2. Salmo 13 “Fino a quando?”Nella sua brevità il Salmo 13 è un modelloesemplare dei temi dei salmi <strong>di</strong> malattia, anchese propriamente è catalogato nella formagenerica <strong>di</strong> “lamentazione in<strong>di</strong>viduale”.Il testo mostra una stesura sobria, forsefrutto <strong>di</strong> uno sfoltimento, fino alla formulazioneessenziale, <strong>di</strong> un ampio campionario<strong>di</strong> parole e situazioni presenti nei testipiù elaborati.Ciò che colpisce imme<strong>di</strong>atamente in aperturaè la quadruplice domanda, parola lanciataa Dio, che mostra lo sfinimento del doloree la ricerca <strong>di</strong> un evento che possa interromperela sequenza del tempo <strong>di</strong> sofferenza:“Fino a quando?” (vv. 2-3).Le prime due domande sono <strong>di</strong>rette a Dio,là dove il dolore del sofferente, secondo ilsuo universo religioso, quello del teoremadella retribuzione – che lega la malattia aduna colpa o peccato particolare commesso– può avere origine: “Fino a quando, Signore,continuerai a <strong>di</strong>menticarmi?”,“mi nasconderai il tuo volto?”. Il lamentarsisgorga da una relazione, quella conDio, che per l’orante è ragione <strong>di</strong> vita, èsenso del vivere umano e dunque è il sensomesso in luce dalla sua vita precedenteche, in questo drammatico frangente, sem-Parlami ancora o Dio dal tuo monte santo.La tua parola Signore è la scalaper salire la vetta del dolore.bra definitivamente compromesso.La terza domanda, sempre rivolta a Dio, faparlare il corpo dell’uomo ammalato: “Finoa quando proverò affanni, tristezza nelcuore ogni momento?”, suggerendo il temadel rapporto che intercorre tra l’uomo ela sua patologia rivelata dai segni del corpo.La quarta domanda, “Fino a quando su <strong>di</strong>me trionferà il nemico?”, introduce unaterza categoria: il malato e gli altri, attraversola messa in scena della figura del “nemico”,un “personaggio” che copre in modopervasivo il salterio del malato.Il dolore <strong>di</strong> cui si parla in questo testo nonè solo quello sintomatico, percepito da sensiresi più acuti dall’irrompere e dal permanerenella malattia, ma come ricorda Westermannè “il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne in un essere sano,considerato in tutto il suo insieme, chesi manifesta in primo luogo […] nei rapporti<strong>di</strong> un essere vivente: nei rapporti <strong>di</strong>colui che si lamenta con Dio, con se stessoe con gli altri”.La domanda espressa nel lamento è seguita(vv. 4-5) dall’invocazione e dalla preghiera,che colma la <strong>di</strong>stanza tra l’uomo e il suo Dio.Nello sviluppo della preghiera al v. 4 JHWHè apostrofato dall’orante, nella sua fede personalee in<strong>di</strong>viduale, come “mio Dio” – cosìin una quarantina <strong>di</strong> passi del salterio – edunque viene svelato il carattere estremo del-8
la situazione patita, che fa della preghiera unaquestione <strong>di</strong> vita o <strong>di</strong> morte, rivelando insiemeil crudo paradosso che l’attraversa: “Chi<strong>di</strong>ce “mio Dio” è stupito <strong>di</strong> come sia possibilevivere sul piano collettivo nella comunionecon Dio costituita dall’alleanza,e al tempo stesso sentirsi abbandonato daDio sul piano in<strong>di</strong>viduale”.Il v. 6 mostra un cambiamento ed innesta ilregistro della confessione <strong>di</strong> fiducia, cui faseguito una promessa. Tale cambiamentopuò essere segno <strong>di</strong> una guarigione avvenuta(e dunque è da intendere come todah,lode <strong>di</strong> ringraziamento), oppure <strong>di</strong> un interventoesterno (un oracolo sacerdotale?)<strong>di</strong> rafforzamento della coscienza dell’orantenella sua <strong>di</strong>fficile situazione.La compenetrazione <strong>di</strong> lamento e lode (nelcaso esaminato espressa solo in voto), è unacaratteristica propria <strong>di</strong> quasi tutti i salmi <strong>di</strong>malati. Essa dà ragione della verità circa lapropria vita in cui questi due registri sonoentrambi presenti. Lamento e lode insiemerestituiscono la realistica percezione dell’esistenzaumana: “il lamento è accompagnatodalla lode, la lode dal lamento.Il lamento senza la lode è la <strong>di</strong>sperazione,l’assenza <strong>di</strong> speranza; la lode senzalamento è compiacimento, arroganza”. Aquesto proposito è dunque importante mantenere,anche per l’esperienza contemporanea<strong>di</strong> preghiera, questa tensione e compenetrazione<strong>di</strong> lamento e lode, conservandone,come ricorda Paul Ricoeur, tutto il suocarattere “agonistico”: “Visto dal suo puntod’arrivo, il movimento dal lamento allalode sembra svolgersi all’interno <strong>di</strong> ununico “essere-con-Dio”. Vista invece dalpunto <strong>di</strong> partenza la preghiera è un movimentoche parte dal silenzio <strong>di</strong> Dio, senzalasciare mai il carattere <strong>di</strong> lotta per ritrovarela fiducia”.La semplice struttura <strong>di</strong> questo breve salmoarticola in modo limpido la preghiera dentrouna situazione <strong>di</strong> prova e malattia e ci pone<strong>di</strong> fronte ai protagonisti <strong>di</strong> ogni salmo <strong>di</strong> malato:l’io orante (che al v. 6 protesta la sua fedeltàe la sua fede); il Tu <strong>di</strong>vino (vv. 2-3);l’altro, il terzo (qui il “nemico”: vv. 4-5).(continua)Pier Davide GuenziLa presenza dellaChiesadove l’uomo soffreLa rapida trasformazione della società, ilconseguente rimodellamento dell'agireumano, ad<strong>di</strong>tati come le cause principalidella trasnazionalizzazione delle malattie,non hanno colto la Chiesa cattolica impreparata.Presente con le sue istituzioni sanitarienei cinque continenti, soprattutto laddovei focolai delle malattie sono più insistentie dove è più necessaria un'opera <strong>di</strong> prevenzione,essa rappresenta una realtà nellalotta contro le malattie infettive. Da una recentestatistica commissionata dal PontificioConsiglio per la Pastorale della salute si evinceche oltre il 65% delle strutture sanitariecattoliche sparse nel mondo si occupano <strong>di</strong>pazienti con malattie infettive. In questi ultimianni si è notevolmente intensificata lalotta contro la tubercolosi: 2-3 milioni <strong>di</strong> neonatiogni anno nel mondo ne sono afflitti etra gli adulti si registrano ogni anno dai 7 ai10 milioni <strong>di</strong> nuovi casi. In Africa e in Asiala situazione è drammatica, almeno il 3% dellapopolazione è tubercolotica. Se ne prendonocura in particolare Fatebenefratelli eCamilliani. Comunque il 59,9% dei centri sanitaricattolici offrono assistenza specifica.Segni preoccupanti <strong>di</strong> recrudescenza ancheper la malaria, data in crescita in Asia, ebolae virus <strong>di</strong> Nipah. La Chiesa cerca <strong>di</strong> fronteggiarequeste situazioni puntando soprattuttosulla prevenzione. Nell'82% delle strutturesi organizzano infatti corsi <strong>di</strong> formazionecon il duplice obiettivo <strong>di</strong> insegnare a riconosceretempestivamente le malattie e afare prevenzione attraverso l'igiene e i comportamentipersonali. Un'attenzione particolareviene poi data a programmi <strong>di</strong> salute peri bambini (nel <strong>54</strong>% degli istituti), per le donne(nel 41,7% degli istituti), soprattutto perquanto riguarda i rischi <strong>di</strong> gravidanza, e perlo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> problemi nutrizionali. I risultatimigliori sono stati comunque ottenuti in quel90% <strong>di</strong> centri sanitari cattolici nei quali sifronteggia l'AIDS attraverso azioni <strong>di</strong> prevenzionee sperimentazioni cliniche.9