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RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 104 di 238Seiridium cardinaleNectria spp.Diplodia mutilaOphiostoma ulmiVerticillium spp.Armillarria spp.Ganoderma spp, Trametes spp,Inonotus spp., Phellinus spp. ed altriMicrosphaera alphytoidesGuignardia aesculiApiognomonia quercina(con la anamorfa Discula quercina)Cipresso, agente di cancro su fusto e ramiLatifoglie varie, agente di cancro su fusto e ramiQuercia, agente di cancro su rami e ramettiOlmo, agente di tracheomicosiLatifoglie varie, agente di tracheomicosiLatifoglie, Conifere, agente di marciume radicaleLatifoglie, Conifere, agenti di carieLatifoglie, Conifere, agenti di carieQuercia, agente di oidioIppocastano, agente fogliareQuercia, agente fogliare, agentedi cancro su rametti8.1.2 Soglie di dannoMolti insetti e agenti patogeni presenti sulle piante arboree che vegetano in ambientiantropizzati possono essere tollerati in quanto anch’essi sono componenti dellabiocenosi, però rimane difficile determinare il limite oltre il quale la loro presenza e leconseguenze delle loro attività può essere consentita, sia per gli effetti sulle piante e siaper il disturbo arrecato alle persone. La difficoltà di poter individuare una soglia è daricollegare a vari fattori dal momento che, per non oltrepassare questo limite ditolleranza, è necessario stabilire preventivamente, la natura degli interventi, e cioèprima che si verifichi il danno effettivo. Per procedere ad una efficaceprogrammazione delle misure da intraprendere bisogna operare attraverso varie fasiche potrebbero essere riassunte in: a) conoscenza del “parassita” e della suabioecologia; b) individuare affidabili metodologie di monitoraggio; c) stabilire lemodalità e l’intensità degli interventi; d) reale possibilità di applicazione; e)autorizzazione da parte degli organi vigilanti per l’esecuzione pratica. In ogni caso èbene tenere nella giusta considerazione che la maggior parte dei “parassiti” dannosialle piante “ornamentali” si ritrova anche nelle cenosi arboree degli spazi aperti, ma lanatura del danno e la banalizzazione delle catene trofiche richiede scelte operative etempi d’intervento peculiari. A differenza degli ambienti forestali, dove l’azionenociva di patogeni e fitofagi viene valutata sulla base delle perdite di accrescimento edella produzione legnosa, nell’ambiente urbano e periurbano bisogna innanzitutto

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