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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Giovanni A. Ceruttine degli archivi, ma anche come istituzione culturale depositaria <strong>della</strong> memoria<strong>della</strong> Resistenza. Tuttavia è anche segno <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scontinuità, su cuipenso valga la pena incominciare una riflessione corale.Per lungo tempo, infatti, le orazioni ufficiali sono state tenute da personalitàrilevanti, riconducibili sostanzialmente a due figure-tipo: politiciprotagonisti <strong>della</strong> costruzione <strong>della</strong> Repubblica ed ex-partigiani, e soventele due figure erano riunite nella stessa persona 2 . La caratteristica salientedelle orazioni tenute da questo tipo <strong>di</strong> figura era <strong>di</strong> rivolgersi ad un pubblicosostanzialmente omogeneo - ex-partigiani, famigliari <strong>di</strong> caduti, politici,amministratori locali e militanti espressione dei partiti che avevanocondotto la lotta antifascista - che permetteva al prestigio e all’autorità dell’oratore<strong>di</strong> saldare senza soluzione <strong>di</strong> continuità la ricostruzione dei fattiche si commemoravano con le sfide politiche del presente. Una memoriasostanzialmente politica, in cui il senso <strong>della</strong> Resistenza era totalmente declinatonella vita <strong>della</strong> Repubblica, ora per richiamarne l’adesione ai valorifondamentali, ora per mobilitare risorse da impiegare nei conflitti del momento,a seconda <strong>della</strong> congiuntura politica. Queste figure stanno scomparendosenza lasciare ere<strong>di</strong>. La classe politica che si è formata nel dopoguerrasembra non avere nulla da chiedere e nulla da <strong>di</strong>re alle vicende <strong>della</strong> Secondaguerra mon<strong>di</strong>ale e <strong>della</strong> nascita <strong>della</strong> Repubblica. Pare che le sue ra<strong>di</strong>cie gli interessi che rappresenta siano <strong>di</strong>slocati altrove. Tanto è vero che- naturalmente senza generalizzare - quando decidono <strong>di</strong> partecipare a unamanifestazione o accettano <strong>di</strong> tenere un’orazione ufficiale, quasi sempre sec’è alle viste una competizione elettorale, non <strong>di</strong> rado i <strong>di</strong>scorsi sono <strong>di</strong> unapovertà desolante quando accennano alle vicende storiche e <strong>di</strong> una superficialitàsconsolante quando tentano agganci sul presente, finendo per sfumarein <strong>di</strong>scorsi confusi su pace, guerra e umanitarismo da talk-show. Leassociazioni partigiane, invece, non hanno lasciato ere<strong>di</strong> nel senso materialedel termine e appare sempre più chiaro che sono destinate ad esaurirsicon la scomparsa delle generazioni che hanno partecipato alla Resistenza.Nate dagli scontri originati dalle vicende che tra il 1946 e il 1948 hanno<strong>di</strong>viso in due l’Europa, e che hanno profondamente segnato il sistemapolitico italiano, non sono state in grado <strong>di</strong> elaborare una strategia che facessei conti con la nuova stagione che si è aperta dopo il 1989, quando lafine <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>visione ha mutato gli scenari politici e dato avvio a una riletturadel senso delle vicende dell’Europa in guerra.In questo vuoto che si è aperto il ricorso all’Istituto storico mi sem-110

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