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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Le schedetrebbe <strong>di</strong>re anche e meglio il conflittoche insanguinò l’Etiopia finoal 1941 allorchè le truppe britannicheoccuparono l’allora imperonegussita (mai totalmente occupatodall’Italia, piuttosto attraversatoda una sempre più forte e penetranteguerriglia antitaliana), fu ben altro.Soprattutto deve esser chiaroche fu una guerra voluta con forzadal fascismo, una guerra <strong>di</strong> propaganda,una guerra in cui non si lesinaronouomini e mezzi, una guerra<strong>di</strong> regime con inevitabili, graviripercussioni in campo internazionale.Come altre crisi «minori» (masi intenda l’aggettivo virgolettatocon molta cautela) tra i due conflittimon<strong>di</strong>ali, la guerra italo-etiopicadeterminò mutamenti <strong>di</strong> rotta ebrutti compromessi nell’agone politicointernazionale, ma soprattuttoaccompagnò l’Europa e il mondoverso la guerra mon<strong>di</strong>ale.Attraverso le testimonianze (che,peraltro, confermano l’esistenza <strong>di</strong>molte fonti a cui attingere) Labancaripercorre la storia <strong>della</strong> guerra,non tanto la storia militare ogginota per i molti stu<strong>di</strong> che si possonovantare (si pensi ai documentativolumi che, in questi anni, Angelo<strong>Del</strong> <strong>Boca</strong> ha de<strong>di</strong>cato all’argomento),quanto piuttosto la storia degliatteggiamenti, dei comportamenti,dei sentimenti, delle reazioni, delleconvinzioni e delle ripercussioniche, ai vari livelli, quella guerravittoriosa e <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osa determinòin un’Italia che allora inneggiava alfascismo. In quell’Italia, appunto,che assorbiva acriticamente la propaganda<strong>della</strong> guerra e progettavaun suo futuro nel neonato imperoalla ricerca <strong>di</strong> migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>vita per una parte <strong>della</strong> sua popolazione,l’immaginario collettivo deltempo trovò motivazioni <strong>di</strong> esaltazioneche solo il tempo avrebbe rivelatocome fallaci.Strana storia, quella <strong>della</strong> guerrad’Etiopia! Esaltato agone per gerarchie uomini <strong>di</strong> regime in passerella,passaggio quasi obbligato per restarea lavorare in colonia, nuova frontieraper alcune migliaia <strong>di</strong> italiani(molti dei quali, a onor del vero, vicondussero una vita onesta ed operosa),il conflitto passò attraversole alterne vie <strong>della</strong> retorica forzatae dell’oblio, caricandosi più spesso<strong>di</strong> miti duri a morire, grazie ad unamemorialistica che, per quanto nonpriva <strong>di</strong> spunti critici già nell’oradel successo, si rifaceva con passioneai mesi <strong>della</strong> guerra, alla grandeimpresa. Giunse, infine, il tempodel ricordo nostalgico (un fenomeno,comunque, non solo italiano)che in parte perdura.Oggi, fortunatamente, si è giunti amolte certezze e si è sfatato il mitodegli «Italiani brava gente» a tuttii costi, riconoscendone le colpe e312

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