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rimembranza di una solennità in onore di maria ... - Don Bosco

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<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> - Rimembranza <strong>di</strong> <strong>una</strong> solennità <strong>in</strong> <strong>onore</strong> <strong>di</strong> Maria Ausiliatriceperciò a questa dee essere subor<strong>di</strong>nata. E siccome la lettura è bensì mezzo <strong>di</strong> acquistare lascienza, ma non unico, potendo benissimo supplirvi l'<strong>in</strong>segnamento orale, ne consegue da un latoche la scuola orale del catechismo, che si fa <strong>in</strong> famiglia e nel sacro tempio, ritiene sempre tutta lasua importanza e basta da se medesima a raggiungere il suo scopo <strong>di</strong> istruire le tenere menti deiparvoli nelle verità religiose, e dall'altro lato che la scuola della lettura <strong>in</strong> rapporto all'educazionereligiosa non ha valore se non <strong>in</strong> quanto serve all'educazione medesima, e <strong>di</strong>venta <strong>in</strong>utile, anz<strong>in</strong>ociva quando o non giova ad aiutare i giov<strong>in</strong>etti ad imparare e ritenere i documenti della fede edella morale, o porge occasione <strong>di</strong> spirituale pervertimento. Laonde i parenti e tutti quelli chehanno fanciulli da istruire e da educare debbono essere assai più impegnati d'<strong>in</strong>segnar loro a vivavoce il catechismo, e <strong>di</strong> condurli nella casa del Signore ad ascoltare la spiegazione delle veritàreligiose, che non <strong>di</strong> mandarli ad imparare le lettere dell'alfabeto e ad addestrarsi nella {126[128]} lettura. Un giov<strong>in</strong>etto se <strong>in</strong> casa ed <strong>in</strong> chiesa venne istruito nelle massime pr<strong>in</strong>cipali dellareligione e abbracciolle col fermo consenso della mente e col vivo affetto del cuore potràprovvedere anche senza lettura ai suoi bisogni morali e religiosi, ed ove <strong>di</strong>venga capace <strong>di</strong>leggere si servirà della lettura come <strong>di</strong> un mezzo opportuno per istu<strong>di</strong>are ed approfon<strong>di</strong>re ognorpiù le massime stesse con grande suo spirituale vantaggio. Ma se nè <strong>in</strong> casa fu nudrito del lattedella sana dottr<strong>in</strong>a cattolica, nè <strong>in</strong> chiesa recossi ad apprendere i precipui documenti dellareligione, ancorchè sappia leggere correrà grave pericolo o <strong>di</strong> non voler leggere il catechismo, o<strong>di</strong> non <strong>in</strong>tendere a dovere quello che legge, o <strong>di</strong> assorbire da letture perverse il veleno dell'erroree della <strong>in</strong>iquità.4. Proseguendo nella carriera degli stu<strong>di</strong> i giovani si applicano alle lettere ed alle scienzeprofane. Ma <strong>di</strong> che cosa trattano queste? Non d'altro che degli esseri cont<strong>in</strong>genti e f<strong>in</strong>iti, o deirapporti onde questi esseri sono tra <strong>di</strong> loro coor<strong>di</strong>nati, o degli <strong>in</strong>teressi umani. Non sono a<strong>di</strong>spregiarsi questi oggetti, ma non pot<strong>in</strong>o nemmeno paragonarsi colla eccellenza degli oggetti<strong>in</strong>torno a cui versa la religione, la quale, secondo che si esprime 1'Angelico, non {127 [129]}parla che <strong>di</strong> Dio, e delle cose f<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> quanto si riferiscono a Dio come a loro pr<strong>in</strong>cipio e a lorof<strong>in</strong>e. Quale può egli neppure immag<strong>in</strong>arsi oggetto più nobile ed eccellente, a cui applicare lamente umana, <strong>di</strong> Dio che è l'essere necessario, eterno, immutabile, giustissimo, buonissimo,sapientissimo, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamente perfetto, <strong>di</strong> Dio che è la causa prima <strong>di</strong> tutte le cose, il padroneassoluto, il governatore provvidentissimo dell'universo? Nè la religione si eleva alla cognizione econtemplazione <strong>di</strong> Dio colle sole forze limitate ed <strong>in</strong>certe della ragione umana, ma s'<strong>in</strong>nalzasublime mercè del lume celeste della fede a riconoscere ed adorare i misteri della natura <strong>di</strong>v<strong>in</strong>ada Dio stesso rivelati, la sussistenza cioè nell'unità della essenza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita delle tre Persone <strong>di</strong>v<strong>in</strong>erealmente <strong>di</strong>st<strong>in</strong>te, vale a <strong>di</strong>re del Padre che genera ab eterno il Figliuolo a Lui uguale econsostanziale, del Padre e del Figliuolo che spirano con spirazione <strong>di</strong> carità <strong>in</strong>effabile lo SpiritoSanto, Dio anch'esso come il Padre ed il Figliuolo. La religione ci fa pure conoscere le altissimeoperazioni <strong>di</strong> Dio, la creazione per la quale con un fiat onnipotente. Ei trasse dal nulla ad esisteretutte le cose ed assoggettolle con sovrana sapienza a leggi impreteribili; l'Incarnazione {128[130]} del Verbo <strong>di</strong>v<strong>in</strong>o e la Redenzione da esso consumate per la salvezza dell'uomo, il qualecreato <strong>in</strong>nocente e decorato della grazia santificante, <strong>in</strong>vece <strong>di</strong> stare nella verità, avea rotto<strong>in</strong>degnamente il comando, che a riscuotere da lui l'omaggio della sud<strong>di</strong>tanza eragli stato impostodal Signore, ed avea perciò meritata la eterna condanna; la santificazione, che è la <strong>di</strong>ffusione deidoni dello Spirito Santo nella Chiesa da Gesù Cristo fondata, e negli uom<strong>in</strong>i che a Cristo ed allasua Chiesa vivono congiunti coi v<strong>in</strong>coli della fede e della carità. Tutte queste eccelse verità senza<strong>di</strong>squisizioni ed ambagi, con tutta facilità e certezza vengono mercè del religioso <strong>in</strong>segnamentoapprese e possedute anche dal popolo più semplice, e dai fanciulli appena giunti all'età della<strong>di</strong>screzione, talchè questi stessi fanciulli istruiti nel catechismo avanzano <strong>di</strong> lunga mano isapienti più vantati dell'antichità, e sono a gran pezza più <strong>in</strong>nanzi nel posse<strong>di</strong>mento della veritàche non tutti i superbi filosofanti del secolo, i quali cadono <strong>in</strong> tanta stoltezza da pretendere che lavera scienza non sia già posta nel possedere la verità, ma nel cercarla angosciosamente, e nelperpetuamente dubitarne.www.donboscosanto.eu 33/47

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