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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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chiamava inner turmoil , rappresentata dai sentimenti di tristezza e disistima, assai comune tra gliadolescenti.In questo senso, mi sembra condivisibile quanto osserva Novelletto (1986) che di fronteall’ormai inf<strong>la</strong>zionato concetto di crisi propone di adottare quello di arresto di sviluppo, segna<strong>la</strong>ndosoprattutto il rischio di non cogliere, sia nel<strong>la</strong> sfera del<strong>la</strong> sessualità che nel<strong>la</strong> vita di re<strong>la</strong>zione, <strong>una</strong>situazione difficile sebbene silente e non “gridata”. Osservazione del resto presente, seppure conaccentuazioni diverse anche in altri autori (Meltzer, I 978a; Kestemberg, 1980; Lussana, 1989).Quindi più che fare riferimento all’aspetto necessario e ineluttabile di <strong>una</strong> crisi — sia che siadotti il vertice maturazionista che enfatizza il ruolo del<strong>la</strong> pubertà e dei cambiamenti del corpo, sia‘che si accentui <strong>la</strong> lettura romantica dell’adolescenza come ribellione ai genitori — mi sembramaggiormente valido prendere in considerazione due livelli di lettura tra loro interre<strong>la</strong>ti: in primoluogo i temi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di coerenza nei significati delle proprie transazioni interne, cheportano l’adolescente a confusioni nel riconoscimento di sé e <strong>degli</strong> altri senza più potere fareriferimento come prima agli oggetti primari del<strong>la</strong> propria infanzia, in secondo luogo <strong>la</strong> concausa difattori esterni nel<strong>la</strong> rete di re<strong>la</strong>zioni affettive che ci portano a tenere conto di diverse situazioni nelcontesto di appartenenza.1. 3. Il funzionamento psichico dell’adolescenteL’epoca adolescenziale è vista generalmente come un momento di passaggio, ditrasformazioni, di cambiamento sebbene, come già accennato, le posizioni teoriche tra i vari autoridivergono mettendo in evidenza differenti aspetti di cui gli elementi più rilevanti sono il ruolo del<strong>la</strong>pubertà, delle trasformazioni del corpo, il controllo delle pulsioni, il disinvestimento dai legamiinfantili, il problema dell’identità (Blos, 1978; Del Carlo Giannini, 1983; Novelletto, 1986;Marcelli, Braconnier, 1988; Senise, 1985; Dazzi, Muscetta, 1990).Data <strong>la</strong> vastità e <strong>la</strong> complessità del<strong>la</strong> letteratura psicoanalitica non è possibile farne <strong>una</strong>disanima artico<strong>la</strong>ta; vi è infatti <strong>una</strong> contrapposizione tra gli autori che fanno più riferimento a <strong>una</strong>visione pulsionale dell’apparato psichico e quindi sottolineano il tema del conflitto e quelli piùcentrati sul<strong>la</strong> teoria delle re<strong>la</strong>zioni oggettuali. O, <strong>per</strong> dir<strong>la</strong> in altri termini, vi è non poca divergenzatra coloro che sottolineano le radici corporee dell’es<strong>per</strong>ienza mentale, come fa, <strong>per</strong> esempio, Laufer,e coloro che danno <strong>una</strong> maggiore valorizzazione al contesto in cui l’adolescente vive, comeMeltzer.Ciò premesso, a mio avviso possono essere individuate alcune linee interpretative di fondoanche se non debbono essere intese in modo rigido: <strong>la</strong> teoria dell’adolescenza come ricapito<strong>la</strong>zione;il tema delle identificazioni strutturanti; l’adolescenza intesa come un <strong>per</strong>iodo di confusione eoscil<strong>la</strong>zione selvaggia tra gli investimenti su di sé o sul mondo esterno.La teoria dell’adolescenza come ricapito<strong>la</strong>zione è sostenuta soprattutto da quegli autori comeAnna Freud, Blos, Laufer, Ladame che si rial<strong>la</strong>cciano maggiormente al modello strutturale dellepulsioni di Freud e quindi sottolineano l’importanza del<strong>la</strong> pubertà, dei cambiamenti somatici e i loroeffetti sul piano mentale. In questa prospettiva viene messa in evidenza <strong>la</strong> lotta contro il riattivarsidel<strong>la</strong> sessualità infantile, il ruolo dei meccanismi di difesa contro le pulsioni, il disinvestimentodagli oggetti primari.Anna Freud (1957) ha visto l’adolescenza come <strong>una</strong> sorta di «lotta emotiva» contro leemozioni all’insegna dell’estrema urgenza e immediatezza. La pubertà, infatti, caratterizzata dal<strong>la</strong>comparsa del<strong>la</strong> capacità orgasmica può comportare un’esplosione libidica sia nel senso di doverfronteggiare le forti pulsioni genitali sia nel senso di tenere a bada <strong>la</strong> regressione verso le pulsionipregenitali.Si ripropongono inoltre i temi legati alle dinamiche del complesso edipico con forti eambivalenti emozioni verso i genitori. Blos (1978) tuttavia acutamente osserva che <strong>la</strong> risoluzionedel complesso edipico viene completata e non solo ripetuta durante l’adolescenza.Egli sottolinea in partico<strong>la</strong>re il problema del complesso edipico negativo e ritiene che mentrenel bambino le dimensioni bisessuali o <strong>la</strong> contemporanea attrazione verso il padre e <strong>la</strong> madre sono5

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