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248 Glossàriu mìnimuDillincüente, s. m. Delinquente.Dinari/’inari, s. m. Denaro.Dïosa, s. f. Divinità. Ma il s. èusato come vezzeggiativo riservatoalla donna amata. In questo sensolo usa qui B. Nieddu senior (A s’amorada)e lo userà poi il poeta diSarule Barore Sini come titolo delsuo famoso canto d’amore, piùconosciuto però con un altro titolotratto dalle prime tre parole delprimo verso: Non poto reposare.Disamparadu/a, agg. Abbandonatoa sé stesso.Disamparu, s. m. Mancanza diprotezione, abbandono. Vediamparu.Discuntentu/a, agg. Insoddisfatto/a,scontento/a.Disdicia, s. f. Cattiva stella, cattivafortuna. L’esatto contrario didicia.Disdiciadu/a, agg. Sfortunato/a.Una sentenza dei nostri antenatiafferma: no faltat pena a chie estdisdiciadu (a chi è nato sotto cattivastella non mancano le pene).Disisperadu/a, agg. Disperato/a.Disisperare(si), v. Disperare, disperarsi.Disisperu, s. m. Disperazione (B.Nieddu fizu, A Biddanoa…).Disizare, v. Desiderare.Disizosu/a, agg. Desideroso/a.Disizu/desizu, s. m. Desiderio,attesa. La seconda forma è menousata, ma i poeti villanovesi viricorrono assai spesso, talvoltaquasi per vezzo. Dev. di disizare.Dispedida, s. f. Saluto di commiato.Nel gergo della poesiaorale definisce la parte conclusivadel canto lungo in onore delSanto festeggiato o del paese, samoda. Non ha schema fisso edipende dall’estro del singoloestemporaneo.Dispedìresi, v. Accomiatarsi.Disprejare, v. Disprezzare (A.Baldinu, F. I, 25).Dispreju, s. m. Disprezzo.Dispùta, s. f. Contesa, litigio,sfida. J. Casu vi ricorre qui nellaloc. avv. a d. (in una sfida).Dissignare, v. Progettare, concepire.Dissignu, s. m. Progetto, concetto.Ditzìdere/ditzidire, v. Decidere,stabilire.Ditzididu/a, agg. Deciso/a, stabilito/a.Dividire, v. Dividere, spartire. Ilpart. pass. è divisu/a ma anchedivididu/a.Divinu/devinu, agg. Divino,soprannaturale. La seconda formaricorre in B. Fara.Doa, s. f. Doga. Di botte, ma nonsolo. Indica anche, ad esempio, lastriscia di terra che si libera daerba secca e sterpi in funzioneantincendio. Qui però J. Casuusa il s. in chiave allegorica.

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