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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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La questione <strong>della</strong> politica partigianaalla guerra partigiana, ha constatato l’assenza <strong>della</strong> parola «Resistenza» 32 .Usata da De Gaulle a Ra<strong>di</strong>o Londra per spronare l’esercito francese sconfittoma anche dai repubblichini, non viene mai utilizzata dai partigianiper autodefinirsi e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilmente può rappresentare, come etichettastoriografica, l’intero arco <strong>della</strong> lotta <strong>di</strong> liberazione dal 1943 al 1945. L’esistenza<strong>di</strong> questa <strong>di</strong>screpanza ci è stata confermata da <strong>di</strong>versi ex-partigianiche abbiamo intervistato, come ad esempio Franco Fontana, staffetta <strong>della</strong>«Stella Rossa»: «È vero, tra <strong>di</strong> noi eravamo una banda, la banda dei partigiani.“Resistenza” è una parola che è venuta fuori dopo, è una parola vecchiariemersa dopo la guerra. Noi non ci definivamo “resistenti”, semmaipartigiani o ribelli. Eravamo giovani, poi siamo stati ribelli, poi siamo <strong>di</strong>ventatiuomini liberi. Ma nelle lapi<strong>di</strong> c’è scritto ribelli» 33 . L’uso <strong>di</strong> questaparola negli anni a venire 34 , inoltre, ha sortito l’effetto <strong>di</strong> appiattire l’esperienzapartigiana ad un livello prettamente militare, aspetto sicuramenteimportante e vero ma che, come stiamo tentando <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare, non esaurisceil significato <strong>di</strong> quella stagione. Il fermento <strong>di</strong> attività e idee che agitavail paese parallelamente alle azioni militari, non ci sembra integrabile nelconcetto classico <strong>di</strong> Resistenza da parte <strong>di</strong> un esercito contro un nemicoesterno o interno. Ed è proprio in questo ambito aggiuntivo che si inserisconola politica partigiana e la politica dei partiti. La vera novità per moltidei protagonisti <strong>della</strong> sequenza 1943-1945 è costituita invece dall’uso<strong>della</strong> parola «partigiano», che Beppe Fenoglio, nei pensieri <strong>di</strong> Johnny, hadescritto come «quella parola nuova, nuova nell’acquisizione italiana, cosìtremenda e splen<strong>di</strong>da nell’aria dorata» 35 . Le prime parole utilizzate per riferirsiai combattenti erano state «ribelli» o, come nell’omonimo romanzo<strong>di</strong> Pietro Chio<strong>di</strong>, «ban<strong>di</strong>ti» 36 , ma è «partigiano» l’appellativo che qualificadefinitivamente questa nuova figura <strong>di</strong> combattente come soggetto unicoe ine<strong>di</strong>to nella storia d’Italia.ConclusioniLa singolarità e l’inventività dei partigiani ci conducono alla conclusionedel nostro <strong>di</strong>scorso. Non riteniamo assolutamente chiusa la questionestoriografica riguardante l’esistenza o meno <strong>di</strong> una politica partigiana eproprio per questo le brevi riflessioni conclusive che vogliamo apporre all’argomentotrattato vanno considerate anche come precisazioni <strong>di</strong> metodoe spunti per approfon<strong>di</strong>menti futuri, che questo breve articolo non può215

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