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Nr 54 Marzo 2008 - Diocesi di Roma

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e, nella fede, la malattia e una preziosaguida per la preghiera <strong>di</strong> chi soffre.Tentativi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione nel salterio <strong>di</strong>Salmi <strong>di</strong> malattia e guarigione sono statiprodotti nella ricerca esegetica contemporanea,anche se autorevoli stu<strong>di</strong>osi, comeClaus Westermann, hanno negato la specificità<strong>di</strong> un tale gruppo <strong>di</strong> testi, riconducendolientro lo schema generale della lamentazionein<strong>di</strong>viduale. Seguendo la <strong>di</strong>stinzione<strong>di</strong> Seybold, tuttavia, è possibile una tipologizzazionedei salmi <strong>di</strong> malattia e guarigionein tre gruppi:– Primo gruppo (con certezza testi <strong>di</strong> questotipo): Salmi 38; 41; 88– Secondo gruppo(molto probabilmente<strong>di</strong> questo tipo):Salmi 30; 39;69; 102; 103 e Is38, 9-20)– Terzo gruppo (conuna certa probabilità<strong>di</strong> questo tipo):Salmi 6; 13; 32;51; 91; ed anche:31; 35; 71; 73.Non va preventivamente<strong>di</strong>menticatoche il testo attuale <strong>di</strong>ciascun salmo, secondointerpretazioni accre<strong>di</strong>tate,è frutto <strong>di</strong>6un intervento <strong>di</strong> rimaneggiamento<strong>di</strong> materialigrezzi (forse suppliche <strong>di</strong> oranti consegnateai sacerdoti del santuario) in vistadella costruzione <strong>di</strong> prodotti stereotipi, funzionaliall’espressione della pietà in<strong>di</strong>vidualee al culto ufficiale, in cui probabilmentenon è assente anche la resa in forma“ortodossa” <strong>di</strong> temi e espressioni letterarieesterni alla fede mosaica appartenenti, piuttosto,alle “superstizioni” arcaiche della tra<strong>di</strong>zionereligiosa contestuale. Questa operazione,comunque, non occulta, il debitooriginario che i salmi possono avere conesperienze singole <strong>di</strong> malattia, ulteriormenteelaborate fino ad assumere l’aspetto <strong>di</strong>un’ermeneutica <strong>di</strong> situazioni antropologicheuniversali. I testi salmici così <strong>di</strong>vengonouna “figura simbolica” per cui la malattiaeffettiva <strong>di</strong>venta raffigurazione <strong>di</strong>aspetti ra<strong>di</strong>cali della con<strong>di</strong>zione umana incui essa non è mai vissuta come sempliceevento biologico, ma in continuità con ilsenso della vita, “più precisamente, qualemomento che minaccia quel senso dellavita che in prima battuta appariva ovvioe subito persuasivo”.Le parole della preghiera contenute nei salminon fanno semplicemente riferimento amalattie in<strong>di</strong>viduabili attraverso la sintomatologiacorporea, ma tendono ad associarequest’ultima a situazioni <strong>di</strong> peccato,<strong>di</strong> estremo pericolo che sembrano minare,in modo irreversibile,tutti gli equilibri esistenzialiprecedentementeraggiunti dall’orante,posto seriamente<strong>di</strong> fronte allamorte. “È infatti all’internodella grandepolarità mortevitache va situata lamalattia, una polaritàche fa appello aJHWH, quale unicosignore, colui chedetermina la vita ela morte”. La morte,nella visione originariadell’antro-I salmi: faro <strong>di</strong> luce per la vita.pologia biblica, è interruzionedel rapportovitale che lega l’uomo a Dio, separandolodefinitivamente da lui e relegandolonel luogo buio (She’ol) della nonrelazione,che squalifica l’esistenza dellasua qualità specifica e non solo la privadel vivere biologico. Così, in modo intuitivo,ogni realtà che interrompe, o minaccia<strong>di</strong> interrompere, la relazione vitale uomo-Dio,cade sotto la supplica dell’orantebiblico (malattia, rifiuto, prigionia, ecc.). Lapreghiera dei Salmi, nell’umano manifestarsidella parola <strong>di</strong> lamento, <strong>di</strong>venta appelloa non spegnere tale relazione, a nonrecidere, sul limitare <strong>di</strong> una drammatica possibilità,il nesso esistenziale da cui la vitadell’uomo prende senso. Parallelamente la

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