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260 REMUNDU PIRASMere, s. m. Padrone.Merèssere, v. Meritare.Merinu, s. m. Mirino. In questaforma lo usa P. Sozu (T. I, 19).Mesa, s. f. Tavola, mensa.Mesciare, v. Mischiare, confondere.Messia/Missia, s. m. Messia, unadelle denominazioni del Cristo. B.Tucone, qui e sempre nel suo cantare,preferisce la seconda forma.Mezus/menzus, avv. Meglio.Mimórïa, s. f. Memoria, ricordo(A. Baldinu, F. I, 67 e 116).Questa forma, rispetto alla piùcomune memórïa, fu sempre preferitaanche da B. Tucone.Mineta, s. f. Minaccia.Minetare, v. Minacciare.Minetosu/a, agg. Minaccioso/a.Poco usato nella lingua parlata,superstrato colto. Qui A. Baldinu(F. I, 66) lo utilizza per ragioni dirima.Mirada, s. f. Sguardo.Mirare, v. Guardare, osservare.Miza, s. f. Migliaia.Moda, s. f. Canto finale delle garepoetiche, in uso fino al 1976 e orasostituito da un sonetto più omeno caudato. È una composizionetecnicamente molto complessa,la cui difficoltà maggiore consistenel dover collocare in piùmodi le parole dei versi, girandolie rigirandoli senza far perdere lorola misura dell’endecasillabo e l’esattezzadell’accento tonico.Consta di tre parti fondamentali:istèrrida, fïores e dispedida mentrela retroga è una ripetizione doppiadella istèrrida con una leggeravariazione del verso conclusivo. Lamoda, introdotta nel programmadella gara poetica ad opera diPitanu Morete di Tresnuraghes(1868-1932) ma non senza opposizioneda parte di alcuni grandicantori – il “padre” delle gareAntoni Cubeddu di Ozieri (1863-1955) in testa – costituiva unasorta di suggello, una vera e propriadimostrazione di abilità dell’estemporaneo,nonostante nonfosse del tutto improvvisata. Per lastruttura che ha, del resto, la suainvenzione integrale sarebbe pressochéimpossibile. A Villanova,però, esisteva una sorta di cenacolodi improvvisatori di modas, chesi sfidavano tra loro spesso pernottate intere, su uno schema piùsemplice di quello che poi presepiede nelle dispute pubbliche. Tragli specialisti di questa singolarecompetizione, R. Piras prediligevaAntoni Remundu Addis.Montiju, s. m. Cocuzzolo, collinetta.Monza, s. m. Suora, monaca.Moridina/muridina, s. f. Mucchiodi pietre, abbozzo o ruderedi muro. In questa ultima accezioneil s. viene usato qui da B.

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