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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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agitati da compiere gli atti antisociali che aggiusterebbero le cose. Ma se nel gruppo c’è unelemento antisociale, o due o tre, pronti a comportarsi in modo antisociale, questo fatto tutti gli altri,li fa sentire reali, e temporaneamente struttura il gruppo.Si potrebbe dire che l’adolescenza <strong>per</strong> Winnicott è <strong>una</strong> fase di transizione in cui si oscil<strong>la</strong> tra<strong>la</strong> capacità di reggere <strong>la</strong> depressione nel non sentirsi ancora reali e compiuti e l’uso dell’aggressivitàe <strong>degli</strong> acting out che hanno <strong>una</strong> funzione apparentemente e temporaneamente integrativa eautoaffermativa.La grande <strong>sfida</strong> <strong>degli</strong> adolescenti al mondo <strong>degli</strong> adulti non è tanto da vedersi nel “fastidio”che <strong>la</strong> loro condotta e problematicità comporta, ma è piuttosto nell’andare a toccare quel<strong>la</strong> parte dinoi, più o meno grande a seconda dei casi, che non ha vissuto fino in fondo <strong>la</strong> crisi depressiva chel’adolescenza comporta.2.7. Confusione e crisi d’identitàIl contributo di Meltzer sull’adolescenza deve essere visto all’interno del tentativo, che puòessere considerato più o meno riuscito, di collegare le caratteristiche del<strong>la</strong> mente con il contesto quida intendersi come al<strong>la</strong>rgamento del luogo mentale dell’Inconscio sul<strong>la</strong> scorta del<strong>la</strong> lettura intermini più re<strong>la</strong>zionali del concetto d’identificazione proiettiva.L’accento nel<strong>la</strong> problematica adolescenziale viene tolto al<strong>la</strong> sessualità tout court e postomaggiormente sulle preoccupazioni del<strong>la</strong> conoscenza e del capire in linea con i temi del modellokleiniano. Meltzer mette in evidenza due aspetti di fondo tra loro collegati:a) in primo luogo, ricollega <strong>la</strong> crisi d’identità adolescenziale al concetto di confusioneche vede determinato a sua volta dal<strong>la</strong> caduta dell’onnipotenza e del<strong>la</strong> conoscenza magica infantile;b) in secondo luogo, sottolinea <strong>la</strong> difficoltà di entrare in contatto con gli adolescentidata <strong>la</strong> mobilità dei loro riferimenti mentali che oscil<strong>la</strong>no tra <strong>la</strong> comunità dei pari, <strong>degli</strong> adulti, del<strong>la</strong>famiglia o infine nell’iso<strong>la</strong>rsi in se stessi.In questa prospettiva, le dinamiche del<strong>la</strong> sessualità messe in evidenza da tanti autori <strong>per</strong>dono<strong>la</strong> loro centralità. E infatti soprattutto lo stress del<strong>la</strong> confusione che l’adolescente è impegnato arisolvere e tra le varie soluzioni le attività sessuali possono essere <strong>una</strong> delle strategie possibili speciese, come vedremo, sono collegate all’identificazione con il gruppo dei pari.La confusione può riguardare vari parametri: quel<strong>la</strong> tra buono e cattivo; tra zone e funzionidelle zone in rapporto all’oggetto; tra maschile e femminile; tra adulto e bambino (Meltzer, 1973).Rispetto ai bambini che fantasticano che <strong>la</strong> conoscenza sia qualcosa di concreto, che esistaconcretamente in qualche posto e che infine i genitori siano in possesso di tutta <strong>la</strong> conoscenza delmondo, diversa è invece <strong>la</strong> condizione adolescenziale «[…] quando l’adolescente si libera da questasottomissione ai genitori, come <strong>per</strong>sone che sanno tutto e devono sa<strong>per</strong>e tutto <strong>per</strong>ché conoscono ilgrande segreto di fare i bambini, prorompe tutto il mondo del<strong>la</strong> confusione che era stato tenutonascosto dal<strong>la</strong> convinzione dell’onniscienza dei genitori» (Meltzer,1978a, p. 19).E infatti importante sottolineare che <strong>per</strong> Meltzer tutto ciò che emerge al momentodell’adolescenza esisteva già precedentemente, prima del <strong>per</strong>iodo di <strong>la</strong>tenza, e che il romanzofamiliare può derivare da <strong>una</strong> carenza dell’età di <strong>la</strong>tenza con continue fantasie infantili che non sonostate sufficientemente rimosse. In questa crisi d’identità e nell’acuta <strong>per</strong>dita dell’identità familiareche il ragazzo s<strong>per</strong>imenta al momento del<strong>la</strong> pubertà, ciò che è importante è <strong>la</strong> scelta tra l’idea diessersi fatto da solo e l’idea, fiabesca e astratta, che i genitori stiano in qualche altro posto (Meltzer,1978a, p. 19).19

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