Giovanni Crisostomo, quella im-1 Questo termine, in senso improprio,designa i non cattolici <strong>di</strong> rito orientale.•Don Arnaud Sélégnypiegata più abitualmente, la liturgia<strong>di</strong> <strong>San</strong> Basilio <strong>di</strong> Cesarea, celebrata<strong>di</strong>eci volte nel corso dell’anno,e la liturgia <strong>di</strong> <strong>San</strong> Gregorio,detta dei cinque doni presantificati,celebrata durante la Quaresima.Il rito ucraino possiede alcuneparticolarità, che lasciamo aglispecialisti.Infine, occorre tenere conto <strong>di</strong>un terzo elemento: la lingua sacra.Nelle Chiese costituite progressivamentenel territorio slavoorientale, la lingua sacra è loslavo antico, ancora chiamato slavonio.Questa lingua è l’antenatadelle lingue slave oggi esistenti,ed è stata mo<strong>di</strong>ficata poco nelsuo uso ecclesiastico, così che èimpiegata solo negli Uffici liturgicidelle Chiese greco-cattolicheo ortodosse della regione. Questalingua utilizza l’alfabeto cirillico,inventato da <strong>San</strong> Cirillo detto ilfilosofo .In questo quadro generale dellaChiesa orientale, ci soffermeremo<strong>di</strong> più sulla Chiesa greco-cattolicaucraina. Questa storia è moltotormentata, legata com’è alla storiastessa dell’Ucraina, a sua volta in<strong>di</strong>ssolubilmentelegata a quella dellaRussia, della Bielorussia, dellaLituania e della Polonia. Il che significache la questione non è affattosemplice. Cercheremo tuttavia<strong>di</strong> delinearne i tratti principali.È intorno al X secolo che gliSlavi delle regioni orientali si sonoriuniti in un regno chiamato Rus .Al centro <strong>di</strong> questa prima Russiasi trova a Kiev, in Ucraina. A partireda allora, giunsero in quelle2 In effetti, sembra che <strong>San</strong> Cirillo siastato l’inventore dell’alfabeto glagolitico,in seguito semplificato e perfezionato dalsuo <strong>di</strong>scepolo Clemente d’Okhrid.3 Questo termine deriva dal finnico.Infatti questo primo regno è stato organizzatoinizialmente da alcuni gruppimilitari scan<strong>di</strong>navi <strong>di</strong>retti da un certoRurik, chiamato Rus in lingua slava.


•La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat d’UcrainaLe Chiese cattoliche orientaliOr<strong>di</strong>nate per rito o liturgieTra<strong>di</strong>zione alessandrina / abissina :Chiesa cattolica copta · Chiesa cattolica etiopeTra<strong>di</strong>zione siriaca :Chiesa cattolica siriaca · Chiesa maronita · Chiesa cattolica caldeaChiesa cattolica siro-malabara · Chiesa cattolica siro-malankaraTra<strong>di</strong>zione armena : Chiesa cattolica armenaTra<strong>di</strong>zione bizantina :Chiesa gr.-cattolica melkita · Chiesa gr.-cattolica ucrainaChiesa gr.-cattolica romenaChiesa gr.-cattolica rutena · Chiesa cattolica bizantinaChiesa gr.-cattolica slovaccaChiesa gr.-cattolica ceca · Chiesa gr.-cattolica unghereseChiesa gr.-cattolica bulgaraChiesa gr.-cattolica croata · Chiesa gr.-catt. serbo-montenegrinaChiesa gr.-cattolica macedoneChiesa gr.-cattolica russa · Chiesa gr.-cattolica bielorussaChiesa gr.-cattolica albaneseChiesa cattolica italo-albanese · Chiesa gr.-cattolica ellenicaComunità gr.-cattolica georgianaterre dei missionari da Bisanzio eanche da Roma, per evangelizzareil paese. Il primo membro della<strong>di</strong>nastia regnante ad essere battezzatofu la regina Olga, verso il 955.In realtà lei si era rivolta alla Germania,ma rapidamente Bisanzioacquisì un’importanza decisiva.Tuttavia, Kiev non sarà unasemplice <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> Bisanzio,poiché l’unione con la <strong>San</strong>ta Sedeperdurerà anche dopo lo scismadel 1054. In seguito l’Ucrainasubirà delle invasioni ripetute: laRussia l’invaderà una prima volta,ma saranno soprattutto i Tartariche si impadroniranno del paesee lo devasteranno. Dopo i Tartarifu la volta della Lituania, prima,e della Polonia, poi, con in seguitoun’invasione congiunta <strong>di</strong> questidue paesi. Nel corso <strong>di</strong> questoperiodo, la Chiesa ucraina gravitanell’orbita <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Bisanzio.Tuttavia, per l’influenza del clerolituano e polacco, verranno effettuatidegli sforzi per il ricongiungimentocon la <strong>San</strong>ta Sede, i qualisfoceranno nella famosa unione <strong>di</strong>Brest-Litovsk o Brest sul Bug nel1596: era nata la Chiesa rutena .Con tutto ciò le <strong>di</strong>fficoltà eranolungi dall’essere terminate e gliUcraini dovranno lottare ancoraa lungo per poter rimanere fedelia Roma. È in questo contesto chesi colloca il martirio <strong>di</strong> <strong>San</strong> Giosafat.Tra le <strong>di</strong>fficoltà che si presenterannonei secoli seguenti occorresegnalare, da un lato, l’assenza4 Il termine “rutena” deriva dalla Rutenia,che è una parte dell’Ucraina. Essoè servito per molto tempo a designarela Chiesa ucraina. Oggi invece designaun’altra Chiesa unita, il cui territorio è<strong>di</strong>stribuito nella Slovacchia, la Polonia el’attuale Ucraina.<strong>di</strong> un territorio nazionale ucraino,sud<strong>di</strong>viso ancora una volta trala Russia e la Polonia alla fine delXVIII secolo. Dall’altro, il cleropolacco, che fece sentire duramentela sua superiorità. Esso ritenevache la Chiesa ucraina dovessepassare al rito latino, la cosiddetta“latinizzazione”, sforzandosi perciò stesso <strong>di</strong> “polonizzare” il cleroucraino. Questi tentativi hannointrodotto un clima <strong>di</strong> sfiducia duraturatra i due paesi. Sia a livelloecclesiastico sia a livello civile. Inquesto contesto, nella storia dellaChiesa rutena è rimasto celebre ilconcilio <strong>di</strong> Zamosc del 1720.Nel 1806, la Russia abolì la sedemetropolita <strong>di</strong> Kiev, e la <strong>San</strong>taSede la ripristinò a Lviv nel 1807per il territorio sotto regime austriaco.Il XX secolo non conobbe deimiglioramenti, al contrario si ebberodelle persecuzioni semprepiù violente. Occorre ricordareche in questo secolo, per i contraccolpidella rivoluzione russa edelle guerre mon<strong>di</strong>ali, sono spariti<strong>di</strong>ciassette milioni <strong>di</strong> Ucraini.Si tengano presenti la grande carestiaorganizzata sotto Stalin, lerepressioni sistematiche, il prezzopagato alle due guerre mon<strong>di</strong>ali, leespulsioni e le deportazioni! Veroè che i cattolici non furono i solia sopportare la terribile persecuzione,tuttavia, nel 1946, la Russiapromosse un conciliabolo a Lvivper abolire l’unione con Roma.A partire da questa data la Chiesagreco-cattolica ucraina non ebbepiù esistenza legale. Ricor<strong>di</strong>amoche il territorio nazionale <strong>di</strong>venneuna delle repubbliche satellitidell’U.R.S.S. Bisognava attenderela caduta del muro <strong>di</strong> Berlinoper veder riapparire l’in<strong>di</strong>pendenzadell’Ucraina e la resurrezionedella Chiesa greco-cattolica.Durante tutto il periodo interme<strong>di</strong>oessa ha vissuto nelle catacombe.Numerosi vescovi e preti furonoarrestati, espulsi, condannati ailavori forzati o uccisi.17


18Nova et Vetera Nº 22008Oggi la Chiesa greco-cattolicaucraina conta 15 vescovi, 2.200preti, 750 monaci, 1.100 religiosi,3.000 chiese e 5 milioni <strong>di</strong> fedeli.Ma l’ultimo colpo inflitto allaChiesa greco-cattolica ucrainaè venuto dalla stessa <strong>San</strong>ta Sede,con la firma degli “accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Balamand”,che annientarono la realtàuniate. Il clima ecumenico natodopo il Concilio Vaticano IIha pesato sempre più sulle Chieseuniati. Ben presto il termine“uniatismo” è sembrato che si dovesserigettare a tutti i costi, per lasua implicazione <strong>di</strong> attaccamentoal passato e proselitismo. Le Chieseuniati <strong>di</strong>vennero delle palle alpiede dell’ecumenismo romano.Con gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Balamand esse,<strong>di</strong> fatto, sono state più o meno sepoltevive.La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> GiosafatIn questa nuova Ucraina, che siritrovava in<strong>di</strong>pendente per la primavolta dopo <strong>di</strong>versi secoli, soggettaall’ebbrezza <strong>di</strong> una unionenazionale che sembrava a tuttaprova, la nuova libertà in materiareligiosa sembrava un miracolo.Tutto era apparentemente possibile.Da parte dell’ortodossia leGiosafat nacque a Wolodymyr, inPolonia, da una modesta famiglia.Venne battezzato col nome <strong>di</strong> Giovanni. Avent’anni entrò nell’or<strong>di</strong>ne dei Basiliani uniti <strong>di</strong>Polonia, dove assunse il nome <strong>di</strong> Giosafat.Passato segretamente allo scisma, il Superioredella comunità cercò invano <strong>di</strong> portare Giosafata rivoltarsi contro la <strong>San</strong>ta Sede. Di fronte allereazioni degli scismatici che coprirono il <strong>San</strong>tod’ingiurie e <strong>di</strong> sarcasmi, Giosafat denunciò almetropolita l’archimandrita, che venne depostodall’incarico. Quantunque semplice <strong>di</strong>acono,Giosafat <strong>di</strong>ede prova <strong>di</strong> uno zelo ardente perla conversione dei non uniati e ne ricondurràun gran numero in seno alla Chiesa. Or<strong>di</strong>natosacerdote, il santo basiliano <strong>di</strong>venne l’apostolo della regione, si de<strong>di</strong>cò alministero della pre<strong>di</strong>cazione e della confessione, praticando sempre un’esattaosservanza delle sue regole. Dio aveva dotato Giosafat <strong>di</strong> un talento particolareper assistere i condannati a morte. Visitava anche i malati e i poveri, lavava i loropie<strong>di</strong> e si preoccupava <strong>di</strong> procurare dei me<strong>di</strong>camenti e del nutrimento per i miseri.Nominato archimandrita del convento della Trinità, composto soprattutto <strong>di</strong>giovani religiosi, egli li formò alla vita monastica con una vigilanza tutta paterna.All’età <strong>di</strong> 38 anni, san Giosafat Kuncewycz fu or<strong>di</strong>nato arcivescovo <strong>di</strong> Polock aVilnius.Mentre l’arcivescovo si trovava alla Dieta <strong>di</strong> Varsavia, dove erano staticonvocati <strong>di</strong>versi vescovi, un vescovo scismatico si impadronì all’improvvisodella sua sede. <strong>San</strong> Giosafat si affrettò a ritornare dal suo gregge per richiamarele pecore ribelli all’obbe<strong>di</strong>enza. Quando volle prendere la parola, la folla eccitatadagli scismatici, si scagliò impetuosamente su <strong>di</strong> lui. Se non fosse intervenuta laforza armata sarebbe stato impietosamente massacrato.Il mattino del 12 novembre 1623, mentre pregava nella cappella del palazzoepiscopale <strong>di</strong> Vitebsk, la folla infuriata invase la santa <strong>di</strong>mora. <strong>San</strong> Giosafat,accorse prontamente al frastuono della sommossa e si rivolse ai suoi assassini<strong>di</strong>cendo: «Se volete me, eccomi.» Due uomini si fanno avanti: uno lo colpisce conun bastone, l’altro gli spacca la testa con un colpo <strong>di</strong> alabarda. Infine, due colpi<strong>di</strong> fucile lo colpiscono alla testa. Aveva 44 anni.<strong>San</strong> Giosafat è il patrono dell’Ucrania.•defezioni furono numerose, senzacontare la rapida <strong>di</strong>visione indue e poi in tre Chiese nazionaliche indebolirono le forze opposte.I cattolici potevano guardaread un’età dell’oro. Ma… Una terzaguerra mon<strong>di</strong>ale, <strong>di</strong> cui avevanoavuto appena sentore da <strong>di</strong>etro lacortina <strong>di</strong> ferro comunista, incominciavaa produrre le sue rovine.I primi contatti della Tra<strong>di</strong>zionecon l’Ucraina sono legati aiviaggi missionari <strong>di</strong> Don Rulleau,della <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X, <strong>di</strong>venutopoi il Padre Bernard <strong>di</strong> Mentone,OSB. Fin dalla caduta dellacortina <strong>di</strong> ferro egli percorse <strong>di</strong>versipaesi dell’Est appena liberatidal giogo comunista. Fu così chele Suore Basiliane, che uscivanodalle catacombe, poterono riceverel’aiuto della <strong>Fraternità</strong>. Tre <strong>di</strong>esse <strong>di</strong>vennero Oblate della <strong>Fraternità</strong>.Anche i Padri Redentoristi fecerodei viaggi esplorativi. I Redentoristisono stati il sostegnodei cattolici ucraini per secoli.È attraverso <strong>di</strong> essi che il PadreVasyl (Basile) Kovpak ha potutoconoscere il movimento tra<strong>di</strong>zionalista.Prete <strong>di</strong>ocesano, curato <strong>di</strong>due parrocchie, egli era turbato dai<strong>di</strong>versi cambiamenti sopraggiuntinella Chiesa ucraina. Ma egli volleprendere del tempo per informarsi.Fu solo nel 1997 che incominciòad incontrarci. Venne <strong>di</strong>verse volteal Priorato <strong>di</strong> Varsavia per acquisireuna migliore conoscenzadella crisi terribile che attraversala Chiesa, <strong>di</strong> cui non aveva potutovalutare la portata a causa dell’isolamentodei paesi dell’Est. Un elementodeterminante fu il pellegrinaggioche egli fece a Fatima conle Suore Basiliane, e che fu organizzatodai Redentoristi. Nel 1998Don Sthelin si recò in Ucraina suinvito del Padre Vasyl, per stabiliredelle solide relazioni.Ma quali erano i cambiamentiinquietanti che avevano spinto ilPadre Vasyl a cercare la Tra<strong>di</strong>zione?Quali trasformazioni aveva ef-


•La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat d’UcrainaLe <strong>di</strong>fferenti Chiese orientaliLe Chiese patriarcali• la Chiesa maronita (Sede in Libano)• la Chiesa cattolica copta (Sede in Egitto)• la Chiesa cattolica armena (Sede in Libano)• la Chiesa cattolica siriaca (Sede in Libano)• la Chiesa greco-cattolica melkita (Sede in Siria)• la Chiesa cattolica caldea (Sede in Irak)Le Chiese archiepiscopali maggiori• la Chiesa greco-cattolica ucraina• la Chiesa cattolica siro-malabara• la Chiesa cattolica siro-malankara• la Chiesa greco-cattolica romenaLe Chiese metropolitane• la Chiesa cattolica bizantina• la Chiesa cattolica etiopeLe altre Chiese e comunità• la Chiesa greco-cattolica rutena• la Chiesa greco-cattolica slovacca• la Chiesa greco-cattolica ungherese• la Chiesa greco-cattolica bulgara• la Chiesa greco-cattolica croata• la Chiesa greco-cattolica serbo-montenegrina• la Chiesa greco-cattolica macedone• la Chiesa greco-cattolica ceca• la Chiesa greco-cattolica russa• la Chiesa greco-cattolica bielorussa• la Chiesa greco-cattolica albanese• la Chiesa cattolica italo-albanese• la Chiesa greco-cattolica ellenica• la comunità greco-cattolica georgianafettuato la Chiesa greco-cattolicaucraina perché, non appena uscitodalle catacombe, egli pensasse <strong>di</strong>ritornarvi?Il rito ucraino, che è un rito bizantinoleggermente mo<strong>di</strong>ficato,non ha subito delle trasformazioniprofonde, come è accaduto peril rito latino con la riforma liturgica<strong>di</strong> Paolo VI. Vi sono state delletrasformazioni leggere e piuttostoaccidentali. Di contro, vi è statoun profondo cambiamento cheha scioccato la gran parte dei cattolici:l’abbandono della lingua sacra,il vecchio slavo, a favore dellalingua volgare. Bisogna <strong>di</strong>re chei riformatori talvolta sono a corto<strong>di</strong> immaginazione… Questo cambiamentoè stato sofferto da questaChiesa come l’abbandono dellatino in Occidente. Per <strong>di</strong> più, comeper gli occidentali, questo hasignificato rompere l’unità con glialtri riti orientali (con la Chiesa rutenao quella russa, per esempio),unità assicurata proprio da questalingua. Ed ha significato ancheil <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> questa Chiesa dallesue ra<strong>di</strong>ci, poiché una parte dellasua tra<strong>di</strong>zione è stata trasmessa inquesta lingua morta. Stessa causa,medesimi effetti. Nella sua in<strong>di</strong>gnazione,il Padre Vasyl si armò<strong>di</strong> penna per protestare, e scrisseun libro in <strong>di</strong>fesa del vecchio slavo.Praticò poi questa <strong>di</strong>fesa continuandoa celebrare in slavo anticonelle sue parrocchie.I preti venuti dall’Ovest peraiutare la Chiesa ucraina a fare ilsuo aggiornamento, si preoccupavanoper prima cosa <strong>di</strong> favorire ilriavvicinamento con gli ortodossi.Paradossalmente, uno dei mezziimpiegati era un mezzo tra<strong>di</strong>zionale.E qui è necessaria qualchespiegazione.Dopo l’unione <strong>di</strong> Brest-Litovsk,la Chiesa ucraina era stata oggetto<strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> latinizzazionea <strong>di</strong>versi livelli, come abbiamo ricordatoprima. I Papi hanno semprelottato per proteggere le chieseorientali da questa invasione.Vi sono tre ragioni principali perquesta protezione. Innanzi tutto<strong>di</strong>fendere i riti cattolici venerabiliche possono vantare i requisitiricordati da <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> V al momentodella co<strong>di</strong>ficazione della Messatridentina: e cioè una originerisalente a più <strong>di</strong> 200 anni primadel lavoro <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazione del santoPapa. Questi riti avevano ra<strong>di</strong>cimolto antiche e facevano partedel patrimonio liturgico dellaChiesa: farli sparire costituiva unabuso, un grave abuso. A questobisogna aggiungere la preoccupazione<strong>di</strong> facilitare il ritorno dellechiese scismatiche. Una delle accusericorrenti contro Roma era il19


Nova et Vetera Nº 22008•sospetto <strong>di</strong> una volontà egemonicadel rito latino. Completata l’unione,i riti orientali correvano il rischio<strong>di</strong> sparire puramente e semplicemente.Bisogna confessareche il clero latino ha talvolta largamenteprestato il fianco a questasfiducia. Infine, la lingua latina èincomprensibile per i membri delleChiese orientali, essa è estraneaalla loro cultura. Volerla imporrea interi popoli, e non solo a quellieru<strong>di</strong>ti, è pura illusione.Tuttavia, con il tempo, unacerta latinizzazione si è ra<strong>di</strong>cataa <strong>di</strong>versi livelli nella Chiesa ucraina.Si deve <strong>di</strong>stinguere tra quellarelativa al rito e quella relativa adelementi più o meno para-liturgici.Citiamo: l’introduzione dellestatue, il culto del Sacro Cuore,la Via Crucis, il Rosario, e anchela Comunione in ginocchio. Duranteil periodo della soppressione“ufficiale” della Chiesa grecocattolicain Ucraina – dal 1946 al1991 – questi elementi erano statiun potente sostegno per il popolo,che vi era fortemente attaccato.I riformatori a tavolino, venutiin maggioranza dall’Ovest, volleroimpegnarsi con zelo alla «purificazione»del rito ucraino, senzatenere conto <strong>di</strong> questa evoluzionestorica, e si de<strong>di</strong>carono allarimozione delle statue e alla soppressionedella Via Crucis. Cosache <strong>di</strong>ede luogo a delle protestee a degli scontri. Nella cattedraleKiev, in una notte, la statua delSacro Cuore venne tolta e rimessa<strong>di</strong>verse volte.Questa delatinizzazione, però,aveva anche un fondamento ecumeniconascosto. Si trattava, perquanto possibile, <strong>di</strong> riavvicinare ilrito uniate al rito ortodosso corrispondente.Il che, per un verso,andava verso l’intenzione espressadai Pontefici Romani fin dall’unione,per l’altro, però, era destinataa mostrare l’inutilità delleChiese uniati, fino a portarle allasparizione.Il Padre Vasyl combatté fortementequeste revisioni delle devozioniamate dal popolo e che eranostate il viatico durante gli annineri. Senza con questo nuocereminimamente al rito ucraino, cheegli ha <strong>di</strong>feso peraltro dai novatori.La volontà <strong>di</strong> vedere sparire laChiesa uniate non è una invenzioneo un giu<strong>di</strong>zio temerario controi riformatori, essa si è chiaramentemanifestata dal 1993 con i famosiaccor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Balamand.Un terzo elemento preoccupavail Padre Vasyl: l’arrivo dei carismaticiin Ucraina negli anni 1994-95. E loro pratiche urtavano profondamentei preti legati alle lorotra<strong>di</strong>zioni religiose. Non c’è bisogno<strong>di</strong> insistere su questo punto.Infine, i veri uniati si preoccupanomolto delle parole della Madonna<strong>di</strong> Fatima. La Russia si convertiràalla fede cattolica, questa èla promessa. Ma è lecito chiedersiquali cammini seguirà questa conversione.Il Cielo usa delle causeseconde per realizzare i suoi piani.Gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> BalamandIl 23 giugno 1993 veniva pubblicata una Dichiarazione della Commissione mista internazionale per il <strong>di</strong>alogo teologicotra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa che condannava l’uniatismo, e cioè la pratica millenaria della Chiesa cattolicaper aiutare gli scismatici a ritornare in seno all’unica Chiesa, per mezzo della creazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ocesi del loro stesso rito.In tal modo si condannavano <strong>di</strong> fatto le stesse Chiese uniate, che avevano sofferto il martirio per rimanere cattoliche. Il PontificioConsiglio per l’Unità dei Cristiani, dunque, sottoscrisse un testo che enuncia i seguenti principi ecclesiologici: «Perlegittimare questa tendenza, fonte del proselitismo, la Chiesa cattolica sviluppa la visione teologica secondo la quale presentase stessa come l’unica depositaria della salvezza» . Negazione pura e semplice dell’unicità della Chiesa. E il documentoproseguiva: «Visto il modo nuovo con cui cattolici e ortodossi si considerano in rapporto al mistero della Chiesa e si riscopronoChiese sorelle, questa forma <strong>di</strong> “apostolato missionario”, sopra descritto e che è stato chiamato “uniatismo”, non puòpiù essere accettato, né come metodo da seguire, né come modello per l’unità ricercata dalle nostre Chiese» . E aggiungeva:«Da una parte e dall’altra, si riconosce che ciò che Cristo ha affidato alla Sua Chiesa – professione della fede apostolica,partecipazione agli stessi sacramenti, soprattutto all’unico sacerdozio celebrante l’unico sacrificio <strong>di</strong> Cristo, successioneapostolica dei vescovi – non può essere considerato proprietà esclusiva <strong>di</strong> una delle nostre Chiese (…) È questa la ragioneper la quale la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa si riconoscono reciprocamente come Chiese sorelle, responsabili comunidel mantenimento della Chiesa <strong>di</strong> Dio» . Ormai le Chiese ortodosse sembrano far parte della Chiesa cattolica, senzaessersi sottomesse al Papa. Infine, nelle regole pratiche, si giungeva naturalmente a questa conclusione: «L’azione pastoraledella Chiesa cattolica, sia latina sia orientale, non tende più a far passare i fedeli da una Chiesa all’altra; cioè non mira più alproselitismo tra gli ortodossi (…) superando la desueta ecclesiologia del ritorno alla Chiesa cattolica» .201 Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, L’Uniatismo, Metodo d’unione delpassato e ricerca attuale della piena comunione, Dichiarazione firmata a Balamand, Libano, 23 giugno 1993, n° 10.2 Ibidem, N° 12.3 Ibidem, N° 13 e 14.4 Ibidem, N° 22 e 30.


•La <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat d’UcrainaSembrava del tutto naturale pensareche gli Uniati sarebbero statile punte avanzate o il cuore, se sivuole, <strong>di</strong> questa realizzazione dellapromessa del Cuore Immacolato<strong>di</strong> Maria. Ma come poteva verificarsiuna cosa del genere se laChiesa uniate veniva condotta alla<strong>di</strong>struzione certa?Fu allora che Padre Vasyl e seialtri preti – tutti parroci – che volevanocombattere la stessa battagliavennero indotti a chiedere aMons. Fellay <strong>di</strong> prenderli sotto lasua protezione, erigendo una <strong>Fraternità</strong>che seguisse le tra<strong>di</strong>zioniucraine: la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafatd’Ucraina, con sede a Lviv. La fondazioneebbe luogo il 28 settembre2000 e il Padre Vasyl venne elettoprimo Superiore Generale. Mons.Fellay ha eretto la <strong>Fraternità</strong> e laCongregazione delle Suore dellaDivina Misericor<strong>di</strong>a, ed ha benedettoil seminario in occasione delsuo viaggio in Ucraina nel novembredello stesso anno. Otto seminaristisi impegnarono imme<strong>di</strong>atamentenell’Istituto posto sottola responsabilità del nostro attualeSuperiore Generale.Da notare che la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong>Giosafat non può fare a meno <strong>di</strong>un vescovo, poiché lo Stato ucrainonon accetta l’apostolato <strong>di</strong> alcunprete che non sia sottomessoad un vescovo, che sia cattolico oortodosso o appartenga ad una setta.Questa <strong>di</strong>pendenza si è rivelatasubito in<strong>di</strong>spensabile. Uno dei sacerdotidella <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafatche aveva una parrocchia in unaltro vescovado venne imme<strong>di</strong>atamentecolpito da una sospensione,cacciato dalla sua parrocchia e denunciatoalle autorità: rischiava laprigione. Venne rilasciato proprioperché il suo apostolato si esercitavaalle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> un vescovo.Ha dovuto <strong>di</strong>fendersi cinquevolte nei tribunali civili!La <strong>Fraternità</strong> ha prestato il suoaiuto fin dall’inizio: aiuto materialeper la costruzione delle chiesee l’impianto del seminario, e aiutotramite i corsi che i nostri sacerdotitengono regolarmente ai seminaristi<strong>di</strong> Lviv.Dopo la fondazione, la <strong>Fraternità</strong>ha vissuto più o meno clandestinamente,senza mostrarsi inogni caso, per far sì che la giovanecomunità si assestasse e si provvedessealla formazione dei fedeli.Questo periodo è durato fino al2002. In questa data i seminaristihanno ricevuto la talare… da allorasarebbe stato <strong>di</strong>fficile nascondersi.E presto furono prese le primemisure… a un altro prete vienetolta la parrocchia e un terzo ècolpito da scomunica. Nel mese <strong>di</strong>maggio, Mons. Williamson, a Zaitzkofen,or<strong>di</strong>na il primo <strong>di</strong>acono:era già sud<strong>di</strong>acono al suo ingressonella <strong>Fraternità</strong>.Il Padre Vasyl è sospettato <strong>di</strong>essere il Superiore della <strong>Fraternità</strong>e sottoposto ad una inchiestacanonica, nel 2003, dal car<strong>di</strong>naleHusar, arcivescovo <strong>di</strong> Lviv edecumenista <strong>di</strong>chiarato. Il PadreVasyl replica con un libro vigorosoche descrive la persecuzione dellaTra<strong>di</strong>zione in Ucraina insiemealla storia della <strong>di</strong>fesa della Tra<strong>di</strong>zionenella Chiesa latina, condottada Mons. Lefebvre e dalla <strong>Fraternità</strong><strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X, senza <strong>di</strong>menticarel’azione <strong>di</strong> Mons. De CastroMayer e <strong>di</strong> Mons. Lazo. Egli giustificala sua fondazione con lo stato<strong>di</strong> necessità. Il libro, stampatoin 3000 esemplari, è accolto favorevolmente.Peraltro, Padre Vasylorganizza nelle sue parrocchie unaraccolta <strong>di</strong> firme per sostenerlo: neraccoglie più <strong>di</strong> 7.000. Nello stessotempo si dà inizio alla costruzione<strong>di</strong> una chiesa per permetterel’apostolato del sacerdote cacciato.Il Padre Vasyl viene convocatodal car<strong>di</strong>nale Husar, che esige dellespiegazioni e una presa <strong>di</strong> posizionechiara: «o io o Mons. Fellay».Insieme agli altri preti è minacciato<strong>di</strong> scomunica insieme ai suoi fedeli,più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila. A Novembre,Mons. Tissier de Mallerais or<strong>di</strong>nail primo sacerdote della <strong>Fraternità</strong><strong>San</strong> Giosafat, nel Priorato<strong>di</strong> Varsavia.Il Padre Vasyl in compagnia <strong>di</strong> Mons. Fellay,a Varsavia, il 16 ottobre 2007Il 10 febbraio 2004 il car<strong>di</strong>naleHusar lancia via ra<strong>di</strong>o la scomunicacontro il Padre Vasyl, perché siè associato ad un movimento scismatico.Questa censura, la piùpesante nel <strong>di</strong>ritto orientale, è statainflitta senza il preventivo processo.A Roma viene depositatoun ricorso per vizio <strong>di</strong> forma. Il ricorsoviene accolto e la scomunicaviene <strong>di</strong>chiarata nulla per vizio <strong>di</strong>forma. Il car<strong>di</strong>nale dà inizio ad unprocesso. Per altro verso, la gerarchiasi sforza <strong>di</strong> recuperare le chiese,comprese quelle costruite dalla<strong>Fraternità</strong>. Il primo giugno vienenuovamente comminata la scomunicaal Padre Vasyl, con la seguentemotivazione: collaborazionecon il gruppo scismatico dei lefebvriani,fondazione illegale delseminario e della Congregazionedella Suore Basiliane, <strong>di</strong>ffusionedel suo libro La Tra<strong>di</strong>zione scomunicata.Il Padre Vasyl presenta imme<strong>di</strong>atamentericorso al tribunale<strong>di</strong> seconda istanza. Il ricorso è accettatoe preso in esame.Ma Dio dona anche delle consolazioni,e per la festa <strong>di</strong> CristoRe il Padre Vasyl vi de<strong>di</strong>ca la nuovachiesa che bene<strong>di</strong>ce e che ha250 posti.21


Nova et Vetera Nº 22008•Nel mese <strong>di</strong> novembre, unachiesa del XVII secolo, <strong>di</strong>smessae donata dai fedeli alla <strong>Fraternità</strong>,brucia… mentre si verifica un tentativod’incen<strong>di</strong>o della chiesa nuova.L’inchiesta accerterà che si ètrattato <strong>di</strong> un atto criminale.Nella prima metà del 2005 vi èbonaccia. I <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni legati alla rivoluzionearancione e all’elezionepresidenziale contestata e ripetutaimpe<strong>di</strong>scono al car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> agire.Le chiese del Padre Vasyl sono ormaia sua <strong>di</strong>sposizione, poiché duevicari che gli erano stati impostiper sorvegliarlo e dargli fasti<strong>di</strong>o siritirano in altri luoghi <strong>di</strong> culto. Inagosto, però, l’attacco della gerarchiariprende. Il tribunale <strong>di</strong> secondaistanza ha anch’esso invalidatala scomunica per vizio <strong>di</strong> forma.Ed ecco che vengono presentatenuove minacce: il Padre Vasylchiuda il suo seminario e il ramofemminile della <strong>Fraternità</strong> e potràstare tranquillo! Se rifiuta verràscomunicato e gli verranno toltele parrocchie! Il vescovado sostieneche ogni ricorso a Romanon servirà a niente!22Ancora una volta ai valenticombattenti giungono delle consolazioni.Il 13 ottobre, una statuadella Madonna <strong>di</strong> Fatima viene ricevutasolennemente in Ucraina.3.000 fedeli sono presenti per accoglierla.Subito collocata nellachiesa del Padre Vasyl, viene visitatagiorno e notte dai fedeli chefanno la coda per poter pregarealmeno qualche istante davantiad essa e poterla toccare. Tuttii fedeli con più <strong>di</strong> 16 anni possonoiscriversi sul “Libro <strong>di</strong> Fatima”,avendo avuto il privilegio <strong>di</strong>pregare personalmente davanti aquesta statua, avendo auspicato laconsacrazione della Russia al CuoreImmacolato <strong>di</strong> Maria, avendo<strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> sostenere la Tra<strong>di</strong>zionecattolica. Quando la statualascia l’Ucraina, alla fine <strong>di</strong> ottobre,circa 20.000 persone si sonoiscritte. Si verificano degli avvenimentisorprendenti, raramente vistiprima: 7 scuole pubbliche chiedonola visita della Madonna e i<strong>di</strong>rettori – con i professori e tutti iragazzi – consacrano la loro scuolaal Cuore Immacolato <strong>di</strong> Maria.Un numero considerevole <strong>di</strong> fedeliritornano alla Tra<strong>di</strong>zione cattolica,mentre un certo numero <strong>di</strong> ortodossisi convertono. Quando lastatua lascia l’Ucraina, il 31 ottobre,circa 6.000 fedeli accorronoper salutarla, tutti con le lacrimeagli occhi. Si è trattato <strong>di</strong> un verotrionfo della Madonna <strong>di</strong> Fatima,in questo paese che soffre profondamente.Intanto, a novembre, in seguitoallo spostamento della sede arcivescovilemaggiore a Kiev, si trasferisceil car<strong>di</strong>nale Husar e vienenominato un nuovo Arcivescovo<strong>di</strong> Lviv. Il nuovo prelato, Mons.Igor Vozniak, temendo l’espansionedei lefebvriani nella regione,provvede a delle messe in guar<strong>di</strong>acontro la <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat:«La <strong>Fraternità</strong> lefebvriana estendei suoi tentacoli tra noi, conquistadei laici provando ad aprire lesue cappelle» ha spiegato; «vi è unaseria minaccia <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione nellaChiesa, della quale ho reso edottii parroci con uno speciale comunicato».Egli ha anche annunciatoche <strong>di</strong>scuterà della cosa conle autorità ufficiali nel corso dellasua visita ad limina che compiràtra poco.Quanto a Mons. Viktor Skworc,vescovo <strong>di</strong> Tarnow nella vicina Polonia,egli ha raggiunto dei gruppi<strong>di</strong> parrocchiani a Janov per unamarcia «contro i “lefebvriani” chehanno fondato un seminario e unconvento in questa regione, nonché<strong>di</strong>verse parrocchie».Il 15 febbraio 2006, due componentidella <strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafatsono stati or<strong>di</strong>nati sud<strong>di</strong>aconie subito dopo <strong>di</strong>aconi, seguendoil costume della Chiesa grecocattolica.L’or<strong>di</strong>nazione si è svoltaa Varsavia in presenza <strong>di</strong> 5 sacerdoti,5 suore, 7 seminaristi euna quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> fedeli <strong>di</strong> questa<strong>Fraternità</strong>. La cerimonia è andatamolto bene, Mons. Tissier de Mallerais,che non aveva portato il suopastorale, è stato costretto a farseneprestare uno, offertogli volentierida «un vescovo francese» <strong>di</strong>passaggio in una struttura <strong>di</strong>ocesana!Il Padre Vasyl era stato minacciato<strong>di</strong> scomunica nel caso lacerimonia avesse avuto luogo. Ecosi è stato, generando un nuovoricorso presso la Congregazioneper le Chiese Orientali. Quest’ultimaha trasferito la questionedavanti alla Congregazione perla Dottrina della Fede, che ha deciso<strong>di</strong> rinviare tutto al car<strong>di</strong>naleHusar per una decisione definitiva,questa volta senza possibile ricorso.Nel frattempo, la <strong>Fraternità</strong>ha continuato a procedere con delleregolari or<strong>di</strong>nazioni.Il 2007 ha visto nuove sentenzeemesse contro i sacerdoti della<strong>Fraternità</strong> <strong>San</strong> Giosafat. Il 16 ottobreMons. Fellay ha or<strong>di</strong>nato 7nuovi sacerdoti, portando il loronumero a 18. Il seminario conta 19seminaristi, mentre 25.000 fedelisi raccolgono nei <strong>di</strong>versi luoghi <strong>di</strong>culto. Ma venerdì 16 novembre arrivail decreto definitivo <strong>di</strong> scomunicadel Padre Vasyl… .5 Scomunica confermata dalla Congragazioneromana per la dottrina della fedeil 16 <strong>di</strong>cembre 2007 (Conf. DICI n°169p.10-11 – www.<strong>di</strong>ci.org) NDT.

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