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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Voltiamo pagina<strong>di</strong>ne Fekini, padre dell’avvocato Anwar, dal titolo Ricor<strong>di</strong> <strong>della</strong> resistenza edell’esilio. L’insieme dei documenti comprende più <strong>di</strong> mille pagine e costituisceun unicum che, per alcuni aspetti, ribalta la visione che noi occidentaliabbiamo del popolo libico e <strong>di</strong> quel periodo storico. Da un primo utilizzo<strong>di</strong> questo archivio, ci è stato possibile compilare un volume dal titoloA un passo dalla forca. Il libro, corredato da una cinquantina <strong>di</strong> fotografieine<strong>di</strong>te, apparirà nel febbraio 2007 in quattro versioni, italiana, francese,inglese e araba.Il 2006 è stato anche l’anno <strong>della</strong> pubblicazione, sul quoti<strong>di</strong>ano «la Repubblica»,<strong>di</strong> alcuni articoli su una delle più bestiali stragi consumate inEtiopia dalle truppe del generale Ugo Cavallero. Gli articoli, oltre a suscitaresgomento, provocavano commenti e proposte <strong>di</strong> notevole rilievo. Ilgiurista Antonio Cassese, ad esempio, suggeriva <strong>di</strong> seguire l’esempio <strong>della</strong>Germania, che ha reagito al nazismo scavando a fondo nel proprio passatorecente, facendolo conoscere, attraverso un serratissimo <strong>di</strong>battito frastorici (Historikerstreit) alle più giovani generazioni, erigendo monumentie musei alla memoria. Egli suggeriva inoltre <strong>di</strong> costituire una commissione<strong>di</strong> storici che esaminasse ciò che è accaduto in Etiopia (e nelle altrecolonie italiane, aggiungiamo noi) e preparasse «una documentazione eduna analisi rigorose».In seguito alla proposta <strong>di</strong> Antonio Cassese (apparsa su «la Repubblica»del 23 maggio), noi chiedevamo ospitalità allo stesso giornale per avanzareun ulteriore suggerimento. Quello <strong>di</strong> istituire una Giornata <strong>della</strong> memoriaper i 500 mila africani che l’Italia crispina, giolittiana e fascista hanno sacrificatonel corso delle loro sciagurate campagne <strong>di</strong> conquista. Nello stessogiorno in cui Nello Ajello esponeva la nostra proposta nel suo interventosu la «Repubblica», scrivevamo una lettera al ministro degli Affari EsteriMassimo D’Alema per metterlo al corrente <strong>della</strong> nostra iniziativa.La scelta <strong>di</strong> Massimo D’Alema non era casuale o soltanto dettata dallastima che nutriamo per lui. Per la verità, egli è stato il primo – e unico –capo del Governo italiano che, <strong>di</strong>nanzi al monumento ai martiri <strong>di</strong> SciaraSciat, nel corso del suo viaggio a Tripoli del 1° <strong>di</strong>cembre 1999, ammise inmaniera esplicita la colpa coloniale. Contiamo dunque sulla sua sensibilitàe sulla sua capacità <strong>di</strong> leggere la storia, anche quella che si vorrebbe rimuoveree cancellare a tutti i costi.Nella lettera a D’Alema gli facevamo osservare che gli attuali rapporticon le nostre ex colonie non sono per nulla sereni, a cominciare da quel-11

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