Matteo BelliIl palcoscenicola sua storia, il futuroStorie <strong>di</strong> Terra | il teatro Matteo Belli8ilteatroMatteo Belli e il teatro.Matteo Belli e il teatro <strong>di</strong> <strong>Budrio</strong>. Unastoria d’amore: “Dove si sceglie e si è scelti.In un rapporto biunivoco”.Un teatro che è anche una casa, uno spaziofisico <strong>di</strong> riferimento, un luogo ospitale dacon<strong>di</strong>videre con gli altri. Belli ha scelto <strong>Budrio</strong>come terra d’adozione, e vede nel suoteatro un valore simbolico, un bene architettonicocome componente della culturaitaliana. Una cultura che oggi è in pericolo.Dice: “Il teatro ha una sua funzione checonta 400 anni <strong>di</strong> storia. Dove al valoretestimoniale va affiancato il lavoro degliuomini. Qui a <strong>Budrio</strong>, noi, l’associazioneCa’ Rossa (il Centro teatrale per l’oralità),abbiamo trovato ascolto, risposte, collaborazione”.Attore, autore, regista, giullare e poeta,Matteo Belli nasce a Bologna nel 1964, masceglie <strong>Budrio</strong> e il suo teatro come palestraartistica. Un luogo dove “la provincia èsempre con la ‘p’ maiuscola, contenitore delpossibile – racconta – dove la provincia è laculla dell’esperienza: gli spettacoli nasconoin provincia, si provano in provincia, tral’albergo e il teatro, attraversando piccolestrade. In paesi silenziosi come questo.Sono spazi unici, lontani dal caos dellecittà”.È dal 1999 che Matteo Belli calpesta il palcoscenicodel Teatro <strong>di</strong> <strong>Budrio</strong>, un lavoroche dà il senso <strong>di</strong> una storia che si se<strong>di</strong>menta.Di un rapporto solido, che continuanel tempo e si alimenta giorno per giorno.“Ogni volta che vengo qui, in questo teatro,che mi affaccio su questo palcoscenico,vivo momenti carichi, densi <strong>di</strong> una grandeconcentrazione <strong>di</strong> vita…Una sensazione che mi dà l’idea <strong>di</strong> un tramando,<strong>di</strong> un filo, <strong>di</strong> una reciproca voglia<strong>di</strong> donarsi. Della voglia <strong>di</strong> trasmettereun’esperienza”.Il teatro <strong>di</strong> <strong>Budrio</strong>, eccolo. Un luogo unico,
“Il teatro è uno deimestieri più antichie necessari all’uomoper tramandare unacultura: ci sarà semprebisogno <strong>di</strong> un essereumano che <strong>di</strong>ca‘c’era una volta…”.Storie <strong>di</strong> Terra | il teatro Matteo Belli9non replicabile, “appena entro qui dentro,respiro, e sento il suono della mia voce”. Ilracconto <strong>di</strong> Belli si fa appassionato, infarcito<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e <strong>di</strong> storie. Di momenti magicie tragici: “Il teatro è uno dei mestieri piùantichi e necessari all’uomo per tramandareuna cultura: ci sarà sempre bisogno<strong>di</strong> un essere umano che <strong>di</strong>ca ‘c’era unavolta…”. Come ci sarà sempre bisogno <strong>di</strong>una comunicazione bella, e come è bello illinguaggio espressivo del teatro. Certo, sipuò recitare ovunque, si può anche uscireda questi posti. Ma qui, qui a <strong>Budrio</strong>, è<strong>di</strong>verso” .L’allarme è noto. La cultura teatrale è inpericolo, mancano gli investimenti, i taglirendono fragili strutture che hanno secolie secoli <strong>di</strong> vita. Belli lo sa e, come uomo <strong>di</strong>spettacolo, è molto preoccupato: “La mianatura emotiva mi porta lontano dall’amministrazione,ma sento che parlare oggi,in questo luogo, sa <strong>di</strong> prezioso: se per<strong>di</strong>amoquesto privilegio <strong>di</strong> recitare da questoproscenio, se per<strong>di</strong>amo il senso <strong>di</strong> comequeste esperienze abbiano la capacità <strong>di</strong>trasformare i linguaggi, i pensieri, le emozionidegli esseri umani, per<strong>di</strong>amo davveroqualcosa <strong>di</strong> fondamentale”. Non tralascia lapolitica Belli, e lo fa a ragion veduta: “Nonsi può guardare soltanto alla contingenza<strong>di</strong> un bilancio, vedere se i conti tornanoo non tornano. Tante volte si è parlato,con la mia associazione, <strong>di</strong> fare nascerequi una cosa più importante ma, da essereumano, capisco il perché non ci siamoriusciti. Così come non posso <strong>di</strong>menticarela fatica dell’amministrazione nel cercare <strong>di</strong>dare maggiore impulso ai progetti. Questoteatro va avanti con della sofferenza, comeusa <strong>di</strong>re il sindaco Castelli. Ma va avanti. Ilteatro è un luogo antico e futuro. Si tratta<strong>di</strong> spazi che sono sopravvissuti alle guerre,possono sopravvivere anche alla crisieconomica”.