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6 Primo PianoOttobre 2009Manca l’accordo unitarioin difesa della scuola sardaBocciata dal Consiglio regionale la mozione del centrosinistra che puntavaad annullare l’accordo tra il ministro Gelmini e l’assessore BaireDoveva essere un segnale di ritrovata unitàdi intenti e di accordo politico finalmentesenza frizioni o spaccature. Invece il Consiglioregionale, con 42 voti contrari e 25 favorevoli,ha bocciato la mozione del centrosinistra sullascuola che puntava sostanzialmente adannullare, anche unilateralmente, l’accordo“Baire-Gelmini” siglato a Roma, il 31 luglioscorso, tra il Governo e la Regione <strong>Sardegna</strong>.La proposta trasversale della minoranza,non accolta dal centrodestra, prevedevanon solo l’annullamento dell’accordo,ma anche un finanziamento aggiuntivodi 30 milioni di euro, come quotacompartecipativa del Ministero dell’Istruzione.Una mozione che in teoria doveva rappresentarela sintesi del pensiero dell’Assemblea sarda,senza schermaglie ideologiche. Il paradossoè stato che la mancata intesa tra maggioranzae opposizione si è consumata proprio mentregli insegnanti precari manifestavano all’esternodel Palazzo di via Roma.Fallito il tentativo dell’opposizione di arrivaread un documento unitario, rigettato dalcentrodestra, l’Aula alla fine si è espressa,invece, con 39 voti (22 quelli contrari), a favoredi un Ordine del Giorno presentato daicapigruppo della maggioranza, primo firmatarioGiacomo Sanna del Psd’Az. Tre giorni didiscussione non sono bastati dunque a trovareun percorso comune, con il capogruppo del PdMario Bruno che, durante la sua illustrazionequale primo firmatario del documento,aveva definito la mozione “doverosa”,anche alla luce dell’accordo fra il ministroGelmini e l’assessore regionale alla Pubblicaistruzione, Maria Lucia Baire che di fatto– ha detto – “rappresenta una difesa d’ufficiodell’operato negativo del Governo”.Un accordo del tutto sbagliato, secondo Bruno,e che limita l’autonomia da parte della <strong>Sardegna</strong>nel settore. “Non ci basta – ha detto –l’annuncio di una rimodulazione dell’accordo,occorre un’azione politica stringente presso ilgoverno per contrastare i tagli alla scuolasarda”. Bruno ha quindi elencato alcuni dati“derivati dal provvedimento Gelmini: 1.700 postidi lavoro in meno in <strong>Sardegna</strong>, istituzione dellepluriclassi, scolaresche più numerose, ependolarismo degli studenti”. L’esponente delPd ha quindi ricordato i dati negativi sulladispersione: “a fronte di tutto ciò, l’accordomette in campo solo 20 milioni insufficienti– ha concluso – occorre il riconoscimentodella specialità della <strong>Sardegna</strong> e iniziativeconcrete per tutelare il diritto allo studio”.Dopo Mario Bruno è intervenuto il collega dipartito Marco Espa, secondo cui “occorreorganizzare una resistenza democraticacontro la chiusura delle scuole: invitando lepersone anziane ad iscriversi a scuola perimpedire la soppressione delle classisottonumerarie”. Fortemente critico neiconfronti della riforma della scuola edell’accordo Regione-Governo, anche MassimoZedda (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori),che ha sottolineato “la mortificazione dellaScuola fatta di tagli e riduzioni di risorse, e lariforma del Governo rappresenta di fatto unosmantellamento del sistema scolastico”.“È a rischio l’autonomia scolastica”,ha sottolineato criticamente Antonio Solinasdel Pd, per il quale occorre “contrastarecon forza i tagli al personale docente”.Per Paolo Maninchedda del Psd’Az“l’impostazione del discorso sulla scuolava ribaltato”. Per l’esponente sardistasi tratta di un tema da “grandi riforme” e legrandi riforme devono avere larghe intese.Ma non è questa l’occasione: “non siamointeressati a schermaglie fra destra e sinistraitaliane. Noi vorremmo inserire la lingua sardanei programmi – ha detto – ma non abbiamoil potere di farlo. Così per i programmi.C’è una emergenza del sistema scolasticosardo, ma lo Stato parte dal bilancionon dai bisogni. Occorre reimpostareil rapporto fra la Regione e lo Stato”.Critico Ben Amara (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori): “nessuno crede che la Gelmini stiaoperando per il bene della scuola – haevidenziato – in <strong>Sardegna</strong> sono a rischiochiusura 300 scuole; è un killeraggio neiconfronti del sistema scolastico dell’Isola”.Posizione critica anche da parte di EfisioPlanetta (Psd’az): “il sistema scolastico sardo èstato progressivamente smobilitato e avvilito,tutto questo a colpi di riforme dello Statocalate dall’alto. Cattive gestioni del passatosi aggiungono alle nuove emergenze prodottedall’ultima riforma ministeriale e ormaila crisi della scuola sarda ha raggiuntocondizioni endemiche”. Ha preso poi la parolaFrancesca Barracciu (Pd), secondo cui“mai le riforme del centrosinistra hannoprodotto un licenziamento di massacome quello prodotto dal ministro Gelmini”.Roberto Capelli dell’Udc, ha ribaditol’importanza della riforma, che “dovrà duraredecenni, e non può che essere tesa alla qualitàdella didattica e dell’istruzione. Certamente legrandi riforme non possono iniziare dai tagli deiprecari, docenti e Ata, che devono essere invecefermati”. Chicco Porcu (Pd) ha posto il bisognodi discutere soprattutto dell’accordo del 31luglio e di come migliorarlo: “bisogna rivederel’accordo inadeguato di luglio, costruito su unfederalismo alla rovescia che carica sulla<strong>Sardegna</strong> i costi della riforma”. È intervenutapoi Simona De Francisci, vicecapogruppo Pdl,secondo cui “ci sono due mesi per affrontare lecrisi: subendole o affrontandole collettivamenteperché diventino momenti di crescita”. PerGiuseppe Cuccu (Pd) “è necessario fareun’operazione-verità sui numeri. Nella scuolasarda mancano duemila posti di lavoro, chemeritano attenzione e una grande mobilitazione,una vera vertenza con lo Stato”.Ha quindi preso poi la parola Renato Lai (Pdl),secondo il quale “non sono state applicatederoghe ai criteri nazionali e i tagli sonocomunque coperti dagli ammortizzatori sociali.Per Tarcisio Agus (Pd), invece, la scuola “è unbene prezioso quanto la salute, che non puòdiventare oggetto di crisi perché è troppoimportante. E la parola crisi francamente èabusata e fuori luogo se applicata alla scuola”.Nel suo intervento, il Presidente dellaCommissione cultura, Attilio Dedoni(Riformatori sardi), ha quindi sottolineatocome “il problema di fondo sia quello di unaverifica approfondita se la scuola sarda siaadeguata alle domande della società attuale”.Giorgio Locci (Pdl) ha ricordato inoltre come“il problema degli esuberi non sia di oggi,ma di almeno 30 anni”.“Inutile rivangare il passato, occorre affrontarei problemi dell’oggi”, ha esordito GiampaoloDiana (Pd) che ha sottolineato come leassoluzioni “le possiamo trovare solamenteaffrontando i problemi attuali”. Per MarioDiana (Pdl) “è vero che si deve mettere a fuocoampiamente il problema scuola, ma oggi ildibattito è circoscritto all’accordo con ilGoverno che può essere, come annunciato dallaGiunta, rimodulato”. È stata quindi la voltadell’Assessore alla Pubblica Istruzione MariaLucia Baire che ha “garantito la pienadisponibilità a rivedere l’intesa col Governo allaricerca della massima condivisione possibile. Lapreoccupazione per la scuola sarda – ha detto –è sempre stata al centro dell’attenzione dellaGiunta, alla ricerca di un miglioramentodell’offerta educativa e con una attenzionesempre presente sul corpo docente”.Per cominciare ad affrontare la questione dellascuola, ha ricordato la Baire, “si è ipotizzato ilpercorso del confronto col Governo, si èdelineata un’intesa che nell’immediato hariconosciuto punteggio e stipendio a tutti iprecari. Si è trattato di un accordo di massimada subito definito suscettibile di rimodulazione.Alla luce degli approfondimenti tecnici cheverranno, sarà possibile fare le necessariemodifiche, anche prendendo atto delladisponibilità dell’Aula , ma tenendo conto che sitratta di avviare un confronto col Governo”.La controreplica di Mario Bruno ha sottolineatol’utilità del dibattito: “prendiamo attodella marcia indietro – ha concluso –e la disponibilità alla rimodulazionel’accogliamo nel senso di poteri e risorse”.Al momento della votazione, quando tuttosembrava propendere per una votazioneunitaria, l’Aula si è trovata davanti a duedocumenti, la mozione presentata dalcentrosinistra , e un Ordine del giornosottoscritto dal centrodestra e letto in Aula dalcapogruppo del Pdl, Mario Diana. Rigettata lamozione, l’Assemblea sarda ha quindi dato il vialibera all’ordine del giorno che tra le altre coseimpegna la Giunta regionale a provvederepercorsi innovativi di istruzione tecnicasuperiore, sperimentare un modelloorganizzativo per innalzare qualità edeconomicità del servizio di istruzione, attraversoun allegato tecnico, e incardinando un Comitatoparitetico Governo-Regione, difendendo, nelcontempo, il riconoscimento del punteggio per iprecari impegnati nei progetti dell’accordo.“La Giunta si impegna ad attuare tutte lemisure necessaria per migliorare l’intesa con ilGoverno – ha concluso l’Assessore Maria LuciaBaire, intervenendo in Aula su sollecitazionedel capogruppo Pd, Mario Bruno – e per avereuna migliore istruzione in <strong>Sardegna</strong>”.Fabrizio Serra

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