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Fabbisogno attuale e futuro utilizzo della risorsa idrica in Basilicata

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di Anna De Stefano e Marco Lorusso<strong>Fabbisogno</strong> <strong>attuale</strong> e <strong>futuro</strong>,<strong>utilizzo</strong> <strong>della</strong> <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong>e tutela delle acque <strong>in</strong> <strong>Basilicata</strong>CULTURA Il TerritorioINTRODUZIONEPer una corretta valutazione delle effettive necessità idriche di una regione bisogna effettuareuna analisi approfondita relativa allo sviluppo socio-economico che tenga conto <strong>in</strong> primoluogo <strong>della</strong> presenza degli <strong>in</strong>sediamenti urbani e <strong>della</strong> loro crescita (o decrescita) demografica,vista la priorità dell’uso potabile nella utilizzazione delle risorse idriche, e al tempo stesso <strong>della</strong><strong>in</strong>tegrazione delle <strong>in</strong>formazioni relative alla situazione <strong>in</strong>dustriale e agricola e soprattutto degli sviluppifuturi di tali settori.Quando nel 1967 fu approvato, con Decreto M<strong>in</strong>isteriale del 16.3.1967, il Piano RegolatoreGenerale degli Acquedotti, questi fattori di sviluppo, che nel corso degli anni hanno fatto salire notevolmentei fabbisogni irrigui, furono trascurati per cui <strong>in</strong> molti casi si è assistito al raggiungimentodei consumi previsti per il 2015 con molto anticipo.Considerando che la <strong>Basilicata</strong> è stata <strong>in</strong>teressata nell’ultimo trentennio da uno sviluppo sociale edeconomico ancora più marcato di quello verificatosi <strong>in</strong> molte altre regioni italiane, si è assistito ad unamaggiore <strong>in</strong>adeguatezza del fabbisogno stimato dal P.R.G.A. nel 1967 per molti comuni lucani.Nel 1983, a causa <strong>della</strong> preoccupante situazione riguardante l’approvvigionamento idrico, la Regione<strong>Basilicata</strong> ha istituito un comitato tecnico per la gestione delle acque allo scopo di aggiornare il PianoRegolatore, sulla base di uno studio fatto dall’Acquedotto Pugliese a partire dal 1971 sulle possibilisoluzioni f<strong>in</strong>alizzate al miglioramento <strong>della</strong> situazione relativa all’approvvigionamento idrico.In questo studio si sono tenuti <strong>in</strong> conto criteri fondamentali tra i quali, primo fra tutti, l’<strong>in</strong>dividuazionedelle necessità idrico-potabili dovute all’aumento del tenore di vita delle popolazioni, allosviluppo socio-economico, alla presenza di numerosi <strong>in</strong>sediamenti <strong>in</strong>dipendenti dai centri urbani e alfenomeno del ripopolamento di molti centri durante alcuni periodi dell’anno, dovuti al rientro degliemigrati e, per i comuni costieri, al flusso turistico.


CULTURA Il TerritorioOltre alle necessità idrico-potabili sono state considerate anche quelle per uso <strong>in</strong>dustriale e per usoirriguo. Infatti <strong>in</strong> <strong>Basilicata</strong> si è assistito ad uno sviluppo <strong>in</strong>dustriale agevolato dalle politiche, primanazionali e poi comunitarie, che hanno <strong>in</strong>vogliato gli imprenditori ad <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> quella che si presentavacome una delle più depresse regioni meridionali. La conseguenza di tutto ciò è stata una riduzionedel flusso migratorio e la nascita di nuovi <strong>in</strong>sediamenti urbani <strong>in</strong> prossimità delle aree <strong>in</strong>dustriali.Si è <strong>in</strong>iziato <strong>in</strong>fatti con l’<strong>in</strong>dustria chimica <strong>in</strong> Val Basento per arrivare, nei primi anni novanta,al polo <strong>in</strong>dustriale di Melfi. Negli ultimi decenni sono sorti poi <strong>in</strong>sediamenti <strong>in</strong>dustriali legati alle <strong>in</strong>iziativelocali, come il polo del salotto nel materano, o legate alle ricchezze naturali, come il petrolio.Oltre allo sviluppo <strong>in</strong>dustriale, <strong>in</strong> alcune zone <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> si è assistito anche a quello nel settoreagricolo, che da sempre costituisce uno dei pilastri dell’economia regionale.Allo sviluppo <strong>in</strong>dustriale ed irriguo non è seguita la stessa evoluzione <strong>in</strong>frastrutturale, prima fratutte quella legata all’approvvigionamento idrico. Un esempio di tale <strong>in</strong>erzia è dato dal fatto che <strong>in</strong>molti comprensori irrigui solo ora sta <strong>in</strong>iziando la trasformazione degli impianti di irrigazione <strong>in</strong>l<strong>in</strong>ea con le nuove politiche di gestione delle risorse idriche, tese alla razionalizzazione di un benenon più <strong>in</strong>esauribile.I FABBISOGNI IDRICI POTABILIIl criterio seguito dal Comitato Tecnico per la gestione delle acque <strong>della</strong> Regione <strong>Basilicata</strong> durantelo studio che ha portato alla redazione del nuovo P.R.G.A., è stato quello di suddividere i fabbisogniidrico-potabili <strong>in</strong>:a) fabbisogni idrico-potabili per gli agglomerati urbani;b) fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività <strong>in</strong>dustriali;c) fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività agricole;d) fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività turistiche.Per la valutazione del fabbisogno per gli agglomerati urbani si è stimata la popolazione residente neis<strong>in</strong>goli centri abitati, sulla base dei dati dei censimenti rilevati negli anni 1971 e 1981, tenendo contoanche <strong>della</strong> popolazione fluttuante, funzione <strong>della</strong> presenza di ospedali, caserme o scuole.Il fabbisogno idrico potabile per gli agglomerati urbani ammonta <strong>in</strong> totale a 4039 l/s, comprensivi dellenormali perdite stimate pari al 15 %.2Per la valutazione dei fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività <strong>in</strong>dustriali sono state fatteconsiderazioni legate al processo di <strong>in</strong>dustrializzazione di cui è oggetto la <strong>Basilicata</strong> che determ<strong>in</strong>a, daun lato, l’esigenza di avere a disposizione acqua per i processi <strong>in</strong>dustriali non necessariamente potabile,dall’altro, la necessità di usufruire di acqua potabile sia sui posti di lavoro che nei centri limitrofi enegli agglomerati che sorgono <strong>in</strong> prossimità degli <strong>in</strong>sediamenti <strong>in</strong>dustriali. Vi sono poi casi <strong>in</strong> cui sirende necessaria acqua potabile anche per i processi <strong>in</strong>dustriali, come per le attività connesse alla trasformazionedei prodotti agricoli o per le <strong>in</strong>dustrie alimentari.


Il fabbisogno idrico potabile connesso con le attività <strong>in</strong>dustriali è pari a 698 l/s, comprensivo delle <strong>in</strong>evitabiliperdite stimate pari al 15 %.Per i s<strong>in</strong>goli comuni si sono considerati anche i fabbisogni necessari per le piccole <strong>in</strong>dustrie, cioèquelle a carattere prettamente artigianale, per cui la portata complessiva è risultata di 711 l/s, già comprensivadelle perdite.Anche per la valutazione dei fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività agricole si è dovutotener conto dello sviluppo agricolo che hanno conosciuto negli ultimi decenni zone come il metapont<strong>in</strong>o,che hanno basato la propria ricchezza sulla coltivazione dei campi e qu<strong>in</strong>di sull’irrigazione,oppure zone nelle quali si è avuto uno sviluppo zootecnico tale da poter considerare l’allevamento <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i <strong>in</strong>dustriali, con notevole <strong>in</strong>cremento del fabbisogno idrico.Complessivamente i fabbisogni idrico-potabili connessi con le attività agricole ammontano a 705 l/sconsiderando ancora una volta le perdite pari al 15 %.CULTURA Il TerritorioPer le attività turistiche si è assistito ad uno sviluppo che ha <strong>in</strong>teressato sia le zone costiere che quelle<strong>in</strong>terne con un <strong>in</strong>cremento delle strutture ricettive e qu<strong>in</strong>di <strong>della</strong> necessità di notevoli quantitatividi acqua potabile. Si è stimato al 2015 un fabbisogno idrico potabile per il turismo di 1144 l/s comprensivodelle perdite di esercizio.Riepilogando i fabbisogni idrici potabili <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> stimati al 2015 ammontano a 7297 l/s aiquali sono aggiunti 347 l/s dest<strong>in</strong>ati alle zone dove sgorgano le sorgenti più importanti, <strong>in</strong> considerazioneche le esigenze idriche di tali zone vanno soddisfatte prioritariamente e con utilizzazione piùlarga ma al tempo stesso razionale.Inf<strong>in</strong>e sono stati considerati 218 l/s dest<strong>in</strong>ati a comuni ricadenti <strong>in</strong> regioni limitrofe, ma alimentateda acquedotti lucani.Il fabbisogno idrico complessivo previsto nel Piano ammonta a 7862 l/s.Agglomeratiurbani(l/s)Attività<strong>in</strong>dustriali(l/s)Fabbisogni idrico potabili previsti dal P.R.G.A. al 2015Attivitàagricole(l/s)Attivitàturistiche(l/s)Attivitàsorgentizie(l/s)Zoneextraregionali(l/s)Totale(l/s)4039 1409 705 1144 347 218 7862Tab.1 - Fabbisogni idrici potabili - Fonte PRGA (1994).I FABBISOGNI IDRICI IRRIGUIPer descrivere la situazione relativa ai fabbisogni irrigui <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> è necessario far riferimento3


CULTURA Il Territorioalle diverse realtà agricole e agro<strong>in</strong>dustriali presenti <strong>in</strong> regione, dettate <strong>in</strong> primo luogo dalle caratteristicheambientali e al territorio e <strong>in</strong> secondo luogo da quelle dell’ambiente socioeconomico. In base atali considerazioni è possibile suddividere il territorio lucano <strong>in</strong> tre contesti omogenei ben dist<strong>in</strong>ti, checo<strong>in</strong>cidono con i comprensori delimitati dai tre diversi Consorzi di Bonifica operanti <strong>in</strong> regione.Queste tre realtà territoriali possono essere identificate con il Metapont<strong>in</strong>o, la piana dell’Ofanto edell’Alto Agri.Senza dubbio il Metapont<strong>in</strong>o, grazie al clima mediterraneo e alle favorevoli caratteristiche del territoriototalmente pianeggiante, rappresenta l’area di maggiore sviluppo sia nel settore agricolo che <strong>in</strong>quello turistico. Le condizioni favorevoli fanno di quest’area un polo agro<strong>in</strong>dustriale di valenza <strong>in</strong>ternazionale,caratterizzato dalla presenza di grandi aziende agricole servite da una vasta rete <strong>in</strong>frastutturale,capace di vettoriare e distribuire <strong>in</strong>genti volumi di acqua su un comprensorio irriguo di 280.979ettari di cui il 22 % attrezzata per l’irrigazione e il 41 % effettivamente irrigata.L’area del Vulture Alto Bradano è caratterizzata da una superficie di 1830 Km 2 , compresa tra il FiumeOfanto e il Fiume Bradano. La zona si contraddist<strong>in</strong>gue per la produzione olivicola e viticola, oltreche per la presenza di aziende zootecniche tutte caratterizzate da dimensioni più ampie che <strong>in</strong> altricomprensori <strong>della</strong> regione. Non mancano <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong>dustrie agroalimentari nazionali e regionali oprant<strong>in</strong>el comparto ortofrutticolo. La nota caratterizzante <strong>della</strong> zona è l’elevato grado di sviluppo, tra i piùalti del Mezzogiorno, supportato da un d<strong>in</strong>amismo che <strong>in</strong>teressa tutti i settori.La zona dell’Alto Agri è contraddist<strong>in</strong>ta da precipitazioni superiori ai 750 mm annui, sensibilmentepiù alte rispetto alle altre due aree. Essa si sviluppa su una superficie di 174.354 ettari di cui il 10 %attrezzata per l’irrigazione e il 36 % effettivamente irrigata. Negli ultimi decenni si è assistito ad unavariazione di tendenza per quanto riguarda l’ord<strong>in</strong>amento produttivo tradizionalmente di tipo cerealicolo-zootecnico.Infatti, grazie alla realizzazione di opere di accumulo <strong>della</strong> <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong> ed il conseguentesviluppo <strong>della</strong> rete irrigua, si sono andate diffondendo produzioni ortofrutticole di notevolepregio.Analizzando i risultati ottenuti nello studio “L’uso <strong>della</strong> <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong> <strong>in</strong> agricoltura: stato dell’irrigazione<strong>in</strong> <strong>Basilicata</strong>” condotto dall’INEA nel 2000, emerge che sulla base delle <strong>in</strong>formazioni fornite daiConsorzi di Bonifica, i fabbisogni annui per le superfici consortili effettivamente irrigate ammontanoa circa 227 Mm 3 , mentre quelli rapportati all’<strong>in</strong>tera superficie attrezzata ed irrigabile ammontano adoltre 433 Mm 3 . Questi volumi si discostano lievemente da quelli rielaborati dall’INEA utilizzando unametodologia differente che tiene conto delle tipologie colturali presenti all’<strong>in</strong>terno dei s<strong>in</strong>goli comprensori.4Consorzi di bonificaDotazioni fornite dai ConsorziFabb. Sup.Irrigabile(Mm 3 )30047,586433,5Fabb. Sup.EffettivamenteIrrigata (Mm 3 )1632539227Bradano-MetapontoVulture Alto BradanoAlta Val d’AgriTotaleTab.2 - Fabbisogni idrici irrigui - Fonte INEA (Ottobre 2000).Rielaborazione INEAFabb. Sup.Irrigabile(Mm 3 )249,52370387,5Fabb. Sup.EffettivamenteIrrigata (Mm 3 )152,51237,5202


I FABBISOGNI IDRICI INDUSTRIALIPer quanto riguarda le esigenze idriche per usi <strong>in</strong>dustriali è stata effettuata una previsione al 2015considerando lo sviluppo <strong>in</strong>dustriale verificatosi <strong>in</strong> regione nell’ultimo ventennio ed è pari a 180Mm 3 /anno.I FABBISOGNI IDRICI DA SODDISFARE PER I DIVERSI USIRiassumendo per la <strong>Basilicata</strong> i fabbisogni idrici annui <strong>in</strong> funzione dei diversi usi sono i seguenti:1) fabbisogni idrici potabili: 245 Mm 3 /anno2) fabbisogni idrici irrigui: 434 Mm 3 /anno3) fabbisogni idrici <strong>in</strong>dustriali: 180 Mm 3 /annoTOTALE FABBISOGNI IDRICI: 859 Mm 3 /annoCULTURA Il TerritorioLe fonti di approvvigionamento previste dal P.R.G.A. sono:1) Sorgenti: 105 Mm 3 /anno2) Pozzi: 8 Mm 3 /anno3) Invasi: circa 720 Mm 3 /annoÈ da considerare però che gli <strong>in</strong>vasi lucani devono soddisfare alcune esigenze idriche <strong>della</strong> Puglia,così come è stato previsto dall’accordo di programma sottoscritto tra le due regioni nel 1999.LA TUTELA QUANTITATIVA DELLE ACQUE IN BASILICATANel 1994 è stato ultimato uno studio condotto dal Dipartimento di <strong>in</strong>gegneria e fisica dell’ambientedell’Università degli studi <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> dal titolo “Studio per la valorizzazione e la salvaguardia delleRisorse Idriche <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>”, nel quale è stata fatta una valutazione <strong>della</strong> disponibilità delle risorseidriche superficiali per ciascun bac<strong>in</strong>o idrografico ricadente <strong>in</strong> regione e <strong>in</strong> particolare è stato analizzatoil valor medio del deflusso annuo D m e i deflussi annui per fissato rischio di deficit (rischio d<strong>in</strong>on raggiungimento). Per ragioni di s<strong>in</strong>tesi si prenderanno <strong>in</strong> considerazione solo i valori corrispondentiad un rischio di deficit pari al 20% (ovvero di 2 volte <strong>in</strong> 10 anni), riferiti alle sezioni poste piùa valle di ciascun bac<strong>in</strong>o.Bac<strong>in</strong>oSezioneDm (Mm 3 )D0,20 (Mm 3 )BradanoBasentoCavoneAgriS<strong>in</strong>niNoceSeleTavole Palat<strong>in</strong>eImp. soll. “P. Valtell<strong>in</strong>a”Madonna del PantanoRecoletaS. LauraCastrocuccoFiumicello a Brienza268,9377,3124,1582,3643,1302,614,3144,9243,878,5426,3472,2235,610,2Tab.3 - Deflussi medi annui e deflussi con rischio di deficit pari al 20% per i bac<strong>in</strong>i lucani.5


CULTURA Il TerritorioIl totale dei deflussi superficiali con rischio di deficit pari al 20% ammonta a 1612 Mm 3 . Alla valutazione<strong>della</strong> disponibilità di <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong> superficiale è seguita un’analisi sulla possibilità di sfruttamentodi detta <strong>risorsa</strong> mediante le opere di accumulo o di derivazione dei deflussi già utilizzate ocomunque già realizzate nei due pr<strong>in</strong>cipali schemi idrici presenti <strong>in</strong> regione:- Schema idrico Basento-Bradano-Basentello 149 Mm 3- Schema idrico Agri-S<strong>in</strong>ni-Bradano 725 Mm 3In totale il volume accumulabile dai due schemi idrici ammonta a 875 Mm 3 .Considerando che è prevista la realizzazione di altre opere che vadano ad <strong>in</strong>tegrare quelle già esistent<strong>in</strong>ello schema Agri-S<strong>in</strong>ni-Bradano, o che daranno luogo ad altri schemi idrici sul territorioregionale, sarà possibile sfruttare ulteriori risorse idriche.Schema idrico Volumi utilizzabili (Mm 3 )Basento-Bradano-BasentelloAgri-S<strong>in</strong>ni-BradanoMedio BasentoGrav<strong>in</strong>a-Pentecchia-CapodacquaMedio CavoneMarmoNoce-S<strong>in</strong>ni1499327,79411938Tab.4 - Volumi utilizzabili al completamento degli schemi idrici lucani.6Per lo schema Agri-S<strong>in</strong>ni-Bradano è prevista l’entrata <strong>in</strong> funzione delle derivazioni sui torrenti Sauro,Agri e Sarmento che porterebbero il volume accumulabile da 725 Mm 3 a 932 Mm 3 . In totale il volumeidrico accumulabile sarebbe pari a circa 1200 Mm 3 .A questi volumi possono essere sommati quelli accumulabili dagli <strong>in</strong>vasi sui torrenti Lampeggiano eRend<strong>in</strong>a, ricadenti sul territorio lucano del bac<strong>in</strong>o dell’Ofanto, caratterizzati rispettivamente da unvolume utile di progetto pari a 4,6 Mm 3 e 22,8 Mm 3 . È da considerare però che si tratta solo di valoridi progetto e che l’<strong>in</strong>vaso del Rend<strong>in</strong>a è caratterizzato da un notevole fenomeno di <strong>in</strong>terrimento, chene ha ridotto il volume utile.Confrontando i dati relativi ai deflussi superficiali con quelli relativi ai volumi che è possibile accumularee qu<strong>in</strong>di utilizzare, si <strong>in</strong>tuisce come il primo obiettivo <strong>della</strong> tutela quantitativa sia la massimizzazionedello sfruttamento delle risorse che può essere raggiunto attraverso i seguenti strumentigestionali:1) la razionalizzazione degli impianti di trasporto e di distribuzione;2) la conservazione delle opere di accumulo, soggette <strong>in</strong> primo luogo al fenomeno dell’<strong>in</strong>terrimentoe qu<strong>in</strong>di alla riduzione del volume utile,3) la sistemazione <strong>della</strong> rete idrografica.


LA TUTELA QUALITATIVA DELLE ACQUE IN BASILICATALa tutela qualitativa delle risorse idriche si raggiunge attraverso:- il mantenimento e la restituzione ai corpi idrici delle caratteristiche qualitative atte a garantirele dest<strong>in</strong>azioni d’uso;- la tutela delle falde tanto per gli usi potabili che irrigui;- il contenimento dei fenomeni di eutrofizzazione.Una svolta decisa <strong>in</strong> questo senso è stata imposta dal quadro normativo dell’ultimo decennio, quando<strong>in</strong>fatti sono state varate diverse leggi <strong>in</strong> materia di tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche:- la Legge 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale <strong>della</strong> difesa del suolo”;- la Legge 36/94 “Disposizioni <strong>in</strong> materia di risorse idriche”;- la Legge Regionale 63/96 “Istituzione del servizio idrico <strong>in</strong>tegrato. Delimitazione dell’unicoAmbito Ottimale e discipl<strong>in</strong>a delle forme e dei modi di cooperazione fra gli Enti Locali”;- il Decreto Legislativo 152/99, di recepimento <strong>della</strong> direttiva 91/271/CEE, relativa al trattamentodelle acque reflue urbane e <strong>della</strong> direttiva 91/676/CEE, riferita alla protezione delleacque dall’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.CULTURA Il TerritorioCon la legge 183/89 per la prima volta la difesa del suolo viene discipl<strong>in</strong>ata da un unico ord<strong>in</strong>amentoche raggruppa vari filoni: legislativi, amm<strong>in</strong>istrativi, di programmazione e urbanistici e vengono stabilitidegli obiettivi specifici quali quelli di risanamento, fruizione e gestione del patrimonio idrico,legati a quello più generale <strong>della</strong> difesa del suolo.Viene <strong>in</strong>trodotto il concetto di bac<strong>in</strong>o idrografico <strong>in</strong>dividuando sul territorio nazionale diversi livellidi bac<strong>in</strong>i: nazionali, <strong>in</strong>terregionali, regionali. Per la <strong>Basilicata</strong> sono stati <strong>in</strong>dividuati 5 bac<strong>in</strong>i a carattere<strong>in</strong>terregionale, (Bradano, S<strong>in</strong>ni-Noce, Lao, Sele, Ofanto) e 3 a carattere regionale (Basento, Cavone,Agri).La Legge 36/94 è una Legge Quadro per la cui attuazione è stata <strong>in</strong>dispensabile la promulgazione<strong>della</strong> legge regionale 63/96 basata su concetti quali l’ambito territoriale ottimale, la collaborazione tragli enti ricadenti nell’ambito, la gestione <strong>in</strong>dustriale <strong>della</strong> <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong> e l’organizzazione del servizioidrico <strong>in</strong>tegrato.Nell’ottica <strong>della</strong> gestione <strong>in</strong>tegrata dell’acqua trova collocazione il Decreto Legislativo 152/99 chesostituisce la legge Merli del 1976, segnando una svolta radicale <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong>troduce i seguenti concetti:1) tutela dei corpi idrici nell’ambito di ciascun bac<strong>in</strong>o idrografico,2) gestione <strong>in</strong>tegrata dell’aspetto qualitativo e quantitativo;3) obiettivi di qualità da perseguire <strong>in</strong>dicando limiti sui valori di emissione ed <strong>in</strong>tegrandoli constandard di qualità dei corpi idrici recettori.7Relativamente al terzo obiettivo il decreto provvede alla def<strong>in</strong>izione di “aree sensibili”, per le quali è


CULTURA Il Territorio8erritorionecessario un trattamento più sp<strong>in</strong>to per le acque reflue e “aree meno sensibili”, per le quali potrebbeessere sufficiente un trattamento primario delle stesse.Spetta alle regioni la def<strong>in</strong>izione dei valori limite di emissione sia <strong>in</strong> concentrazione massima ammissibilesia <strong>in</strong> quantità massima per unità di tempo <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e ad ogni sostanza <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante, tenendo contodei massimi carichi ammissibili e delle migliori tecniche disponibili.I limiti di emissione possono essere suddivisi <strong>in</strong> tre tipologie:1) limiti di emissione per lo scarico <strong>in</strong> acque superficiali per le acque reflue urbane (non rivedibilidalle regioni <strong>in</strong> senso meno restrittivo);2) limiti di emissione per lo scarico <strong>in</strong> acque superficiali ed <strong>in</strong> fognatura per le acque reflue <strong>in</strong>dustriali(rivedibili dalle regioni);3) limiti di emissione per lo scarico sul suolo per le acque reflue urbane ed <strong>in</strong>dustriali.Una delle <strong>in</strong>novazioni proposte dalla 152/99 riguarda la def<strong>in</strong>izione di due tipologie di obiettivi diqualità:1) l’obiettivo di qualità ambientale relativo a tutti i corpi idrici significativi;2) un obiettivo riguardante particolari funzioni o dest<strong>in</strong>azioni d’uso a cui sono dest<strong>in</strong>ati specificicorpi idrici.In <strong>Basilicata</strong> dal 1976 si è affermata una cultura di dis<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e prevenzione attraverso il controllodegli scarichi, gli <strong>in</strong>terventi di collettamento dei liquami e la costruzione di impianti di trattamentonel rispetto dei limiti normativi.Per l’attuazione dei criteri per la tutela dei corpi idrici ci si è dovuti basare su alcune particolari condizioni:- la protezione delle acque superficiali ha priorità assoluta <strong>in</strong> conseguenza del loro <strong>in</strong>tenso sfruttamentoa f<strong>in</strong>i produttivi, ricreazionali o turistici, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> esse viene versata la quasi totalitàdegli scarichi;- la capacità di diluizione e di autodepurazione nei confronti delle sostanze <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti sono ridottefortemente dalla dim<strong>in</strong>uzione delle portate idriche a valle degli <strong>in</strong>vasi;- la ricettività dei corsi d’acqua ha un’accentuata variabilità stagionale a causa del regime torrentizioche li caratterizza.A seguito <strong>della</strong> Merli bis (1979) è stato predisposto il primo Programma di Risanamento delle Acqueche si è concretizzato nel 1985 con il dis<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento del bac<strong>in</strong>o del Noce, che presentava il maggiortasso di <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento.Successivamente sono stati oggetto di <strong>in</strong>tervento tutti gli altri bac<strong>in</strong>i lucani tra i quali quelli dell’altoBasento, compreso l’<strong>in</strong>vaso del Camastra, quello del S<strong>in</strong>ni a monte dell’<strong>in</strong>vaso di Monte Cotugno,l’adeguamento degli impianti a monte dell’<strong>in</strong>vaso del Pertusillo, l’idrom<strong>in</strong>erale del Vulture, delMercure.


Bibliografia1. Atti del Convegno di Studio: La Legge 183 e i Bac<strong>in</strong>i Lucani - L<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>tervento e potenzialità regionali,.Università degli Studi <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, Potenza, 12 febbraio 1991.2. I 50 modi per gestire l’ambiente: strumenti e concetti chiave, Ecosistemi - Sudgest.3. L’uso <strong>della</strong> <strong>risorsa</strong> <strong>idrica</strong> <strong>in</strong> agricoltura: stato dell’irrigazione <strong>in</strong> <strong>Basilicata</strong>, INEA, Ottobre 2000.4. Nuovo Piano Generale degli Acquedotti di <strong>Basilicata</strong>, Estratto dal n. 18 del Bollett<strong>in</strong>o Ufficiale <strong>della</strong>Regione <strong>Basilicata</strong> del 5 aprile 1994.5. Quaderno Tecnico del I Acquameet<strong>in</strong>g <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, U.P.I <strong>Basilicata</strong>, A.Q.V. Puglia, Potenza,Novembre 2001.6. Studio per la valorizzazione e la salvaguardia delle risorse idriche <strong>in</strong> <strong>Basilicata</strong>, Università degli Studi<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> - Regione <strong>Basilicata</strong>, 1996.CULTURA Il Territorio© Regione <strong>Basilicata</strong> 9

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