terza fase di questa “proposta” è composto dai seguenti ragazzi: AldoBinosi, Loris Boldrini, Bruno Chiarini, Tiziana Cima, AntonioLodigiani, Marco Marini, Benito Pelizzoni, Francesco Pirrazzo eTiziana Rizzi.E’ stato appunto durante <strong>la</strong> proiezione (che dovrebbe essere conosciutanelle scuole) che i presenti al<strong>la</strong> serata hanno potuto rendersiconto dell’efficacia di una rilevazione realizzata, oltre che con periziae precisione, con una passione e certosina pazienza animata da spiritogiovanile, pratico e puntiglioso. Bellissime diapositive di resti di affreschidel 1300 e del 1500 (suggestivi quelli di S. Lorenzo, dai tono rossigialli e bluastri), di notizie e dati sul<strong>la</strong> loro recuperabilità hanno concluso,meritando un caloroso app<strong>la</strong>uso, l’interessante serata....Una serata che è stata il bi<strong>la</strong>ncio di un’iniziativa, ma anche il puntodi partenza per continuarne un'altra: quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> sensibilizzazione. Siè par<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> possibilità di riunire foto, schede, rilevamenti in unapubblicazione affinché, chi ama l’arte e <strong>la</strong> propria terra, sappia.Un atto d’accusa per chi ha peccato di omissione, ma anche un esempiodi cosa possa fare <strong>la</strong> volontà, soprattutto quel<strong>la</strong> dei giovani.E l’esempio, come si sa, trascina.Quadrante Padano Anno IV n° 2 Giugno 1983P.Marc.Affreschi a GuidizzoloIn questi ultimi tempi s’è visto rifiorire l’interesse per <strong>la</strong> tecnica pittoricadell’affresco. Interesse tanto vivo e diffuso da spingere gliimmancabili profittatori ad etichettare “affreschi” pitture fatte sumasonite, su compensato, su te<strong>la</strong>, ecc.; mentre, come tutti sanno,l’affresco si fa unicamente dipingendo, con colori sciolti in acqua, suintonaco fresco.A questo proposito molto opportuna è stata, a Mantova, l’iniziativa delMuseo Civico di Pa<strong>la</strong>zzo Te, presa unitamente al settore scuo<strong>la</strong>-museodel Provveditorato agli Studi, di dedicare all’affresco uno dei cicliriservati alle lezioni sulle tecniche artistiche. L’affresco, si può affermare,è il genere di pittura più congeniale agli artisti italiani che l’hannopraticato da sempre, raggiungendo il vertice del<strong>la</strong> perfezione. Bastaricordare <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> degli Scrovegni, <strong>la</strong> Sistina, le Stanze vaticane, <strong>la</strong>Camera picta, ecc.A Mantova e nel mantovano di affreschi ve ne sono molti e ogni pocone vengono scoperti di nuovi.A Guidizzolo v’è un antico Oratorio dedicato a San Lorenzo, posto suun rialzo artificiale del terreno, semicircondato da un fosso con acquasorgiva che scaturisce dal fondo stesso.134
Un luogo singo<strong>la</strong>re, da alcuni ritenuto parte di una terramara. Infattiqualche anno fa, poco distante dal dosso sul quale sorge l’Oratorio,vennero trovati interessanti reperti archeologici, poi acquisiti dalMuseo di Cavriana.Residui di una poderosa costruzione in muratura, emergenti tra <strong>la</strong> facciataed un fianco dell’Oratorio, di sicura fondazione romanica, fannopensare ad uno stabile apparato difensivo, antecedente al secolo XI.Qui sono certamente vissuti i guidizzolesi del<strong>la</strong> preistoria. Scavi sistematicinel terreno potrebbero dare grosse sorprese. Ma che a nessunovenga voglia di scavare: per farlo ci vogliono gli esperti del<strong>la</strong> competenteSoprintendenza.Nell’Oratorio di S. Lorenzo, come in quasi tutti gli analoghi edificimedioevali, sulle pareti interne sono conservate pitture votive natedal<strong>la</strong> devozione dei fedeli; affreschi, affiancati l’uno all’altro senza unorganico piano di svolgimento, realizzati in tempi diversi da artistiqualche volta validi e raffinati, ma più spesso di scarsa perizia, rozzinel disegno e nel colore. Qui sono presenti gli uni e gli altri.Gli affreschi visibili sono una ventina, ma sotto le scialbature a calcece ne dovrebbero essere altri.Difficilissimo è stabilire l’epoca di queste pitture, alcune delle quali,ancora impostate su schemi medioevali, rive<strong>la</strong>no echi delle innovazionirinascimentali. Grosso modo si potrebbe ipotizzare un periodocomprendente gli anni che vanno dal<strong>la</strong> fine del XV sec. a quellidell’inizio del XVII sec.Notevoli sono le tre figure, a metà del<strong>la</strong> parete sinistra entrando, raffigurantiin altrettanti riquadri: due Sante ed un Vescovo, di salda strutturadisegnativa e di eccellente smalto cromatico. Molto vicini a questi,ma di disegno meno elegante e colori meno raffinati, si possonoconsiderare il S. Rocco ed il S. Sebastiano, posti nel<strong>la</strong> parete a destraentrando, ed il S. Antonio abate col fuoco nel cavo del<strong>la</strong> mano, situatoin alto nel muro presbiteriale.Nel<strong>la</strong> zona inferiore prevalgono le figure iso<strong>la</strong>te su fondo generico,mentre nel<strong>la</strong> zona superiore vi sono composizioni con più figureambientate, come, ad esempio, il “Cristo in Croce fra <strong>la</strong> Maddalena eSan Giovanni”, sullo sfondo di una città.Interessantissimi i tre devoti offerenti, dipinti inginocchiati ai piedi deiloro Santi protettori in altrettanti affreschi, in cui sono evidenti gli sforziper raggiungere <strong>la</strong> somiglianza: un giovanetto biondo vestito dibianco; un barbuto uomo maturo con cuffia; un giovane dai capellicastano-rossicci con attil<strong>la</strong>ti calzoni a scacchi.Nelle pitture figurano ripetutamente i Santi Rocco e Sebastiano, <strong>la</strong>Madonna col Bambino e, inoltre, qualche Santo non identificabile.Gli affreschi di questo Oratorio, non più aperto al pubblico, sono inpessime condizioni. Se non s’interviene presto si corre il rischio diperderli irrimediabilmente.135
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