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RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 79 di 238• l’ubicazione della struttura non è correlata al tipo di suolo, poiché per ilriempimento dei contenitori si usano substrati preparati appositamente (secondo leesigenze delle piante);• i vasi possono essere spostati per permettere l’ottimizzazione dello spazio;• le piante sono più leggere e maneggevoli;• la piantagione (che, peraltro, risulta svincolata dalla stagionalità tipica dellepiante in zolla) non danneggia le radici e lo shock da trapianto dovrebbe essere menoevidente.Non sono tuttavia rari i casi in cui le piante allevate in contenitore hanno manifestatouno stress da trapianto superiore alle piante in zolla. Questa tecnica richiede, infatti,una maggiore attenzione, dovuta alla necessità di rinvasare frequentemente (ladimensione del vaso deve essere proporzionata alla grandezza della pianta) per evitarela formazione di radici spiralate e rallentamenti nella crescita delle piante che possanoinfluenzare le capacità di crescita a dimora.Per cercare di evitare, o per lo meno di limitare, questo tipo di inconveniente sono statemesse a punto diverse tipologie di contenitori, anche molto diverse da quelletradizionali. I risultati finora ottenuti, seppur promettenti, non consentono tuttavia diformulare precise indicazioni, né a livello vivaistico, né sulle prestazioni degli alberiuna volta posti a dimora (Ferrini et al., 2000, Ferrini e Nicese, 2002/a, Ferrini e Nicese,2002).Dal punto di vista pratico i due metodi di produzione più diffusi, in zolla e incontenitore, presentano aspetti diversi che possono far preferire l’una o l’altra tipologiadi produzione in funzione dello spazio verde da realizzare.Per quanto riguarda il materiale d’impianto, tuttavia, ci sono molti altri parametri cherivestono notevole importanza. Ad esempio, le dimensioni e l’età fisiologica dellapianta svolgono un ruolo determinante nella risposta al trapianto, indipendentementedai citati fattori, poiché le piante più giovani presentano, in linea generale, una rispostapiù rapida nel ristabilire il sistema ipogeo e, quindi, riprendono la crescita in modo piùvigoroso rispetto a quelle di maggiori dimensioni (Watson e Himelick, 1998).

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