14 AttualitàOttobre 2009Le foto di un secolo di lavoronelle industrie del PiemonteIn mostra al castello San Michele di Cagliari per iniziativa del circolo “Sant’Efisio”di Torinouardate ogni fotografia anche«Gcon gli occhi del cuore per ritrovareuna parte di vita che ci appartiene come sardie come emigrati». L’invito è di Angelo Loddo,presidente del Circolo Culturale SardoAssociazione “Sant’Efisio” di Torinoche si è prodigato per far portare in <strong>Sardegna</strong>,a Cagliari, la mostra “Piemonte Industria” chetestimonia un secolo di lavoro in fotografia.A cavallo degli anni ’60 decine di migliaia dilavoratori sardi lasciarono l’Isola in cerca dilavoro con destinazione il Nord Italia, e inparticolare le regioni del cosiddetto “triangoloindustriale” Lombardia, Liguria e Piemonte,regioni e città che pullulavano di fabbriche e diindustrie appunto e che potevano assorbire manod’opera proveniente dal Sud povero e derelitto.Con il tempo e con la loro laboriosità gli emigratisardi sono riusciti a farsi prima accettare daFesteggiata a Gadonila 15ª giornata dell’emigratoLa prima domenica diagosto si è svolta aGadoni la 15ª edizionedella Giornatadell’emigrato. La festa,che ormai si ripete ogniestate con sempremaggior partecipazionedi emigrati della zona cherientrano per le vacanze,si è aperta con la SantaMessa celebrata dalparroco Don Alessandro.Prima dello spettacolo culturale il presidente delComitato Internazionale dei Gadonesi emigrati,Mario Agus, ha salutato con grande emozione tuttigli emigrati e le loro famiglie e ha ricordato i sacrificivissuti lontano dal loro paese. Agus, che vivein Olanda dove è presidente della Federazionedei circoli sardi, ha ricordato che circa il 50 %dei gadonesi sono emigrati. Quasi tutte le famiglieche vivono a Gadoni – ha detto – hanno minimo unoo due persone che hanno scelto di vivere lontanodella <strong>Sardegna</strong> per trovare una sistemazione,un lavoro e dare ai propri figli un futuro migliore.«Se siamo riusciti ad organizzare la 15ª giornatadell’emigrazione – ha detto – non è solamente merito delquelle comunità inserendosi in quella dura realtàe oggi sono parte integrante di quel tessutosociale e culturale.A testimoniare questo legame diventato semprepiù stretto e profondo c’è ora questa mostra“Piemonte Industria” voluta dalla RegionePiemonte, dal Comune di Cagliari e dal CircoloCulturale sardo “Associazione Sant’Efisio” perricordare quei tempi – un secolo di lavoroindustriale – con cento foto che sono stateestrapolate dagli archivi delle più prestigioseaziende italiane.A cominciare dalla Fiat, la Telecom, la Rai,la Alessi, la Bialetti, la De Agostini, la Lavazza,la Martini e Rossi, la Menabrea, la Paglieri,la Ponti, la Alenia Spazio, la Vinavil,la Pininfarina, la Zegna e tante altre ancora,che hanno contribuito allo sviluppo e al “boom”economico dell’Italia e ad accrescerneComitato Internazionalema soprattuttodell’Amministrazionecomunale, dei gabonesi.Un ruolo importantelo ha svolto anche ilgruppo folkloristico“Santa Barbara”che per la prima voltaha ospitatoun simpaticissimogruppo olandese, “DeMeullenvelders”, composto da 27 ballerine e ballerini,non più giovanissimi, che mantengono vive le lorotradizioni culturali».Il Gruppo olandese “De Meullenvelders” si è esibito conballi e coreografie tipiche di Doesburg, una cittadina dicirca 12 mila persone che si trova al centro dell’Olanda.Il Gruppo oltre a visitare il Parco Geominerario diFuntana Raminosa, ha visitato il Nuraghe di Baruminie si è esibito a Guasila e a Belvì. Grande emozione hasuscitato l’esibizione a Gadoni, di fronte a un pubblicodi circa 450 persone, del gruppo folkloristico olandeseinsieme al gruppo “Santa Barbara”, accompagnatoall’organetto da Antonio Deidda. A completare la seratasi è esibito anche il complesso musicale “Non soloBarrittas” che ha fatto divertire tutti i partecipanti.il prestigio in campo internazionale.La mostra, curata da Nicolò Biddau, è giunta aCagliari dopo uno straordinario successo inItalia e all’Estero, e non poteva trovarecollocazione più prestigiosa e più suggestivache quella del Castello di San Michele di Cagliari,un luogo da dove si gode il più spettacolarepanorama della città e dintorni, primadi addentrarsi nella realtà industrialedel Piemonte attraverso le splendide foto.La mostra è stata inaugurata ufficialmente il 18settembre (ed è rimasta aperta fino al 1°novembre) dall’Assessore alla Cultura delComune di Cagliari, Giorgio Pellegrini, il qualeha sottolineato l’importanza dell’evento culturaleche rende sempre più stretti i legami tra<strong>Sardegna</strong> e Piemonte, ringraziando per lacollaborazione il presidente dell’AssociazioneImmigrati sardi Sant’Efisio di Torino, AngeloLoddo, che ha fatto da tramite con la RegionePiemonte, e in particolare con l’Assessorato alWelfare, Lavoro, Immigrazione ed Emigrazione.Loddo ha ringraziato il Comune del Cagliari, ilsindaco e l’Assessore Pellegrini, che hannoconcesso gli splendidi spazi del Castello di SanMichele per ospitare la mostra.«Dopo aver portato in questi ultimi anni il “madein <strong>Sardegna</strong>” in Piemonte nelle numerosemanifestazioni che ho realizzato a Torino per farconoscere questa splendida terra che mi ha datole origini ed in cui mi ritrovo con sempre grandeaffetto – ha detto Loddo con un pizzico dicommozione – sono molto orgoglioso di portarein <strong>Sardegna</strong> una mostra che parla delle industriepiemontesi di ieri e di oggi.In molte di queste aziende – ha proseguito Loddo– noi emigrati sardi abbiamo lavorato e con ilnostro lavoro abbiamo collaborato e contribuitoallo sviluppo delle industrie e dell’economia delPiemonte che è diventata la nostra secondaPatria. Se poi riflettiamo che questa mostra èstata realizzata da un sardo-piemontese, comeNicolò Biddau, comprendiamo quanto questorappresenti una sintesi dei rapporti cheuniscono, al di là del mare, queste nostreRegioni. E dico nostre –ha sottolineato ilpresidente dell’Associazione S. Efisio – perché inogni manifestazione da me realizzata ho sempretrattato il tema dei “Sardo- Piemontesi”, proprioa significare che noi possediamo due identità chesono ormai perfettamente integrate fra loro.Tanti di noi sono partiti negli anni del boomeconomico, e non solo, per il Nord, scegliendo ilPiemonte forse per una segreta affinità dicarattere, e lì hanno trovato lavoro in fabbrica.Certo non avevamo il cielo e il clima della<strong>Sardegna</strong> – ha detto Loddo – ma abbiamo trovatoil lavoro che ci avrebbe permesso di formare unafamiglia, di crescere dei figli, ma senzadimenticare mai il paese da cui eravamo partiti.Lo dico per esperienza personale, ma anche perciò che sento raccontare dai più dei 700 iscrittidel mio Circolo: tutti hanno una storia simile allespalle da raccontare, come una “favola”, e tuttivorrebbero essere qui oggi per riappropriarsi diuna parte della loro vita descritta da questesplendide fotografie, e per questo vi invito aguardare ogni fotografia anche con gli occhi delcuore, per ritrovare una parte di vita che ciappartiene come sardi e come emigrati».Loddo ha quindi rivolto un calorosoringraziamento alle autorità sarde e piemontesiche hanno permesso di realizzare questa mostrae in particolare l’Assessore all’EmigrazioneTeresa Angela Migliasso che ha finanziatol’iniziativa, e i suoi preziosi collaboratori,«con i quali – ha sottolineato Loddo – esiste daanni un dialogo proficuo, amichevole ecostruttivo che ha sviluppato interscambi di idee,grazie anche alla mia presenza nella ConsultaRegionale dell’Emigrazione, come componentedell’Ufficio di Presidenza».A.DC
ILMESSAGGEROSARDOAttualità15Sempre più stretti i legamitra Ogliastra e BrianzaDopo il successo della grande festa popolare sarda di Vimercate presentata aCardedu una mostra fotografica sulle montagne della <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia -Ennesimo gemellaggio culturale tra comuni delle due ProvinceServizio e foto dell’inviato Antonello De CandiaIrapporti fra le nuove Province dell’Ogliastra edella Brianza si fanno sempre più stretti e igemellaggi tra i paesi si stanno intensificando dianno in anno. Così dopo Loceri, e Barisardo,quest’anno è toccato al Comune di Cardeduospitare una nutrita delegazione brianzolae la mostra fotografica sulle montagnedella <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia, dal titolo“La montagna è donna”, che è stata allestitanell’aula consiliare ed è stata inauguratadal sindaco Gian Piero Muceli.«Oggi il comune di Cardedu è proiettato verso ilIn mostra a Cardedu“La montagna è donna”La mostrafotografica ha untitolo emblematico“La montagna èdonna” e unsottotitolo(“... bella, fortee generosa...ma bisognarispettarla...”)che è nel contempoun invito e unprogramma.E quanto sianobelle le montagnedella <strong>Sardegna</strong> edella Lombardia,lo dicono le foto informato giganteappese alle pareti della aula consiliare delComune di Cardedu, messe a disposizione dalCAI, il Club Alpino Italiano. Foto diineguagliabile bellezza per i paesaggi e per lapresenza delle donne che vi lavorano e lescalano. Trasmettono un messaggio forte al di làdi ogni suggestione.Come quella croce incrostata di ghiaccio e dineve sulle Alpi alla quale fa da riscontro ilgrandioso “dolmen” sui monti della Barbagia.Foto che raccontano di montagne che affondanole loro origini nei tempi dei tempi, formatesimare e il suo sviluppo punta decisamentesul turismo, ma noi – ha ricordato il sindaco –siamo figli della montagna, di quella montagnache negli anni ’50 è franata, si è sgretolata,assieme a Gairo, provocando mortie distruzione».La proposta del presidente del Circolo culturale“<strong>Sardegna</strong>” di Monza-Concorezzo-Vimercate,Salvatore Carta, di allestire una mostra sullemontagne della <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia – haammesso il sindaco Muceli – «mi era sembrataimprobabile, poi ho metabolizzato e ho capito ildecine o centinaiadi milionidi anni fa.Le montagne della<strong>Sardegna</strong> sonomeno alte, mapiene di vita, distoria e di fascino edi un elevatointeressenaturalistico edoffrono una grandevarietà di panoramigeologici,considerato che laloro storia èiniziata 500 milionidi anni fa.Più giovani (si faper dire!) o meglio più recenti le Alpi, montagneelevate e scintillanti di neve formatesi 50 milionidi anni fa, ricche di acque e di ghiacciai. Cosìdiverse, ma così somiglianti .E far conoscere queste due realtà, ai brianzolile montagne della <strong>Sardegna</strong> e ai sardi lemontagne della Brianza, è sicuramente un fattopositivo, una iniziativa culturale di cui va datomerito al Circolo “<strong>Sardegna</strong>” di Vimercateche lo ha proposto e all’assessorato alla culturae al sindaco di Cardedu che ne hanno recepitol’importanza.A.DCsignificato e l’importanza di questo ritornoalle origini e di questo incontro».Le montagne in fondo si assomigliano tutte eguardando le foto bellissime esposte nellamostra ci sono scorci di montagne della Brianzache si somigliano alle montagne dell’Ogliastrae si prova una unica emozione.«La montagna è fonte di vita, domina su tutto –ha detto il sindaco Muceli – solo Dio è soprale montagne. Dalle montagne sopra Cardedu,a quasi 1.000 metri di altezza si dominatutta l’Ogliastra fino al mare, quel maresu cui oggi puntiamo per uno sviluppo turistico.E questo incontro di amicizia e di personeassume questo significato».Il sindaco ha quindi ringraziato il presidenteCarta per aver scelto Cardedu per questogemellaggio culturale: «le associazioni dei sardiemigrati – ha detto – sono davvero importantied encomiabili per il lavoro che svolgono perchéfanno conoscere la nostra terra e ci portano quigli ospiti, sempre più numerosi di estate inestate, come abbiamo potuto constatare dallepresenze negli alberghi e nelle case della zona».Salvatore Carta, dopo aver ringraziato ilsindaco di Cardedu e gli assessori (Silvia eMarzia Demurtas) per l’accoglienza riservataagli ospiti della delegazione sardo-brianzola,guidati dalla dottoressa Romilda Bellina e dalgeometra Aldo Pozzi, in rappresentanza dellaprovincia di Monza, ha illustrato il significatodella mostra. «In occasione della giornatainternazionale della donna – ha detto Carta –abbiamo dato questo titolo alla mostra “Lamontagna è donna” per richiamare l’attenzionesulla montagna e sulla donna, entrambe belle,forti e generose, ma troppo spesso maltrattate eche invece meritano di essere più rispettate.Scopo della mostra sulle montagnedell’Ogliastra e quelle della Lombardia è di farconoscere la Brianza ai sardi e la <strong>Sardegna</strong> aibrianzoli. Sono ormai quattro anni che con lanostra associazione culturale del circolo“<strong>Sardegna</strong>” di Vimercate che veniamo in<strong>Sardegna</strong>: il primo anno siamo venuti per farciconoscere, poi abbiamo fatto i gemellaggi conLoceri, con Barisardo (dove lo scorso annoabbiamo portato la interessantissima mostra sui“murales”) e quest’anno siano venuti aCardedu. Ora vi aspettiamo a Vimercate dove ilprossimo ottobre, per tre giorni dal 9 all’11 cisarà una grande festa in piazza Roma“Vimercate incontra la <strong>Sardegna</strong>”. Una festa –ha ricordato Carta – che segue alla “sei giorni”che c’è stata a settembre con la mostradi prodotti sardi, canti e balli, che tantosuccesso ha riscosso, basti pensare che abbiamoarrostito qualcosa come 64 maialetti».Carta ha quindi auspicato una maggiorecollaborazione con i circoli sardi per lapromozione turistica: un dato su tutti, l’agenziaviaggi della FASI, la Federazione dei circolisardi in Italia, ha fatturato 2 milioni e 500 milaeuro di biglietti navali e aerei. «È la primaagenzia d’Italia – ha sottolineato –; anche glihotel dovrebbero collaborare con i circoli, inveceognuno va per conto suo, manca lo spiritoimprenditoriale. Se venite alla festa di Vimercate– ha concluso Carta – portateci materiale,depliant dei vostri alberghi, dateci promozionisulla <strong>Sardegna</strong> perché vanno a ruba».Al termine della breve cerimonia c’è statouno scambio di targhe e diplomi tra il Comune(il sindaco Muceli ha consegnato a SalvatoreCarta una targa e un arazzo sardo)e il Circolo “<strong>Sardegna</strong>” di Vimercate(Carta ha consegnato al sindaco Muceli undiploma di benemerenza al Comune di Cardedue una serie di libri sulla Brianza).La degustazione di cibi e dolci, accompagnatidal rinomato cannonau dell’Ogliastraha concluso la serata.