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RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 72 di 238Il primo termine fa riferimento alla conformità del prodotto a specifiche tecniche, ossiaall’utilizzo di regole precise nelle diverse fasi della lavorazione del prodotto. Ilsecondo interpreta il concetto di qualità come funzionalità e capacità del prodotto dirispondere alle esigenze del fruitore. Il prodotto deve avere un valore, deve cioè esserevalutabile inequivocabilmente. Appare difficile definire univocamente la qualità di unapianta, caratteristica che possiamo sinteticamente enunciare come “il grado di rispostaagli obiettivi per cui viene impiegata; dove i principali obiettivi sono da considerarsi lasopravvivenza e la crescita” (International Union of Forest Research Organizations,1979, in Ciccarese, 1997). Questa definizione non tiene, tuttavia, conto di un altroobiettivo da perseguire in ambiente urbano: quello estetico-ornamentale. Infatti,mentre esistono dei mezzi e dei parametri noti per valutare la qualità sanitaria egenetica – quest’ultima grazie anche alle nuove tecnologie d’indagine a livellomolecolare – non si può affermare altrettanto per la qualità agronomica (o morfofunzionale)delle piante che, storicamente basata sull’apparenza, considera raramentele caratteristiche quantitative. A tale osservazione si aggiunge il fatto che, comeriportato da Vavassori (1998), fino alla fine degli anni ‘80, la mancanza di unregolamento di produzione valido a livello nazionale – associato ad una domandainterna di prodotto poco specializzata e poco esigente in termini di standard tecniciqualitativi – ha indotto le aziende vivaistiche ad attuare una produzione generica,rispondente alla necessità della clientela locale. Al contrario, da qualche anno a questaparte, i tecnici e i ricercatori del settore riconoscono alla qualità agronomica dellepiante un ruolo determinante nel successo degli impianti in aree urbane, come dimostrala lunga serie di ricerche e di studi svolti su questo argomento, soprattutto all'estero.Diventa, perciò, indispensabile arrivare anche in Italia, il paese più interessato inquesto momento a livello europeo allo sviluppo di questo particolare settore, ad unadefinizione di “standards” produttivi che siano di riferimento per gli addetti ai lavori didiversa formazione e consentano di semplificare la valutazione ed il commercio dellespecie legnose. La creazione di standards di prodotto 3costituisce il presuppostofondamentale per una loro utilizzazione sia a livello di prodotto che di sistema,3 Si veda quanto sostenuto da Lo Pinto e Verga (http://www.fondazioneminoprio.it/SIAT/ENA/StandardUSA.htm)

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