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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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La questione <strong>della</strong> politica partigianaproponeva come un fatto ine<strong>di</strong>to e importantissimo per l’antifascismo italiano,tale da coinvolgere più <strong>di</strong> duecentomila militanti in bande armate.La presenza <strong>di</strong> un partito innovativo come il Partito d’Azione e <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battitosulla rifondazione dello Stato italiano su basi completamente nuovee in rottura decisiva col passato recente, rendevano la politica partigianauna presenza a tratti ingombrante per gli alleati e per chi in Italia desideravauna ripresa <strong>della</strong> vita istituzionale priva <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità estreme.La lungimiranza politica <strong>di</strong>mostrata dal Partito Comunista in occasione<strong>della</strong> Svolta era mancata ai quadri <strong>di</strong>rigenti del partito al momento <strong>di</strong>organizzare i gruppi che stavano nascendo a livello locale all’indomani <strong>della</strong>catastrofe dell’8 settembre. I primi passi furono spesso opera <strong>di</strong> singolepersonalità, antifascisti <strong>di</strong> vecchia data che nelle rispettive zone <strong>di</strong> provenienzacoagulavano attorno a sé i giovani privi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione dopo lo sbandodell’esercito nazionale; per raggiungere un coor<strong>di</strong>namento omogeneonazionale (soprattutto, ovviamente, nelle zone ancora occupate dai tedeschie dai repubblichini) si dovettero attendere <strong>di</strong>versi mesi 12 , ma la sceltadecisiva dei primi «ribelli», prima dei ban<strong>di</strong> <strong>della</strong> RSI che nei mesi a venirespinsero molti uomini ad allargare le fila partigiane, avvenne in manieraistintiva e rappresentò un fatto ine<strong>di</strong>to e affatto scontato 13 . Dopo il crollo<strong>della</strong> <strong>di</strong>ttatura, che apre la strada a progetti e ad aspettative, il desiderio<strong>di</strong> rottura <strong>di</strong>venta scelta civile, politica e militare, una spinta che nei protagonistipiù colti <strong>di</strong> quella stagione deriva da «un’urgenza antiretorica vissuta,ancor prima che come progetto politico, come irrinunciabile vocazioneetica» 14 . Vale la pena soffermarsi brevemente su questo aspetto, affidandocialla storiografia esistente per cercare <strong>di</strong> capire meglio l’unicità <strong>di</strong>questa scelta.Al centro degli stu<strong>di</strong> sull’esperienza partigiana vi è sicuramente la ricercadelle motivazioni e degli stimoli <strong>di</strong> varia natura che hanno spinto moltigiovani a formare una banda o ad unirsi ad una già esistente per combattereil nemico interno ed esterno. La vastissima bibliografia a <strong>di</strong>sposizionesi è interessata da subito a questo tema, anche per il peso politico che quellascelta, e tutto ciò che ne ha fatto seguito, avrebbe giocato negli anni deldopoguerra: i partiti e gli intellettuali hanno strumentalizzato e usato l’ere<strong>di</strong>tàdell’esperienza partigiana a loro piacimento, cercando <strong>di</strong> assecondareil clima politico e culturale del paese ma soprattutto piegando un tema cosìdelicato e complesso alle linee <strong>di</strong> pensiero degli schieramenti e dell’elettoratoa cui essi fanno riferimento, dando vita così a quella che è stata de-209

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