12.07.2015 Views

file pdf 6MB - Arsia

file pdf 6MB - Arsia

file pdf 6MB - Arsia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

RISVEM: D3 - REVISIONE CRITICA DELLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA Data: 31/03/2004Documento: RS_01_D3-1.1 Pagina 102 di 238e di naturale reintegrazione della fertilità del suolo. Il clima, nettamente modificatorispetto a quello degli spazi aperti limitrofi, soprattutto per quanto riguarda latemperatura e l'umidità, ha contribuito ad accentuare l’artificialità del sistema urbano,ed ha indotto in molte circostanze le piante ad un ritmo vegetativo particolare (Crovettie Santini, 1985; Tiberi, 2000 b). L’homo faber delle nostre città chiede oggi al verdeurbano di filtrare le polveri inquinanti, di mitigare le anormalità del clima cittadino, diriequilibrare il contenuto di ossigeno dei centri intasati dal traffico, di ridare una notadi armonia e creare momenti di aggregazione nelle troppe periferie rese anonime edinvivibili dal dilagare di una cementificazione omologata a schemi costruttivispersonalizzanti, la cui applicazione ha determinato non di rado un diffuso malesserelegato alla sensazione di anonimato che spesso domina nei quartieri realizzatinell’ultimo dopoguerra. In tale quadro dinamico le piante arboree, organismi longeviper loro natura, si sono spesso trovate a vegetare in ambienti dove quasi mai si è tenutoconto dell’idoneità della stazione alle loro esigenze, dove per consentire la loroconvivenza con gli edifici si è passati dal mantenimento di forme libere a formeobbligate, ottenute con drastici interventi di potatura delle chiome. Le condizioniambientali venutesi a determinare nelle città e in parte anche negli impianti realizzatiper scopi turistico-ricreativi e paesaggistici, hanno contribuito in maniera determinantea favorire l’insediamento e lo sviluppo numerico di non pochi “parassiti” indigeni eanche di altri introdotti da altri areali. Non di rado sono proprio questi ultimi a crearci imaggiori problemi per la mancata coevoluzione con le piante ospiti indigene o per launiformità genetica del materiale di propagazione impiegato come verificatosi nel casodel binomio Cimice americana – Apiognomonia platani. Per altro spesso le specie dinuova introduzione sono poco conosciute sotto l’assetto bioecologico, perché, quasisempre, non dannose nei Paesi di origine.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!