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RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 117 di 238per sciogliere il ghiaccio in inverno, o, ancora, dalla percolazione di olii e benzinenell’apparato radicale. Ai danni diretti ed indiretti causati dalle attività antropiche edalla presenza di infrastrutture si aggiungonole possibili conseguenze negativederivanti da potature molto drastiche, spesso dovute a sesti d’impianto irrazionali, che,come è noto, sono uno dei principali agenti di danno per le piante. Tutte questesituazioni sottopongono la pianta ad uno stato di stress che le predispone all’attacco difunghi, virus e batteri, e dunque alle malattie. Questo non solo compromette la salutedella piante, ma, soprattutto in ambiente cittadino, potendo influire negativamentesulla stabilità delle piante stesse, mette a rischio l’incolumità di cose e persone. Acausa dell’estremizzazione di certi fenomeni meteorici sono sempre più frequenti casidi alberi che schiantano al suolo, provocando conseguenze che, nel migliore dei casi,interessano sedi stradali e autoveicoli. Le problematiche connesse all’instabilità diun’essenza arborea assumono particolari interesse non solo per gli ovvi pericoliconseguenti, ma anche nel restauro di popolamenti arborei maturi come vecchiealberature stradali, giardini e parchi storici. Da tutto ciò deriva la necessità di elaboraremetodiche di analisi che coinvolgano la stabilità di strutture naturali che possonomettere a rischio l’incolumità pubblica. A questo proposito, nel 1994 comincia adiffondersi anche in Italia il metodo VTA (Visual Tree Assessment), oggi riconosciutoin tutto il mondo, come tecnica per la valutazione della stabilità dell’albero. Da allorasono stati sottoposti a questo tipo di indagine migliaia di piante. Numerose sono statein questi anni anche le occasioni di confronto e discussione tra gli addetti ai lavorirelativamente alle diverse tecniche da utilizzare e all’individuazione di linee guida perquanto concerne gli aspetti procedurali (vedi a tal proposito l’esperienza del gruppodi lavoro sulla stabilità degli alberi della Società Italiana di Arboricoltura). Occorreperò soffermarsi anche sulla frequenza dei controlli da effettuare sugli alberi. Sarebbeinfatti errato pensare che un’analisi sia fine a se stessa: gli alberi, soprattutto quelliradicati in ambito urbano, sono continuamente sottoposti a stress di vario genere(lesioni degli apparati radicali per scavi, potature più o meno drastiche, ecc..) chenecessitano un controllo costante per il mantenimento della popolazione arboreaall’interno di standard di elevata sicurezza, riducendo il rischio di schianti improvvisi.

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