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Nr 54 Marzo 2008 - Diocesi di Roma

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32La facciata dell’Ospedale <strong>di</strong> S. Giovanni Battista dei Genovesi.stri clinici: del resto, come visto, il concetto<strong>di</strong> "ospedale" a quei tempi aveva in realtàuna accezione molto più ampia rispetto adoggi.Lo stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> colui che si presentavaa quella che oggi chiameremmo "accettazione"veniva esaminato dai governatoridel nosocomio, i quali se del casolo provvedevano d'un biglietto <strong>di</strong> ricoveroda presentare all'ospitalario e sul quale immancabilmenteera annotato "malato <strong>di</strong> febresecondo il solito". Il biglietto era accompagnatoda un modesto inventario deglieffetti personali (denaro, vestiti) affinchépotessero essere restituiti alla <strong>di</strong>missioneoppure, ovenon <strong>di</strong>versamente<strong>di</strong>sposto dall'interessato,in caso <strong>di</strong>decesso venivanovenduti a favoredell'ospedale o donatial personale <strong>di</strong>servizio. Fino all'avventodelle legginapoleonichedel 1809 i defuntifurono inumati inappositi locali ipogeiscavati sottol'a<strong>di</strong>acente chiesaconfraternale.Fin dalla sua fondazione,l'ospedalevenne amministratodai chierici della Camera Apostolicama, sembra, con poco successo. Tale situazione– unita al quasi prosciugamentodel lascito <strong>di</strong> Meliaduce Cicala ed alle spoliazionisubite in seguito al Sacco <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>del 1527 – portò alla forzata chiusuradel nosocomio. Fu così che nel 1553 un nipotedel fondatore (Giovanni Battista Cicala,car<strong>di</strong>nale del titolo <strong>di</strong> San Clemente),per risollevare le sorti della gloriosa istituzionesi rivolse a papa Giulio III chiedendol'istituzione <strong>di</strong> una Confraternita acui conferire l'amministrazione dei pochibeni residui e la cura della chiesa che nelfrattempo era stata eretta accanto all'ospedale.Il papa acconsentì e con la bolla "<strong>Roma</strong>nusPontifex" del 22 giugno 1553 istituìla Confraternita <strong>di</strong> San Giovanni Battistadei Genovesi. I sodali vestivano, comeancora vestono, un saio <strong>di</strong> tela biancacon cappuccio recante sul lato sinistro lostemma del Santo Precursore. Oltre ai normaliobblighi devozionali e caritativi, i confratelliavevano quello specifico <strong>di</strong> occuparsidegli ammalati, dell'assistenza ai moribon<strong>di</strong>,della sepoltura dei morti, il tuttoovviamente con particolare riferimento all'ospedale.Il confratello doveva assolverecon sollecitu<strong>di</strong>ne a tali incombenze, contribuendose necessario anche col propriodenaro o apposite questue tra i connazionali.Ripristinata la piena autonomia amministrativa,l'ospedale prosperò fino al1704, anno in cui per vari motivi cessò leattività or<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> ricovero, pur continuandoa prestare cure <strong>di</strong> tipo ambulatorialenei casi più gravi. La Confraternita èancora attiva e operosa, continuando ad accogliere– per Statuto – "tutti i Genovesi o<strong>di</strong>scendenti da Genovesi, fino alla terzagenerazione inclusive, residenti in <strong>Roma</strong>",laddove per Genovesi si intendono anchei liguri e comunque tutti coloro che sonooriginari dei territori un tempo soggetti allaRepubblica.Domenico Rotella

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