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Tesi di Laurea - Casettagiovanni.it

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In<strong>di</strong>ceAbstract p. 1Cap<strong>it</strong>olo 1:Cenni <strong>di</strong> anatomia e fisiologia: il sistema nervoso p. 21.1 Tessuto nervoso p. 31.2 Neurofisiologia: l‟impulso nervoso p. 41.3 Sistema nervoso p. 81.4 S.N.C. p. 91.5 S.N.P. p. 11Cap<strong>it</strong>olo 2:Fisiologia e fisiopatologia delle basse vie urinarie p. 162.1 La vescica p. 172.2 L‟innervazione della vescica p.182.3 Fisiologia minzionale p. 192.4 Fisiopatologia p. 23Cap<strong>it</strong>olo 3:La neuromodulazione sacrale p. 283.1 Introduzione alla neuromodulazione sacrale p. 293.2 Composizione p. 303.3 Evoluzione storica della terapia funzionaleper le <strong>di</strong>sfunzioni delle basse vie urinarie p. 313.4 In<strong>di</strong>cazioni p. 343.5 Risultati della neuromodulazione sacrale p. 343.6 Selezione dei pazienti p. 372


3.7 Tecnica <strong>di</strong> impianto p. 393.8 Complicazioni p. 46Cap<strong>it</strong>olo 4:Assistenza ed educazione infermieristica nel 1° tempo p. 504.1 Il ruolo dell‟infermiere nella neuro modulazione sacrale p. 514.2 Dall‟informazione all‟educazione p. 524.3 Assistenza infermieristica pre-impianto p. 534.4 Ricovero ed intervento p. 544.5 Assistenza infermieristica post-impianto p. 554.6 Parametri della neuromodulazione sacrale p. 554.7 Educazione al paziente p. 574.8 Dimissione e follow-up p. 59Cap<strong>it</strong>olo 5:Assistenza ed educazione infermieristica nel 2° tempo p. 605.1 Assistenza infermieristica pre-impianto p.615.2 Dispos<strong>it</strong>ivi della neuromodulazione sacrale p. 615.3 Ricovero e impianto defin<strong>it</strong>ivo p. 645.4 Assistenza infermieristica post-impianto p. 665.5 Educazione al paziente p. 665.6 Dimissione e follow-up p. 685.7 Programmazione p. 695.8 Gestione delle complicanze p. 71Cap<strong>it</strong>olo 6: L’opuscolo informativo p. 72Bibliografia p. 74Ringraziamenti p. 813


AbstractPer poter introdurre l‟argomento centrale <strong>di</strong> quest‟elaborato sonopart<strong>it</strong>a da una descrizione generale del sistema nervoso, nei suoiaspetti più importanti.In segu<strong>it</strong>o ho introdotto la fisiopatologia del basso apparato urinario,classificando le <strong>di</strong>sfunzioni.In quest‟amb<strong>it</strong>o, ho trattato l‟argomento car<strong>di</strong>ne della tesi, ovvero laneuromodulazione sacrale.Va detto che occuparsi <strong>di</strong> neuromodulazione sacrale significamuoversi nel campo della neuro-urologia, branca della me<strong>di</strong>cina che,inizialmente in<strong>di</strong>rizzata a trattare le complicanze dell‟apparatourinario, in particolare dagli anni ‟80, ha <strong>di</strong>versificato il suo approcciooccupandosi anche <strong>di</strong> elaborare strategie <strong>di</strong> prevenzione dellecomplicanze stesse, con l‟obiettivo <strong>di</strong> migliorare la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a deipazienti.Grazie alla mia esperienza nella struttura complessa <strong>di</strong> neurourologiadell‟ospedale Maria Adelaide <strong>di</strong> Torino, ho potuto descriverel‟assistenza infermieristica al paziente portatore <strong>di</strong> neuromodulatoresacrale basata soprattutto sull‟educazione della persona allacomprensione ed autogestione del sistema impiantato.Il mio lavoro si conclude con un opuscolo informativo per i pazienti,che, con un linguaggio semplice e chiaro, illustra i punti cruciali dellaneuromodulazione sacrale.4


Cap<strong>it</strong>olo 1CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA:il sistema nervoso5


1.1 Tessuto nervosoIl tessuto nervoso è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da due tipi <strong>di</strong> cellule: i neuroni e lecellule della neuroglia.I neuroni sono le un<strong>it</strong>à fondamentali e funzionali del sistema nervoso,mentre le cellule della neuroglia hanno una funzione prettamentemetabolica e <strong>di</strong> supporto. Queste ultime, infatti, sono in grado <strong>di</strong>recuperare gli ioni ed i prodotti del metabolismo dei neuroni, <strong>di</strong>proteggerli e separarli, <strong>di</strong> agire da fagoc<strong>it</strong>i e cooperare nellaregolazione della composizione del liquido interstiziale.I neuroni sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da alcune parti fondamentali: il soma, idendr<strong>it</strong>i, l‟assone ed il terminale sinaptico.Il soma o corpo cellulare è la parte centrale del neurone, <strong>di</strong> formasferica cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dal pirenoforo, in cui risiedono il nucleo ed ilc<strong>it</strong>oplasma chiamato pericarion (karion, nucleo).I dendr<strong>it</strong>i sono dei processi sottili che si <strong>di</strong>partono dal soma, si tratta<strong>di</strong> ramificazioni sulle quali si sviluppano ulteriori processi detti spinedendr<strong>it</strong>iche, che consentono al neurone <strong>di</strong> ricevere informazioniprovenienti da altri neuroni.L‟assone è il lungo prolungamento che origina dal corpo cellulare eche ha il ruolo <strong>di</strong> propagare il potenziale elettrico fino al terminalesinaptico.Il terminale sinaptico è il s<strong>it</strong>o specializzato dell‟assone in cui avvienela comunicazione tra un neurone e un‟altra cellula.I neuroni si possono classificare, in base alla loro funzione, in:‣ neuroni sensoriali (fibre afferenti): partecipano all'acquisizione<strong>di</strong> stimoli, trasportano le informazioni dagli organi sensoriali alS.N.C. (sistema nervoso centrale).‣ neuroni motori o motoneuroni (fibre efferenti): originano dalS.N.C. e portano gli impulsi ai vari organi.‣ Interneuroni: si trovano nel S.N.C. e hanno la funzione <strong>di</strong>collegare e d‟integrare le cellule nervose sens<strong>it</strong>ive e motorie6


per formare una rete <strong>di</strong> circu<strong>it</strong>i nervosi.1.2 Neurofisiologia: l’impulso nervosoPotenziale <strong>di</strong> membrana e <strong>di</strong> riposoIl liquido intracellulare (c<strong>it</strong>osol) ed extracellulare <strong>di</strong> tutte le cellule<strong>di</strong>fferiscono notevolmente nella concentrazione <strong>di</strong> alcuni ioni. Illiquido extracellulare contiene alte concentrazioni <strong>di</strong> ioni so<strong>di</strong>o (Na+)e <strong>di</strong> ioni cloro (Cl-), mentre il c<strong>it</strong>osol contiene alte concentrazioni <strong>di</strong>ioni potassio (k+) e <strong>di</strong> proteine cariche negativamente.Gli ioni non possono attraversare liberamente la porzione lipi<strong>di</strong>cadella membrana, ma lo fanno solo tram<strong>it</strong>e specifici canali <strong>di</strong>membrana (membrana selettivamente permeabile). In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>riposo i canali passivi del Na+ e del k+ sono aperti e permettono agliioni, senza <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere rispettivamenteall‟interno e all‟esterno della cellula. Il rapporto <strong>di</strong> questi canali è <strong>di</strong>100:1 (k+: Na+) perciò esce molto potassio ed entra poco so<strong>di</strong>o.L‟omeostasi della cellula è regolata da un meccanismo attivo: lapompa so<strong>di</strong>o-potassio (Na+/k+). Essa trasporta, per ogni molecola <strong>di</strong>A.T.P. (energia), 3 ioni Na+ all‟esterno e 2 ioni k+ all‟interno dellacellula. Il risultato è che le cariche non sono <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>e equamente aidue lati della membrana: maggiore quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cariche negative sullato interno rispetto al lato esterno più pos<strong>it</strong>ivo. Questo genera tra idue lati una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> carica elettrica o <strong>di</strong> potenziale dettapotenziale <strong>di</strong> membrana. L‟un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> misura della <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong>potenziale è il millivolt (mV), per convenzione il lato esterno dellamembrana vale 0 mV ed il lato interno circa -70 mV, quando lacellula è a riposo (potenziale <strong>di</strong> riposo).7


Potenziali graduatiI potenziali graduati, o potenziali locali, sono quei potenziali ches‟instaurano quando si verificano variazioni del potenziale <strong>di</strong>membrana. Essi però non sono in grado <strong>di</strong> propagarsi troppo lontanodal punto <strong>di</strong> origine. Ogni stimolo apre dei canali ionici e puòsusc<strong>it</strong>are un potenziale graduato. Quando una cellula è ecc<strong>it</strong>ata dauno stimolo, si aprono i canali del Na+ (stimolo-<strong>di</strong>pendenti) chepermettono l‟entrata <strong>di</strong> ioni so<strong>di</strong>o nella cellula con conseguenteaumento del potenziale <strong>di</strong> membrana. L‟aumento del potenziale, daquello <strong>di</strong> riposo (-70 mV) a valori meno negativi, viene defin<strong>it</strong>odepolarizzazione. L‟ent<strong>it</strong>à della depolarizzazione decresceall‟aumentare della <strong>di</strong>stanza dal punto <strong>di</strong> origine fino a quandol‟effetto sul potenziale <strong>di</strong> membrana non è più rilevabile.Quando lo stimolo cessa, il potenziale <strong>di</strong> membrana torna al livello <strong>di</strong>riposo, me<strong>di</strong>ante il processo <strong>di</strong> ripolarizzazione. Esso provocal‟apertura dei canali del k+ che fanno <strong>di</strong>ffondere gli ioni potassio fuoridalla cellula con conseguente <strong>di</strong>minuzione del potenziale <strong>di</strong>membrana.Potenziale d’azioneIl potenziale d‟azione è una mo<strong>di</strong>fica del potenziale <strong>di</strong> membranache, una volta innescato, è capace <strong>di</strong> propagarsi per tutta lalunghezza della membrana, esso è <strong>di</strong> fatto una fluttuazione elettricache viaggia lungo la superficie della membrana plasmatica <strong>di</strong> unacellula ecc<strong>it</strong>abile.Il meccanismo <strong>di</strong> generazione del potenziale d‟azione o impulsonervoso è lo stesso dei potenziali graduati, cioè unadepolarizzazione locale nel segmento iniziale <strong>di</strong> un assone. Essacausa l‟aumento del valore del potenziale <strong>di</strong> membrana fino ad un8


valore detto <strong>di</strong> soglia (tra -60 mV e -50 mV) a cui segue l‟apertura deicanali voltaggio-<strong>di</strong>pendenti del Na+.L‟ingresso <strong>di</strong> ioni Na+ provoca una rapida depolarizzazione fino aquando il potenziale <strong>di</strong> membrana raggiunge i +30 mV, a questopunto i canali voltaggio-<strong>di</strong>pendenti del Na+ si chiudono e si apronoquelli per il k+, che riportano il potenziale allo stato <strong>di</strong> riposo (-70mV).Le caratteristiche dell‟impulso nervoso sono in<strong>di</strong>pendenti dalla forzadello stimolo depolarizzante, cioè uno stimolo scatena o non scatenaun potenziale d‟azione (principio del tutto o nulla).Periodo refrattarioSi <strong>di</strong>stingue in:‣ assoluto: è il breve periodo in cui un'azione <strong>di</strong> stimolo localesulla membrana non provoca nessuna risposta. Per circa 0,5msec. la membrana non risponde ad alcun stimolo‣ relativo: è un periodo <strong>di</strong> pochi msec. che segue il periodorefrattario assoluto, in questo periodo la membrana risponde astimoli <strong>di</strong> intens<strong>it</strong>à elevataSolo stimoli molto intensi possono produrre potenziali d'azione piùfrequenti. Maggiore è l'ent<strong>it</strong>à dello stimolo, maggiore è la frequenzadei potenziali.L'intens<strong>it</strong>à dello stimolo può quin<strong>di</strong> influenzare la frequenza delpotenziale d'azione, ma non il valore. Il sistema nervoso perco<strong>di</strong>ficare l'intens<strong>it</strong>à <strong>di</strong> uno stimolo utilizza la frequenza degli impulsinervosi.Propagazione del potenziale d'azioneDurante il picco del potenziale d'azione l'interno della membranaplasmatica è <strong>di</strong>ventato pos<strong>it</strong>ivo rispetto all'esterno: è avvenuta una9


L‟arrivo <strong>di</strong> un potenziale d‟azione permette il rilascio deineurotrasmett<strong>it</strong>ori che scatenano una risposta ecc<strong>it</strong>atoria o inib<strong>it</strong>orianella cellula post-sinaptica.In relazione al tipo <strong>di</strong> risposta i neurotrasmett<strong>it</strong>ori possono essere:‣ ecc<strong>it</strong>atori: acetilcolina, acido glutamminico, noradrenalina eserotonina, essi causano una depolarizzazione e quin<strong>di</strong>generano un potenziale d‟azione.‣ inib<strong>it</strong>ori: GABA e glicina, essi provocano un‟iperpolarizzazionee quin<strong>di</strong> sopprimono lo scatenarsi del potenziale d‟azione.La cellula pre-sinaptica è un neurone, mentre quella post-sinapticapuò essere sia un neurone che una cellula <strong>di</strong> altro tipo. La sinapsi traun neurone ed una cellula muscolare prende il nome <strong>di</strong> giunzioneneuromuscolare.1.3 Sistema nervosoIl Sistema nervoso è organizzato anatomicamente in: Sistemanervoso centrale (S.N.C.) e Sistema nervoso periferico (S.N.P.).Il sistema nervoso centrale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da encefalo e midollo spinale,mentre il sistema nervoso periferico da gangli (punti <strong>di</strong> rigonfiamentodel nervo, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da ammassi <strong>di</strong> corpi cellulari esterni al S.N.C. conguaina connettivale e vasi), nervi (cranici e spinali) e plessi nervosi.La maggior parte delle cellule nervose (circa il 98% dei neuroni) s<strong>it</strong>rova nel S.N.C., mentre la restante parte cost<strong>it</strong>uisce il S.N.P.. ilS.N.C. ha il comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong> integrare e coor<strong>di</strong>nare le percezioni sensorialiprovenienti sia dall‟esterno che dall‟interno dell‟organismo e <strong>di</strong>elaborare delle risposte motorie che attivino e modulino l‟attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong>organi periferici (muscolo scheletrico). Inoltre, il S.N.C. e inparticolare l‟encefalo, è la sede delle funzioni cogn<strong>it</strong>ive superiori qualil‟intelligenza, l‟appren<strong>di</strong>mento, la memoria e le emozioni.Il S.N.P. ha, invece, il comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong> veicolare le percezioni sensoriali in<strong>di</strong>rezione del S.N.C. e <strong>di</strong> recare in periferia, ad altri organi e tessuti,11


coman<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo motorio. Tali informazioni, motorie e sensoriali, sonotrasportate attraverso i nervi periferici.1.4 S.N.C.L'encefalo è la parte del S.N.C. contenuta nella cav<strong>it</strong>à cranica; inesso si possono <strong>di</strong>stinguere <strong>di</strong>verse porzioni.Il cervello è formato da telencefalo e <strong>di</strong>encefalo.Il telencefalo (considerato il “cervello” in senso stretto) è la parte piùvoluminosa dell'encefalo. Risulta <strong>di</strong>viso in due emisferi cerebrali(destro e sinistro) un<strong>it</strong>i da fasci <strong>di</strong> fibre nervose che formano unnucleo <strong>di</strong> sostanza bianca chiamato corpo calloso. Ogni emisfero èsud<strong>di</strong>viso in quattro lobi (frontale, parietale, temporale ed occip<strong>it</strong>ale)in cui si identificano aree con funzioni motorie o sensoriali specifichee aree con funzioni “superiori” (linguaggio, pensiero ecc.). Gliemisferi sono completamente ricoperti dalla corteccia cerebrale(cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da sostanza grigia), che riveste la sostanza bianca, ed è<strong>di</strong>visa in circonvoluzioni e solchi utili per ampliare la superficienervosa.Il <strong>di</strong>encefalo (<strong>di</strong>a, in mezzo), rappresenta il punto <strong>di</strong> collegamento trai due emisferi cerebrali ed il tronco encefalico. Include il talamo(destro e sinistro), che contiene i centri <strong>di</strong> controllo e <strong>di</strong> elaborazionedelle informazioni sens<strong>it</strong>ive, e dall‟ipotalamo composto da centricoinvolti nelle emozioni, nello svolgimento <strong>di</strong> funzioni autonomiche enella produzione <strong>di</strong> ormoni. Quest‟ultimo è collegato alla ghiandolaendocrina ipofisi, tram<strong>it</strong>e l‟infun<strong>di</strong>bolo, ed al sistema limbico.Al <strong>di</strong>sotto del cervello troviamo il cervelletto sud<strong>di</strong>viso in due emisfericerebellari e ricoperto <strong>di</strong> sostanza grigia che forma la cortecciacerebellare. Il ruolo del cervelletto è quello <strong>di</strong> controllo dei movimentiin corso <strong>di</strong> svolgimento e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento dei muscoli posturali.Infine l‟ultima parte dell‟encefalo è il tronco encefalico che contiene icentri (insieme <strong>di</strong> corpi cellulari con la stessa funzione, interni al12


S.N.C.) e nuclei (centri con confini anatomici defin<strong>it</strong>i) <strong>di</strong> elaborazioneche inviano informazioni <strong>di</strong>rette a cervello e cervelletto (o provenientida essi).Esso è composto da:‣ mesencefalo: (mesos, interme<strong>di</strong>o) sede <strong>di</strong> nuclei connessi conle vie ottiche ed acustiche, controlla i riflessi ed anche lo stato<strong>di</strong> coscienza.‣ ponte: è la struttura che collega il cervelletto al mesencefalo eal midollo spinale, nella quale sono presenti nuclei coinvoltinella gestione della motil<strong>it</strong>à dei visceri.‣ bulbo o midollo allungato: è la struttura in continu<strong>it</strong>à con ilmidollo spinale, al suo interno sono contenuti centri cheregolano alcune funzioni autonome quali il r<strong>it</strong>mo car<strong>di</strong>aco, lapressione sanguigna, la frequenza respiratoria e la <strong>di</strong>gestione.L'organizzazione dell'encefalo non si <strong>di</strong>fferenzia in modo sostanzialeda quella del midollo spinale; solo nel telencefalo e nel cervelletto lasostanza grigia (corpi cellulari e fibre nervose amieliniche) circondala bianca (fibre nervose mieliniche). Il vantaggio <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong>organizzazione, rispetto a quello presente nel midollo spinale e neltronco encefalico, è <strong>di</strong> consentire vie <strong>di</strong> collegamento più brevi.Il midollo spinale è la parte del S.N.C. s<strong>it</strong>uata all‟interno del canalevertebrale. Si estende dal grande forame occip<strong>it</strong>ale (base del cranio)a circa la prima vertebra lombare (non occupa il canale vertebraleper tutta la sua lunghezza). Ha forma <strong>di</strong> un cilindro ed è sud<strong>di</strong>viso insegmenti midollari sulla base dell‟origine dei nervi spinali: 8 cervicali,12 toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 1-2 coccigei.In sezione trasversale è apprezzabile la sud<strong>di</strong>visione in sostanzagrigia (interna) e sostanza bianca (esterna).La sostanza grigia ha la forma <strong>di</strong> una farfalla ad ali spiegate ed ècost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla sostanza interme<strong>di</strong>a centrale che circonda il canalecentrale e da due corna posteriori e anteriori.13


Le corna posteriori contengono i nuclei sens<strong>it</strong>ivi somatici e viscerali,mentre le corna anteriori contengono i nuclei motori somatici. Infinele corna laterali, che si trovano solo nei segmenti toracici e lombaridel midollo spinale, contengono nuclei motori viscerali.La sostanza bianca può essere sud<strong>di</strong>visa, da entrambi i lati delmidollo spinale, in tre regioni chiamate colonne posteriori, anteriori elaterali. Ogni colonna contiene tratti o fasci (insieme <strong>di</strong> assoniappartenenti al S.N.C.) funzionalmente e strutturalmente correlati traloro. I fasci ascendenti conducono informazioni sens<strong>it</strong>ive versol‟encefalo, quelli <strong>di</strong>scendenti trasportano i coman<strong>di</strong> motori verso ilmidollo spinale.1.5 S.N.P.Tale sistema può essere sud<strong>di</strong>viso in sistema periferico afferente(sens<strong>it</strong>ivo) ed efferente (motorio).Il primo veicola verso il S.N.C. le informazioni provenienti dallaperiferia, captate me<strong>di</strong>ante i recettori, il secondo trasporta coman<strong>di</strong>imposti dal S.N.C. alla periferia e dunque a muscoli e ghiandole chesono defin<strong>it</strong>i effettori perché rispondono al comando “facendoqualcosa”.Il sistema efferente consta <strong>di</strong> due componenti:1. sistema nervoso somatico: cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da motoneuroni somatici,controlla l‟apparato locomotore e sensoriale2. sistema nervoso viscerale: cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da motoneuroni viscerali,provvede, tram<strong>it</strong>e un meccanismo del tutto incoscio, allaregolazione automatica della muscolatura liscia, del muscolocar<strong>di</strong>aco e della secrezione ghiandolare. Esso è <strong>di</strong>visoulteriormente in sistema simpatico e parasimpatico che hannoeffetti antagonisti.14


Sistema nervoso simpaticoIl sistema nervoso simpatico (o ortosimpatico) è così denominatoperché agisce in “simpatia” con le emozioni e, quando viene attivato,provoca la risposta nota come “combatti o scappa”, che pre<strong>di</strong>spone ilcorpo ad affrontare momenti cr<strong>it</strong>ici che richiedono un‟attiv<strong>it</strong>à fisicarapida ed intensa.I nuclei del simpatico sono localizzati nella sostanza grigiainterme<strong>di</strong>a-laterale del midollo spinale toraco-lombare, da essioriginano le fibre pre-gangliari che sinaptano in gangli vicini almidollo spinale:‣ catena dei gangli paravertebrali: da cui originano fibre postgangliariche innervano le ghiandole sudoripare della cute, lamuscolatura liscia dei vasi superficiali e le strutture dellacav<strong>it</strong>à toracica (cuore, polmoni).‣ gangli collaterali: le fibre pre-gangliari formano i nervi splacnic<strong>it</strong>oracici che sinaptano in tre gangli collaterali. Il ganglioceliaco, le cui fibre post-gangliari innervano lo stomaco, ilfegato, la cistifellea, il pancreas e la milza, il gangliomesenterico superiore, le cui fibre post-gangliari innervanol‟intestino tenue e le prime porzioni dell‟intestino crasso e<strong>di</strong>nfine il ganglio mesenterico inferiore, le cui fibre post-gangliariinnervano le ultime porzioni dell‟intestino crasso ed i reni.Inoltre le fibre pre-gangliari formano i nervi splacnici lombari,entrano nella pelvi come nervi ipogastrici e terminano neigangli pelvici, le cui fibre post-gangliari innervano il trattogen<strong>it</strong>o-urinario.Le fibre pre-gangliari simpatiche risultano, quin<strong>di</strong>, essere corte,mentre le fibre post-gangliari sono molto lunghe.15


Sistema nervoso parasimpaticoIl sistema nervoso parasimpatico è un sistema che consenteall‟organismo <strong>di</strong> rigenerarsi dopo attiv<strong>it</strong>à particolarmenteimpegnative, stimola le attiv<strong>it</strong>à viscerali ed è il responsabile dellostato noto come “fermati e riposa”.I nuclei del parasimpatico sono localizzati nel tronco encefalico enella sostanza grigia interme<strong>di</strong>a del midollo spinale sacrale, da essioriginano le fibre pre-gangliari. Quelle che lasciano l‟encefalo comecomponenti dei nervi cranici sinaptano nei gangli ciliare,pterigopalatino, sottoman<strong>di</strong>bolare ed otico e nei gangli intramurali(compresi nello spessore delle pareti) degli organi della cav<strong>it</strong>àtoracica e della maggior parte della cav<strong>it</strong>à addominale. Le corte fibrepost-gangliari innervano, infatti, le ghiandole salivari, nasali, lacrimalie tutti i visceri fino alla flessura sinistra del colon.Le fibre pre-gangliari dei segmenti sacrali formano i nervi pelvici chesono <strong>di</strong>retti ai gangli intramurali dei reni, della vescica, dell‟ultimaporzione dell‟intestino crasso e degli organi gen<strong>it</strong>ali.I nerviI nervi (fasci <strong>di</strong> assoni e cellule <strong>di</strong> Schwann circondati da tessutoconnettivo) collegano l‟encefalo ed il midollo spinale ad organi etessuti periferici.Dal punto <strong>di</strong> vista topografico si <strong>di</strong>stinguono:‣ nervi viscerali (splacnici e pelvici)‣ nervi cranici: 12 paia, cost<strong>it</strong>uiscono l‟innervazione motrice esens<strong>it</strong>iva della testa‣ nervi spinali: 31 paia, ognuno dei quali viene identificatotram<strong>it</strong>e la vertebra alla quale è associato.Essi derivano dalla confluenza <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ce posteriore e <strong>di</strong> unaanteriore all‟usc<strong>it</strong>a del canale vertebrale.16


Lungo il loro decorso, le ra<strong>di</strong>ci posteriori presentano un ganglio in cuisono raccolti i corpi cellulari delle fibre afferenti (sens<strong>it</strong>ive) checost<strong>it</strong>uiscono il nervo. Gli assoni <strong>di</strong> tali fibre formano le ra<strong>di</strong>ciposteriori che trasportano gli impulsi sens<strong>it</strong>ivi all‟interno del midollospinale. Le ra<strong>di</strong>ci anteriori contengono gli assoni delle fibre efferenti(motorie) che si portano in periferia per controllare effettori somatici eviscerali.Tutti i nervi spinali, quin<strong>di</strong>, risultano misti in quanto composti sia dafibre motorie che sens<strong>it</strong>ive.Appena fuori dal foro intervertebrale ogni nervo spinale si <strong>di</strong>vide indue rami misti: il ramo posteriore provvede all‟innervazione sens<strong>it</strong>ivadella cute e all‟innervazione motoria dei muscoli della regionedorsale del collo e del tronco; il ramo anteriore provvedeall‟innervazione sens<strong>it</strong>iva dalla cute e all‟innervazione motoria deimuscoli della regione antero-laterale del collo e del tronco e degli artisuperiori ed inferiori.I plessi nervosi: sacrale e pudendoQuando i rami anteriori <strong>di</strong> più nervi spinali sono destinati ad innervarela stessa regione, si fondono tra loro e formano dei tronchi nervosi.L‟insieme <strong>di</strong> questa complessa rete <strong>di</strong> nervi prende il nome <strong>di</strong> plessonervoso (plexus= intreccio). I quattro plessi principali sono: ilcervicale, il brachiale, il lombare ed il sacrale.Il plesso sacrale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dai rami anteriori dei nervi spinali L4; L5(tronco lombo-sacrale, che non rientra nel plesso lombare) e dai ramianteriori dei nervi spinali S1-S4. Essi possono essere <strong>di</strong>visi in: nervidel cingolo pelvico (nervo otturatore, nervo del muscolo piriforme,nervo gluteo superiore ed inferiore) e nervi della parte libera dell‟artoinferiore (nervo cutaneo posteriore della coscia e nervo sciatico).I rami terminali più importanti sono il nervo sciatico e il nervopudendo. Il nervo sciatico decorre nella faccia posteriore del femore,17


profondamente al capo lungo del muscolo bicip<strong>it</strong>e femorale. Inprossim<strong>it</strong>à del ginocchio si <strong>di</strong>vide in nervo fibulare, che innerva imuscoli estensori delle <strong>di</strong>ta del piede e la cute della porzione lateraledel piede (me<strong>di</strong>ante la <strong>di</strong>ramazione sens<strong>it</strong>iva del nervo surale) e innervo tibiale, che innerva la superficie plantare e i muscoli flessoridelle <strong>di</strong>ta del piede.Il plesso pudendo fa segu<strong>it</strong>o al plesso sacrale ed è formato da partedei rami anteriori del nervo spinale S3 e dai rami anteriori del nervoS4. Il plesso si trova nella cav<strong>it</strong>à pelvica ricoperto dalla fasciapelvica. I rami collaterali sono sia sens<strong>it</strong>ivi che motori per il muscoloelevatore dell‟ano, muscolo ischio coccigeo, cute e sfintere esternodell‟ano. I rami viscerali sono <strong>di</strong>retti alla vagina, all‟intestino retto ealla vescica.Il nervo pudendo, nervo misto, è il ramo terminale e principale delplesso pudendo. Esso proviene dai rami anteriori dei nervi spinali S2-S4. Provvede all‟innervazione motrice <strong>di</strong> molti muscoli del perineo eall‟innervazione sens<strong>it</strong>iva della cute del perineo (nervo perineale) edegli organi gen<strong>it</strong>ali esterni (nervo dorsale del pene/cl<strong>it</strong>oride).18


Cap<strong>it</strong>olo 2FISIOLOGIA E FISIOPATOLOGIADELLE BASSE VIE URINARIE19


2.1 La vescicaLa vescica urinaria è un organo muscolare cavo, che funziona daserbatoio temporaneo dell‟urina. Le sue <strong>di</strong>mensioni variano in baseallo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione e, in stato <strong>di</strong> completo riempimento, puòcontenere fino a 1000 ml <strong>di</strong> urina. Essa è s<strong>it</strong>uata nella piccola pelvied è sostenuta dal legamento ombelicale me<strong>di</strong>ano e dai legamentiombelicali laterali, inoltre è ancorata al pavimento pelvico e allasinfisi pubica me<strong>di</strong>ante i legamenti vescicali.La superficie interna della vescica ha color<strong>it</strong>o giallo-roseo e, a livellodel corpo (parte in cui si raccoglie l‟urina), presenta delle pieghetrasversali che scompaiono durante la <strong>di</strong>stensione. Alla base losbocco degli ureteri e il meato uretrale interno (in prossim<strong>it</strong>à dellosfintere uretrale interno) delim<strong>it</strong>ano una zona triangolare detta trigonovescicale, caratterizzata da una mucosa completamente liscia cheagisce, durante la contrazione vescicale, da imbuto incanalandol‟urina in <strong>di</strong>rezione dell‟uretra che contiene uno sfintere uretraleesterno <strong>di</strong> muscolatura striata, che quin<strong>di</strong> permette <strong>di</strong> trattenerel‟urina volontariamente.La parete della vescica, formata da ep<strong>it</strong>elio <strong>di</strong> transizione, puòraggiungere uno spessore <strong>di</strong> 1,5 cm allo stato <strong>di</strong> vacu<strong>it</strong>à e <strong>di</strong> 0.3 cmallo stato <strong>di</strong> riempimento. La lamina propria è <strong>di</strong> connettivo densoricco <strong>di</strong> fibre elastiche ed è priva <strong>di</strong> ghiandole. La tonaca muscolare ècaratterizzata da due strati long<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> muscolatura liscia, uno piùinterno e uno più esterno, che racchiudono uno strato interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong>muscolatura liscia ad andamento circolare; nell‟insieme i tre stratiformano il muscolo detrusore della vescica. La tonaca avventizia è <strong>di</strong>connettivo denso, mentre la tonaca sierosa è data dal rivestimentoper<strong>it</strong>oneale.20


2.2 L’innervazione della vescicaLa vescica è innervata da:1. vie efferenti parasimpatiche: fibre motorie viscerali cheinnervano la muscolatura liscia long<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nale del muscolodetrusore tram<strong>it</strong>e i nervi pelvici. Il principale neurotrasmett<strong>it</strong>orerilasciato dalle fibre post-gangliari parasimpatiche èl‟acetilcolina (Ach), che agisce su <strong>di</strong>fferenti sottotipi <strong>di</strong> recettoricolinergici muscarinici del detrusore, tra cui i recettori M3,importanti nella me<strong>di</strong>azione delle contrazioni del muscolo.2. vie efferenti simpatiche: fibre motorie viscerali che innervano,tram<strong>it</strong>e i nervi ipogastrici, la muscolatura circolare liscia deldetrusore e la muscolatura liscia uretrale. Le fibre postgangliarisimpatiche rilasciano noradrenalina (NA) che agiscesui recettori alpha1 adrenergici, vescicali ed uretrali,permettendo la contrazione della muscolatura liscia della basevescicale e dello sfintere uretrale interno, e sui recettori beta2adrenergici del detrusore, consentendo il rilasciamento delmuscolo.3. vie efferenti somatiche: fibre motorie che innervano, tram<strong>it</strong>e ilnervo pudendo, lo sfintere uretrale esterno (muscolaturastriata) e la muscolatura del pavimento pelvico. Leterminazioni nervose somatiche utilizzano comeneurotrasmett<strong>it</strong>ore l‟acatilcolina, che agisce sui recettoricolinergici nicotinici, inducendo la contrazione muscolare.4. vie afferenti: fibre sens<strong>it</strong>ive che inviano informazioniriguardanti lo stato <strong>di</strong> riempimento della vescica al midollospinale, me<strong>di</strong>ante gli assoni afferenti dei nervi pelvici e<strong>di</strong>pogastrici. Questi assoni sono sia mielinici (fibre A) cheamielinici (fibre C) e trasportano gli impulsi dai recettori <strong>di</strong>tensione nella parete vescicale alle corna posteriori dellasostanza grigia del midollo spinale.21


2.3 Fisiologia minzionaleLa minzione è un evento coor<strong>di</strong>nato caratterizzato dall‟integrazionetra:‣ centri pontini‣ centri sopra-pontini‣ meccanismi riflessi della minzioneCentri pontiniTra i centri sub-encefalici coinvolti nel controllo della minzione, i duepiù importanti sono localizzati a livello pontino:1. centro pontino della minzione o centro pontino me<strong>di</strong>ale(C.P.M.): localizzato nella parte me<strong>di</strong>ale del tegumentopostero-laterale pontino, facil<strong>it</strong>a il riflesso della minzione,attraverso impulsi ecc<strong>it</strong>atori alle vie parasimpatiche sacrali e<strong>di</strong>nibendo le vie simpatiche e somatiche.2. centro pontino <strong>di</strong> raccolta o centro pontino laterale (C.P.L.):localizzato nella parte laterale del tegumento anteriorepontino, impe<strong>di</strong>sce lo svuotamento della vescica, facil<strong>it</strong>ando imotoneuroni puden<strong>di</strong> che controllano lo sfintere uretraleesterno e la muscolatura del pavimento pelvico.Centri sopra-pontiniI centri soprapontini sono strutture centrali localizzate principalmentenella sostanza grigia periacqueduttale (centro P.A.G.-periacqueductal gray) del mesencefalo e nella regione anterioredell‟ipotalamo.Essi inibiscono la minzione, anche in presenza del riflessominzionale, provocando contrazioni toniche dello sfintere esterno e<strong>di</strong>noltre, se la minzione è volontaria, contribuiscono all‟inizio del22


iflesso facil<strong>it</strong>ando i centri sacrali ed inibendo, contemporaneamente,lo sfintere esterno.Meccanismi riflessi della minzioneLa minzione rappresenta il fenomeno finale <strong>di</strong> un processo che miraall‟espulsione, attraverso l‟urina, dei prodotti <strong>di</strong> scarto delmetabolismo presenti nel torrente ematico.Il processo avviene in due fasi:1. riempimento graduale della vescica, accompagnato da unaumento <strong>di</strong> tensione della parete, fino ad un valore cr<strong>it</strong>ico perl‟attivazione della fase 2.2. attivazione del riflesso della minzione che permette losvuotamento della vescica.Durante la prolungata fase <strong>di</strong> riempimento, la pressioneintravescicale aumenta con l‟aumentare del volume da circa 0(vescica vuota) a 5-10 cmH2O (30-50 ml <strong>di</strong> urina), dopo i quali, perulteriori aumenti <strong>di</strong> volume, rimane relativamente costante (legge <strong>di</strong>Laplace). La continenza della vescica, in questa fase, <strong>di</strong>pende dallavisco-elastic<strong>it</strong>à della parete vescicale, dalla quiescenza delle vieefferenti parasimpatiche verso la vescica e, inoltre, dall‟attivazione <strong>di</strong>una via spinale riflessa sacro-toraco-lombare, iniziata dalle fibreafferenti legate ai recettori <strong>di</strong> stiramento della vescica, che stimola levie efferenti del sistema nervoso simpatico, me<strong>di</strong>ando cosil‟inibizione del detrusore (rilassamento) e la contrazione dello sfintereuretrale interno.Allo stesso tempo, l‟attivazione dei motoneuroni puden<strong>di</strong>, da partedel C.P.L., induce una contrazione dello sfintere uretrale esternostriato e <strong>di</strong> tutta la muscolatura del pavimento pelvico, checontribuiscono al mantenimento della continenza urinaria.Quando la vescica supera un certo volume <strong>di</strong> riempimento (200-300ml <strong>di</strong> urina), s‟innescano aumenti <strong>di</strong> pressione perio<strong>di</strong>ci rilevati dai23


ecettori <strong>di</strong> stiramento vescicali che inviano messaggi sens<strong>it</strong>ivi alcentro sacrale della minzione (C.S.M.), localizzato a livello delmidollo spinale sacrale (S2-S4). Quando gli impulsi sonosufficientemente forti, il midollo spinale risponde causando ilrilasciamento dello sfintere interno e la contrazione del detrusore(fibre parasimpatiche sacrali). Si attiva così il riflesso della minzioneo l‟arco riflesso sacrale.Nei bambini con età inferiore ai 2-3 anni la vescica è controllata solodall‟arco riflesso, quin<strong>di</strong> la minzione è involontaria. Negli adulti,invece, è volontaria perché possono inibire l‟arco riflesso sacralefinchè, non raggiungono il momento ed il luogo appropriato per laminzione. I recettori parietali trasmettono, tram<strong>it</strong>e il midollo spinale,messaggi sens<strong>it</strong>ivi ai centri soprapontini e pontini che, in risposta,inviano un impulso inib<strong>it</strong>orio al midollo spinale sacrale, bloccandol‟arco riflesso. La vescica continua a riempirsi fin quando il riflesso,riattivandosi, non <strong>di</strong>venta ancora più potente (riflessoautorigenerante).Per la maggior parte del tempo, il mantenimento della continenza èsubconscio ed automatico. Quando la vescica arriva a contenerecirca 200 ml <strong>di</strong> urina, il soggetto ha la consapevolezza interm<strong>it</strong>tentedel bisogno <strong>di</strong> urinare; è soltanto nel momento in cui gli impulsi dellavescica piena si fanno particolarmente intensi che si verifica unaconsapevolezza forte e continua della necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> urinare.Una volta presa la decisione <strong>di</strong> urinare, i centri superiori cessano <strong>di</strong>trasportare gli impulsi inib<strong>it</strong>ori al midollo e ciò permette l‟attivazionedell‟arco riflesso e l‟inibizione volontaria dello sfintere esterno.Mentre gli sfinteri interno ed esterno e la muscolatura del pavimentopelvico si rilassano, il muscolo detrusore si contraecontemporaneamente al <strong>di</strong>aframma ed ai muscoli della pareteaddominale dando luogo allo svuotamento vescicale.24


IpotalamoCentro P.A.G.pppppPPPPeriaqueduttaleCCCentro pontinoM: me<strong>di</strong>aleL: lateraleMidollo spinaletoraco-lombareFibre CMidollo spinalesacraleNervoipogastricoNervopelvicoNervo pudendoFibre ADetrusoreSfintere uretraleFig. 1: Anatomia e fisiologia delle basse vie urinarie25


2.4 FisiopatologiaIncontinenza urinariaSi definisce incontinenza urinaria la per<strong>di</strong>ta involontaria <strong>di</strong> urina inluoghi e tempi non appropriati, tale da cost<strong>it</strong>uire un problema socialeche causa imbarazzo, peggiora la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a e l‟autostima,interferendo con la v<strong>it</strong>a quoti<strong>di</strong>ana, lavorativa e le ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni sessualidei pazienti.L‟incontinenza urinaria è <strong>di</strong>stinta in:1) incontinenza da sforzo: per<strong>di</strong>ta involontaria <strong>di</strong> una piccolaquant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> urina che si verifica in occasione <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> tosseo starnuti, quando si ride, si salgono le scale oppure sisollevano pesi; tutte azioni che fanno aumentare lapressione addominale. Normalmente un aumento dellapressione addominale produce una contrazione riflessa delpavimento pelvico che mantiene l‟uretra chiusa. Se lamuscolatura del pavimento pelvico è indebol<strong>it</strong>a (ha perso lasua tonic<strong>it</strong>à), la contrazione riflessa può essere inadeguata odel tutto assente. Le cause possono essere: interventichirurgici urogen<strong>it</strong>ali, lesioni dei meccanismi sfinterialiuretrali, gravidanze con parto laborioso ed obes<strong>it</strong>à.2) incontinenza da urgenza: per<strong>di</strong>ta involontaria <strong>di</strong> urinaassociata ad uno stimolo impellente allo svuotamento dellavescica. I pazienti avvertono questa sensazione in manieraimpreve<strong>di</strong>bile ed in s<strong>it</strong>uazioni inopportune, non riuscendo atrattenere l‟urina prima <strong>di</strong> raggiungere un bagno. Essa puòessere causata da infezioni alla vescica o all‟uretra, daipersensibil<strong>it</strong>à dei recettori <strong>di</strong> stiramento della vescica checomporta la necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> urinare ad uno sta<strong>di</strong>o precoce delriempimento vescicale (urgenza sens<strong>it</strong>iva) ed infine daiperattiv<strong>it</strong>à detrusoriale. Quest‟ultimo termine comprende,26


secondo la standar<strong>di</strong>zzazione terminologicadell‟International Continence Society (I.C.S.), duesottogruppi funzionali: l‟instabil<strong>it</strong>à detrusoriale el‟iperreflessia detrusoriale. Entrambi identificano un concettoclinico-uro<strong>di</strong>namico che sottende una sintomatologiacaratterizzata da un aumento della frequenza minzionale(pollachiuria-nicturia, <strong>di</strong> notte), urgenza minzionale e<strong>di</strong>ncontinenza da urgenza associata a contrazioniincontrollate del muscolo detrusore (aumento dellapressione endovescicale). In assenza <strong>di</strong> una patologianeurologica clinicamente evidente, si parla <strong>di</strong> instabil<strong>it</strong>àdetrusoriale, i<strong>di</strong>opatica o secondaria ad un ostacolo aldeflusso urinario; al contrario si parla <strong>di</strong> iperreflessiadetrusoriale, in presenza <strong>di</strong> patologie neurologiche cheinterrompono la comunicazione tra i centri soprapontini ed ilC.P.M. (morbo <strong>di</strong> Parkinson, accidenti cerebro-vascolari,atrofia cerebrale, tumori e traumi cerebrali). Il terminevescica iperattiva è, invece, un neologismo coniato daAbrams e Wein ed in<strong>di</strong>ca quelle s<strong>it</strong>uazioni clinichecaratterizzate da frequenza, urgenza e incontinenza daurgenza.3) incontinenza mista: associazione dei sintomi tipicidell‟incontinenza da sforzo e dell‟incontinenza da urgenza.4) incontinenza da rigurg<strong>it</strong>o: quando la vescica si riempie oltrela sua capac<strong>it</strong>à e non si svuota mai completamente. È tipicadei pazienti con r<strong>it</strong>enzione urinaria cronica dovuta adostruzione cervico-uretrale o ad acontrattil<strong>it</strong>à detrusoriale(sensazione <strong>di</strong> riempimento assente). Paradossalmente lafuga <strong>di</strong> urina è espressione <strong>di</strong> una grave s<strong>it</strong>uazione r<strong>it</strong>entiva,in cui il gra<strong>di</strong>ente pressorio uretro-vescicale si negativizza. Ilriempimento della vescica oltre i lim<strong>it</strong>i fisiologici provoca,infatti, un aumento pressorio e lo sfintere non riesce più a27


contenere l‟urina, che fuoriesce in maniera frequente e pocoabbondante.5) Incontinenza urinaria continua goccia a goccia: si riscontrain pazienti con funzione sfinterica gravemente compromessain segu<strong>it</strong>o a traumi od interventi chirurgici o in pazienti congrave riduzione della compliance vescicale secondaria ara<strong>di</strong>oterapia.R<strong>it</strong>enzione urinariaPer r<strong>it</strong>enzione urinaria s‟intende la presenza d‟urina in vescica, comeconseguenza dell‟incapac<strong>it</strong>à della stessa <strong>di</strong> svuotarsi. In generale, inpresenza <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria, la vescica è maggiormente soggettaad infezioni causate dal ristagno dell‟urina.La forma cronica si manifesta in modo graduale e progressivo, con<strong>di</strong>sturbi della minzione quali pollachiuria, nicturia, <strong>di</strong>fficoltà ad iniziarel‟atto minzionale (<strong>di</strong>suria), minzione lenta e dolorosa (stranguria),minzione in più tempi e getto minzionale debole.La r<strong>it</strong>enzione urinaria può essere classificata in:1) r<strong>it</strong>enzione ostruttiva: è causata da un ostacolo organico cheimpe<strong>di</strong>sce lo svuotamento della vescica (calcoli, tumore o adenomaprostatico ecc.).2) r<strong>it</strong>enzione non ostruttiva: non è dovuta ad un‟ostruzione organica,ma può insorgere in segu<strong>it</strong>o ad un‟ostruzione funzionale periperattiv<strong>it</strong>à delle strutture muscolari, pelvi-perineali e dello sfintereuretrale esterno, ad una <strong>di</strong>sfunzione vescico-sfinterica <strong>di</strong> origineneurologica, ad acontrattil<strong>it</strong>à detrusoriale oppure può essere indottada alcune tipologie <strong>di</strong> farmaci (ad es. la morfina).Clinicamente, l‟interruzione delle vie nervose, afferenti ed efferenti, <strong>di</strong>connessione tra il C.P.M. ed il C.S.M., si manifesta con l‟iperreflessiadetrusoriale associata a <strong>di</strong>ssinergia con lo sfintere esterno(D.E.S.D.). La D.E.S.D. è caratterizzata dalla contemporanea28


contrazione del muscolo detrusore e dello sfintere esterno,accompagnata dalla sinergia con lo sfintere interno e dalla spastic<strong>it</strong>àdella muscolatura scheletrica. L‟iperreflessia vescicale involontaria(vescica iperreflessica/spastica) è causa d‟incontinenza, mentrel‟iperattiv<strong>it</strong>à dello sfintere striato è causa <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria(<strong>di</strong>sturbo misto). La D.E.S.D. è secondaria a lesioni midollarisoprasacrali e a malattie neurologiche del midollo spinale come lasclerosi multipla. In questo caso il riflesso sacrale della minzione èintatto, ma l‟in<strong>di</strong>viduo non avverte la sensazione <strong>di</strong> riempimento e ilbisogno <strong>di</strong> urinare e perde la coor<strong>di</strong>nazione ed il controllo dellaminzione.Lesioni neurologiche che interessano l‟arco riflesso sacrale,inducono areflessia detrusoriale (vescica areflessica/flaccida),sfintere interno competente (non si rilassa) e paralisi dello sfintere<strong>di</strong>stale.La vescica si riempie <strong>di</strong> urina e non riesce a svuotarsi in quanto imuscoli che la compongono sono flacci<strong>di</strong>. Come conseguenza lavescica si sovra<strong>di</strong>stende superando la capac<strong>it</strong>à lim<strong>it</strong>e senza chel‟urina possa essere eliminata (r<strong>it</strong>enzione urinaria). Le causeprincipali sono: la cistopatia <strong>di</strong>abetica, l‟ernia del <strong>di</strong>sco concompressione midollare e la chirurgia ra<strong>di</strong>cale pelvica, durante laquale si possono lesionare nervi o plessi nervosi causando laparziale o completa denervazione degli organi <strong>di</strong> competenza.L‟acontrattil<strong>it</strong>à detrusoriale, infine, può essere anche dovuta ascompenso miogeno in assenza <strong>di</strong> un potenziale contrattile (deldetrusore) residuo, che è conseguenza <strong>di</strong> sovra<strong>di</strong>stensioni vescicaliin pazienti con pre<strong>di</strong>sposizione in<strong>di</strong>viduale oppure della parzialedenervazione dei plessi intramurali.29


Dolore pelvicoIl dolore pelvico, è catalogato come dolore acuto, quando ha unadurata non superiore a 2 o 3 mesi o cronico se persiste per 6 o piùmesi. Esso può essere causato da un elevato numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong><strong>di</strong>versa origine: ginecologici, riproduttivi, gastrointestinali, urinari,muscolo-scheletrici.Il dolore pelvico sia cronico che acuto, comporta risposte sens<strong>it</strong>ive,motorie, e comportamentali.Il dolore viscerale derivante da organi interni (es. utero, intestinoetc.), ha una scarsa localizzazione, è spesso un dolore profondo e<strong>di</strong>ffuso ed è accompagnato da nausea, <strong>di</strong>aforesi ed apprensione. Nelcaso <strong>di</strong> dolore cronico ginecologico, l‟innervazione sens<strong>it</strong>iva degliorgani riproduttivi può trasmettersi alla vescica ed all‟uretra. Alcontrario il dolore somatico delle strutture cutanee della fascia o deimuscoli (ano, uretra, gen<strong>it</strong>ali esterni e per<strong>it</strong>oneo parietale) ha unaprecisa localizzazione in quanto tali aree sono riccamente innervate.Il dolore pelvico può essere conseguente a traumi quali fratture odanni nervosi oppure alla cist<strong>it</strong>e interstiziale, nota anche comesindrome della vescica dolorosa. Essa è una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>sabil<strong>it</strong>antead eziologia sconosciuta caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> dolorepelvico, persistente o episo<strong>di</strong>co ricorrente, associato a sintomisuggestivi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sfunzione del tratto urinario inferiore, inparticolare urgenza e frequenza, nicturia e senso <strong>di</strong> pesosovrapubico.30


3.1 Introduzione alla neuromodulazione sacraleRiassumendo ciò detto nel cap<strong>it</strong>olo precedente, la funzione <strong>di</strong>regolazione e controllo del sistema nervoso centrale e periferico sullavescica e/o sul canale alimentare avviene me<strong>di</strong>ante sofisticatimeccanismi cinetico-nervosi.La modulazione centrale dello svuotamento urinario/fecale risultacomplicata per l‟interazione <strong>di</strong> un controllo volontario, che siacquisisce con la maturazione postnatale, e <strong>di</strong> un meccanismoriflesso, me<strong>di</strong>ato dal sistema viscerale simpatico e parasimpatico.Sono frequenti i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni della capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> trattenere o <strong>di</strong> espellerevolontariamente il contenuto urinario/fecale e le loro cause sonospesso multifattoriali.In alcuni casi questi <strong>di</strong>sturbi non rispondono adeguatamente agliusuali regimi terapeutici conservativi quali la terapia farmacologica, laterapia riabil<strong>it</strong>ativa e il cateterismo interm<strong>it</strong>tente. Tali pazienti,refrattari ai trattamenti convenzionali, hanno oggi la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong>sottoporsi ad una nuova tecnica terapeutica <strong>di</strong> stimolazione dei nervisacrali, conosciuta come neuromodulazione sacrale (N.M.S.).La neuromodulazione sacrale consiste nell‟elettrostimolazionecontinua della ra<strong>di</strong>ce sacrale S3 presso la fuoriusc<strong>it</strong>a dal suo forame,me<strong>di</strong>ante l‟impianto chirurgico <strong>di</strong> un sistema programmabiledall‟esterno, per via telematica.I meccanismi d‟azione si basano essenzialmente su un effettomodulante <strong>di</strong>retto ed in<strong>di</strong>retto (neuromodulazione), chel‟elettrostimolazione continua <strong>di</strong> S3 determina sui vari archi nervosiriflessi, regolatori del funzionamento e quin<strong>di</strong> dell‟attiv<strong>it</strong>à dellamuscolatura del pavimento pelvico e delle strutture coinvolte nelcontrollo minzionale e fecale.Accanto alla depolarizzazione delle fibre somatiche con incrementodella contrazione della muscolatura pelvi-perineale innervata, lostimolo sub continuo <strong>di</strong> S3 indurrebbe, infatti, un‟inibizione <strong>di</strong>retta32


delle fibre pre-gangliari che sopprimono l‟iperattiv<strong>it</strong>à, migliorando isintomi quali urgenza, frequenza ed incontinenza da urgenza. Inoltrela N.M.S. può inibire il riflesso involontario <strong>di</strong> svuotamento, alterandola trasmissione degli imput sensoriali dalla vescica al C.P.M.,inibendo le vie afferenti, ma non quelle efferenti. Nei pazienti chesoffrono <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria non ostruttiva, la stimolazione causa,probabilmente, un‟inibizione del riflesso <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a che porta ad unariduzione dell‟iperattiv<strong>it</strong>à sfinterica e quin<strong>di</strong> riduce le resistenze alivello del collo vescicale e dell‟uretra.3.2 ComposizioneSi tratta <strong>di</strong> un sistema cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da:‣ stimolatore/neuromodulatore/pace-maker vescicale:formato da un involucro metallico che nel suo internocontiene le batterie <strong>di</strong> alimentazione ed i circu<strong>it</strong>i elettroniciche regolano la stimolazione. È simile ad un pace-makercar<strong>di</strong>aco.‣ elettrocatetere/ago-elettrodo: piccolo cavo elettrico(cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da 4 sottili fili metallici capaci <strong>di</strong> condurre gliimpulsi elettrici, rivest<strong>it</strong>i da un'appos<strong>it</strong>a plastica <strong>di</strong>isolamento) che porta gli impulsi elettrici dello stimolatorefino ai nervi sacrali. L‟elettrodo è la porzione del segmento<strong>di</strong> platino-iri<strong>di</strong>o non isolato ed a contatto con i nervi sacrali.Il connettore, invece, è la porzione dell‟elettrocateterecollegata al generatore d‟impulsi.‣ estensione: cavo che conduce gli impulsi elettrici dallafonte <strong>di</strong> energia (stimolatore) all'elettrocatetere.‣ Telecomando.33


3.3 Evoluzione storica della terapia funzionale per le<strong>di</strong>sfunzioni delle basse vie urinarieStimolazione del midollo spinaleFu Budge nel 1858 a scoprire il concetto <strong>di</strong> „„riflesso della minzione”stimolando il sistema nervoso. Grazie ai progressi tecnologici messia punto da Oersted nel 1820 e soprattutto da Faraday nel 1821, eglifu in grado <strong>di</strong> attivare le contrazioni vescicali, usando la stimolazioneelettrica nella regione sacrale del midollo spinale (24). Oltre unsecolo più tar<strong>di</strong> nel 1972, Friedman eseguì la stimolazione selettivadella vescica nel modello animale tram<strong>it</strong>e l‟impianto <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong>bipolari nel midollo spinale. La <strong>di</strong>versa origine dei motoneuronisomatici e delle fibre pre-gangliari parasimpatiche permise lastimolazione selettiva della vescica. Incoraggiato da questi risultati,Grimes (9) operò cinque pazienti con lesioni midollari impiantandodue elettro<strong>di</strong> bipolari a 2,5 mm <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà a livello <strong>di</strong> S2. Quattropazienti furono in grado <strong>di</strong> urinare tram<strong>it</strong>e stimolazione. Il risultatoclinico variava drasticamente secondo la posizione degli elettro<strong>di</strong>(10).Stimolazione intravescicaleNel 1878, Saxtorph introdusse il concetto <strong>di</strong> stimolazione <strong>di</strong>retta dellaparete vescicale (e le sue terminazioni nervose) per indurre lacontrazione del detrusore ed attivare la minzione nei pazienti affettida r<strong>it</strong>enzione urinaria (24). Nel 1954, tuttavia, McGuire notò che irisultati variavano in base alla posizione o al volume degli elettro<strong>di</strong>,oltre che alle caratteristiche della stimolazione. Recentemente, Jiange Linstrom (17) hanno mostrato che la stimolazione intravescicalepotrebbe essere usata per attivare una vescica neurologica, inparticolare nei pazienti con spina bifida.34


Stimolazione dei nervi pelviciNel 1957, Ingersol (15) eseguì la stimolazione unilaterale <strong>di</strong> un nervopelvico. Tale tecnica, conosciuta con il nome <strong>di</strong> tecnica Burgele IchimDemetrescu (20), è teoricamente possibile ed alcuni pazienti hannotratto beneficio da questi impianti (minzione elettrostimolata).Tuttavia, la compless<strong>it</strong>à nell‟approccio dei nervi pelvici e la lorofragil<strong>it</strong>à rende questa tecnica molto <strong>di</strong>fficile. Per alcuni autori, nonrisolve il problema della contrazione simultanea del muscolodetrusore e dello sfintere, a meno che non siano interrotti i nervipuden<strong>di</strong> (4). Sono da menzionare anche gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Hald che, nel1967, tentò <strong>di</strong> stimolare il detrusore selettivamente, attraverso i nervipelvici (24).Stimolazione delle ra<strong>di</strong>ci dei nervi sacrali e rizotomia posterioreDal 1971, è stato <strong>di</strong>mostrato, prima nei primati e poi nell‟uomo, che lastimolazione <strong>di</strong>retta delle ra<strong>di</strong>ci sacrali anteriori permette losvuotamento vescicale. Gli elettro<strong>di</strong> possono essere posizionati nellospazio extra o intramurale e le stimolazioni elettriche provocano lacontrazione simultanea del detrusore e dello sfintere striatodell‟uretra.Numerose esperienze hanno, inoltre, <strong>di</strong>mostrato che la rizotomiasacrale posteriore riduce l'iperattiv<strong>it</strong>à detrusoriale me<strong>di</strong>antel'interruzione delle afferenze dell'arco riflesso sacrale, determinandoquin<strong>di</strong> un incremento della capac<strong>it</strong>à vescicale ed un miglioramentodella continenza. La rizotomia posteriore (o deafferentazione), infatti,consiste nella sezione chirurgica delle ra<strong>di</strong>ci dei nervi spinalisensoriali, esegu<strong>it</strong>a nel punto in cui emergono dai foramiintravertebrali.Al fine <strong>di</strong> ottenere una parziale o totale decentralizzazione perifericadel detrusore, nel tentativo <strong>di</strong> trasformare una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>35


iperattiv<strong>it</strong>à in una <strong>di</strong> ipo-inattiv<strong>it</strong>à vescicale, sono stati utilizzati inpassato vari approcci chirurgici, sia intra che extradurali con <strong>di</strong>fferentise<strong>di</strong> <strong>di</strong> deafferentazione. I migliori risultati nei confrontidell'iperreflessia detrusoriale sono stati ottenuti con la tecnica <strong>di</strong>Brindley (33.34) in cui alla stimolazione delle ra<strong>di</strong>ci sacrali anteriori èstata associata la rizotomia delle ra<strong>di</strong>ci posteriori. Non è chiaroperché tale tecnica assicuri risultati migliori e più duraturi rispetto aquelli ottenibili con le tecniche precedentemente adottate. Si puòipotizzare che la stimolazione delle ra<strong>di</strong>ci anteriori elimini lapossibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sviluppo dl nuovi riflessi nervosi, oppure che il risparmiodelle vie efferenti escluda il rischio dell'iperattiv<strong>it</strong>à ortosimpaticasecondaria alla denervazione parasimpatica.Questo tipo <strong>di</strong> chirurgia demol<strong>it</strong>iva è in<strong>di</strong>cata solo in pazienti conlesione midollare sacrale completa (per<strong>di</strong>ta della funzione sens<strong>it</strong>iva emotoria).Neuromodulazione sacraleNel 1981, Tanagho e Schmidt, in California, eseguirono per primi lapuntura percutanea per stimolare la ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> S3, ottenendo comeeffetto l‟inibizione della contrazione detrusoriale (31). In questo modofu coniato il termine neuromodulazione sacrale: una stimolazioneelettrica delle ra<strong>di</strong>ci sacrali che causava una mo<strong>di</strong>ficazione delcomportamento patologico della vescica iperattiva. Essi osservarononon solo un miglioramento dell‟iperattiv<strong>it</strong>à detrusoriale nei pazientiaffetti da lesioni del midollo spinale, ma anche in caso <strong>di</strong> iperattiv<strong>it</strong>àdetrusoriale i<strong>di</strong>opatica.In caso <strong>di</strong> successo tale tecnica permette il trattamento conservativo<strong>di</strong> questi gravi casi <strong>di</strong> incontinenza urinaria che si associano ad ungrave rischio potenziale per l‟apparato urinario alto.Nel 1992 fu condotto il primo stu<strong>di</strong>o multi<strong>di</strong>sciplinare internazionale,denominato MDT e nel 1994 il sistema <strong>di</strong> stimolazione sacrale36


ottenne il marchio CE e, <strong>di</strong> conseguenza, la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> esserecommercializzato in amb<strong>it</strong>o europeo.Nel 1997, la Food and Drug Administartion (FDA) ha approvatol‟utilizzo <strong>di</strong> questa tecnica nell‟incontinenza da urgenza, e dal 1999nei casi <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione cronica. Recentemente la tecnica si è<strong>di</strong>mostrata efficace anche in alcuni tipi <strong>di</strong> dolore pelvico e<strong>di</strong>ncontinenza fecale.3.4 In<strong>di</strong>cazioniLa neuromodulazione sacrale rappresenta un‟opzione terapeuticaper la <strong>di</strong>sfunzione minzionale in pazienti che non rispondono allecomuni terapie non invasive ed in cui si sospetti un <strong>di</strong>sturbo dellacoor<strong>di</strong>nazione riflessa fra vescica, sfintere e pavimento pelvico.Le in<strong>di</strong>cazioni co<strong>di</strong>ficate all‟uso <strong>di</strong> questa meto<strong>di</strong>ca sono: la vescicaiperattiva, il dolore pelvico cronico e la r<strong>it</strong>enzione urinaria nonostruttiva, causata da ostruzione funzionale o da acontrattil<strong>it</strong>àdetrusoriale con la presenza <strong>di</strong> un potenziale contrattile residuo.Sono in attivo stu<strong>di</strong> su in<strong>di</strong>cazioni non ancora co<strong>di</strong>ficate quali lavescica neurologica, la sclerosi multipla, le lesioni midollariincomplete, il morbo <strong>di</strong> Parkinson, la cist<strong>it</strong>e interstiziale el‟incontinenza mista.3.5 Risultati della neuromodulazione sacraleIncontinenza da urgenzaIn un trial multicentrico randomizzato controllato, Schmidt et al. (25)hanno osservato 34 pazienti sottoposti ad impianto <strong>di</strong> uno stimolatoredei nervi sacrali. Circa tre quarti dei pazienti ha mostrato una rispostaclinicamente significativa con una riduzione del 50% nella frequenzadegli episo<strong>di</strong> d‟incontinenza. Dopo sei mesi <strong>di</strong> trattamento, infatti, era37


presente un miglioramento: da 9,7 a 2,6 per<strong>di</strong>te al giorno. A <strong>di</strong>ciottomesi, l‟84% dei pazienti ha avuto un successo clinico nell‟eliminaregli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te severe: il 76% ha eliminato o ridotto il numero <strong>di</strong>assorbenti ed il 24% era completamente asciutto. In contrasto, ipazienti nel gruppo <strong>di</strong> controllo non hanno ottenuto nessunmiglioramento o peggioramento dei sintomi.Risultati simili sono stati riportati in altri stu<strong>di</strong> con una riduzionesignificativa degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta (miglioramento dell‟88%) edell‟uso <strong>di</strong> assorbenti (miglioramento del 90%) rispetto al basale.Infine il 56% dei pazienti era completamente asciutto.La riduzione dell‟uso <strong>di</strong> assorbenti (riduzione me<strong>di</strong>a da 4,8 a 2,2assorbenti) è risultata statisticamente significativa (5-6-36). In unostu<strong>di</strong>o multicentrico (16), il numero <strong>di</strong> assorbenti usati giornalmente siè ridotto da 7,1 a 3,8 (p


clinicamente significative dei cateterismi: Il 69% dei pazienti haeliminato il cateterismo dopo 6 mesi e il 14% ha avuto una riduzionedel 50%.In uno stu<strong>di</strong>o, Elabbady et al. (8), hanno riportato un aumentopercentuale significativo nel volume minzionale dal 15% al 71% insette pazienti. Anche Grünewald et al. (11) e Hohenfellner et al. (14)hanno riportato aumenti significativi nel volume minzionale(rispettivamente 490 e 334 ml) e riduzioni dei volumi residui me<strong>di</strong>(rispettivamente 445 e 334 ml).Secondo Spinelli et al. (29) la stimolazione può ridurre il volumeresiduo me<strong>di</strong>o da 227 a 108 ml; il 50% dei pazienti ha interrotto icateterismi ed il 13% li eseguiva soltanto una volta al giorno. In altristu<strong>di</strong>, la capac<strong>it</strong>à vescicale non è risultata variare dal basale rispettoal post-impianto (8-14-27).Dolore pelvico cronicoNonostante sia frequente, la sindrome del dolore pelvico cronicoprobabilmente riceve poca attenzione da parte dei clinici. Si tratta <strong>di</strong>una sfida <strong>di</strong>agnostica e terapeutica ed è spesso legata a <strong>di</strong>sturbipsicologici e psicosomatici.Alcuni autori propongono la stimolazione dei nervi sacrali per iltrattamento della sindrome del dolore pelvico cronico. Ad oggi, però,pochi risultati sono stati riportati per questa tecnica. Aboseif et al. (3)hanno analizzato un gruppo <strong>di</strong> 41 pazienti con dolore pelvico cronicoassociato ad altri sintomi minzionali: la stimolazione ha ridotto lasever<strong>it</strong>à del dolore da 5,8 a 3,7 su scala soggettiva.39


3.6 Selezione dei pazientiPrima dell'impianto ciascun paziente deve essere sottoposto adaccertamenti per confermare la pertinenza dell'in<strong>di</strong>cazione,escludere eventuali controin<strong>di</strong>cazioni ed ottenere in<strong>di</strong>ci basali.Gli accertamenti devono comprendere:‣ anamnesi patologica generale remota e prossima: atta aricercare patologie interferenti con la funzional<strong>it</strong>à del bassoapparato urinario: <strong>di</strong>abete mell<strong>it</strong>o, ipertensione arteriosa,scompenso car<strong>di</strong>aco, insufficienza venosa/arteriosa,glaucoma, stipsi.‣ pregressi interventi chirurgici.‣ anamnesi patologica urologica: infezioni urinarie/gen<strong>it</strong>ali,enuresi nell'infanzia, neoplasie vescicale e/o prostatica; traumiuretrali e/o pelvici; chirurgia urologica.‣ anamnesi patologica neurologica: vasculopatie cerebrali, ernie<strong>di</strong>scali, traumi cranici, neoplasie cerebrali, morbo <strong>di</strong> Parkinson,sclerosi multipla, mielopatie, interventi neurochirurgici, <strong>di</strong>sturbipsichici.‣ Identificazione dei farmaci assunti, con particolare attenzionea quelli che possono influenzare la funzione vescicale.‣ esame obiettivo uro-ginecologico, non solo miratoall'esplorazione dell'apparato gen<strong>it</strong>o-urinario per escluderepatologie, ma esteso a tutto l'amb<strong>it</strong>o pelvico (esameaddominale, perineale, pelvico).‣ uno stu<strong>di</strong>o neurofisiopatologico del pavimento pelvico(potenziali evocati sacrali, elettromiografia mirata allo sfintereanale esterno o allo sfintere striato uretrale).‣ stu<strong>di</strong>o uro<strong>di</strong>namico per valutare la funzione della vescica edello sfintere.Per la valutazione del paziente incontinente, si richiede, per 3 giorni,la compilazione del <strong>di</strong>ario minzionale, che registri il numero <strong>di</strong> episo<strong>di</strong>40


d‟incontinenza, le minzioni in un dato lasso <strong>di</strong> tempo ed il numero <strong>di</strong>assorbenti usati nelle 24 ore. Si raccomanda anche <strong>di</strong> quantificare leurine perse (pesando gli assorbenti).Nella valutazione della r<strong>it</strong>enzione urinaria, i parametri primaridovrebbero essere il volume minzionale me<strong>di</strong>o, il numero <strong>di</strong>cateterismi nelle 24 ore ed il valore del residuo post-minzionale, se èancora presente capac<strong>it</strong>à minzionale.Nelle sindromi <strong>di</strong> dolore vescicale/pelvico il parametro <strong>di</strong> rispostaprimario idealmente dovrebbe essere basato su uno strumentovalidato per la valutazione del dolore, quale la scala VAS.41


3.7 Tecnica d’impiantoSacro e forami sacraliIl sacro si forma per la fusione delle cinque vertebre sacrali. Esso dàprotezione agli organi degli apparati gen<strong>it</strong>ale, <strong>di</strong>gerente ed urinario e,attraverso una coppia <strong>di</strong> articolazioni (articolazione sacro-iliaca),collega lo scheletro assile alla cintura pelvica dello scheletroappen<strong>di</strong>colare.La sua parte superiore (base) si pone in rapporto con la 5° vertebralombare, formando un angolo <strong>di</strong> convess<strong>it</strong>à anteriore dettopromontorio. È percorso dalla base all‟apice dal canale sacrale. Lafaccia posteriore fornisce un‟estesa area per l‟inserzione <strong>di</strong> muscoli,in particolare quelli che intervengono nei movimenti della coscia, epresenta, sulla linea me<strong>di</strong>ana, la cresta sacrale me<strong>di</strong>a che deriva daiprocessi spinosi delle vertebre. Ai lati della cresta si aprono quattropaia <strong>di</strong> fori sacrali posteriori che rappresentano i forami intervertebralidelle vertebre sacrali fuse e che corrispondono, anteriormente, ai forisacrali anteriori, che immettono nel canale sacrale i nervi sacrali.Visti posteriormente, i forami risultano più piccoli dall‟alto verso ilbasso. Al loro interno vi è abbondante tessuto a<strong>di</strong>poso, soprattutto alivello delle ra<strong>di</strong>ci nervose del 3° e del 4° forame sacrale. Ciascunara<strong>di</strong>ce nervosa segue un decorso obliquo dall‟alto verso il basso edall‟interno verso l‟esterno.Il 2° forame è riemp<strong>it</strong>o, quasi per metà, dalla sua ra<strong>di</strong>ce posterioreinsieme al suo ganglio, che occlude parzialmente il forame. Alcontrario, la 3° e la 4° ra<strong>di</strong>ce posteriore occupano una porzionerelativamente più piccola dei rispettivi forami.42


Reperi anatomici e ra<strong>di</strong>ologiciPer localizzare la sede del forame S3, che rappresenta il forameelettivo per la neuromodulazione sacrale, si utilizzano, generalmente,i seguenti reperi ossei: la spina iliaca postero-superiore, la punta delcoccige e la linea centrale. Ci sono, inoltre, due tecniche specificheper identificare il forame S3. La prima stima la sede del forame S3 acirca 2 cm dalla linea centrale e a 9 cm al <strong>di</strong> sopra della giunzionesacro coccigea, in senso cefalico dalla punta del coccige, identificatada una protuberanza all‟apice del sacro. Tuttavia tale tecnica è avolte <strong>di</strong>fficoltosa, specialmente nei pazienti obesi;La seconda tecnica sostiene che la cresta sacrale, la regione dove ilsacro raggiunge il piano orizzontale, corrisponde ad S4. Da questopunto, la colonna sacrale curva verso il basso fino ad S3, che si trova2 cm al <strong>di</strong> sopra del repere <strong>di</strong> S4.L‟approccio migliore per il posizionamento rapido ed efficace deglielettro<strong>di</strong>, specialmente nei pazienti in sovrappeso, è certamente l‟usodella fluoroscopia. Nonostante i forami sacrali possano non esserevisibili, i rapporti tra i reperi identificabili in fluoroscopia possonoessere usati per dedurne la posizione. Sulle ra<strong>di</strong>ografie anteroposterioridella pelvi, la linea interrotta che attraversa la regioneinferiore dell‟articolazione sacro-iliaca corrisponde al forame S3.Nelle proiezioni laterali del sacro, il forame S3 corrisponde al punto <strong>di</strong>mezzo tra la base del sacro e la punta del coccige.P.N.E. testL'acronimo P.N.E. significa “Peripheral Nerve Evaluation” e consistenel test <strong>di</strong> valutazione della normale attiv<strong>it</strong>à dei nervi sacrali e <strong>di</strong>come questi rispondono a stimolazioni elettriche sia trans<strong>it</strong>orie chedurature.43


Il paziente viene posto in posizione prona con ginocchia flesse eglutei <strong>di</strong>varicati con esposizione dell'ano, per favorire lasuperficializzazione del sacro. Si effettua poi un‟anestesia locale e,con l‟ausilio dei reperi ossei, s‟in<strong>di</strong>vidua il forame sacrale <strong>di</strong> S3.Infine, a questo livello si procede all'inserzione dell'ago-elettrodo.Arrivati a questo punto si <strong>di</strong>stinguono due <strong>di</strong>verse fasi:‣ fase 1 o “fase acuta”: si collega l‟ago-elettrodo con unostimolatore esterno e si testano le risposte sens<strong>it</strong>ivo-motorieper verificare l‟integr<strong>it</strong>à della ra<strong>di</strong>ce sacrale e per determinarela sede migliore per l‟impianto.‣ fase 2 o “fase sub-cronica”: una volta confermato il lato in cuisi è ottenuta la risposta migliore alla stimolazione elettrica, siprocede con l‟introduzione <strong>di</strong> un elettrodo monopolaretemporaneo, connesso allo stimolatore esterno, che effettueràla stimolazione durante tutto il periodo del test (3-14 giorni).Il paziente a casa avrà il comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong> annotare su un <strong>di</strong>ario l'attiv<strong>it</strong>àminzionale e/o evacuatoria. Al termine del trattamento si rimuovel'elettrodo e si chiede nuovamente al paziente <strong>di</strong> compilare il <strong>di</strong>ariominzionale. Confrontati i due dati, se il P.N.E. test risulta pos<strong>it</strong>ivo,l'impianto percutaneo viene inser<strong>it</strong>o in modo defin<strong>it</strong>ivo (elettrodoquadripolare).1° tempo della neuromodulazione sacraleLa possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzare un test acuto e una prova sub-cronica nelpaziente can<strong>di</strong>dato alla neuromodulazione sacrale è sempre statauna peculiar<strong>it</strong>à della meto<strong>di</strong>ca considerata vantaggiosa per laselezione dei pazienti.Tuttavia vi erano anche degli svantaggi: l‟elettrodo monopolaretemporaneo poteva subire precoci mo<strong>di</strong>fiche della posizione secondoi movimenti del paziente e la durata del test si era rivelatainsufficiente per garantire al paziente un buon successo dell‟impianto44


successivo. Questa con<strong>di</strong>zione sfavorevole ha, quin<strong>di</strong>, stimolato laricerca verso soluzioni alternative al P.N.E. test (anche se in alcunicentri viene ancora utilizzato).A partire dal 2002, infatti, é entrato in uso il sistema percutaneotined-lead, metodo mini invasivo utile per testare i pazienti in fasepreliminare con l'elettrodo defin<strong>it</strong>ivo (30).Il periodo <strong>di</strong> prova (1° tempo) è una procedura temporanea,reversibile e minimamente invasiva, che serve per valutare l'efficaciadella stimolazione in un periodo <strong>di</strong> tempo lim<strong>it</strong>ato.La tecnica è simile a quella del P.N.E. test: il paziente vieneposizionato prono sul lettino operatorio con ginocchia leggermenteflesse, con un cuscino sotto il bacino e uno sotto le caviglie evengono inoltre <strong>di</strong>varicati i glutei per esporre l'ano.In con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> steril<strong>it</strong>à (soluzione iodata saponosa e soluzioneiodata alcolica) e previa somministrazione locale <strong>di</strong> una modestaquant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> anestetico, si in<strong>di</strong>vidua il forame S3 e si procedeall'inserzione dell'ago (20 gauce) presso i forami sacrali con unainclinazione <strong>di</strong> circa 60° con la cute e <strong>di</strong> circa 90° con il piano delsacro.Questo accesso garantisce il corretto posizionamento dell'elettrodoquadripolare defin<strong>it</strong>ivo che viene inser<strong>it</strong>o attraverso l'ago, presso lera<strong>di</strong>ci sacrali, molto vicino alla zona dove si cost<strong>it</strong>uisce il plessosacrale.A questo punto si testano controlateralmente i quattro polidell‟elettrodo valutando la risposta migliore a voltaggio più basso. Uncavo <strong>di</strong> estensione, collegato allo stimolatore esterno (screener),viene connesso con l‟elettrodo al quale si inviano impulsi elettrici <strong>di</strong>bassa intens<strong>it</strong>à, per valutare le risposte sens<strong>it</strong>ive e motorie delpaziente (le medesime ottenute con il P.N.E. test).Le risposte sens<strong>it</strong>ive includono sensazioni vibratorie o parestesie(formicolio, torpore) presso la vagina, il pene o la cute tra i gen<strong>it</strong>ali elo sfintere anale.45


Le risposte motorie sono invece <strong>di</strong>fferenti, in base alla ra<strong>di</strong>cestimolata.La stimolazione <strong>di</strong> S2 consente la contrazione dello sfintere anale edel muscolo elevatore dell‟ano oltre che alla rotazione dell‟artoinferiore o dell‟anca e alla flessione plantare del piede.La risposta <strong>di</strong> S3, prevalentemente ricercata durante la stimolazione,consiste in un sollevamento “a ten<strong>di</strong>na” del muscolo elevatoredell'ano associato ad una flessione plantare delle <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong>, inparticolare dell'alluce. Assente o solo appena accennata risulta laflessione dell'alluce nella stimolazione <strong>di</strong> S4, che causa lacontrazione “a clamp” dell‟ano. La risposta motoria <strong>di</strong> S3 deve essereottenuta stimolando almeno tre dei quattro poli dell‟elettrodo.Fig.2: 1° tempo della N.M.S.46


L‟elettrodo quadripolare defin<strong>it</strong>ivo è dotato <strong>di</strong> “alette” che neimpe<strong>di</strong>scono lo sposizionamento ed è accoppiato allo screenertram<strong>it</strong>e un cavo che fuoriesce anteriormente, attraverso unatunnellizzazione sottocutanea. Una ra<strong>di</strong>ografia sacrale ci documentala sua corretta posizione.La durata dell‟intervento è <strong>di</strong> circa 45 minuti.Il paziente può rientrare a casa per un periodo complessivo <strong>di</strong> 30-60giorni, compilando un <strong>di</strong>ario minzionale e/o fecale dove vengonospecificate ed annotate le mo<strong>di</strong>fiche dei dati pertinenti ai <strong>di</strong>sturbisfinterici (ad es. numero degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> incontinenza o ripresa dellaminzione)Il <strong>di</strong>ario post 1° tempo confrontato con quello pre 1° tempo ci saràd'aiuto per valutare l'oggettivo miglioramento, in tal caso potrà esserepreso in considerazione l'impianto defin<strong>it</strong>ivo.In questo lasso <strong>di</strong> tempo viene saggiato anche, l'effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferentistimoli elettrici prodotti dallo screener. Il periodo <strong>di</strong> prova è pre<strong>di</strong>ttivoal risultato defin<strong>it</strong>ivo. Risposte dubbie o inappropriate sarannocontroin<strong>di</strong>cazioni all'impianto defin<strong>it</strong>ivo.2° tempo/impianto defin<strong>it</strong>ivo del neuromodulatoreIn passato la tecnica d‟impianto defin<strong>it</strong>ivo, successiva al P.N.E. test,prevedeva, sotto anestesia generale, l‟inserimento dell‟elettrodoquadripolare defin<strong>it</strong>ivo e la prova <strong>di</strong> stimolazione con quest‟ultimo.Esso era, poi, collegato allo stimolatore cronico/neuromodulatore,che veniva inser<strong>it</strong>o, anteriormente, in una tasca sottocutaneaaddominale.Oggi l‟evoluzione della meto<strong>di</strong>ca ha permesso <strong>di</strong> introdurre unaprocedura mini invasiva in anestesia locale (30). Lo screener èsost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con uno stimolatore cronico/neuromodulatore che vieneconnesso all‟elettrodo quadripolare defin<strong>it</strong>ivo (posizionato nel 1°tempo) me<strong>di</strong>ante cavo <strong>di</strong> estensione e alloggiato posteriormente in47


una tasca sovraglutea, attraverso unatunnellizzazione. Lo stimolatore èattivato telematicamente tram<strong>it</strong>e unsistema wire-less, l‟apparecchio è <strong>di</strong>piccole <strong>di</strong>mensioni, dal peso <strong>di</strong> circa 22gr ed ha la durata superiore ai cinqueanni.Al paziente viene consegnato untelecomando semplice, utilizzabile perspegnere lo stimolatore, incrementarneo mo<strong>di</strong>ficarne la funzione. Dopol‟intervento tutti i pazienti sonoFig.3: 2° tempo della N.M.S.controllati in tempi successivi.Il follow-up comprende il controllo clinico ogni tre-sei mesi, lavalutazione del <strong>di</strong>ario minzionale, l‟eventuale controllo uro<strong>di</strong>namico el‟eventuale mo<strong>di</strong>fica dei parametri <strong>di</strong> programmazione.48


3.8 ComplicazioniComplicazioni della valutazione dei nervi perifericiSiegel et al. (28) hanno notato il 18,2% <strong>di</strong> effetti avversi in 914procedure del test <strong>di</strong> stimolazione. Gli eventi avversi più comunisono: la migrazione degli elettro<strong>di</strong> dal 11,8% a 18,6%, problem<strong>it</strong>ecnici 2,6% e dolore 2,1% . Un intervento chirurgico, (0,1%), è statonecessario per rimuovere un elettrodo che si era <strong>di</strong>slocato durante larimozione della derivazione. L'infezione locale e l'ematomasottocutaneo sono rari.Complicazioni della N.M.S. dei nervi sacraliPer la neuromodulazione sacrale cronica i tassi <strong>di</strong> complicazionevariano da 22 al 43% (5-32) ed i tassi <strong>di</strong> re-intervento dal 6 al 50%(8-32). Uno stu<strong>di</strong>o prospettico è stato esegu<strong>it</strong>o dal produttoreMedtronic (Mineapolis, USA) comprendente 14 centri Nord Americanie 9 centri Europei (19). Dei 633 pazienti partecipanti allo stu<strong>di</strong>o, 250erano stati impiantati con il sistema stimolatore dei nervi sacrali entrola fine del periodo <strong>di</strong> osservazione. Dei 250 pazienti impiantati, 157(62,8%) hanno sub<strong>it</strong>o un totale <strong>di</strong> 368 eventi avversi, 56 (15,2%)non hanno richiesto nessun intervento, 151 (41%) hanno richiesto unintervento non chirurgico e 161 (43,8%) hanno richiesto un interventochirurgico. Globalmente, 89,4% degli eventi sono stati risolticompletamente. Nei 250 pazienti impiantati, gli eventi avversi postimpiantoassociati con gli apparecchi o la stimolazione erano il dolorenella sede del generatore <strong>di</strong> impulsi (14,2%), dolore nuovo (10,8%),sospetta migrazione dell'elettrodo (9,1%), infezione (7%), dolorenella sede dell'elettrodo (5,5%), shock elettrico (5,6%), sospettiproblemi dell'apparecchio (2,2%), variazioni avverse dell'alvo (3%),problemi tecnici (3,9%), irr<strong>it</strong>azione cutanea persistente (0,8%),49


variazioni del ciclo mestruale (0,9%), sospette lesioni nervose(0,4%), rigetto dell'impianto (0,4%), e altro (14,1%).DoloreIl dolore è un evento avverso che si verifica dal 4% fino al 29% deipazienti. Sono <strong>di</strong>sponibili poche informazioni sulla sever<strong>it</strong>à ed iltrattamento del dolore legato all'impianto dell'apparecchio (7-35).Frequentemente, non viene fatta una <strong>di</strong>stinzione tra dolore postoperatorio,dolore associato all'apparecchio, dolore rifer<strong>it</strong>o, dolorelegato alla stimolazione, dolore neuropatico e dolore psicologico.Il posizionamento nella parte superiore del gluteo ha ridotto il tasso <strong>di</strong>revisione chirurgica ma non il dolore (19).InfezioniQualunque infezione dovrebbe essere identificata e trattataprecocemente. Può rendersi necessario rimuovere l'apparecchiotemporaneamente o defin<strong>it</strong>ivamente. Nonostante sia unacomplicanza comune <strong>di</strong> molti apparecchi impiantati, pochi stu<strong>di</strong>descrivono questo evento avverso. Non sono <strong>di</strong>sponibili informazioninella letteratura riguardo l'eziologia, la sever<strong>it</strong>à o il momento delleinfezioni.Sono state descr<strong>it</strong>te irr<strong>it</strong>azioni cutanee che hanno richiesto l'espiantodell'apparecchio (25).Problemi da danno nervosoAd oggi, non sono evidenti lesioni permanenti o danno nervoso (25).A volte il danno nervoso è sospettato (28) e vi è un rischiopotenziale. La configurazione stessa dell'elettrodo, il traumachirurgico, la pressione causata dall'edema post-operatorio, la50


formazione <strong>di</strong> cicatrici esuberanti e la tensione sui cavi degli elettro<strong>di</strong>possono potenzialmente contribuire al danno nervoso. Il nervoperiferico può essere danneggiato dalla costrizione e compressionecronica (21). Il rischio <strong>di</strong> danno è, quin<strong>di</strong>, influenzato dalla duratadella stimolazione continua. E' risaputo che l'inserzione <strong>di</strong> aghi nelforame sacrale può causare un danno alla ra<strong>di</strong>ce nervosa ed ai vasi.Poiché queste strutture si trovano più spesso nella regione me<strong>di</strong>aledel forame, il danno si può minimizzare adoperando un ingresso piùlaterale al forame. Aumentare l'angolo <strong>di</strong> ingresso dell'ago sul pianoverticale può aumentare il rischio <strong>di</strong> danno vascolare (plessonervoso), e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ematoma e fibrosi. Si è osservato che l'efficaciaterapeutica dell'impianto a volte si riduce nel tempo, e la causaipotizzata è la possibile formazione <strong>di</strong> fibrosi tra l'elettrodo ed il nervobersaglio (19).Problemi tecnici e complicazioni legate all'apparecchioBosch et al. (7) hanno descr<strong>it</strong>to: la <strong>di</strong>fficoltà nel mantenere ilposizionamento corretto dell'elettrodo, la rottura della derivazione, larottura del cavo <strong>di</strong> estensione, la <strong>di</strong>slocazione o il malposizionamento dell'elettrodo, il fallimento precoce del generatored'impulsi e la <strong>di</strong>sfunzione del punto <strong>di</strong> contatto della derivazione. Lecomplicanze legate all'apparecchio sembrano essere le più frequenti.Esse sono state descr<strong>it</strong>te in pazienti sottoposti a stimolazione deinervi sacrali per l'incontinenza urinaria da urgenza.Questi pazienti hanno sub<strong>it</strong>o:- complicazioni dovute all'apparecchio quali il dolore nella seded'impianto, il rigetto dell'apparecchio, il fallimento precoce delgeneratore d'impulsi, il dolore stimolazione-<strong>di</strong>pendente della gambao del gluteo e problemi legati alla corrente (7-28-29).- complicazioni dovute alla derivazione quali la <strong>di</strong>fficoltà alla flessionedell'alluce, la migrazione della derivazione, eventi avversi51


nell'evacuazione intestinale (<strong>di</strong>arrea) ed urinaria, il dolore nella sededella derivazione e la rottura del cavo <strong>di</strong> estensione o delladerivazione (7-29-28).- complicazioni della fer<strong>it</strong>a quali la deiscenza parziale dell'incisionesacrale, l'ematoma, l'infezione o l'irr<strong>it</strong>azione cutanea (7-29-28).Revisione ChirurgicaOltre un terzo dei pazienti deve essere sottoposto a revisionechirurgica (28), soprattutto per il riposizionamento della derivazione odell'estensione. La rimozione temporanea ed il reimpiantosuccessivo sono in genere il risultato <strong>di</strong> infezioni o <strong>di</strong> dolore pelvicocronico. Il riposizionamento del generatore <strong>di</strong> impulsi interno siesegue per ridurre il dolore in quella sede, oppure perché si èesaur<strong>it</strong>a la batteria. La rimozione permanente è necessaria in caso <strong>di</strong>infezioni, dolore cronico refrattario, oppure perché l'apparecchio nonha dato risultati sod<strong>di</strong>sfacenti..52


Cap<strong>it</strong>olo 4ASSISTENZA ED EDUCAZIONEINFERMIERISTICANEL 1° TEMPO53


4.1 Il ruolo dell’infermiere nella neuromodulazionesacraleL‟infermiere, in riferimento al co<strong>di</strong>ce deontologico, “è il professionistasan<strong>it</strong>ario responsabile dell‟assistenza infermieristica” (art. 1). Essa “èservizio alla persona e alla collettiv<strong>it</strong>à. Si realizza attraverso interventispecifici, autonomi e complementari <strong>di</strong> natura intellettuale, tecnicoscientifica,gestionale, relazionale ed educativa” (art. 2).“La responsabil<strong>it</strong>à dell‟infermiere consiste nell‟assistere, nel curare enel prendersi cura della persona nel rispetto della v<strong>it</strong>a, della salute,della libertà e della <strong>di</strong>gn<strong>it</strong>à dell‟in<strong>di</strong>viduo” (art. 3).Il profilo professionale infermieristico, con la legge n° 251 dell‟Agosto2000, ha confer<strong>it</strong>o alla professione un riconoscimento importante infatto <strong>di</strong> autonomia e responsabil<strong>it</strong>à, ponendo i presupposti per unampliamento delle aree assistenziali in cui l‟infermiere può e deveagire in autonomia.Dal punto <strong>di</strong> vista tecnico, l‟assistenza infermieristica <strong>di</strong> un pazientecan<strong>di</strong>dato alla neuromodulazione sacrale, non comporta un carico <strong>di</strong>lavoro eccessivo. Si tratta infatti <strong>di</strong> un paziente sottoposto ad unaterapia minichirurgica che richiede un periodo <strong>di</strong> ricovero moltobreve.Per contro, l‟assistenza si basa maggiormente su interventirelazionali ed educativi personalizzati; questi pazienti nonesauriscono il loro rapporto con le figure san<strong>it</strong>arie al momentodell‟impianto e della <strong>di</strong>missione, ma necess<strong>it</strong>ano <strong>di</strong> una presa incarico continua sia per quanto riguarda l‟impianto <strong>di</strong> prova, sia comeriferimento per risolvere dubbi, perpless<strong>it</strong>à e problemi <strong>di</strong> gestione delneuromodulatore. Problemi che richiedono, a volte, risposte in temporeale o quasi e che hanno bisogno <strong>di</strong> personale qualificato, nonnecessariamente me<strong>di</strong>co.Infatti, come sostiene Helen R<strong>it</strong>tenmeyer (22), il successo dellaneuromodulazione sacrale <strong>di</strong>pende sia dal me<strong>di</strong>co, che conosce54


come impiantare il sistema <strong>di</strong> stimolazione, sia dall‟infermiere, chenon deve esplicare le proprie competenze esclusivamentenell‟amb<strong>it</strong>o della degenza, cioè assistere il paziente con <strong>di</strong>sabil<strong>it</strong>àneurofunzionali, ma deve anche gestire la <strong>di</strong>missione, il follow-up e laprogrammazione.Un esempio concreto <strong>di</strong> responsabil<strong>it</strong>à ed autonomia infermieristica èla struttura <strong>di</strong> neuro-urologia del presi<strong>di</strong>o ospedaliero Maria Adelaide<strong>di</strong> Torino (2° centro europeo <strong>di</strong> neuromodulazione sacrale pernumero d‟impianti, dal 1995), che, nel 2007, ha dato avvio ad unprogetto <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> caregivers in neuromodulazione sacraledestinato agli infermieri operanti nella medesima struttura.La realizzazione <strong>di</strong> questo progetto ha contribu<strong>it</strong>o, non solo amantenere il livello annuale <strong>di</strong> ricettiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> nuovi pazienti, ma,soprattutto, a rendere gli infermieri più competenti ed autonomi ed agarantire la continu<strong>it</strong>à assistenziale alle persone portatrici <strong>di</strong> pacemakervescicale.4.2 Dall’informazione all’educazionePer un operatore san<strong>it</strong>ario come l‟infermiere è importantecomprendere la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> significato tra informare ed educare.L‟informazione consiste nel trasferimento <strong>di</strong> un messaggio da unsoggetto em<strong>it</strong>tente ad uno ricevente. Essa fa parte del <strong>di</strong>alogo trapersonale san<strong>it</strong>ario ed utenza ed è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una serie <strong>di</strong> notizie,raccomandazioni ed istruzioni. L‟informazione, quin<strong>di</strong>, è un processopassivo, incentrato su chi la fornisce, <strong>di</strong>versamente dall‟educazioneche è un processo interattivo, focalizzato sulla persona cheapprende.Il verbo educare (dal latino ex-ducere, trarre fuori) ha ins<strong>it</strong>o ilsignificato <strong>di</strong> far emergere le potenzial<strong>it</strong>à della persona. Perciò,nell‟educazione risulta centrale e determinante la partecipazione delsoggetto, che deve avere nel processo un ruolo attivo.55


L‟educazione è una pratica complessa che implica:‣ una <strong>di</strong>agnosi educativa.‣ la scelta <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (nel caso della N.M.S.migliorare la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a del paziente).‣ l‟applicazione <strong>di</strong> tecniche d‟insegnamento.‣ una valutazione pertinente.Il soggetto, destinato al progetto educativo, sarà posto nellacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sviluppare abil<strong>it</strong>à per: conoscere la propria con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> salute (sapere=conoscenza), gestire i trattamenti proposti in modocompetente (saper fare=autogestione) e prevenire le complicanzeev<strong>it</strong>abili (saper essere=comportamenti).4.3 Assistenza infermieristica pre-impiantoUn paziente che accede ad un centro <strong>di</strong> neuromodulazione sacraleriferisce generalmente una storia clinica costellata da insuccessi <strong>di</strong>trattamenti conservativi che, spesso, ne hanno compromesso lafiducia nei confronti <strong>di</strong> qualsiasi altra terapia.È importante ricordare che i problemi legati all‟incontinenza, allar<strong>it</strong>enzione urinaria e al dolore mirano all‟equilibrio psicologico <strong>di</strong>questi pazienti lim<strong>it</strong>ando e, talvolta, <strong>di</strong>struggendo tutte le aree psicorelazionali:autostima, relazione <strong>di</strong> coppia, ruolo gen<strong>it</strong>ore-figli,autonomia lavorativa e relazioni sociali.La presa in carico della persona da parte della figura infermieristicaè, perciò, molto importante ed avviene già all‟inizio del percorso.Durante il primo colloquio con il paziente l‟infermiere, tram<strong>it</strong>el‟osservazione e l‟ascolto attivo, effettua una raccolta dati miratasull‟identificazione dello stato <strong>di</strong> salute presente e passato, sullarisposta alla terapia e, soprattutto, sui modelli <strong>di</strong> coping presenti epassati e sul desiderio <strong>di</strong> migliorare la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a.Prima della procedura chirurgica il paziente viene informato sulla“stimolazione <strong>di</strong> prova” (1° tempo), procedura temporanea e56


eversibile durante la quale si valuta l‟efficacia della terapia. Gli vienemostrato l‟elettrodo, per comprenderne le sue caratteristiche, e lasede in cui verrà collocato. Inoltre è descr<strong>it</strong>to nel dettaglio l‟impiantodel cavo temporaneo esterno ed il suo collegamento allo stimolatoreesterno (screener), dall‟aspetto simile a quello <strong>di</strong> un cercapersoneche emette lievi impulsi; strumenti con i quali il paziente dovràconvivere per un periodo variabile <strong>di</strong> 1-2 mesi circa.Il me<strong>di</strong>co spiegherà l‟intervento chirurgico, i tempi e le rispostesens<strong>it</strong>ive e motorie del paziente.Nei giorni precedenti l‟impianto è esegu<strong>it</strong>a una valutazione preoperatoria:-Rx della pelvi-esami ematochimici pre-operatori-vis<strong>it</strong>a anestesiologica per l‟anestesia locale sacraleIl paziente dovrà, inoltre, compilare il <strong>di</strong>ario minzionale.4.4 Ricovero ed interventoLa durata del ricovero è variabile a seconda delle <strong>di</strong>verse realtà dellestrutture ospedaliere. Generalmente il paziente entra nella strutturacomplessa il pomeriggio precedente l‟intervento, si sistema nellacamera <strong>di</strong> degenza ed esegue la doccia pre-operatoria con unasoluzione antisettica.Il giorno dell‟intervento il paziente firma il consenso informatospecifico ed è accompagnato in sala operatoria per sottoporsi allastimolazione <strong>di</strong> prova.All‟atto del ricovero viene compilata una scheda infermieristica del 1°tempo della neuromodulazione sacrale. Sono riportati i dati anagraficidel paziente, la <strong>di</strong>agnosi e le caratteristiche dell‟impianto (lato elivello <strong>di</strong> stimolazione, poli relativi alla risposta intra-operatoriaottimale e sede delle parestesie).57


4.5 Assistenza infermieristica post-impiantoAl rientro dalla sala operatoria il paziente presenta una me<strong>di</strong>cazionea livello sacrale ed una sul fianco dal quale fuoriesce il cavo checollega l‟elettrodo impiantato allo stimolatore esterno (tecnicaesegu<strong>it</strong>a dal centro del Maria Adelaide, sol<strong>it</strong>amente il cavo fuoriescea livello lombare).Il paziente è nuovamente sistemato a letto, dove riposa per almenoun‟ora, un‟ora e mezza.L‟infermiere provvede alla rilevazione dei parametri v<strong>it</strong>ali e alposizionamento <strong>di</strong> ghiaccio a livello sacrale, utilizzato per il suoeffetto analgesico e per ev<strong>it</strong>are la formazione <strong>di</strong> un ematoma.L‟infermiere controlla anche le eventuali prescrizioni nella cartellaanestesiologica e clinica (terapia idratante e antibiotica).In 1° giornata si conferma ra<strong>di</strong>ologicamente il correttoposizionamento dell‟elettrodo e sono esegu<strong>it</strong>e le due me<strong>di</strong>cazionichirurgiche. Il paziente può mobilizzarsi liberamente e riprendere lenormali attiv<strong>it</strong>à quoti<strong>di</strong>ane ab<strong>it</strong>uandosi al nuovo stato <strong>di</strong> salute.4.6 Parametri della neuromodulazione sacraleCome già sottolineato nei paragrafi precedenti, l‟infermiere, oltre adessere il professionista responsabile dell‟assistenza, può, in segu<strong>it</strong>oa formazione, “specializzarsi” maggiormente in un campo piuttostoche in un altro.Nel caso della neuromodulazione sacrale può prendersi cura delpaziente durante la degenza e soprattutto nel momento della<strong>di</strong>missione e del follow-up, assumendo il ruolo <strong>di</strong> caregiverprogrammatore.La programmazione richiede la comprensione, inizialmentedell‟operatore san<strong>it</strong>ario, dei parametri dell‟impulso elettrico e <strong>di</strong> comemo<strong>di</strong>ficarli (aumentarli, <strong>di</strong>minuirli o ampliarli).58


L‟elettrodo quadri polare defin<strong>it</strong>ivo, inser<strong>it</strong>o nel forame <strong>di</strong> S3, ha,come <strong>di</strong>ce la parola stessa, quattro poli (0;1;2;3) sul fondo.I parametri che possono essere impostati sono quattro: polar<strong>it</strong>à,frequenza, durata e ampiezza dello stimolo.‣ POLARITÀ: è la corrente che scorre tra i poli. Essa prevede lascelta <strong>di</strong> un catodo, polo negativo, sede nella quale vienegenerato il potenziale d‟azione con conseguentedepolarizzazione del nervo, e <strong>di</strong> un anodo, polo pos<strong>it</strong>ivo, sededella chiusura del circu<strong>it</strong>o elettrico.Regolando questo parametro si possono creare <strong>di</strong>versi circu<strong>it</strong>i:1) monopolare/unipolare: si utilizza un polo negativosull‟elettrodo e una carica pos<strong>it</strong>iva cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dall‟involucro delpace-maker, detto anche cassa. È un circu<strong>it</strong>o elettrico piùampio adatto ad un voltaggio maggiore, provoca un elevatoconsumo <strong>di</strong> energia dello stimolatore.2) bipolare: si utilizzano due poli (anodo e catodo) entrambiesterni al generatore d‟impulsi, cioè sull‟elettrodo. Se si vuolestimolare una parte piccola del nervo si regola la polar<strong>it</strong>à sudue poli vicini (es. 0-1;1-2;2-3) se, invece, si vuole stimolaretutto il nervo si amplifica il campo elettrico (es. 0-3).3) tripolare; si usano tre poli dell‟elettrodo. La stimolazionepuò, in questo caso, essere più mirata in determinate zone delnervo perché si creano due campi elettrici che si intensificano,in particolare, su <strong>di</strong> un polo (es. 0-1;1-2 due campi intensificatisul polo 1/catodo chiuso tra due ano<strong>di</strong>).La polar<strong>it</strong>à si mo<strong>di</strong>fica a seconda delle sensazioni del pazientee in relazione all‟ampiezza.‣ FREQUENZA: misurata in hertz (hz), determina il numero deipotenziali d‟azione nell‟un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> un secondo e varia inbase alle <strong>di</strong>verse patologie.‣ DURATA: misurata in microsecon<strong>di</strong> (μs), è il tempo <strong>di</strong>stimolazione e definisce la quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> tessuto nervoso59


stimolato dall‟impulso elettrico. Più è alta, maggiore è iltessuto nervoso stimolato.‣ AMPIEZZA: misurata in volt (V), quantifica l‟intens<strong>it</strong>à o lapotenza impart<strong>it</strong>a da un impulso <strong>di</strong> stimolazione e corrispondealla sensibil<strong>it</strong>à del paziente (cioè ciò che egli sente). Più è alta,maggiore è la sensazione avvert<strong>it</strong>a.4.7 Educazione al pazienteDurante i 2 mesi circa del 1° tempo, il paziente dovrà convivere conlo sceener, cioè uno stimolatore esterno simile ad una scatolautilizzato per creare lo stimolo inviato all‟elettrodo interno tram<strong>it</strong>e filo<strong>di</strong> estensione.L‟educazione del paziente consiste, inizialmente, nel mostrargli comeutilizzare questo screener.È utile iniziare prima dell‟intervento ed è in<strong>di</strong>spensabile continuaredopo in modo tale che la persona apprenda e capisca il suofunzionamento prima <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>messa.Le istruzioni includono come manipolare l‟ampiezza (rotellinanumerata esterna) che aumenta o <strong>di</strong>minuisce la sensazione dellastimolazione e la frequenza.La parte posteriore dello screener è composta da due parti: quellainferiore è riservata alla pila da 9 volt, quella superiore è formata daun pulsante per l‟ampiezza, uno per la durata, uno per la frequenzaed infine quattro piccoli pulsanti corrispondenti ai poli sull‟elettrodo.L‟ampiezza può essere impostata ad un lim<strong>it</strong>e massimo <strong>di</strong> 10 volt oad un voltaggio inferiore a seconda della sensibil<strong>it</strong>à del paziente.In 1° giornata l‟infermiere inizia il percorso <strong>di</strong> educazione al paziente.Attiva, innanz<strong>it</strong>utto, lo screener sul quale imposta i quattro parametri.Polar<strong>it</strong>à, frequenza e durata sono stabil<strong>it</strong>i e fissati dall‟infermiere inbase alla patologia <strong>di</strong> cui il paziente soffre. Egli può regolare60


l‟ampiezza dell‟impulso, ha il comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong> ab<strong>it</strong>uarsi alla nuovastimolazione e <strong>di</strong> cominciare a maneggiare lo screener.La 2° giornata è de<strong>di</strong>cata alla corretta gestione del cavo esterno. Ilpaziente potrà riprendere le normali attiv<strong>it</strong>à quoti<strong>di</strong>ane, tra le qualifare la doccia (proteggendo ovviamente lo screener), prestandoparticolare attenzione ai movimenti per ev<strong>it</strong>are che l‟estensione siscolleghi dall‟elettrodo. Il cavo può essere “portato” attorno al collooppure sotto i vest<strong>it</strong>i. Lo stimolatore esterno si può “nascondere” inun marsupio allacciato, in v<strong>it</strong>a, alla cintura o allo scollo della magliasecondo le preferenze del paziente.Già dalla 1° giornata il paziente compila il <strong>di</strong>ario minzionale, che ècontrollato giornalmente dagli infermieri.Prima della <strong>di</strong>missione il paziente esegue, con la supervisionedell‟infermiere, la me<strong>di</strong>cazione anteriore a livello del cavo <strong>di</strong>estensione, che dovrà ripetere a domicilio. Per quanto riguardaquella sacrale, sarà me<strong>di</strong>cata l‟ultimo giorno <strong>di</strong> degenza e,sol<strong>it</strong>amente, il paziente non dovrà ripeterla a domicilio perché si tratta<strong>di</strong> una piccola fer<strong>it</strong>a ormai rimarginata.Fig.4: Componenti dello stimolatore esterno (screener)61


4.8 Dimissione e follow-upIl paziente viene <strong>di</strong>messo in 2°-3° giornata dall‟impianto con leseguenti prescrizioni:1) me<strong>di</strong>care la fer<strong>it</strong>a mantenendo sempre pul<strong>it</strong>o ed asciutto ils<strong>it</strong>o d‟usc<strong>it</strong>a del cavo d‟estensione.2) compilare giornalmente il <strong>di</strong>ario minzionale.3) recarsi al 1° follow-up dopo sette giorni dalla <strong>di</strong>missione,consegnando il <strong>di</strong>ario minzionale.Alla <strong>di</strong>missione l‟infermiere compila la scheda <strong>di</strong> follow-up del 1°tempo su cui verranno annotati i dati anagrafici del paziente, lecaratteristiche dell‟impianto e, soprattutto, le note del paziente e icommenti degli infermieri sulla sua con<strong>di</strong>zione clinica per ognicontrollo perio<strong>di</strong>co. Questo documento è molto importante perché<strong>di</strong>mostra oggettivamente l‟andamento clinico del paziente nel tempo.In caso <strong>di</strong> ripresa dei sintomi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio o <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> stimolazione ilpaziente si reca al centro <strong>di</strong> neuromodulazione sacrale, dovel‟infermiere cambia i parametri, in particolare la frequenza.Nel caso in cui il paziente non possa raggiungere il centro perché èresidente fuori regione, alla <strong>di</strong>missione gli viene consegnato un 2°screener, con un programma <strong>di</strong>verso, che può utilizzare insost<strong>it</strong>uzione del 1°, qualora il risultato della stimolazione non fosseottimale.Al termine del 1° tempo l‟equipe me<strong>di</strong>co-infermieristica si riunirà conil paziente per valutare il successo o l‟insuccesso della terapia. Se siè verificato un miglioramento della qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a del paziente (datosoggettivo) e dei sintomi, determinato dai <strong>di</strong>ari minzionali (datooggettivo) si passerà, in accordo con il paziente, all‟impiantodefin<strong>it</strong>ivo (2° tempo).62


Cap<strong>it</strong>olo 5ASSISTENZA ED EDUCAZIONEINFERMIERISTICANEL 2° TEMPO63


5.1 Assistenza infermieristica pre-impiantoPer il paziente, il 2° tempo è la fase più semplice, è più tranquilloperché sa a che cosa va incontro, conosce la struttura ospedaliera,gli infermieri e i me<strong>di</strong>ci ed è una persona la cui qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a èmigliorata e perciò è più serena e pos<strong>it</strong>iva verso l‟impianto defin<strong>it</strong>ivo.La preparazione all‟intervento defin<strong>it</strong>ivo o 2° tempo è simile a quelladel 1° tempo. È stata effettuata una raccolta dati mirata sulle attualicon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute del paziente e il periodo <strong>di</strong> prova è stato giu<strong>di</strong>catopos<strong>it</strong>ivo.Come per il precedente intervento, il paziente esegue unavalutazione pre-operatoria e viene edotto in mer<strong>it</strong>o all‟intervento, allasede del nuovo stimolatore/neuromodulatore che gli sarà impiantatoed alle sue caratteristiche.5.2 Dispos<strong>it</strong>ivi della neuromodulazione sacraleI <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi della neuromodulazione sacrale variano da centro acentro; il Maria Adelaide <strong>di</strong> Torino utilizza quelli prodotti da Medtronic(Mineapolis, U.S.A.). Essi sono: il neuromodulatore (InterStim), ilprogrammatore del paziente (InterStim iCon) ed il programmatoredell‟operatore (N‟vision).Il neuromodulatore (stimolatore) è il pacemakerche invia impulsi nervosi ai nervisacrali, me<strong>di</strong>ante l‟elettrocatetere. Fino al2006 era utilizzato il modello 3023 e, daquesta data, Medtronic ha introdotto unostimolatore più piccolo, il modello 3058.Quest‟ultimo può essere utilizzato perpazienti che regolano la stimolazione a basseampiezze e che sono <strong>di</strong> corporatura esile; ilneuromodulatore, poichè impiantato in unaFig.5: Neuromodulatorisacrali, modello 3058 e 302364


tasca sovraglutea, potrebbe creare dei problemi quando questipazienti sono seduti.Le <strong>di</strong>mensioni della batteria, cioè la scelta del modello è <strong>di</strong>scussacon il paziente prima dell‟intervento e <strong>di</strong>pende, soprattutto, dai valoridei parametri <strong>di</strong> cui la persona necess<strong>it</strong>a. Se questi richiedono unamaggiore durata della batteria e se si imposta l‟ampiezza ad unvoltaggio elevato, è consigliato l‟uso del modello 3023.Il programmatore del paziente, nominato dalla Medtronic InterStimiCon, è il telecomando con il quale la personapuò interagire con il proprio stimolatore.Sul mercato ci sono due modelli <strong>di</strong>programmatori:1. modello InterStim 3031: <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> unvano per una batteria da 9 volt e, sullaparte anteriore, <strong>di</strong> 4 pulsanti: 2 perl‟accensione e lo spegnimento del<strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo e 2 per mo<strong>di</strong>ficare (aumentareo <strong>di</strong>minuire) l‟intens<strong>it</strong>à della stimolazione(ampiezza). Sulla parte posteriore ci sono,Fig.6: InterStim 3031invece, delle spie che si riferiscono alfunzionamento del telecomando; se,attivando un pulsante anteriore, questenon si accendono significa che bisognasost<strong>it</strong>uire la batteria perché il telecomandoè scarico. Altre spie segnalano lo stato delneurostimolatore (se è accesa quellaarancione, l‟apparecchio è spento, mentrese è accesa quella verde è in funzione).Inoltre se sono entrambe spente significache il neurostimolatore ha esaur<strong>it</strong>o labatteria.Fig.7: InterStim 303765


2. modello IntreStim 3037: nuovo modello ideato dalla Medtronicnel 2006, anch‟esso è dotato <strong>di</strong> un vano per la batteria da 9volt e da 2 pulsanti per l‟attivazione e lo spegnimento. Ilpaziente regola l‟ampiezza e può accedere a quattroprogrammi tram<strong>it</strong>e un tasto <strong>di</strong> navigazione grigio posto sullaparte anteriore del telecomando.Fig.8: Compatibil<strong>it</strong>à tra neuromodulatori e programmatori del pazienteAnche se è ancora utilizzato da alcuni pazienti, il modello 3031 èentrato in <strong>di</strong>suso dal 2007. Da quell‟anno si usa infatti il modello 3037perché è un telecomando più piccolo e quin<strong>di</strong> più maneggevole per ilpaziente, è compatibile con entrambi i neurostimolatori impiantabili(mentre il 3031 era adattabile solo al modello 3023) ed infinepermette al paziente <strong>di</strong> giostrare su quattro programmi <strong>di</strong>stimolazione. Essi sono pre-impostati dall‟infermiere me<strong>di</strong>antel‟N‟vision.Questo programmatore è un palmare con cui l‟operatore puòselezionare i parametri dei quattro programmi <strong>di</strong> tutti i pazienti. Il tuttoè possibile grazie ad una comunicazione a luce infrarossa tral‟N‟vision e il programmatore personale del paziente. Una volta che66


l‟N‟vision ha riconosciuto il telecomando equin<strong>di</strong> il neuromodulatore a cui è collegato,l‟infermiere definisce i quattro programmiche possono essere totalmente <strong>di</strong>versi traloro oppure simili a due a due, ad esempioi due pari (programma 2 e 4) e i due<strong>di</strong>spari (programma 1 e 3) perun‟organizzazione più semplice per ilpaziente.Sull‟N‟vision, oltre ai quattro parametristandard (polar<strong>it</strong>à, ampiezza, durata efrequenza), si può impostare anche laciclic<strong>it</strong>à, cioè la modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> stimolazionedel neuromodulatore. Si stabiliscono iltempo ciclo ON, cioè il tempo <strong>di</strong>somministrazione effettiva dellastimolazione e il tempo ciclico OFF, cioè iltempo <strong>di</strong> riposo tra i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>stimolazione. Con una modal<strong>it</strong>à ciclica(non continua), che preveda l‟uso <strong>di</strong> tempiridottissimi <strong>di</strong> accensione (es. ON=0,2Fig.9: Esempio <strong>di</strong> programmazionesec.) e <strong>di</strong> spegnimento (es.OFF=0,2 sec.),si ottiene una percezione continua dello stimolo anche se ilneuromodulatore è spento per la metà del tempo. Questo consenteuna durata maggiore della batteria.Inoltre con l‟N‟vision l‟infermiere può controllare l‟impedenza, cioè lagrandezza fisica che rappresenta la resistenza al flusso <strong>di</strong> correnteelettrica nel sistema <strong>di</strong> stimolazione. È utile per valutare se vi è<strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> energia (impedenza>4000) dovuta ad esempio allarottura dei cavi <strong>di</strong> connessione.Il ciclo soft start e stop corrisponde alla funzione <strong>di</strong> stimolazione checonsente <strong>di</strong> aumentare gradatamente l‟ampiezza degli impulsi <strong>di</strong>67


stimolazione fino al valore programmato e <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire gradatamentel‟ampiezza al termine del ciclo <strong>di</strong> funzionamento. Quest‟ultimo èespresso come percentuale (rapporto) del tempo in cui il <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo<strong>di</strong> stimolazione è acceso (tempo ciclo ON) rispetto al tempo totale delciclo (tempo ciclo ON+OFF).Infine si può mon<strong>it</strong>orare la durata della batteria del neuromodulatoregrazie al segnale <strong>di</strong> esaurimento, punto in cui lo stimolatore stessosuggerisce la necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sost<strong>it</strong>uirlo perché la batteria è prossimaall‟esaurimento. Da questo momento ci sono ancora <strong>di</strong>versesettimane <strong>di</strong> funzionamento corretto prima che la batteria siesaurisca totalmente.L‟obiettivo finale della manipolazione dei parametri è <strong>di</strong> ottimizzare ladurata del neuromodulatore rispettando le esigenze del paziente.Questo si può ottenere mantenendo ampiezza, frequenza e duratad‟impulso ai valori più bassi nel modo più efficace possibile, ev<strong>it</strong>andola stimolazione unipolare (cassa pos<strong>it</strong>iva e polo negativo) edutilizzando il minor numero <strong>di</strong> poli (stimolazione bipolare) ed unamodal<strong>it</strong>à ciclica.5.3 Ricovero e impianto defin<strong>it</strong>ivoIl paziente si prepara, come nel 1° tempo, all‟impianto defin<strong>it</strong>ivo e ilgiorno precedente o la mattina stessa dell‟intervento, esegue ladoccia pre-operatoria in reparto.Dopo aver firmato il consenso informato specifico, è accompagnatoin sala operatoria, dove lo screener esterno sarà sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con ilneuromodulatore defin<strong>it</strong>ivo, alloggiato in una tasca sovraglutea.Durante il ricovero l‟infermiere compila la scheda del 2° tempo dellaneuromodulazione sacrale. In essa sono in<strong>di</strong>cati i dati anagrafici ed icontatti telefonici del paziente, la <strong>di</strong>agnosi, il lato <strong>di</strong> stimolazione, lasede del neuromodulatore e la compliance del paziente.68


5.4 Assistenza infermieristica post-impiantoIl paziente può riprendere la mobilizzazione dopo un‟ora, un‟ora emezza dal rientro dalla sala operatoria. L‟infermiere rileva i parametriv<strong>it</strong>ali e controlla le eventuali prescrizioni nella cartellaanestesiologica.In 1° giornata esegue le me<strong>di</strong>cazioni delle fer<strong>it</strong>e chirurgiche al gluteoed al fianco ed attiva il neuromodulatore, impostando inizialmentedue programmi con i parametri utilizzati nel corso del periodo <strong>di</strong>prova. In questo modo il paziente può provare due tipi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>stimolazione, imparando a cambiare programma.Prima della <strong>di</strong>missione l‟infermiere, in collaborazione con il paziente,definisce i quattro programmi e gli consegna il tesserino che“riconosce” il paziente portatore <strong>di</strong> pace-maker vescicale. In essosono riportati i dati anagrafici, il modello del sistema impiantato (conrelativo co<strong>di</strong>ce d‟identificazione) ed il nome del chirurgo responsabiledell‟impianto.5.5 Educazione al pazienteIn 1° giornata l‟infermiere inv<strong>it</strong>a il paziente a compilare, nuovamente,il <strong>di</strong>ario minzionale, gli consegna il programmatore personale e nedescrive la modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzo.L‟educazione del paziente prosegue poi con la trasmissione del verosignificato ed obiettivo della neuromodulazione sacrale e cioè quello<strong>di</strong> migliorare la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a del paziente. Egli, infatti, deveriprendere gradualmente le normali attiv<strong>it</strong>à quoti<strong>di</strong>ane, prestandoattenzione ad alcuni accorgimenti.Tutto ciò che utilizza elettric<strong>it</strong>à genera un campo elettromagnetico,compreso il sistema della neuromodulazione. Questo significa che ilpaziente <strong>di</strong>venta rilevatore <strong>di</strong> campi elettromagnetici, cioè che ilpace-maker può essere influenzato dalla presenza <strong>di</strong> campi69


elettromagnetici. L‟interazione tra i due campi non altera laprogrammazione dei parametri, ma, se il campo rilevato èabbastanza ampio, il neuromodulatore può spegnersi.La relazione con un altro campo elettromagnetico sarà avvert<strong>it</strong>a dalpaziente come parestesie fasti<strong>di</strong>ose (piccole scosse), questoaccadrà per esempio in auto con navigatore satell<strong>it</strong>are portatile,quando due telefonini saranno in connessione bluetooth ed ancoraattraversando le porte ant<strong>it</strong>accheggio. Nell‟ultimo caso, per alleviarela sensazione spiacevole, si avvisa il paziente <strong>di</strong> oltrepassarlelentamente.Il paziente dovrà spegnere il neuromodulatore, per ev<strong>it</strong>are d‟inficiarele tecniche, quando si sottoporrà ad esami qualil‟elettrocar<strong>di</strong>ogramma (E.C.G.), l‟elettroencefalogramma (E.E.G.),l‟elettromiografia (E.M.G.) e l‟holter car<strong>di</strong>aco ed ad interventichirurgici e vis<strong>it</strong>e dentistiche. È consigliato, inoltre, <strong>di</strong> spegnerlodurante esami ra<strong>di</strong>ologici (compresa la mammografia), gastroscopia,rettoscopia, agopuntura e durante il periodo <strong>di</strong> gravidanza, questoviene <strong>di</strong>scusso tra il me<strong>di</strong>co e la paziente, in relazione al suo<strong>di</strong>sturbo.Per il paziente portatore <strong>di</strong> pace-maker vescicale sono controin<strong>di</strong>catele iniezioni nella zona glutea, dove è alloggiato lo stimolatore, <strong>it</strong>rattamenti <strong>di</strong> fisiochinesi terapia (F.K.T.) con magnetoterapia e<strong>di</strong>atermia terapeutica ad ultrasuoni ed anche la <strong>di</strong>atermia ad ondecorte, a micro onde. L‟energia della <strong>di</strong>atermia può essere trasfer<strong>it</strong>aall‟impianto e perciò risulta dannosa. La risonanza magnetica, se nonstrettamente necessaria, non è raccomandata.L‟infermiere spiega al paziente che, in aeroporto, in tribunale, aiconcerti od ovunque vi siano <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi <strong>di</strong> rilevamento metalli“ant<strong>it</strong>errorismo”, dovrà segnalare <strong>di</strong> essere portatore <strong>di</strong> pace-maker(senza specificarne la sede), mostrando il tesserino, e richiedere laperquisizione manuale.70


Il paziente sarà libero <strong>di</strong> compiere tutte le attiv<strong>it</strong>à quoti<strong>di</strong>ane quali farela doccia od il bagno, guidare, andare in bicicletta, fare vis<strong>it</strong>eme<strong>di</strong>che specializzate, attiv<strong>it</strong>à sessuale ed attiv<strong>it</strong>à sportiva.5.6 Dimissione e follow-upLa <strong>di</strong>missione del paziente avviene, sol<strong>it</strong>amente, dopo due, tre giornidall‟intervento. L‟infermiere gli ricorda <strong>di</strong> me<strong>di</strong>care, se necessario, lafer<strong>it</strong>a chirurgica al gluteo (con l‟aiuto <strong>di</strong> un famigliare) e <strong>di</strong> compilare,quoti<strong>di</strong>anamente, il <strong>di</strong>ario minzionale.Viene programmato un controllo una settimana dopo l'impiantodefin<strong>it</strong>ivo e uno schema <strong>di</strong> follow-up nel tempo, ma se necessariosarà il paziente a richiedere eventuali mo<strong>di</strong>fiche dei parametri.Le mo<strong>di</strong>fiche dei parametri per la stimolazione cronica del nervosacrale si rendono necessarie alla ripresa dei sintomi inizialilamentati prima dell'impianto, ed ogni volta che la sede delleparestesie avvert<strong>it</strong>e dal paziente varia.L‟infermiere riporta, nella cartella <strong>di</strong> follow-up del 2° tempo, i datianagrafici del paziente, la sede dell‟elettrodo, il modello <strong>di</strong>neuromodulatore e, soprattutto, la valutazione clinica e la complianceraggiunta alla <strong>di</strong>missione.È importante che, tra un controllo e l‟altro, si mantenga unacomunicazione telefonica con il paziente, almeno nel primo periodo,necessaria anche per ricordargli la necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cambiare iprogrammi, non utilizzando sempre la stessa stimolazione che, alungo andare potrebbe assuefare i nervi.71


5.7 ProgrammazioneLa programmazione consiste nell‟impostazione dei quattro parametriin ognuno dei quattro programmi. In letteratura non sono presentistu<strong>di</strong> che identifichino valori standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> programmazione inrelazione alle <strong>di</strong>verse patologie, quin<strong>di</strong> la programmazione è dotata<strong>di</strong> una variabil<strong>it</strong>à interin<strong>di</strong>viduale.Nel centro <strong>di</strong> N.M.S. del Maria Adelaide, la dottoressa Bertapelle hacondotto uno stu<strong>di</strong>o interno con l‟obiettivo <strong>di</strong> trovare una relazione traparametri e patologie. Sono stati inclusi solo i pazienti con un quadroclinico chiaro <strong>di</strong> incontinenza da urgenza, <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria daacontrattil<strong>it</strong>à detrusoriale e da ostruzione funzionale ed, infine, <strong>di</strong>dolore pelvico.Dai risultati ottenuti si evince che esiste una relazione tra le patologiee i parametri, in particolare la frequenza. Nei pazienti con dolorepelvico la stimolazione è efficace ad alta frequenza (70-90 hz),mentre è l‟opposto nei pazienti con r<strong>it</strong>enzione urinaria da ostruzionefunzionale (5 hz).Incontinenza da urgenzaDurata: 210 msec.Frequenza:‣ programma 1 e programma 3: 10 hz‣ programma 2 e programma 4: 21 hzPolar<strong>it</strong>à: sulla base della sensibil<strong>it</strong>à rifer<strong>it</strong>a dalla/dal pazienteAmpiezza: 1-10 VNote: se la stimolazione viene avvert<strong>it</strong>a irra<strong>di</strong>ata al gluteo oall'inguine (troppo tessuto stimolato): ridurre la durata a 150 o 160msecCercare <strong>di</strong> avere la polar<strong>it</strong>à invert<strong>it</strong>a sui <strong>di</strong>versi programmi (esprogramma 1: 0-/2+ e programma 2: 0+/2-)72


R<strong>it</strong>enzione urinaria da ostruzione funzionaleDurata: 210 msecFrequenza:‣ programma 1 e programma 3: 10 hz‣ programma 2 e programma 4: 40 hzPolar<strong>it</strong>à: sulla base della sensibil<strong>it</strong>à rifer<strong>it</strong>a dalla/dal pazienteAmpiezza: 1-10 VNote: consigliare alla/al paziente <strong>di</strong> stimolare preferibilmente con iprogrammi pari 2 o 4R<strong>it</strong>enzione urinaria da acontrattil<strong>it</strong>à detrusorialeDurata: 210 msecFrequenza:‣ programma 1 e programma 3: 21 hz‣ programma 2 e programma 4: 5 hzPolar<strong>it</strong>à: sulla base della sensibil<strong>it</strong>à rifer<strong>it</strong>a dalla/dal paziente.Ampiezza: 1-10 VNote: consigliare alla/al paziente <strong>di</strong> stimolare preferibilmente con ilprogramma 2 o 4.Dolore/cist<strong>it</strong>e interstizialeDurata: 120-150 msecFrequenza:‣ programma 1 e programma 3: 70 hz‣ programma 2 e programma 4: 90 hzPolar<strong>it</strong>à: sulla base della sensibil<strong>it</strong>à rifer<strong>it</strong>a dalla/dal pazienteAmpiezza: 1-10 V73


5.8 Gestione delle complicanzeL‟infermiere, in collaborazione con il me<strong>di</strong>co, si trova ad affrontareanche delle complicanze, la maggior parte delle quali sono legate almalfunzionamento del sistema della neuromodulazione che puòportare a:1. ripresa dei sintomi con parestesie avvert<strong>it</strong>e in posizionecongrua.2. parestesie presenti, ma avvert<strong>it</strong>e in posizione non congrua(gluteo, coscia, gamba, piede).3. ripresa dei sintomi con parestesie avvert<strong>it</strong>e in posizione noncongrua.4. ripresa del sintomi con parestesie assenti.5. dolore nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> alloggiamento delle componenti delsistema.Nel 1° e nel 2° caso si cambiano i parametri e, se non vi è unmiglioramento si consiglia al paziente una terapia associativa. Seanche questa ha es<strong>it</strong>o negativo, si procede con un 1° tempocontrolaterale con <strong>di</strong>sattivazione dell‟altro neuromodulatore.Nel 3° caso, oltre a cambiare i parametri, si procede imme<strong>di</strong>atamentead un controllo ra<strong>di</strong>ologico, con il quale si può avere la conferma <strong>di</strong>uno sposizionamento, a cui seguirà la revisione chirurgica.Il 4° caso può essere causato da un‟apertura del circu<strong>it</strong>o, perciò sicontrolla l‟impedenza.Infine, nell‟ultimo caso si spegne sub<strong>it</strong>o il <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo; se il doloreregre<strong>di</strong>sce, significa che era causato da una <strong>di</strong>spersione elettricaproveniente dall‟elettrodo o dal pace-maker, se, invece, non migliorasi tratta <strong>di</strong> un problema anatomico legato alla tasca sovragluteadovuto ad ipersensibil<strong>it</strong>à locale. Il sistema rimane spento ed ilpaziente applica dei cerotti cortisonici per ridurre l‟infiammazionelocale. Se il dolore persiste, si procede con la revisione chirurgicadella tasca.74


Cap<strong>it</strong>olo 6L’OPUSCOLO INFORMATIVO75


L’opuscolo informativoL‟idea <strong>di</strong> realizzare quest‟opuscolo è nata durante la mia esperienzanella struttura complessa <strong>di</strong> neuro-urologia del Maria Adelaide.Entrando in relazione con i pazienti del centro, ho notato che lapaura più grande è quella <strong>di</strong> non saper gestire in modo adeguato ilproprio neuromodulatore sacrale, una volta tornati a casa.L‟opuscolo “IL VOSTRO NEUROMODULATORE SACRALE” èin<strong>di</strong>rizzato ai pazienti impiantati, ma anche a quei pazienti che nonconoscono la neuromodulazione sacrale e che intendono sottoporsia questo tipo <strong>di</strong> terapia.L‟opuscolo, con immagini ed un linguaggio semplice e chiaro, mira afornire informazioni circa:‣ definizione della N.M.S. e delle patologie.‣ descrizione degli interventi e dei <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi.‣ consigli per la gestione ottimale del neuromodulatore.76


OPUSCOLOIL VOSTRO NEUROMODULATORE SACRALELA NEUROMODULAZIONE SACRALE (N.M.S.)‣ è un‟opzione terapeutica per le persone che soffronod‟incontinenza da urgenza e r<strong>it</strong>enzione urinaria non ostuttiva(non neurologica) e <strong>di</strong> dolore pelvico, che non rispondonopos<strong>it</strong>ivamente alle terapie convenzionali (ad es. ai farmaci).‣ è una tecnica mini-chirurgica che permette, me<strong>di</strong>antel‟impianto <strong>di</strong> un elettrodo a livello sacrale, <strong>di</strong> stimolare i nervisacrali responsabili della contrazione della vescica e deimuscoli del pavimento pelvico.‣ Si <strong>di</strong>vide in 2fasi: il 1° tempo ed il 2° tempo.LE PATOLOGIE PER LA N.M.S.1. L‟incontinenza urinaria: è una con<strong>di</strong>zione caratterizzata daper<strong>di</strong>ta involontaria e continua <strong>di</strong> quant<strong>it</strong>à rilevanti <strong>di</strong> urina. Tresono le forme principali <strong>di</strong> incontinenza: quella da stress, cosìdefin<strong>it</strong>a in quanto la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> urine si associa ad aumentodella pressione addominale, per esempio dopo un colpo <strong>di</strong>tosse oppure sollevando pesi; quella da urgenza, in cui laper<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> urine <strong>di</strong>pende da una contrazione non volontaria enon sopprimibile della vescica ed infine, quella da rigurg<strong>it</strong>o,cioè quando la vescica si riempie oltre la sue capac<strong>it</strong>à e siperde l‟urina.2. l‟incontinenza urinaria: è una con<strong>di</strong>zione caratterizzata dallapresenza <strong>di</strong> urina nella vescica perché quest‟ultima è77


incapace <strong>di</strong> svuotarsi. Si <strong>di</strong>vide in due tipi: la r<strong>it</strong>enzioneostruttiva (causata da un ostacolo, per es. un calcolo) e lar<strong>it</strong>enzione non ostruttiva <strong>di</strong> origine neurologica o daacontrattil<strong>it</strong>à della vescica (non neurologica)3. dolore pelvico: può essere acuto (durata inferiore ai 2-3 mesi)o cronico (durata maggiore o uguale ai 6 mesi). Le causepossono essere molteplici: problemi ginecologici, urinari,gastrointestinali, muscolo-scheletrici, cist<strong>it</strong>e interstiziale ecc..IL 1° TEMPO‣ il paziente è ricoverato per 2-3 giorni. È sottoposto al primointervento mini-chirurgico in anestesia locale durante il quale èimpiantato l‟elettrodo, che è collegato ad uno stimolatoreesterno (screener), me<strong>di</strong>ante cavo <strong>di</strong> estensione.‣ Dopo l‟intervento il paziente presenta una me<strong>di</strong>cazione alivello del sacro e una sul fianco dal quale fuoriesce il cavoconnesso allo stimolatore, con cui dovrà convivere per 2 mesicirca.‣ Il paziente sarà educato dagli infermieri in mer<strong>it</strong>o all‟utilizzodello screener. Potrà regolare l‟ampiezza, cioè l‟intens<strong>it</strong>àdell‟impulso e compilare accuratamente il <strong>di</strong>ario minzionale.‣ Se, durante i mesi <strong>di</strong> prova, migliorano i sintomi il pazientesarò sottoposto all‟impianto defin<strong>it</strong>ivo (o 2° tempo)IL 2° TEMPO‣ Il paziente è, nuovamente, ricoverato per 2-3 giorni ed èsottoposto al 2° intervento in anestesia locale in cui lostimolatore esterno è sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal neuromodulatore. Esso è78


collegato al cavo <strong>di</strong> estensione, tunnellizzato sotto cute, e d èalloggiato in una tasca sovraglutea.‣ Il paziente riceverà il telecomando con il quale potràaccendere e spegnere il pace-maker e cambiare 4 programmicon parametri <strong>di</strong> stimolazione <strong>di</strong>versa.‣ Una volta <strong>di</strong>messo dovrà continuare a compilare il <strong>di</strong>ariominzionale e recarsi al centro <strong>di</strong> N.M.S.per i controlli perio<strong>di</strong>ci.COSA SIGNIFICA ESSERE PORTATORE DI PACE-MAKERVESCICALE?‣ Significa avere dentro <strong>di</strong> se un <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo che può essereinfluenzato dalla presenza <strong>di</strong> campi elettromagnetici.‣ L‟ambiente che ci circonda, oggi, è “inquinato” da un grandenumero <strong>di</strong> onde elettromagnetiche.‣ Dopo l‟intervento il paziente sarà “rilevatore <strong>di</strong> campielettromagnetici” che, nella maggior parte dei casi nonalterano il funzionamento del neuromodulatore, ma farannosentire più o meno forti le parestesie <strong>di</strong> stimolazione (simili apiccole scosse).QUANDO AVVERTIRò LE PARESTESIE “FASTIDIOSE”?‣ In auto con navigatore satell<strong>it</strong>are portatile‣ Quando 2 telefonini saranno in connessione bluetooth‣ Attraversando i <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi ant<strong>it</strong>accheggio (passarli lentamenteper alleviare la sensazione spiacevole)79


QUANDO DOVRO‟ SPEGNERE IL NEUROMODULATORE CON ILMIO TELECOMANDO?-ECG-EMG-EEG-dentista-holter car<strong>di</strong>aco-interventi chirurgicie gravidanza (<strong>di</strong>scuterne con il me<strong>di</strong>co)COSA NON POTRO‟ FARE?‣ Trattamenti <strong>di</strong> FKT con <strong>di</strong>atermia e magnetoterapia‣ Iniezioni sulla zona glutea (dove c‟è lo stimolatore)‣ RMN (se non strettamente necessaria)QUANDO E‟ CONSIGLIATO SPEGNERE LO STIMOLATORE?‣ Esami ra<strong>di</strong>ologici‣ Gastroscopia‣ Rettoscopia‣ AgopunturaQUANDO DOVRO‟ SEGNALARE DI ESSERE POTTATORE DIPACE-MAKER?‣ In aeroporto‣ In tribunale‣ ai concerti80


ed ovunque vi siano <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi <strong>di</strong> rilevamento metalli “ant<strong>it</strong>errorismo”.In questi casi dovrò MOSTRARE il TESSERINO e chiedereesclusivamente la perquisizione manuale.POTRO‟ E DOVRO‟ FARE TUTTO IL RESTO-doccia/bagno-guidare-attiv<strong>it</strong>à sessuale-sport-vis<strong>it</strong>e me<strong>di</strong>che specialisticheecc.QUANDO DOVRO‟ RECARMI AL CENTRO DI N.M.S.?‣ ai controlli stabil<strong>it</strong>i dal piano <strong>di</strong> follow-up‣ quando il paziente avverte le parestesie in sede non congrua(gluteo, coscia, gamba, piede) e quin<strong>di</strong> necess<strong>it</strong>a <strong>di</strong> un cambio<strong>di</strong> parametri‣ tutte le volte che ha bisogno <strong>di</strong> esporre un qualsiasi problema81


BIBLIOGRAFIA82


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RingraziamentiGrazie ai miei gen<strong>it</strong>oriche mi hanno permesso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>aree hanno creduto in me fino alla fineGrazie alla mia sorellina Eleonorache mi sopportae continuerà a farloGrazie ai miei nonniche hanno pregato per mee mi hanno “serv<strong>it</strong>o e river<strong>it</strong>o”durante tutti i tirociniGrazie ai miei amiciche mi hanno segu<strong>it</strong>oin questo faticoso percorsoGrazie alle mie compagne <strong>di</strong> viaggioNa<strong>di</strong>a e Laurache mi hanno coccolatoper tre lunghi annie con cui ho con<strong>di</strong>viso tutto,anche “Antonella” (vero Na<strong>di</strong>a!!!)89

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