Un centro commerciale sulla Nettunense - Il Caffè

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46STORIA n. 231 - dall’1 al 14 dicembre 2011Gino Forconi, classe 1924, ora vive ad Aprilia, ma con la mente va al suo passato da internato militare dopo l’Armistizio«Così mi salvai dal campo di lavoro tedesco»«Venimmo caricati suicarri bestiame e portatiin Germania per lavorare»Elisa BonaciniDiederola possibilità aimilitari di sceglierese collaborare con inazisti o esseredeportati nei campidi concentramentoGINO FORCONI OGGI HA 87 ANNIA 18 anni, poco prima dell’Armistizio,partì per andare nella Regia AeronauticaGino Forconi, classe 1924 di Offagna(Ancona), è uno dei pochi IMI,cioè “Internati Militari Italiani” ancoraviventi, residente in Via dei Villini adAprilia.Il giovane Gino nelle fertili terre delleMarche lavorava come mezzadro,cioè contadino sotto padrone. “Erogiovanissimo, appena diciottenne,quando nell'estate del 1943, pochi mesiprima dell'Armistizio, partii a malincuoredal mio paese per esser incorporatonella Regia Aeronautica – ricordaForconi –. Avevo la convinzione, comemolti ragazzi della mia epoca, dell'inevitabilitàdell'evento, dell'impossibilitàdi ribellarci a quel destino che altriavevano impostato per noi”. Partì coni suggerimenti del padre ben impressinella mente. Anche il papà infatti avevadovuto sopportare la crudeltà dellagrande guerra 1915-1918.Dopo l'armistizio dell'8 settembre1943 si trovava ad Ancona nella fase diaddestramento militare, in attesa diessere successivamente inviato alfronte, in Sardegna. “I tedeschi cheavevano già provveduto al disarmodella mia compagnia, mi tennero alcunigiorni chiuso nella casermaVillarey”, racconta Gino;“diedero poi a tutti i militarila possibilità discegliere se collaborarecon i nazisti ela neonata RepubblicaSociale oppureessere deportatinei campidi concentramentoin Germania”. Lacompagnia di Forconiin blocco non accettòdi aderire al regimenazista, fedele al giuramentofatto al Regno d'Italia, ed eroicamentepartì per l'ignoto. Chi al giornod'oggi avrebbe ancora questo coraggio?Vennero così caricati sucarri bestiame, e dopo unviaggio durato 5 giorni e 5CASERMA VILLAREY AD ANCONADove Forconi fu catturato dai nazisti dopo l’Armistizio dell’8 settembre ‘43NEL 1943Gino in divisa durante il periododi addestramento ad Anconanotti quasi senza cibo edin condizioni igienichemiserabili, arrivaronoa Lichterfelde, stammlagerIII D, a circa30 km da Berlino, inGermania.Lì vennero subitoinquadrati in squadredi lavoro. “Erano generalmentelavori duri,massacranti, con turni di lavoroche superavano a volte le12 ore al giorno”, spiega Forconi.Manodopera a costo quasi pari a zero,di cui la Germania aveva bisognoin quel periodo di crisi economica,legata al grave dispendio dirisorse utilizzate per affrontare laguerra. Spesso i prigionieri venivanoutilizzati nei rifacimenti distrade, ferrovie e campi volo, resiinagibili dai frequenti bombardamentie spesso morivano sotto le bombe.Il giovane Forconi fortunatamentevenne inviato a svolgere lavoro nell'industria,precisamente presso la Siemensche realizzava prodotti elettrici.Anche sul posto di lavoro i prigionierierano sottoposti al rigido controllo disentinelle armate.Intanto i mesi passavano e la Germaniadoveva sopportare sempre piùbombardamenti da parte sia dei Russiche degli Americani. Nei pressi di Berlino,in un edificio adibito a “disinfezione”,Gino ed alcuni compagni eranointenti nella igiene personale: “Eravamoancora nudi, quando venimmo sorpresida un forte bombardamento aereoche distrusse tutto il caseggiato. Intre riuscimmo a fuggire dalle macerie,mentre molti prigionieri ai piani interratimorirono affogati per la rotturadei tubi dell'acqua”. In seguito rischiòancora la vita: “Mi ritrovai miracolosamenteilleso dopo che una scheggiadi bomba mi aveva sfiorato ilcapo. Ne avevo avvertito ilgrande calore, ma fortunatamentenon ne erorimasto ferito”.Ricorda ancoracon commozionequando in uno deirari pacchi che gliarrivarono nel lagerdai suoi familiari, inmezzo alle sigarettetanto desiderate ed aqualche genere alimentaredi conforto, trovò unanoce: “All'interno c'era un fogliocontenente le notizie di quantoavveniva in quei giorni in Italia. Unmetodo ingegnoso elaborato dai mieigenitori: la posta infatti era sottopostaad un rigido controllo e censura daparte dei tedeschi”.La liberazione delForconiarriva ad Aprilianel 1956, qui halavorato e ha ricevutoun riconoscimentodall’alloraSindaco MeddiIL LAVORO ALLA SIEMENSIl giovane Gino ‘prigioniero’ venne mandatoa lavorare nell’industria di prodotti elettricicampo avvenne a fine aprile 1945 attraversol'intervento militare dei russi.Non sapendo come rientrare in Italia,date le condizioni inagibili delle ferrovie,venne portato dai russi come lavoratorecivile in Polonia, dove rimaseper circa sei mesi.Ritornò quindi nelle sue amateMarche nell'autunno1945. Si emoziona ancoraal ricordo dell'abbracciocon il padre:“non avendo piùavuto loro notizieda diverso tempo,avevo temuto ilpeggio”.Di quelle brutteesperienze Gino cheoggi ha 87 anni, parlacon tranquillità: “Mihanno insegnato a dare ilgiusto peso alle piccole controversiecui nella vita si va incontro”.Forconi ad Aprilia arrivò nel 1956.Per più di 20 anni ha svolto il lavoro dioperatore ecologico nelle vie del centrocon grande impegno, tale da ottenereun riconoscimento dall'alloraSindaco di Aprilia Luigi Meddi.Gino Forconi è una persona umile eriservata che ha celato per tanti annisotto un sorriso bonario il passato disofferenze e fatiche subite nel campodi concentramento.Abbiamo il dovere di ricordare conrispetto il sacrificio della generazionedi Gino Forconi, che dal tragico periododi guerra trasse le capacità di riportareil benessere e la democrazia nellanostra Repubblica Italiana.L'intervista a Gino è compresa neldvd “La storia dimenticata degli InternatiMilitari Italiani” realizzatodal gruppo di ricerca storica“Un ricordo per la pace” inun progetto che ha comeobiettivo la produzionedi una serie di dvd contenentile testimonianzedei protagonisti ancoraviventi della nostrastoria contemporanea.CONTROLLATO A VISTA DAI NAZISTII prigionieri dei tedeschi spesso venivano sfruttati per lavori di rifacimentodi strade e ferrovie bombardate. Invece Forconi lavorò in fabbrica

LE AZIENDE INFORMANOInaugurato alla presenza dell’architetto Angelo Garini il nuovo progetto di Orocapital anche con servizio di wedding plannern. 231 - dall’1 al 14 dicembre 2011 47INTERNO 8: LA CASA SECONDO OROCAPITALAbbiamo incontrato Lorella Raffani, mogliedi Nicola Sblano, ideatrice di questonuovo progetto Orocapital Interno 8, duranteil workshop condotto dall’architetto AngeloGarini intervenuto all’inaugurazione del nuovonegozio marcato Orocapital.Ormai ci avete abituati ad aperture dinuovi punti vendita con una certa frequenza,considerando la congiuntura economicadel momento. Cosa spinge il gruppo Orocapitalad espandersi in un nuovo segmento dimercato?«Il nostro filo conduttore rimane sempre lostesso, soddisfare le esigenze dei nostri clienti edi molte altre persone che riterranno la nostravisione commerciale in questo settore innovativae in linea con le nuove tendenze del momento,con un occhio rivolto verso lo stile classico,che secondo me è sempre sinonimo di eleganzae sobrietà.Orocapital Interno 8 è figlio delle richieste deinostri clienti, che sempre più frequentemente richiedevanoi nostri servizi di fornitura e confezionamentodi prodotti Swarovski, brand dispicco nel settore per cerimonie di vario tipo,dai matrimoni ai battesimi, ecc. Ed è in questaottica che abbiamo pensato di offrire un serviziodi wedding planner “exclusive” così come l’architettoAngelo Garini ha avuto modo durantel’evento di spiegare ai nostri ospiti».Ci può spiegare meglio cosa intende perwedding planner exclusive?«Italianizzando la parola, pianifichiamo lenozze puntando all’eccellenza del servizio: l’ideaè quella di cogliere esigenze, desideri e soprattuttoi sogni dei nostri clienti, così da poterli seguirein modo professionale a 360°, consigliandolicon gusto e raffinatezza, offrendo prodotti eservizi di alto livello: dalle bomboniere alle fedinuziali, ai regali per gli sposi e testimoni, passandoper i complementi d’arredo della casa, con listenozze consultabili anche tramite facebook,al fine di agevolare anche clienti provenienti daaltre città».Cosa fa la differenza in questo settore?La differenza in questo settore, secondo me,più che mai la fanno e la faranno sempre di piùle persone che con gusto ed attenzione per ildettaglio, coniugato all’amore per la decorazione,creano quella magica alchimia di ingredientiche contribuiranno a rendere speciale il giornodella cerimonia. Per questo motivo saremo presentiin ogni momento focale della cerimonia:dall’accoglienza iniziale alla “confettata” finale,tradizione quest’ultima che sta riscuotendo unenorme successo, complici sicuramente i deliziosiconfetti di oltre 30 gusti che proponiamo, iltutto chiaramente legato ad un offerta commercialedi prodotti che lascerò giudicare alle personeche, magari leggendo questo articolo, avrannola curiosità di visionarli direttamente nel nostropunto vendita».Un’ultima domanda riguarda il nome: perchéOrocapital Interno 8?«La scelta è stata dettata dal numero civicoDa sinistra, Lorella Raffani, Angelo Garini, Nicola Sblanodella stessa strada del nostro negozio storico diAprilia, in Corso Giovanni XXIII, ma sinceramenteciò che mi ha più affascinata è l’idea diaver creato “un non negozio”, nel senso che lapercezione di tutti è quella di entrare in una casa.Il nostro concept di arredo è stato realizzatoin questo senso iniziando dal portone d’ingressoche rievoca lo stile di alcune abitazioni inglesid’epoca. Non resta che suonare il campanello edi nostri clienti entreranno nell’idea di casa secondoOrocapital».Orocapital Interno 8 - Corso Giovanni XXIII, 8Aprilia - Tel. 06.92.72.78.90PUBBLIREDAZIONALELo show room di due piani viene rinnovato periodicamente con le migliori novità del settore anche in pronta consegnaRINNOVARE CASA È PIÙ BELLO CON COMEDILRenato MastrellaFRANCESCO TOMASITitolare della ComedilRistrutturare la propria casa è unaesperienza meravigliosa. Ma ancheimpegnativa, perché in poco tempooccorre prendere tante decisioni il piùpossibile armoniche. Oggi il mercatooffre tantissime possibilità diverse edè inevitabile trovarsi ad un certo puntoconfusi e dubbiosi. In quel momentoè importante potersi fidare di chi ticonsiglia, perché non vuole 'venderti'quello che vuole lui, ma ciò che è piùadatto a te. Ed è importante che senzapressarti troppo ti accompagni connaturale gentilezza, pazienza e competenzanella scelta dei materiali e deicolori del pavimento, dei rivestimenti,dei sanitari, della cucina o dell'idromassaggio.Comedil dal 1981 ad Apriliasi è sempre distinta per la cura delcliente, per lo show-room su due pianida non perdere e per la vasta gammadi prodotti in pronta consegna, graziead un grande magazzino di 2.000 mq.Con 12 persone che ci lavorano, la Comedilnon è troppo grande, ma neanchetroppo piccola e può trattare ognicliente con tutta l'attenzione che merita,perché ha tutta la professionalitànecessaria per un servizio al top, oltreche un assortimento davvero importante.I marchi di maggior prestigiosono Pozzi-Ginori, Jacuzzi, Gessi, Teuco,Grohe, Lea Ceramiche, Naxos,ecc.“Una signora tanti anni fa ristrutturòcasa e comprò tutto da noi spendendo15 milioni. Alla fine mi disseche era proprio contenta della Comedilperché l'avevamo trattata con lastessa grande gentilezza con cui dueanni prima aveva comprato una tendinada 15.000 lire». Francesco Tomasici tiene a raccontare questa storiellavera, perché esprime bene la filosofiacon cui ogni giorno da 22 anni, puravendone solo 42, si mette al lavoroper servire la clientela insieme al personaledello show room. Oggi Francescoè l'unico titolare della Comedil,avendola rilevata dalle sorelle, continuandouna tradizione. E con semplicitàe serietà porta avanti l'attività difamiglia iniziata dal nonno, che producevae vendeva i pavimenti a Nettunogià nel dopoguerra. Attività poiproseguita ad Aprilia con i suoi due figliAlfredo e Marcello alla loroLA.MA.CE che dal 1956 producevamarmette per pavimenti a ciclo continuo24 ore al giorno grazie al boomedilizio degli anni '60 e '70. Nel 1981Alfredo, il papà di Francesco, ha creatola Comedil nella azzeccatissima posizionesulla Pontina prevedendone ilsuccessivo enorme sviluppo.APRILIAVia Pontina km 47,100tel. 06.9281643www.comedilsrl.itinfo@comedilsrl.itCome arrivare: Da Latina dopo losvincolo della Pontina di Viale Europaentrare nella corsia laterale che portaad Aprilia. Da Roma fare inversionesul ponte dello svincolo per Viale Europa,tornare indietro sempre sullaPontina per poche centinaia di metri emantenersi sulla corsia laterale.Anche a NETTUNOVia Santa Barbara, 33tel. 06.9804040PUBBLIREDAZIONALE

46STORIA n. 231 - dall’1 al 14 dicembre 2011Gino Forconi, classe 1924, ora vive ad Aprilia, ma con la mente va al suo passato da internato militare dopo l’Armistizio«Così mi salvai dal campo di lavoro tedesco»«Venimmo caricati suicarri bestiame e portatiin Germania per lavorare»Elisa BonaciniDiederola possibilità aimilitari di sceglierese collaborare con inazisti o esseredeportati nei campidi concentramentoGINO FORCONI OGGI HA 87 ANNIA 18 anni, poco prima dell’Armistizio,partì per andare nella Regia AeronauticaGino Forconi, classe 1924 di Offagna(Ancona), è uno dei pochi IMI,cioè “Internati Militari Italiani” ancoraviventi, residente in Via dei Villini adAprilia.<strong>Il</strong> giovane Gino nelle fertili terre delleMarche lavorava come mezzadro,cioè contadino sotto padrone. “Erogiovanissimo, appena diciottenne,quando nell'estate del 1943, pochi mesiprima dell'Armistizio, partii a malincuoredal mio paese per esser incorporatonella Regia Aeronautica – ricordaForconi –. Avevo la convinzione, comemolti ragazzi della mia epoca, dell'inevitabilitàdell'evento, dell'impossibilitàdi ribellarci a quel destino che altriavevano impostato per noi”. Partì coni suggerimenti del padre ben impressinella mente. Anche il papà infatti avevadovuto sopportare la crudeltà dellagrande guerra 1915-1918.Dopo l'armistizio dell'8 settembre1943 si trovava ad Ancona nella fase diaddestramento militare, in attesa diessere successivamente inviato alfronte, in Sardegna. “I tedeschi cheavevano già provveduto al disarmodella mia compagnia, mi tennero alcunigiorni chiuso nella casermaVillarey”, racconta Gino;“diedero poi a tutti i militarila possibilità discegliere se collaborarecon i nazisti ela neonata RepubblicaSociale oppureessere deportatinei campidi concentramentoin Germania”. Lacompagnia di Forconiin blocco non accettòdi aderire al regimenazista, fedele al giuramentofatto al Regno d'Italia, ed eroicamentepartì per l'ignoto. Chi al giornod'oggi avrebbe ancora questo coraggio?Vennero così caricati sucarri bestiame, e dopo unviaggio durato 5 giorni e 5CASERMA VILLAREY AD ANCONADove Forconi fu catturato dai nazisti dopo l’Armistizio dell’8 settembre ‘43NEL 1943Gino in divisa durante il periododi addestramento ad Anconanotti quasi senza cibo edin condizioni igienichemiserabili, arrivaronoa Lichterfelde, stammlagerIII D, a circa30 km da Berlino, inGermania.Lì vennero subitoinquadrati in squadredi lavoro. “Erano generalmentelavori duri,massacranti, con turni di lavoroche superavano a volte le12 ore al giorno”, spiega Forconi.Manodopera a costo quasi pari a zero,di cui la Germania aveva bisognoin quel periodo di crisi economica,legata al grave dispendio dirisorse utilizzate per affrontare laguerra. Spesso i prigionieri venivanoutilizzati nei rifacimenti distrade, ferrovie e campi volo, resiinagibili dai frequenti bombardamentie spesso morivano sotto le bombe.<strong>Il</strong> giovane Forconi fortunatamentevenne inviato a svolgere lavoro nell'industria,precisamente presso la Siemensche realizzava prodotti elettrici.Anche sul posto di lavoro i prigionierierano sottoposti al rigido controllo disentinelle armate.Intanto i mesi passavano e la Germaniadoveva sopportare sempre piùbombardamenti da parte sia dei Russiche degli Americani. Nei pressi di Berlino,in un edificio adibito a “disinfezione”,Gino ed alcuni compagni eranointenti nella igiene personale: “Eravamoancora nudi, quando venimmo sorpresida un forte bombardamento aereoche distrusse tutto il caseggiato. Intre riuscimmo a fuggire dalle macerie,mentre molti prigionieri ai piani interratimorirono affogati per la rotturadei tubi dell'acqua”. In seguito rischiòancora la vita: “Mi ritrovai miracolosamenteilleso dopo che una scheggiadi bomba mi aveva sfiorato ilcapo. Ne avevo avvertito ilgrande calore, ma fortunatamentenon ne erorimasto ferito”.Ricorda ancoracon commozionequando in uno deirari pacchi che gliarrivarono nel lagerdai suoi familiari, inmezzo alle sigarettetanto desiderate ed aqualche genere alimentaredi conforto, trovò unanoce: “All'interno c'era un fogliocontenente le notizie di quantoavveniva in quei giorni in Italia. <strong>Un</strong>metodo ingegnoso elaborato dai mieigenitori: la posta infatti era sottopostaad un rigido controllo e censura daparte dei tedeschi”.La liberazione delForconiarriva ad Aprilianel 1956, qui halavorato e ha ricevutoun riconoscimentodall’alloraSindaco MeddiIL LAVORO ALLA SIEMENS<strong>Il</strong> giovane Gino ‘prigioniero’ venne mandatoa lavorare nell’industria di prodotti elettricicampo avvenne a fine aprile 1945 attraversol'intervento militare dei russi.Non sapendo come rientrare in Italia,date le condizioni inagibili delle ferrovie,venne portato dai russi come lavoratorecivile in Polonia, dove rimaseper circa sei mesi.Ritornò quindi nelle sue amateMarche nell'autunno1945. Si emoziona ancoraal ricordo dell'abbracciocon il padre:“non avendo piùavuto loro notizieda diverso tempo,avevo temuto ilpeggio”.Di quelle brutteesperienze Gino cheoggi ha 87 anni, parlacon tranquillità: “Mihanno insegnato a dare ilgiusto peso alle piccole controversiecui nella vita si va incontro”.Forconi ad Aprilia arrivò nel 1956.Per più di 20 anni ha svolto il lavoro dioperatore ecologico nelle vie del <strong>centro</strong>con grande impegno, tale da ottenereun riconoscimento dall'alloraSindaco di Aprilia Luigi Meddi.Gino Forconi è una persona umile eriservata che ha celato per tanti annisotto un sorriso bonario il passato disofferenze e fatiche subite nel campodi concentramento.Abbiamo il dovere di ricordare conrispetto il sacrificio della generazionedi Gino Forconi, che dal tragico periododi guerra trasse le capacità di riportareil benessere e la democrazia nellanostra Repubblica Italiana.L'intervista a Gino è compresa neldvd “La storia dimenticata degli InternatiMilitari Italiani” realizzatodal gruppo di ricerca storica“<strong>Un</strong> ricordo per la pace” inun progetto che ha comeobiettivo la produzionedi una serie di dvd contenentile testimonianzedei protagonisti ancoraviventi della nostrastoria contemporanea.CONTROLLATO A VISTA DAI NAZISTII prigionieri dei tedeschi spesso venivano sfruttati per lavori di rifacimentodi strade e ferrovie bombardate. Invece Forconi lavorò in fabbrica

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