Partico<strong>la</strong>re del murocon patina bianca insuperficiecompetenza, hanno <strong>la</strong>sciato tracce deleterie, comequando, nell'intento di liberare le pitture dallosporco, queste sono state spazzo<strong>la</strong>te energicamentee <strong>la</strong>vate con acqua; indisconoscibili sono rimastele tracce di pigmenti smossi e riportati da unaffresco all'altro.Tuttavia, si può dire che, complessivamente, ilciclo pittorico dell'Oratorio di San Lorenzo, nonostantegli insulti del tempo e dell'uomo, sia giuntoa noi con una sua unitarietà complessiva apprez-zabile, sia d’impianto che conservativa, non facilmenteriscontrabile in analoghi complessi; inoltre,tale ciclo, pur appartenendo ad un'arte semplice epopo<strong>la</strong>re, è testimone di storia e di cultura diindubbio valore che non può ritenersi di significatosolo locale.Criteri d’interventoE' indubbio che i criteri d’intervento da seguireper il restauro degli affreschi debbano risultareunitari e sovrapponibili con quelli adottabili per ilrisanamento strutturale dell'edificio e debbanotenere conto oltre che del<strong>la</strong> tipologia e dello statoconservativo acquisito dalle diverse componenti,anche del<strong>la</strong> nuova destinazione al<strong>la</strong> quale il beneverrà adibito.Stante tale presupposto, l'intervento di restaurodelle pitture può essere più risolutamente orientatoad un recupero di carattere prioritariamente94
conservativo, senza accanimenti di riproposizioniestetiche artefatte del perduto, non sussistendo piùesigenze devozionali o di culto.Quest'ultime, infatti, talvolta inducono a considerarel'opportunità di risarcire le <strong>la</strong>cune con un ripristinoestetico ricostruttivo (seppure in vari modidifferenziati) delle raffigurazioni mancanti, privilegiando<strong>la</strong> funzionalità dell'immagine sacra all'ortodossiadel puro e semplice salvataggio dell'originaleesistente.Nel caso specifico, trattandosi di pitture che hannosuperato tali esigenze, sembra opportuno adottaredei criteri di restauro preminentemente conservativi,orientando il recupero estetico al<strong>la</strong> rimessa inluce di quanto di originale e di significativo deltempo-vita è sopraggiunto a noi, senza aggregareapporti ricostruttivi di neo-formazione che, bene omale, diverrebbero arbitrari e condizionanti.Il tipo di restauro proposto e da adottare, comunque,non dovrebbe essere neppure rigorosamente“archeologico” perché, schematizzando e ritagliandoquanto rimasto, si rischierebbe di esacerbarneil carattere di reperto, frazionando l'unitarietà parzialedi ogni singo<strong>la</strong> opera e globale dell'interociclo.Nel contesto del recupero dovranno convivere inmodo unitario, ma distinto, tre realtà sovrappostesicol trascorrer degli anni: l'originale rimasto, le<strong>la</strong>cune ed i segni del tempo-vita più significativi,divenuti memoria storica dell'edificio e non solo.Di questi, partico<strong>la</strong>rmente interessanti e meritevolidi essere mantenuti e posti in evidenza, sono alcuneporzioni di affreschi sotto scialbatura, separatida sovraintonacature e da inserti strutturali edancora, numerose scritte epigrafate a marginedelle pitture o graffite sul tessuto pittorico stesso.A livello operativo, le tre diverse realtà sono daricondurre a giusti valori distinti, armonizzandoleed adeguandole alle specifiche appartenenze conneutri modu<strong>la</strong>ti a ve<strong>la</strong>tura sottotono.La stabilizzazione ed il risanamento degli intonaciseguiranno e saranno condizionati, nei tempi enelle metodiche, dagli effetti e dall'assestamentoprodotti dalle medesime operazioni realizzate sullestrutture portanti.95
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