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Sentieri della Ricerca 4.indb - Centro di Documentazione Del Boca ...

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Note su un <strong>di</strong>ario partigianoparticolare memoria, da me valutata più profonda rispetto a quella <strong>di</strong> chi praticò altrearee montane per analoghe necessità. … Quella memoria poggia sugl’in<strong>di</strong>menticati ricor<strong>di</strong>delle tragiche vicende vissute nel corso degli ultimi due anni <strong>della</strong> seconda guerramon<strong>di</strong>ale, quando quelle persone, pagando un prezzo liberamente accettato, si schierarono,ognuna nella misura in cui le era possibile o le veniva richiesto, dalla parte <strong>di</strong>chi si stava battendo per la libertà e per la pace. Fu un’esperienza che si trasformò inpatrimonio culturale che andò ad accrescere quello che faceva leva sugli ancestrali sentimenti<strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> autonomia e che, nel dopoguerra, trovò espressione sulle lapi<strong>di</strong>e nell’intitolazione <strong>di</strong> vie e piazze dei loro piccoli centri abitati 45 .Diversamente da altri cultori <strong>di</strong> storia locale Chiovini non è un cultore<strong>della</strong> nostalgia che, idealizzando il passato, ne ignora le sofferenze e pertantoil nostro debito. Il nostro mondo è uscito dalla fatica quoti<strong>di</strong>ana <strong>della</strong>sopravvivenza. È indubbiamente meglio la pace o<strong>di</strong>erna <strong>della</strong> guerra. Ilmondo rurale montano dell’anteguerra – e ancor più negli anni <strong>di</strong> guerra –era «un mondo imperfetto e crudele». La popolazione montana, allo stessomodo dei partigiani, aveva però chiari e «vivi gli obiettivi, gli scopi, il senso<strong>della</strong> vita, il suo fine» 46 .Noi che viviamo nella pace, nella libertà, in una società che ha superatola lotta per la sussistenza, figli <strong>della</strong> società <strong>della</strong> complessità e dell’incertezza,spesso non sappiamo che senso dare al nostro futuro e alle fatiche, perlopiùimmateriali, del nostro tempo (la noia, la confusione, la solitu<strong>di</strong>ne.)La riscoperta del duplice debito ci può dare un senso ed una bussola.Questo mi sembra il messaggio unitario dell’intera opera <strong>di</strong> Nino Chiovini.Superando le delusioni e «valutando serenamente il mondo o<strong>di</strong>erno».* * *Quando Peppo chiese <strong>di</strong> poter aggregare Wla<strong>di</strong>mir 47 alla propria volante,Arca gli rispose «Non sa due parole <strong>di</strong> italiano, poi non lo conosci e nonsai se vale». Nonostante le vicissitu<strong>di</strong>ni già trascorse, il suo viso <strong>di</strong>ciannovenneera «ridente come un cespo <strong>di</strong> primule», pronto a vivere con entusiasmoe un po’ <strong>di</strong> incoscienza quei mesi dal luglio all’ottobre del 1944, ignarodelle delusioni che il rientro in patria gli avrebbe procurato.Ogni anno, immancabilmente in occasione dell’8 maggio, Wla<strong>di</strong>mirmi scrive esaltando la remota vittoria sul fascismo: un modo per sopravviverealle delusioni. Regolarmente gli rispondo offrendogli banali notiziepersonali. Per pudore, per pigrizia mentale persino, per timore <strong>di</strong> esserefrainteso in particolare.103

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