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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Le schedete, ai fini dell’analisi bibliografica,osservare l’evoluzione del <strong>di</strong>battitosul volume. Il primo contributo intal senso risale all’inizio <strong>di</strong> settembre2005, pochissimo tempo dopola pubblicazione del libro, quandoAurelio Lepre, nell’interventosul «Corriere <strong>della</strong> Sera» che hadato il via allo scambio <strong>di</strong> opinionitra importanti intellettuali contemporanei,interpretando i fatti citatida Mirella Serri ha rilevato chela vicenda dei «redenti» è stata originatadal naturale bisogno <strong>di</strong> obliodopo la catastrofe <strong>della</strong> guerra, unoblio, come ha osservato il docentenapoletano, durato tuttavia troppoa lungo. Due giorni dopo, il 15 settembre,e sempre dalle pagine delquoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> via Solferino, LucianoCanfora ha invece rilevato comeil passaggio nel campo avverso fuagevolato dall’atteggiamento dellostesso Togliatti, conscio <strong>di</strong> quantofosse importante il più ampio consensodegli intellettuali per la costruzione<strong>di</strong> un’egemonia del Pci.Ma per <strong>di</strong>mostrare ancor più la tesisecondo la quale non è possibile,a nostro parere, delineare un profilounivoco sui contenuti dell’opera<strong>di</strong> Mirella Serri, ci paiono degne <strong>di</strong>citazione anche le opinioni espresseda Giovanni Belardelli e DuccioTrombadori.Il primo dei due, nel commentareil volume <strong>di</strong> Mirella Serri ha chiamatoin causa il caso emblematicodello storico e filosofo <strong>Del</strong>io Cantimori,il quale considerava fascismoe comunismo come salutari espressionidelle forze nuove che si contrapponevanoal deca<strong>di</strong>mento borghese.<strong>Del</strong> secondo, invece, dallecolonne de «Il Giornale», è uscitoun articolo sul libro in questionecosì titolato: Le inquietu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Primatoe i pregiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Mirella Serri,nel quale spiega come la rivista <strong>di</strong>Bottai non fu «una corazzata <strong>della</strong>cultura fascista», ma l’espressionedegli intellettuali allora più vivaci.Un <strong>di</strong>battito, questo, nel quale si èpoi inserito anche il contributo <strong>di</strong>Pierluigi Battista e <strong>di</strong> altri e che <strong>di</strong>ventaancor più rilevante se si considerache non tutti gli intellettualidei quali si occupa la Serri uscivanodall’esperienza <strong>della</strong> rivista «Il Primato».Altri avevano collaboratocon altre riviste, all’epoca dei fatti<strong>di</strong> importanza non secondaria, come«Roma fascista», «Nuovo Occidente»e «Gioventù Italica».In conclusione ci preme dunque<strong>di</strong>re che la lettura del volume <strong>di</strong>Mirella Serri è stimolante per chioggi voglia avvicinarsi allo stu<strong>di</strong>odelle vicende umane e politiche <strong>di</strong>questo periodo <strong>della</strong> storia italianadel Novecento, anche se dobbiamoconstatare tuttavia che, pur essendopassato un cinquantennio daglieventi in questione, si è ancora lon-304

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