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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Il <strong>di</strong>ario partigiano <strong>di</strong> Nino Chioviniproblema «stomaco» era quello che destava maggiori preoccupazioni. Erala prima battaglia da vincere e tutti i componenti cooperavano in vasta misuraper vincerla. C’era chi chiedeva viveri alle proprie famiglie e chi raccoglievacastagne, chi sfruttava le conoscenze del posto e chi usava la propriafaccia <strong>di</strong> tolla. Ad Alpe Vel imperversava la mania <strong>della</strong> caccia (Ermanno<strong>di</strong>ceva fruttuosa) ai pennuti e alle lepri, ad Alpe Aurelio la pesca delle trotee le incursioni nei campi <strong>di</strong> fagioli <strong>di</strong> Rugno. Al Locchio, <strong>di</strong>ce Sergio, sitirava la cinghia in modo inquietante.In quei tempi la parola «comitato» aveva un significato astratto quantola parola «mitragliatrici». Qualche rara persona per sentimenti patriotticio per solidarietà umana contribuiva a non far cadere la baracca. Erano iFrancioli, i Civi<strong>di</strong>ni, la Maria Meschia, la Savina…La storia <strong>di</strong>rà ai posteri che la situazione rimase invariata ancora per unmese. I fatti salienti <strong>di</strong> questo periodo furono l’arrivo al Locchio <strong>di</strong> Arca,Selva e Marco, reduci dal rastrellamento subito dalla loro banda sulle montagne<strong>di</strong> Pinerolo.[2] Da Alpe Aurelio se ne andarono i cinque inglesi, i quali non con<strong>di</strong>videvanole nostre bellicose idee. Partirono dopo aver ringraziati i rimastiper il vitto e l’alloggio procurato loro per un mese. Quando in Val Cannobinali lasciai, credo se ne fossero già scordati: non volevano vendere i lorocappotti per pagare la guida che li avrebbe portati in territorio svizzeroe per lasciare qualche soldo per il ritorno a me e a Cornie, un sudafricanoche aveva voluto rimanere.Verso la fine <strong>di</strong> novembre si cominciò finalmente a parlare <strong>di</strong> azioni, soloa parlarne, ma ciò significava un passo innanzi. La situazione alimentareera migliorata benché lasciasse sempre molto a desiderare. I rimasti ed inuovi arrivati avevano più fede e fermi propositi, poi c’erano…le armi.La futura Brigata «Battisti», che dal Locchio si era spostata nel frattempoa Steppio, era forte ormai <strong>di</strong> 15 o 20 uomini tra cui Arca, Marco, Sergio,Selva, Cucciolo e Cochi, i quali facevano assegnamento su <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ecina<strong>di</strong> moschettini e fuciloni mod. 91 non tutti scassati, oltre a qualche pistola.L’internazionale che non era più internazionale, ad Ungiasca venne rinsanguatacon i «complementi», tra cui Tucci, Ugo, Jean. Possedeva sei moschetti,materiale esplosivo (mezzo chilo <strong>di</strong> gelatina per giunta trasudata),bombe a mano italiane e cinque o sei pistole non tutte a tamburo. Tutti16

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