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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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La Sala storica <strong>di</strong> Domodossola.In Valle Anzasca, i fascisti all’inseguimento <strong>di</strong> reparti garibal<strong>di</strong>ni al comando<strong>di</strong> Domenico Pizzi uccidono partigiani e civili all’Alpe Colla e all’AlpeMeccia. In Val Devero, a Goglio, mitragliano la funivia sulla qualehanno cercato scampo alcuni partigiani, altri ecci<strong>di</strong> ai Bagni <strong>di</strong> Craveggiain Val Vigezzo.Per otto giorni, dopo la rioccupazione <strong>di</strong> Domodossola, i partigiani resistonosulle montagne. Le ultime retroguar<strong>di</strong>e respingono in Val Formazzal’ennesimo attacco dei fascisti <strong>della</strong> «Folgore», poi sono costretti a espatriareattraverso il passo san Giacomo imbiancato da una prematura e abbondantenevicata. Con loro vi sono Tibal<strong>di</strong> e gli altri Commissari.Nell’esilio non certo dorato dei campi <strong>di</strong> internamento elvetici, laGiunta, con la sola assenza <strong>di</strong> Gisella Floreanini, che ha seguito in un’epicamarcia i garibal<strong>di</strong>ni verso la Valle Strona, stila una dettagliata relazionesull’attività svolta durante la liberazione dell’Ossola.Ma il confine non è stato passato solo da circa 2000 partigiani. Con lorosono esiliati spontaneamente anche 25 mila civili: una rottura con il nemicoche li costringerà a desistere dai propositi <strong>di</strong> rappresaglia. La popolazionesi è ampiamente «compromessa» con la propria «Repubblica», hapartecipato, si è esposta come non mai in passato e ciò rappresenta unastraor<strong>di</strong>naria prova <strong>di</strong> volontà e <strong>di</strong> coraggio e una <strong>di</strong>mostrazione dell’in<strong>di</strong>ssolubilelegame tra la resistenza e le popolazioni.Se il bilancio <strong>della</strong> sconfitta è pesante, il movimento non è comunquefinito. La <strong>di</strong>visione «Piave» che ha subito il primo attacco è stata schiantata;la <strong>di</strong>visione «Valdossola» ha per intero riparato in Svizzera, così comeparte <strong>della</strong> «Valtoce». Ma molti reparti sono rimasti sottraendosi all’attacco.Ben presto le formazioni si ricostituiranno. In Valgrande si forma la <strong>di</strong>visione«Mario Flaim» erede <strong>della</strong> «Valdossola»; sul Mottarone prende vitala seconda <strong>di</strong>visione «Valtoce»; fra la Val Vigezzo e Isorno si rafforza la brigata«Matteotti»; mentre la «Beltrami» rimane al suo posto, così come i garibal<strong>di</strong>ni<strong>della</strong> <strong>di</strong>visione «Re<strong>di</strong>» che sono ormai presenti in tutta l’Ossola.Al Capo <strong>di</strong> stato maggiore <strong>Del</strong>le Torri, il comando generale del Cvl affidail posto <strong>di</strong> comandante interinale <strong>della</strong> zona Ossola, affiancandogli comecommissario politico Livio Scarpone. Tale nomina viene accettata datutte le formazioni che si riuniscono a Cesara il 10 gennaio.All’inizio del 1945 sono presenti in Ossola ancora 1200 partigiani. Lazona verrà sud<strong>di</strong>visa in tre aree affidate all’azione e al controllo delle singoleformazioni.149

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