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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Davide Ventura5Abbiamo trovato un accenno alla politica partigiana anche in un manuale <strong>di</strong> Storia, con particolareriferimento al coinvolgimento conta<strong>di</strong>no nella lotta: «L’azione <strong>della</strong> Resistenza <strong>di</strong>vienein tal modo, oltre e più che militare, fatto politico. Ma non si tratta <strong>di</strong> una scelta politicagenerale, <strong>di</strong> “semplice” (per quanto dura e dolorosa) contrapposizione ai nazi-fascisti. Si tratta<strong>di</strong> opzioni politiche quoti<strong>di</strong>ane: quando e dove proclamare uno sciopero; quale «campagna<strong>di</strong> massa« avviare; scegliere gli obiettivi militari in base a esigenze belliche ma al tempo stesso<strong>di</strong> crescita <strong>della</strong> coscienza antifascista collettiva» (ROBERTO FINZI, MIRELLA BARTOLOTTI, Corso<strong>di</strong> Storia. L’età contemporanea, vol. III, Zanichelli, Bologna 1994) Queste osservazioni si applicanoanche alla vicenda <strong>della</strong> «Stella Rossa»: nel novembre del 1943, per esempio, venne organizzatal’apertura forzata dell’ammasso <strong>di</strong> Vado da parte <strong>della</strong> brigata, con la successiva <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> grano alla popolazione, GIAMPIETRO LIPPI, La Stella Rossa cit.6L’intransigenza azionista va comunque considerata vera e valida per la nostra analisi soprattuttosul piano dei principi, ovvero, come intransigenza nel portare avanti la lotta per il raggiungimentodegli obiettivi e convincimento <strong>della</strong> vali<strong>di</strong>tà degli obiettivi stessi. Sul piano praticotutte le formazioni politiche si dovevano confrontare con una realtà molto più complessa ed incontinuo sviluppo e anche gli azionisti adottarono strategie flessibili, per esempio inquadrandoi militari senza curarsi troppo <strong>della</strong> loro fede monarchica, concessione notevole per un partitorepubblicano. Anche altri aspetti dell’azionismo partigiano risentono <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni, perun approfon<strong>di</strong>mento riman<strong>di</strong>amo a GIOVANNI DE LUNA, Storia del Partito d’Azione. La rivoluzionedemocratica (1942-1947), Feltrinelli, Milano 1982.7Nel nostro percorso, lo ricor<strong>di</strong>amo, le testimonianze e i documenti rappresentano il <strong>di</strong>re, (i«frammenti del <strong>di</strong>scorso») che va messo in relazione al fare (l’azione, i fatti accaduti); una situazionepolitica nasce dal percorso tracciato dalla continua rincorsa tra un <strong>di</strong>re e un fare e illoro mettersi in relazione descrive «i mo<strong>di</strong> in cui si sono attivati i rapporti tra i <strong>di</strong>versi luoghid’organizzazione».8Testimonianza <strong>di</strong> Giorgio Stermini, commissario politico nella brigata «Stella Rossa» e 7ª brigataGAP, contenuta in LUCIANO BERGONZINI, La resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti,Vol. III, Istituto per la storia <strong>di</strong> Bologna, 1970, pp.526-527.9Archivio <strong>della</strong> Deputazione Emilia-Romagna per la storia <strong>della</strong> Resistenza <strong>di</strong> Bologna, FondoANPI; anche in GIAMPIETRO LIPPI, La Stella Rossa cit.10GIORGIO BOCCA, Partigiani <strong>della</strong> montagna cit., pp.26-27. Come fa giustamente notare GiorgioBocca, il contributo dei vecchi antifascisti fu fondamentale come «l’intuizione« <strong>di</strong> moltisoggetti che presero l’iniziativa singolarmente. Le due componenti erano assolutamente in<strong>di</strong>spensabilie solo la sinergia <strong>di</strong> questi elementi ha reso possibile la lotta partigiana.11FERRUCCIO PARRI, Il movimento <strong>di</strong> liberazione e gli Alleati, in «II movimento <strong>di</strong> liberazione inItalia», I, Milano, 1949, p.512.12Nel <strong>di</strong>cembre 1944, un accordo con le autorità militari alleate e il governo Bonomi attribuìal Comitato <strong>di</strong> Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI) la <strong>di</strong>rezione politica <strong>di</strong> tutte leformazioni partigiane, e assegnò il comando delle operazioni militari al generale Raffaele Cadorna.La presenza del CLNAI, però, non evitò i contrasti, peraltro emersi da tempo, sul modo<strong>di</strong> gestire la lotta <strong>di</strong> liberazione tra i CLN (sorti clandestinamente dopo l’armistizio dell’8 settembre1943 per <strong>di</strong>rigere e coor<strong>di</strong>nare la lotta, nel caso dell’ Emilia-Romagna del CLNER costituitosiil 16 settembre 1943), il CUMAI, (in Emilia-Romagna CUMER costituito all’iniziodel giugno 1944) e le varie bande partigiane <strong>di</strong>slocate sul territorio dove la funzione e l’azionedei commissari politici e le <strong>di</strong>rettive <strong>di</strong> cui erano portatori venivano valutate in maniera <strong>di</strong>versaa seconda dell’angolazione ideologica e del temperamento dei combattenti.13Il peso <strong>di</strong> quella scelta emerge chiaramente nelle parole <strong>di</strong> Federico Chabod, autore <strong>di</strong> quel-220

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