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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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«incassate» più agevolmente, non si verifica <strong>la</strong> medesima cosa <strong>per</strong> l’adolescente in cui «lecontrapposizioni di maschile e femminile» regnano supreme.A suo avviso, mentre il bambino tramite i meccanismi di identificazione e l’instaurarsi delSu<strong>per</strong>-Io trova <strong>una</strong> risoluzione all’e<strong>la</strong>borazione dell’Edipo positivo, l’adolescente si trovamaggiormente di fronte al compito di trasformare l’Edipo negativo, cioè l’amore sessuale <strong>per</strong> ilgenitore dello stesso sesso.Se teniamo conto che l’adolescenza è vista dagli autori che si rial<strong>la</strong>cciano al<strong>la</strong> teoria del<strong>la</strong>ricapito<strong>la</strong>zione come <strong>una</strong> “seconda opportunità” prima di un certo cristallizzarsi e assetto definitivodel<strong>la</strong> <strong>per</strong>sonalità si comprende l’aspetto drammatico” con cui viene letta <strong>la</strong> situazioneadolescenziale in cui, si potrebbe dire, vengono al pettine i nodi delle età precedenti: di fronte alcompito evolutivo di marcare i confini tra eterosessualità, omosessualità, <strong>per</strong>versione, sono menotollerabili le “coesistenze” di emozioni e sentimenti presenti nel bambino.I Laufer (1984) non a caso hanno messo in partico<strong>la</strong>re evidenza come l’adolescente vivaangosciosamente il tema del possesso del proprio corpo. Anche in questo caso ci si trova di fronte a<strong>una</strong> <strong>per</strong>dita di stabili parametri di riferimento, al non riuscire a mantenere più il controllo sul<strong>la</strong>propria dimensione somatica che inspiegabilmente comincia a trasformarsi e a sfuggire ai limiti e aiconfini che l’infanzia aveva saldamente definito.In questa prospettiva <strong>la</strong> masturbazione lungi dall’essere semplicemente collegata all’aspettomaturativo del<strong>la</strong> pubertà appare come un procedimento destinato a padroneggiare sul piano mentalel’es<strong>per</strong>ienza delle trasformazioni del corpo.Questa tematica di conflitto con il corpo, il tentativo di control<strong>la</strong>re l’eccitamento e <strong>la</strong>governabilità del<strong>la</strong> dimensione somatica con un misto di attrazione e paura, è stata ampiamentedescritta nel<strong>la</strong> letteratura psicoanalitica. In questa direzione, Anna Freud (1936, 1957) hafelicemente colto quelle strategie volte a ricercare un rifugio nel<strong>la</strong> dimensione del pensiero nonsoltanto sul piano dell'acquisizione di più complesse capacità logico-formali, ma anche sul piano dimodalità difensive, come <strong>per</strong> esempio l’intellettualizzazione, volte a tenere a bada il “corpo ribelle”.Se l’adolescenza appare come un momento di acquisizioni e trasformazioni, <strong>per</strong> altri versi èstata messa in evidenza anche <strong>la</strong> dimensione di <strong>per</strong>dita e di lutto da e<strong>la</strong>borare (A. Freud, 1957;Aberastury, 1971; Winnicott, 1971; Grasso, 1981; Giaconia, 1989; Ladame, 1989). In primo luogo<strong>per</strong> il proprio corpo infantile che cambia e non rimane più come prima, in secondo luogo <strong>per</strong>dita deigenitori “infantili”, sia nel senso del distacco dal<strong>la</strong> autorità genitoriale, sia nel senso del<strong>la</strong> deidealizzazione,sia in quello più sottile del<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita del tipo di re<strong>la</strong>zione protettiva e con precisipunti di riferimento tra un bambino e i suoi genitori.Bisogna anche aggiungere che se è stato enfatizzato l’aspetto più esplosivo e oppositoriodell’adolescenza, non deve essere trascurata <strong>la</strong> dimensione depressiva legata al senso di <strong>per</strong>ditainsito nelle trasformazioni adolescenziali, dimensione più silente e talora più sfumata e menoevidente, ma tuttavia rilevante e da non trascurare.Coloro che invece mettono più in evidenza il tema delle identificazioni strutturanti sonomeno interessati al<strong>la</strong> dinamica delle pulsioni, ma volgono maggiormente <strong>la</strong> loro attenzione alprocesso con cui l’adolescente <strong>per</strong>viene a individuarsi.E. Erikson (1963, 1964, 1982) vede <strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> propria identità da parte dell’adolescentenei termini di <strong>una</strong> continuità con l’infanzia e coglie <strong>la</strong> peculiarità di questo <strong>per</strong>iodo nel tema del<strong>la</strong>“fedeltà”. Per Erikson l’essere umano è sempre impegnato nello sforzo di conservare <strong>la</strong> propriaindividualità in un mondo di forze tra loro contrastanti al fine di conquistare <strong>una</strong> propria posizionecaratterizzata dai requisiti di centralità, integrità e iniziativa. Tale obiettivo appare tuttaviapartico<strong>la</strong>rmente rilevante nell’adolescenza che egli considera un <strong>per</strong>iodo “naturale” di sradicamentoe di crisi d’identità a cui il ragazzo o <strong>la</strong> ragazza reagisce secondo modalità che dipenderanno dacome nel <strong>per</strong>iodo infantile sono stati integrati i differenti elementi dell’identità.In questa prospettiva, <strong>la</strong> società ha un ruolo molto importante nel facilitare o <strong>per</strong>mettereall’adolescente di sviluppare o di integrare le diverse tappe dello sviluppo. In caso contrario,6

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