È la croce la vittoria sul male.12o rimanerci sotto, schiacciato e paralizzatodal suo peso. Meraviglioso è vedere (nonostantela mia fragilità, paura ed incapacità<strong>di</strong> resistere alla sofferenza fisica) <strong>di</strong> esserecapace <strong>di</strong> portare la mia croce, avendo capitoche alla fine è la croce che mi portava.Quarta parola <strong>di</strong> vita: “Quin<strong>di</strong> se un membrosoffre, tutte le membra soffrono insieme”(1 Cor. 12,26). L’esperienza della croceè venuta a ricordarmi che nessuna relazionevera può essere costruita se non nellacon<strong>di</strong>visione dei pesi come delle gioie in unoscambio incessante e questo l’ho visto a cominciaredalla mia famiglia, chiesa domestica,in mia mogliecostantemente presente;con i miei genitorie familiari. La con<strong>di</strong>visioneha datoprofon<strong>di</strong>tà, verità,gioia, ai nostri rapporti,con l’esercizio dellapazienza, dell’impegno,della fedeltà,dell’ascolto; è stataquesta una vera viacrucis, il camminodella croce che portaalla vita. Poi la grazia<strong>di</strong> poter far parte dellaChiesa, <strong>di</strong> avere unacomunità fatta <strong>di</strong> fratelliche Dio ha chiamatoa stare insieme,non perché si sonoscelti l’uno con l’altroa proprio piacere masi sono trovati e, nonostantele fragilità emiserie <strong>di</strong> ciascuno, si sentono un solo corpo,che durante la mia sofferenza ha pregatoe ha sofferto con me e con mia moglieGiu<strong>di</strong>tta.Quinta parola <strong>di</strong> vita: “E chi <strong>di</strong> voi, perquanto si <strong>di</strong>a da fare, può aggiungere un’orasola alla sua vita? E perché vi affannateper il vestito? Osservate come crescono i giglidel campo: non lavorano e non filano”(Mt. 6,27-28). Questo tempo <strong>di</strong> sofferenzaha parlato alla mia vita <strong>di</strong> prima in cui anchese cercavo <strong>di</strong> mettere sempre Dio al primoposto, era una vita vissuta nella frenesia,correndo appresso alle cose, con<strong>di</strong>videndoquasi per nulla le cose quoti<strong>di</strong>ane, ritmi <strong>di</strong>lavoro esagerati che in fondo facevano vederecome io avevo sempre voluto essere ilDio della mia storia e non vivevo da creatura,sapendo che c’è un Padre che ha cura <strong>di</strong>me e provvede Lui a tutte le mie necessità.Oggi bene<strong>di</strong>co Dio per questo tempo <strong>di</strong> sofferenzache ho vissuto, ogni giorno ho vistopresente a fianco a me Gesù, che ha con<strong>di</strong>visoe sorretto le mie croci e non mi ha lasciatomai solo.Ringrazio Dio per il cappellano don Antoninoche ogni giornomi donava una parolae non mi lasciava senzail corpo <strong>di</strong> Gesù.Ringrazio Dio per i <strong>di</strong>versicompagni <strong>di</strong>stanza che mi ha donatotra cui Sergio,Onofrio e Mauro incui si è mostrato comeun Gesù sofferente,ma vittorioso.Ringrazio Dio per gliangeli che mi ha mandato:l’arcangelo Raffaele(Prof. D’Amelio)che il Signore lo ricolmi<strong>di</strong> beni per la generositàche ha mostratonel dare la vita per imalati e per la sua capacità<strong>di</strong> parlare alcuore delle persone;l’angelo Bruno Laganàcon la sua solarità;gli angeli Loredana e Maria infermierealla risonanza magnetica.Oggi vivo con la certezza che questa sofferenzache ho vissuto porta frutti <strong>di</strong> vitaeterna nel mio matrimonio e con la consapevolezzache “Ciò che è stoltezza <strong>di</strong> Dioè più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza<strong>di</strong> Dio è più forte degli uomini”.(1 Cor. 1,24-25).Gianmarco Capra(marito <strong>di</strong> Giu<strong>di</strong>tta)
DISPERSIONE DELLE CENERI: SÌ AL FUNERALECRISTIANO SE IL DEFUNTO È CREDENTEDice il <strong>di</strong>ritto canonico: le esequie ecclesiastiche vanno celebrate per tutti i fedeli,anche per chi chiede siano <strong>di</strong>sperse le proprie ceneri, a meno che tale scelta siaLa cremazione o incinerazione dei cadaveri èuna prassi antichissima che, con la <strong>di</strong>ffusionedel cristianesimo, decadde in favore dell’inumazionead imitazione della sepoltura<strong>di</strong> Cristo. La cremazione fu reintrodotta inItalia in epoca napoleonica per ragioni igienichee, purtroppo, assunta dall’anticlericalismoallora imperante come segno <strong>di</strong> avversionenei confronti della Chiesa e dellasua dottrina. Atteggiamento che costrinse laChiesa a negare le esequie cristiane a quantiavessero scelto la cremazione (cf Cic del1917, can. 1240, 5). Prendendo atto delle mutatecircostanze fin dal 1963 l’allora Sant’Uffizioconcede il funerale cristiano anche achi sceglie <strong>di</strong> far cremare il proprio cadaverepurché sia chiaro che tale scelta nonsia fatta contro la fede cristiana. Questaprassi è accolta dal Rito delle Esequie (1969;trad. it. 1974) pur ribadendo “la preferenzadella Chiesa per la sepoltura dei corpi, comeil Signore stesso volle essere sepolto” (n.15). Nel 2001 il Parlamento italiano ha promulgatola legge 130 con la quale permetteai familiari <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re in casa le ceneri deiloro congiunti defunti e ne autorizza anchel’eventuale <strong>di</strong>spersione negli spazi cimiterialicome in altri spazi legalmente stabiliti.Il sussi<strong>di</strong>o pastorale pubblicato dalla Commissioneepiscopale per la liturgia nello scorsonovembre, per accompagnare il Rito delleEsequie, tra le altre proposte <strong>di</strong> preghierasubito dopo la morte, per la veglia, per lachiusura della bara e per il momento dellasepoltura al cimitero, offre anche orientamentipastorali e testi <strong>di</strong> preghiera adatti peri funerali in caso <strong>di</strong> cremazione (cf Proclamiamola tua risurrezione, pp. 113-148).Orientamenti e testi <strong>di</strong> cui si sentiva il bisognopoiché non sono previsti dal rituale attuale.Fra le novità emerge la possibilità <strong>di</strong>celebrare le esequie anche in presenza dell’urnacineraria: ciò avviene eccezionalmentequando per ragioni pratiche i riti esequialinon possono aver luogo prima della cremazione.Il gruppo <strong>di</strong> lavoro incaricato <strong>di</strong> re<strong>di</strong>-stata fatta per ragioni contrarie alla fede cristianagere il sussi<strong>di</strong>o sotto la guida della CEI si ètrovato <strong>di</strong> fronte alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> una prassidel tutto conforme alla legge civile ma cheva oltre la semplice cremazione: la <strong>di</strong>spersionedelle ceneri. Una scelta che potrebbe“sottintendere motivazioni o mentalità panteisticheo naturalistiche”, ma che soprattuttosembra essere l’ultimo atto <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>ffusatendenza ad occultare la morte fino adabolirne anche la memoria. “Il cristiano, peril quale deve essere familiare e sereno il pensierodella morte, non deve aderire interiormenteal fenomeno dell’intolleranza versoi morti” (Direttorio su pietà popolare e liturgia259).È soprattutto la preoccupazione <strong>di</strong> perdere illuogo comune della memoria che sta all’originedell’orientamento espresso dal sussi<strong>di</strong>o:“Avvalersi della facoltà <strong>di</strong> spargere le ceneri,<strong>di</strong> conservare l’urna cineraria in unluogo <strong>di</strong>verso dal cimitero o prassi simili,è comunemente considerato segno <strong>di</strong> unascelta compiuta per ragioni contrarie allafede cristiana e pertanto comporta la privazionedelle esequie ecclesiastiche (can.1184, § 1, 2)” (p. 117). Poiché questo testo ècontenuto in un semplice sussi<strong>di</strong>o non costituisceuna “norma” nel senso pieno <strong>di</strong> questotermine. Si tratta piuttosto <strong>di</strong> un orientamentopedagogico che cerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuadereda certe scelte. Scelte che, se “comunemente”,cioè in generale, possono far supporreragioni contrarie alla fede cristiana, nei singolicasi ciò deve essere verificato per nonarrivare ad assumere posizioni che vanno benoltre la norma e le intenzioni della personadefunta.Chiarificatore è il canonico, “le esequie ecclesiastichevengono celebrate per tutti ifedeli, anche coloro che hanno scelto la <strong>di</strong>spersionedelle proprie ceneri, a meno chetale scelta sia stata fatta per ragioni contrariealla fede cristiana”.Silvano Sirboniparroco e liturgista, docente pressolo Stu<strong>di</strong>o inter<strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Alessandria13