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RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 26 di 238gestione, le aree verdi urbane svolgono un ruolo di serbatoio e di aumento dellabiodiversità faunistica locale, soprattutto quando vi siano rappresentate caratteristichecompatibili con le tipologie ambientali naturali del comprensorio dove l'area verderisiede (Clergeau et al. 2001). La biodiversità animale non deve essere considerata solaa livello di macrofauna; anche gli insetti, e in misura minore anche gli acari, sono daritenersi taxa di notevole incidenza nel determinare e definire la natura complessa dellabiodiversità, nonché nel costituire affidabili indicatori della capacità di autoregolazionedi numerosi ecosistemi terrestri e quindi del loro stato di salute. D'altra parte, ambientinaturali complessi inseriti all'interno della matrice urbana possono fungere da rifugioper specie che interagiscono negativamente con le attività umane. Fanno parte diquesto gruppo specie commensali come ratti, blatte, ecc. che possono avereripercussioni negative, soprattutto per gli aspetti sanitari. Inoltre, il fatto che le areeverdi urbane siano di solito zone particolarmente tranquille, spesso con notevoli risorsetrofiche e dove le attività di caccia sono vietate, se da un lato consentono ilmantenimento di popolazioni di specie interessanti, talvolta permettono il costituirsi dipopolazioni di specie alloctone, che altrimenti non avrebbero potuto insediarsi sulterritorio, e con risvolti complessivamente negativi. A tale fenomeno si somma larecente, e deleteria, abitudine di immettere in tali aree animali domestici divenutiingombranti o indesiderati con l'ipocrita motivazione di consentire una loro “miglioresistemazione”.Al proposito occorre sottolineare come le “invasioni biologiche”,ovvero la diffusione di specie alloctone, sia attualmente considerata come la secondacausa al mondo di perdita di biodiversità, e come siano già presenti anche nelpanorama nazionale esempi di invasioni a partire da spazi verdi (di particolare rilievola diffusione dello scoiattolo grigio americano a partire da parchi privati in Piemonte, eil conseguente rischio di scomparsa dello scoiattolo rosso europeo su buona parte delcontinente). I cambiamenti globali del clima, inoltre, ci stanno esponendo, e ciesporranno senz'altro sempre di più nel prossimo futuro, all'espansione geografica eall'incremento numerico di alcune specie, con prevedibili problemi di caratteresanitario (p. es. ditteri pungitori, ospiti di parassiti).

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