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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Il <strong>di</strong>ario partigiano <strong>di</strong> Nino Chioviniuna 12,7 e 48 baite incen<strong>di</strong>ate.Due giorni dopo compivo venti anni. Tucci e Sergio mi regalarono laloro razione <strong>di</strong> sigarette, Marco un pacchetto <strong>di</strong> «Africa». Arca mi regalò lapossibilità <strong>di</strong> prendere un mitra, ma io persi quella occasione.Febbraio 1944. Pechino è un bel posto, innegabilmente più bello <strong>di</strong>Sciangai. All’intorno c’è un bel prato; nel pomeriggio vi <strong>di</strong>stendemmo lecoperte sporche <strong>di</strong> polvere, <strong>di</strong> foglie secche e <strong>di</strong> pidocchi. C’è sempre sole:come faremmo a spidocchiarci se non ci fosse il sole? L’operazione <strong>di</strong> spidocchiaturarichiede molto tempo ma è efficace.A Sciangai invece c’è sempre vento, le stra<strong>di</strong>cciole tra baita e baita sonosature <strong>di</strong> fango, l’ambiente è caliginoso e poi a Sciangai, la gente nonsi spidocchia.A Pechino è in uso il «battesimo» <strong>della</strong> recluta: la recluta, seminuda, riceveparecchie secchie <strong>di</strong> acqua gelata e compie atti <strong>di</strong> sottomissione a chiormai è già «anziano». Si sente «anziano» chi da due-tre mesi trascorre questavita. E se nevicasse come faremmo con le reclute? Penso che troveremmouna soluzione: il battesimo lo debbono fare. Per gli atti <strong>di</strong> sottomissioneil problema sarebbe più facile. Consiste nel procurare turni <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a ecorvé, legna da raccogliere e da spaccare, più del necessario; e con la nevegli anziani sarebbero ancor più esigenti.In cucina siamo sempre alle solite: si vive quasi alla giornata. Il magazzinonon è che una piccola cassapanca tarlata nel cui fondo giacciono sacchetti<strong>di</strong> tela che conterrebbero un quantitativo <strong>di</strong> fagioli, <strong>di</strong> riso, <strong>di</strong> farinagialla, maggiore <strong>di</strong> quello che normalmente contengono.[7] Da Busto riesce a giungere finalmente fino a Laveno un autocarrocon viveri e vestiario per noi. Il carico, meno la parte fregata dal proprietario<strong>della</strong> bettola in cui era stato scaricato, viene trasportato in barca finoa Ghiffa, dove passa sulle nostre spalle. La corvée è piuttosto lunga, ma finalmentepossiamo cambiar la camicia, possiamo mangiare qualche voltail pane bianco, possiamo con<strong>di</strong>re la minestra con l’olio, anche se l’olio haun sapore impossibile, che trasferito alle pentole rimarrà finché si cucineràin quelle pentole.Febbraio 1944. Ora c’è anche un piccolo <strong>di</strong>staccamento <strong>della</strong> «Battisti»a Pian Cavallone. Ciò per eventuale protezione e per collegamento con il25

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