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Nr 54 Marzo 2008 - Diocesi di Roma

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Riflessioni sul convegno ecclesiale <strong>di</strong> veronaall’Ospedale S. PertiniNel IV Convegno Ecclesiale Nazionale <strong>di</strong> Verona tenutosi l’ottobre dello scorso anno si è sentito il bisognodei laici <strong>di</strong> entrare a far parte con più impegno nella vita della Chiesa, non tanto nell’aiuto pratico ma nella necessità<strong>di</strong> impegnarsi in un cammino <strong>di</strong> ricerca personale e comunitaria con corsi <strong>di</strong> formazione finalizzati allaconoscenza della Parola <strong>di</strong> Dio ed esperienze interpersonali che testimoniano la concretezza della stessa.Lino LamantiaHo letto con attenzione e interesse il lungo e articolato <strong>di</strong>scorso del Papa, dal quale ho tratto due insegnamenti:il primo ci induce a riflettere sul sacrificio <strong>di</strong> Gesù per la salvezza del mondo, il secondo ci in<strong>di</strong>ca i comportamenti<strong>di</strong> ogni cristiano nella società per rendere visibile il grande dono della Fede.“...Nell’Ultima Cena Gesù ha anticipato e accettato per amore la propria morte in croce, trasformando cosìquesta morte nel dono <strong>di</strong> sè, quel dono che ci dà la vita, ci libera e ci salva”.“La nostra vocazione e il compito <strong>di</strong> cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nellarealtà quoti<strong>di</strong>ana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infattia <strong>di</strong>venire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioiae della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità <strong>di</strong> uomini entro la quale viviamo”.Francesca GaetaDifficile fare una scelta tra i vari e tanti argomenti <strong>di</strong>scussi nel IV Convegno Ecclesiale <strong>di</strong> Verona ma quelloche maggiormente mi ha interessato per i suoi approfon<strong>di</strong>menti è stata la relazione sul rapporto tra culturaprogressoe fede. “La cultura deve essere in grado <strong>di</strong> afferrare, interpretare e orientare ciò che determina escan<strong>di</strong>sce l’essenziale in ogni stagione della storia. La cultura però ha anhe la funzione <strong>di</strong> definire quelle visioniche sono in<strong>di</strong>spensabili per costruire il futuro in tutti i campi dell’agire umano, in ogni ambito della realtà”.Il contributo specifico dei cristiani è quello <strong>di</strong> guardare avanti, <strong>di</strong> vivere e competere col presente nella coerenzadelle proprie convinzioni e della nostra identità.Maria Teresa Capolongo“Le gran<strong>di</strong> sfide <strong>di</strong> questi anni esigono cristiani che cerchino la santità”Si tratta pertanto <strong>di</strong> riproporre a tutti con convinzione quella misura alta della vita cristiana or<strong>di</strong>naria che è lasantità, come ci ha chiesto Giovanni Paolo II al termine del grande Giubileo, “l’unica misura secondo cui valela pena <strong>di</strong> essere cristiani, rimarcando come a questa richiesta non ci siano per noi alternative praticabili.Il cammino verso la santità non è altro che il lasciar crescere in noi quell’incontro con la persona <strong>di</strong> Cristo” chedà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la <strong>di</strong>rezione decisiva (Benedetto XVI - Deus Caritas est).Anna Maria DittaPerché l’uomo si formi nella sua pienezza è necessario che la coscienza, l’affetto e la responsabilità siano unacosa sola. La coscienza è per conoscere se stesso, per comprendere i perché, per sentirsi in unione con gli altri,per uscire dall’in<strong>di</strong>vidualismo e avere il coraggio <strong>di</strong> superare i propri limiti.L’affetto è riconoscere i sentimenti, <strong>di</strong>stinguere l’amore dalla passione, gestire la propria emotività e essere capaci<strong>di</strong> aprire il cuore agli altri. La responsabilità è la capacità dell’uomo <strong>di</strong> essere testimone <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> speranzaper le nuove generazioni. Solo unendo questi tre elementi l’uomo saràrealizzato nella sua formazione <strong>di</strong> persona.La Chiesa della speranza, ha la chiave perentrare in comunicazione con le persone<strong>di</strong> questo tempo: è quella dell’amore, conle sue infinite declinazioni esistenziali.Come <strong>di</strong>ce il Papa, i giovani possono osarel’amore, coltivare i propri talenti non soloper conquistare una posizione sociale,ma anche per aiutare gli altri a crescere, svilupparele proprie capacità non soltantoper <strong>di</strong>ventare più competitivi e produttivi,ma per essere testimoni della carità.Proprio la consapevolezza dell’amore <strong>di</strong>Dio deve indurli a vivere la loro esperienza<strong>di</strong> fede nella gioia e deve vederli impegnatia trasmettere anche agli altri la gioiadella fede.Angela TofanoMaria Teresa DominiciIl messaggio <strong>di</strong> speranza che siamo chiamati a rendere attualecon il nostro comportamento si concretizza con: l’ascolto,l’attenzione,l’incontro e il <strong>di</strong>alogo con le speranze delle donnee degli uomini del nostro tempo. Nonostante le tante delusionici sono segnali <strong>di</strong> speranza che attendono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare realtà.L’azione dei cristiani deve orientarsi a ricercare, cogliere, valorizzare,custo<strong>di</strong>re e alimentare i luoghi della speranza.L’impegno, nella costruzione del percorso <strong>di</strong> speranza, sul pianopolitico e sociale si fonderà sul lavoro, la famiglia, il contrastoalle povertà e alle <strong>di</strong>suguaglianze, il superamento delle <strong>di</strong>versitàterritoriali.Se veramente ognuno farà la sua parte darà una forte speranzaad un mondo che attende un cambiamento vero, sano, cristiano.Tamara Di Francesco

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