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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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La scelta tra l’essere egli stesso i suoi genitori e il sentire e il teorizzare che si è creato da soloe che è il figlio di <strong>una</strong> qualche entità astratta genitoriale come, ad esempio, Dio o <strong>una</strong> partico<strong>la</strong>resquadra di calcio, è estremamente cruciale. Questa è <strong>la</strong> crisi d’identità, è un ‘altra area diconfusione che ricopre tutte le altre confusioni [corsivo nostro, N.d.A.], è il problema essenziale delmondo <strong>degli</strong> adolescenti.E rispetto a questa dinamica di fondo e soprattutto al tentativo di risolver<strong>la</strong> che sorge <strong>la</strong>possibilità di identificarsi con <strong>la</strong> comunità <strong>degli</strong> adolescenti o di essere un individuo iso<strong>la</strong>to con ideegrandiose come quelle di avere <strong>una</strong> missione unica nel mondo.Meltzer mette infatti in evidenza che l’adolescente si trova in un partico<strong>la</strong>re momentoevolutivo, in <strong>una</strong> sorta di quadrivio tra quattro comunità: quel<strong>la</strong> dei bambini, quel<strong>la</strong> <strong>degli</strong> adulti,quel<strong>la</strong> dei coetanei e l’iso<strong>la</strong>mento. Ogni partecipazione a ciasc<strong>una</strong> di queste quattro possibilitàimplica stati del<strong>la</strong> mente differenti e molto iso<strong>la</strong>ti gli uni dagli altri e <strong>per</strong> giunta mutevoli ecangevoli.L’adolescente è infatti secondo Meltzer in costante movimento in avanti e indietro fra questequattro posizioni nel tentativo di su<strong>per</strong>are uno stato di confusione e disillusione rispettoall’organizzazione del mondo che aveva s<strong>per</strong>imentato nel<strong>la</strong> prima infanzia e nell’intento diripristinare un senso di unitarietà.Partico<strong>la</strong>rmente felice mi sembra <strong>la</strong> descrizione di questo movimento oscil<strong>la</strong>torio: gliadolescenti possono cercare infatti di trovare <strong>la</strong> propria strada in avanti nell’essere adulti, nel sensocioè di essere potenti e indipendenti, ma contemporaneamente possono cercare <strong>la</strong> loro stradaindietro nel contatto con le figure che conoscevano tutto, almeno in fantasia, o potevano far tutto.Sono cioè impegnati nel tracciare <strong>la</strong> complessa distinzione tra adulto e bambino.Oppure possono cercare <strong>la</strong> loro strada avanti <strong>per</strong> mezzo dell’acting, <strong>per</strong> esempio <strong>per</strong> mezzodei rapporti sessuali o su<strong>per</strong>ando gli esami, o guadagnando soldi, tuttavia possono anche trovare <strong>la</strong>propria strada indietro nel sognare, nel fare fantasie, o interessandosi di arte, letteratura o problemifilosofici.E proprio questa oscil<strong>la</strong>zione tra investimenti sul mondo interno o esterno, tra azione epensieri astratti, tra sentimenti di intolleranza e mancanza di pietà oppure di altruismo e disensibilità che consiste “lo straordinario splitting” in cui si trova l’adolescente.Il punto cruciale nel<strong>la</strong> sua indecisione tra questo andare avanti o tornare indietro è il problemache riguarda <strong>la</strong> sofferenza mentale, se potrà cioè essere tollerato il dolore mentale e vi sarà <strong>una</strong> certaCapacita di aspettare che <strong>la</strong> confusione si chiarisca, oppure se tale stato, proprio dell’adolescenza,sarà evitato e non sarà vissuto fino in fondo.Meltzer in effetti suggerisce che è nel<strong>la</strong> comunità <strong>degli</strong> adolescenti, da intendersi come <strong>la</strong>transitoria coincidenza tra uno stato del<strong>la</strong> mente e <strong>la</strong> realtà esterna, che i ragazzi possono reggere eidealizzare <strong>la</strong> confusione.La fiducia e il riferimento massiccio al<strong>la</strong> comunità <strong>degli</strong> adulti con <strong>la</strong> conseguente ricerca delsuccesso e dello status sociale, può implicare invece <strong>la</strong> negazione del<strong>la</strong> confusione. Sono quegliadolescenti descritti da Meltzer come spietati ed efficienti che non si vedono in <strong>psicoterapia</strong>, mapotranno avere notevoli difficoltà da adulti.Vi può essere <strong>una</strong> terza possibilità, il tornare indietro nel<strong>la</strong> famiglia ristabilendo <strong>la</strong>idealizzazione dei genitori. Sono quelle situazioni che devono essere intese come un prolungamentodel<strong>la</strong> <strong>la</strong>tenza e sottendono <strong>la</strong> fantasia che ci si aspetta sempre che qualcuno venga in aiuto. Infine, vipuò essere l’iso<strong>la</strong>mento che ha come conseguenza l’accentuarsi del<strong>la</strong> megalomania edell’onnipotenza e che Meltzer vede come espressione di un crollo di <strong>una</strong> “grave” idealizzazionedei genitori con l’incapacità inoltre di ricostruir<strong>la</strong> con “investimenti” più concreti sul piano del<strong>la</strong>vita sociale e dei legami affettivi.Non a caso partico<strong>la</strong>re attenzione è data da Meltzer (1978b) al<strong>la</strong> funzione del gruppo deicoetanei che è il posto dove l’adolescente riesce a cristallizzare le continue oscil<strong>la</strong>zioni,20

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