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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Il <strong>di</strong>ario partigiano <strong>di</strong> Nino Chiovinise del ’25, Cesco piantò la scuola e raggiunse la banda <strong>di</strong> Beltrami in ValStrona; questo avvenne nel <strong>di</strong>cembre 1943.Fu assegnato al plotone <strong>di</strong> Rutto e in seguito ad un rastrellamento si ritrovòcol suo plotone a Villa Ompio tra i ragazzi del «Valdossola». Fu unamarcia infernale e tra i canaloni <strong>della</strong> Valgrande parecchi più anziani <strong>di</strong> luisi accasciarono senza forza e colmi <strong>di</strong> gelo, aspettando la morte nel torporesvuotante da cui niente li poteva scuotere.Cesco imparò a serrare i denti per non crepare così senza senso, imparòa vedere i compagni morti prima che il loro cuore cessasse <strong>di</strong> battere, imparòa gettarsi selvaggiamente su una capra e a <strong>di</strong>vorarne cinque minuti appressola carne tepida e dolciastra.A Villa Ompio, due giorni dopo, giunsero i fascisti. Cesco era con quelladozzina <strong>di</strong> partigiani che tennero duro e costrinsero i fascisti a ritirarsi ea tornare il giorno dopo, e quello dopo ancora, in un migliaio, compresi itedeschi. In Valgrande, dove il «Valdossola» aveva emigrato terminò <strong>di</strong> maturargliaddosso una secca pleurite: Cesco tornò a casa sua una sera, ubriaco<strong>di</strong> febbre. Cominciò per lui la vita tra ospedale militare e documenti falsi,fu arrestato e poi rilasciato, <strong>di</strong>sarmò qualche fascista, fece un paio <strong>di</strong> sparatorie,guarì completamente, infine si trovò stufo <strong>di</strong> non essere in montagna.Dieci giorni dopo aver perduto Cannobio e Cannero giungevo a PianCavallo da Finero con la «Volante» rimessa a nuovo e appesantita.Era il tempo dell’occupazione dell’Ossola: reclute, macchine e munizionia iosa e molte cose che non andavano più e che facevano bestemmiarei più anziani. Dopo un giorno a Domodossola dove avevo scoperto menseufficiali, e cinque o sei giorni in Val Vigezzo e Cannobina, dove gli «ufficiali»<strong>della</strong> brigata «Perotti» fumavano sigarette svizzere e si facevano chiamare«signor tenente», racimolai la vecchia «Volante», andai a scovare Dieci,Sergio e Trentasette convalescenti per ferite, aggiunsi Lino, Marmellata,il russo Costatin e ci incamminammo contenti verso Premeno. Quandogiungemmo a Pian Cavallo, sulla porta <strong>di</strong> entrata dell’albergo c’era Cesco,in pie<strong>di</strong> contro lo stipite.[35] Non mi meravigliai <strong>di</strong> trovarlo a Piancavallo. Da tempo avevo imparatoa meravigliarmi soltanto quando un partigiano si metteva con i fascisti.Di Cesco (anzi Gastone, poiché ancora lo conoscevo soltanto col suovero nome) non avevo saputo più nulla dal ’43 e da un paio d’anni nonlo vedevo.76

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