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8 Primo PianoOttobre 2009Nuovo contributo di sangue sardoalla causa della pace in AfghanistanIn un attentato sono morti sei militari della “Folgore” tra i quali Matteo Mureddudi Solarussa - La Brigata Sassari partita per KabulUna missione macchiatadi sangue. Anche sardo.A Kabul il 17 settembre unautobomba ha spezzato lavita di Matteo Mureddu, diSolarussa, appena 26 anni.Con lui sono morti ancheAndrea Fortunato, DavideRicchiuto, GiandomenicoPistonami, MassimilianoRandino, Roberto Valente:tutti appartenenti, siapure in diversi reggimenti,della Folgore.L’attentato è avvenuto alle9,30 italiane, le 12 afgane:secondo la ricostruzione delministro della Difesa IgnazioLa Russa si è trattato di un attentato suicida, diun’auto con a bordo 150 chili di esplosivo. Unatragedia che arriva subito come una bomba in<strong>Sardegna</strong> e a Solarussa. Un’intera regione e tuttoil paese sono annichiliti. A Solarussa l’annuncioviene dato dal triste rintocco delle campaneparrocchiali e in questo centro dell’oristanese calaun silenzio pieno di dolore e commozione. Unavita spezzata di un caporalmaggiore che anovembre sarebbe dovuto essere a Solarussa perbattezzare la nipotina nata ad agosto e unmatrimonio, il suo, già fissato per il prossimogiugno. Ci ha pensato un attentato suicida acancellare in un mattino da incubo afgano tutti isogni di un giovane che era andato laggiù per unamissione di pace. Proprio su questo arriva il primosfogo della madre di Matteo, che all’arcivescovo diOristano Ignazio Sanna sottolinea: «Lo dicano chequesta non è una missione di pace. Ormai non cicrede più nessuno». Parole che sembrano, sonoDIFESAFirmato accordo italo-tedescoper DecimomannuLe Aeronautiche militari italiana (Ami)e tedesca (Luftwaffe) hanno rinnovato con unacelebrazione formale i 50 anni di cooperazionenell’addestramento degli equipaggi di volo. Allapresenza dei sottosegretari della Difesa italiano,Giuseppe Cossiga, e tedesco, Rudiger Wolf, i capidi stato maggiore delle due forze aeree, il gen.Daniele Tei, e il ten. gen. Klaus Peter Stieglitz,hanno firmato un accordo che estende per altri treanni la collaborazione fra i due Paesi.Il responsabile del Comando addestramento tatticodella Luftwaffe in Italia, col. Joachin Ellguth, hasottolineato “l’eccellente e pluriennalecollaborazione che dura da 50 anni a Decimo enell’uso degli ampi spazi aerei del Mediterraneo.Con gli investimenti di notevole entitàeffettuati negli ultimi anni e la firmadel contratto di cooperazione la Luftwaffemanifesta in modo chiaro che desidera anche infuturo, a lungo termine e, per quanto possibile,congiuntamente con altre Nazioni, continuare asvolgere attività addestrativa nell’Isola”.Mentre il comandante di Decimomannu Rssta-Awti(Reparto standardizzazione tiro aereo e Sistema disassi durissimi con tuttal’Italia che, quandoaccadono fatti del genere, epurtroppo non è la primavolta, continua a chiedersise sia giusto o no continuarequesta “missione di pace”.Di “tragedia devastante”parla anche il sindaco diSolarussa AntonangelaSechi, mentre il padre diSilvio Olla, il sottoufficialedi Sant’Antioco morto seianni fa a Nassiriya, nonesita a dire: «È come se miofiglio fosse morto di nuovo».Il ritorno. In Italia è luttonazionale, ovviamente, e lesei bare arrivano a Ciampino domenica 20settembre. Ancora un C130 dell’aeronauticamilitare che riporta a casa vite spezzate troppopresto. All’aeroporto romano c’è lo strazio diGreca, la madre di Matteo Mureddu, che non sistacca mai dalla foto del figlio. C’è il presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano ad accoglierele sei bare, che poi vengono prima portateall’istituto di medicina legale della “Sapienzaper l’autopsia disposta dalla magistraturaromana e poi nella chiesa “Salus infirmorum”,nell’ospedale militare del Celio.Il 21 settembre i funerali di Stato nella basilicaromana di San Paolo fuori le mura. Troppopiccola, la pur imponente abbazia per accogliere letante persone che vogliono esserci, stare vicino,sostenere le famiglie dei militari che hanno persola vita in una operazione di pace. Celebra il ritol’ordinario militare per l’Italia, monsignorVincenzo Peldi che legge subito il telegrammacombattimento elettronico), col. GustavoCicconardi, ha confermato l’utilità di unamaggiore collaborazione (uomini e mezzi)nella gestione, in una veste più internazionaledella base sarda. Dopo la firma le lunghe scietricolori degli aerei MB 339 Pan della Pattugliaacrobatica nazionale hanno chiuso la celebrazionedella festa per i 50 anni dalla fondazionedell’Air weapons training installation (Awti)della base aerea di Decimomannu.Alle evoluzioni delle Frecce tricolori hannoassistito migliaia di spettatori che hanno “invaso”la base che per un giorno è stata aperta alpubblico. Sono state presentate le classiche figuredella pattuglia dai tonneuax ai looping agli incrocimozzafiato. Il pubblico ha potuto vedere, inoltre,una mostra statica di velivoli, decolli di varimodelli di elicotteri e aerei, operazioni simulate disoccorso. Fra gli altri anche i più moderni velivolipresenti sulla base sarda: dal caccia europeoEfa 2000 Typhoon al Tornado, dall’Amx all’F 16Falcon, ma anche gli Mb 339 ed i vecchi F4Phantom, fra i trasporti il 160 Transall, il C 130Hercules, e gli elicotteri CH 53 e Ab 212.inviato da Benedetto XVI, poi officia la funzione.Si rivolge a ognuno dei militari morti e di Matteoricorda che sognava “un futuro di pace perl’umanità. Non solo per la tua terra, ma perl’umanità minacciata dal terrorismo”. Nellabasilica sull’Ostiense ci sono il presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano, quello delConsiglio Silvio Berlusconi, quelli di Camera eSenato Gianfranco Fini e Renato Schifani,esponenti di maggioranza e opposizione, tantagente comune. C’è anche un fuori programma: unanziano raggiunge l’altare e chiede “Pace subito”.Il rientro. Al termine della messa, un altrostraziante viaggio: quello verso Ciampino per poiriportare la salma di Matteo in <strong>Sardegna</strong>. Pocodopo le 16 di lunedì, arriva a Elmas l’aereomilitare: ci sono i sindaci di Cagliari, Elmas eSolarussa, Emilio Floris, Valter Piscedda eAntonangela Sechi, le più alte cariche militariisolane. Gli applausi sono di mestizia e poicomincia l’ultimo ritorno di Matteo a Solarussa,dove la salma arriva poco dopo le 18. Il paesepiange un amico che non c’è più e le lenzuola suibalconi ricordando il sacrificio di Matteo. Ilgiorno dopo è quello dell’estremo saluto alcaporalmaggiore. Il rito funebre viene presiedutodall’arcivescovo di Oristano, monsignor IgnazioSanna che ricorda il sacrificio del giovane diSolarussa, caduto in una operazione di pace.Nella parrocchia di Solarussa ci sonoil presidente della Regione Ugo Cappellacci,quella del Consiglio regionale Claudia Lombardo,tante altre autorità civili e militari.E soprattutto c’è un intero paese che vuolesalutare per l’ultima volta un ragazzo che havisto crescere e che ora ha visto morire perchécredeva nella sua missione. La preghieradel paracadutista è davvero l’ultimo momento,prima dell’estremo saluto, poi via verso ilcimitero. È un altro doloroso, dolorosissimomomento per dire addio a Matteo Mureddu.La lettera. E quasi per non voler dimenticare,l’indomani c’è la Brigata Sassari che parte perKabul. Ai sassarini indirizza il suo saluto, tramiteuna lettera aperta il presidente della Regione:«Oggi – scrive Cappellacci – il nostro cuore ètriste. Tutti noi, viviamo un dolore profondo eimmenso per la strage di Kabul. Il primo pensierova, dunque, a Matteo Mureddu e naturalmenteanche a Giandomenico, Massimiliano, Roberto,Davide e Antonio. Non vi dimenticheremo mai!Con questo lutto, che ci attanaglia l’anima e cispezza il fiato, e in un momento estremamentedelicato ma storico per la pace in Afghanistan, voisoldati valorosi della Brigata Sassari, vi accingetea partire in missione proprio in quei territoriteatro dell’ultimo tragico attentato. La missionedella Brigata Sassari, che si avvicenderà allaFolgore, non renderà vano un tributo di sanguetanto alto. Al contrario, dà merito e riconoscenzaal sacrificio di quei ragazzi. Che come voi, comenoi, credono in un mondo migliore; in un mondodove la fratellanza tra popoli e tra uomini èsempre possibile. Immagino quali sentimenti, qualipensieri, persino quale rabbia vi portate dentro.Voi siete i “dimonios”, i “diavoli rossi”.Coraggiosi, generosi, con una tempra speciale,capaci di agire con determinatezza e in situazionidifficili, ma sempre con grande umanità. LaBrigata Sassari è espressione genuina delle piùalte virtù civiche e patriottiche della nostra Terradi <strong>Sardegna</strong> e delle regioni che ne accrescono iranghi. Voi partite per l’Afghanistan perché laggiùc’è l’urgenza di portare la pace e di sostenere unaparte di quel popolo – la maggioranza – desiderosodi libertà, giustizia e dignità, oggi a rischio.In passato, in tante missioni di peacekeeping,l’azione della Brigata Sassari ha assolto esoddisfatto appieno questi compiti, e anche questavolta, ne sono più che certo, saprete far attecchire,cooperando con gli alleati, il seme della pace e delrispetto dell’individuo». Alessandro Atzeri

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