12.07.2015 Views

Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Filippo ColombaraIl combattimento continuava così, con maggiore o minore intensità per più ore. Il nemiconon cantava più, erano invece i nostri valorosi garibal<strong>di</strong>ni che, incuranti del pericoloe <strong>della</strong> morte passata assai vicino a molti <strong>di</strong> loro, cantavano: «Cosa importa se cichiaman ban<strong>di</strong>ti... Ma il popolo conosce i suoi figli...» 92 .È lotta <strong>di</strong> nervi e <strong>di</strong> armi, <strong>di</strong> consapevolezza e <strong>di</strong> fiducia; l’impiego <strong>della</strong>canzone è l’antidoto alla rassegnazione, un modo per ravvivare lo scontro,per infondere sicurezza e per confermare la superiorità morale delleproprie ragioni.Le lotte simboliche a suon <strong>di</strong> canti e slogan, peraltro, non sono certoun’invenzione <strong>di</strong> questo conflitto, ma sconfinano in un lontano passato.Limitando l’osservazione al Novecento, i precedenti prossimi sono le trincee<strong>della</strong> Grande Guerra. Canti e slogan, quando le linee del fronte eranovicine e a «portata d’orecchio», fecero parte dello scenario <strong>di</strong> guerra. Inquel conflitto, peraltro, grazie alla possibilità in certe zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare a<strong>di</strong>stanza, si pervenne a momenti <strong>di</strong> non belligeranza. Frangenti nei quali,a <strong>di</strong>scapito dell’immagine del nemico da o<strong>di</strong>are, propria delle con<strong>di</strong>zioniferine <strong>della</strong> guerra, prevalse l’esatto contrario. «[Nella loro trincea] – ricordal’artigliere Olivo Mossotti – c’erano degli austriaci delle parti del Tiroloche sapevano l’italiano eh, e si parlavano con le nostre vedette. Loro <strong>di</strong>cevano:“Abbiamo fame, dateci qualche pagnotta”. Loro avevano tanto dafumare, ne avevano in abbondanza, allora i nostri ci facevano passare qualchesacchetto <strong>di</strong> pane e non si sparavano mica, nemmeno un colpo <strong>di</strong> niente»93 . Di quel conflitto rimane celebre l’episo<strong>di</strong>o avvenuto la notte del 24<strong>di</strong>cembre 1914, quando in una trincea delle Fiandre alcuni soldati tedeschiiniziarono a cantare Stille Nacht, seguiti da lì a poco da un grande coro edall’inalberarsi <strong>di</strong> cartelli con la scritta: «We not shoot, you not shoot». Dalleparte opposta inglesi e francesi, dopo un attimo <strong>di</strong> perplessità, risposerocon canti natalizi. Uscirono allo scoperto, fraternizzarono e, nonostantegli or<strong>di</strong>ni contrari delle autorità militari, concordarono tre giorni <strong>di</strong> tregua:una piccola pace nella Grande Guerra 94 .Battaglie sonore sono ricordate nel dopoguerra con gli scontri tra socialcomunistie squadristi. A Parma, ad esempio, ricorda una camicia nera<strong>della</strong> prima ora: «La sera del 24 luglio [1921] sette od otto fascisti scendendoper corso Garibal<strong>di</strong> si imbatterono in un gruppo <strong>di</strong> “ar<strong>di</strong>ti del popolo”che cantava “ban<strong>di</strong>era rossa”. I fascisti intonarono allora Giovinezza.Ne nacque un violento tafferuglio» 95 . Sequenza tipica del periodo, certamenteaccaduta in numerose località.174

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!