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Nr 54 Marzo 2008 - Diocesi di Roma

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Per informazioni:www.finco.orgwww.giornataincontinenza.comfinco@finco.orgNumero verde: 800.050415ore 9,00 - 11,00giorni lavorativiincontinenza urinaria è un problema molto<strong>di</strong>ffuso nei paesi industrializzati ed è<strong>di</strong>fficile valutare con precisione qua-L’le sia la <strong>di</strong>mensione “reale” del problema, ilnumero delle persone coinvolte ed i costi sociali<strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti. Solo in Italia si stimache gli incontinenti siano 5 milioni, <strong>di</strong> cui 3milioni <strong>di</strong> donne.L’incapacità più o meno grave <strong>di</strong> urinare atempo e luogo ha un impatto sociale devastante,che incide pesantemente sulla qualitàdella vita della persona colpita, sia per il vissutosoggettivo che per i rapporti interpersonali.E sul piano psicologico spesso compaionodepressione e per<strong>di</strong>ta dell’autostima,cui si accompagnano apatia, senso <strong>di</strong> colpa enegazione interpersonale.Per tali motivazioni nel 1999 è nata la FederazioneItaliana Incontinenti (Finco), un’associazione<strong>di</strong> volontariato che riunisce i citta<strong>di</strong>niche soffrono <strong>di</strong> incontinenza urinaria epiù in generale dei <strong>di</strong>sturbi del pavimento pelvico,i me<strong>di</strong>ci che si interessano a tali problematiche,gli infermieri specialisti della riabilitazionedell’incontinenza, le ostetriche, i fisioterapistie i citta<strong>di</strong>ni sensibili a tali problematiche.La Finco si adopera per favorire una<strong>di</strong>agnosi precoce e il trattamento tempestivo,ad esempio eliminando nelle donne il senso<strong>di</strong> vergogna e incoraggiandole a cercare aiuto.L’Associazione fornisce gratuitamenteinformazioni socio-sanitarie, consulenze <strong>di</strong>esperti, tutela dei <strong>di</strong>ritti e collabora con le istituzionia tutti i livelli.Obiettivo della Federazione è anche sensibilizzareal problema la citta<strong>di</strong>nanza, le istituzionie i mass-me<strong>di</strong>a, e nel 2006 è riuscita a<strong>di</strong>stituire la Giornata nazionale per la prevenzionee la cura dell’incontinenza, sancita da unaDirettiva del Presidente del Consiglio dei Ministri.“L’evento, si svolge ogni anno il 28 giugnoe vede gli ambulatori accre<strong>di</strong>tati Fincoaperti ai pazienti per visite gratuite. Dal 2007la FINCO organizza “Corsi formativi (E.C.M.)per i professionisti dell’incontinenza”.24leLACRIME“Un viso lavato dalle lacrime è in<strong>di</strong>cibilmentebello”. Sant’Atanasio ricorda <strong>di</strong>sant’Antonio, eremita del deserto, che piangevasu <strong>di</strong> sé per giorni interi. La conseguenzaera che “il volto <strong>di</strong> sant’Antonio aveva unabellezza sorprendente. Egli non si agitava mai,la sua anima viveva una pace assoluta”. Inrealtà sul nostro occhio passa sempre un velo<strong>di</strong> lacrime, il cosidetto “film lacrimale”, prodottoda quattro piccole ghiandole poste ai latidegli occhi. Ma, al <strong>di</strong> là del fenomeno fisico,la lacrima ha uno straor<strong>di</strong>nario valoresimbolico dai significati molteplici. Manifesta,infatti, la sofferenza facendola quasi brillarenel suo mistero, ma esprime anche la felicitàtant’è vero che si è coniata la locuzione“piangere <strong>di</strong> gioia”. Ma, come ricordano idue testi sopra citati (la prima frase è del <strong>di</strong>scorsoascetico <strong>di</strong> S. Efrem del IV sec. e l’altraè tratta dalla vita <strong>di</strong> S. Antonio scritta daS. Atanasio nel 357), c’è anche il pianto <strong>di</strong>conversione. Il famoso scrittore ottocentescofrancese François René de Chateaubriand scrivevasemplicemente così per descrivere il suoritorno alla fede: “J’ai pleuré et j’ai cru” hopianto e ho creduto. Il pianto spesso libera, faquasi evaporare il grumo <strong>di</strong> amarezza che è innoi ed è per questo che, dopo aver versato lacrime,ci si sente un po’ sollevati. La personaha spesso vergogna <strong>di</strong> farsi vedere mentrepiange; in realtà questo è un segno <strong>di</strong> umanitàe, nel caso del pentimento, è il principio dellaliberazione dal male e del perdono, come èaccaduto in quella notte a S. Pietro, quando,dopo che i suoi occhi si erano incrociati conquelli <strong>di</strong> Gesù, aveva “pianto amaramente”. Ilnostro volto e non solo l’occhio si purifica erivela una riacquistata serenità interiore, unapace e una nuova bellezza.Gianfranco Ravasida Avvenire del 4 novembre 2007

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