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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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2.5. Erik Erikson e il concetto d’identitàErik Erikson fa parte di quegli autori che vedono l’adolescenza all’interno di <strong>una</strong> linea dicontinuità che fa capo all’infanzia. In questa prospettiva l’identità finale, come si concretizza altermine dell’adolescenza, viene vista come <strong>una</strong> configurazione che va evolvendosi, e<strong>la</strong>borando levarie fasi d’identificazione con individui del passato, comprendendone cioè tutte le identificazionisignificative, ma anche alternandole in modo da farne un complesso unico e possibilmente coerente(Erikson. 19b8, 1982).L’influsso di Anna Freud e di Hartmann, in partico<strong>la</strong>re a proposito del<strong>la</strong> qualità e forzadell’Io, uniti agli interessi <strong>per</strong> l’antropologia culturale, spingono questo autore ad allontanarsi daquello che chiamò «[…] l’approccio meccanicistico e fisicalistico del<strong>la</strong> teoria psicoanalitica»(Erikson, I 963), che o<strong>per</strong>ava <strong>una</strong> distinzione molto netta tra mondo interno ed esterno sul<strong>la</strong> scortadel modello istintivista di Freud.Erikson invece, come osserva Ancona (1968), è più interessato a sviluppare il c<strong>la</strong>ssicoconcetto di zona libidinale al<strong>la</strong>rgando<strong>la</strong> a quello di modo di funzionamento del<strong>la</strong> stessa, dandole unsignificato di scambio attivo con l’ambiente fisico e sociale circostante.In infanzia e società, Erikson propone appunto di spostare l’attenzione dalle pulsioni allemodalità che riguardano poi le attitudini di base e le “virtù”, cioè i compiti evolutivi che ogni etàdel<strong>la</strong> vita deve assolvere <strong>per</strong> mediare <strong>la</strong> forza delle pulsioni e intessere i rapporti sociali.È importante notare, aldilà di <strong>una</strong> possibile normatività insita nel concetto di virtù, che quil’interesse si sposta dagli istinti al filtro e al model<strong>la</strong>mento che le varie culture o<strong>per</strong>ano nelbambino, come appare nei famosi <strong>la</strong>vori sui Sioux o sugli Yurok che qui non abbiamo spazio <strong>per</strong>prendere in considerazione.Il termine “cultura” è assai più adeguato, nel<strong>la</strong> prospettiva di Erikson, di quello di ‘società”:egli infatti ritiene che, mentre è assolutamente chiaro ciò che deve accadere <strong>per</strong> tenere un bambinoin vita e ciò che non deve accadere <strong>per</strong> non metterlo in <strong>per</strong>icolo, un margine di arbitrarietà crescentecon lo stesso sviluppo è <strong>la</strong>sciato a ciò che può accadergli. Le varie culture cioè fanno <strong>la</strong>rgo uso delleloro prerogative <strong>per</strong> decidere ciò che esse considerano come possibile e ritengono necessario(Erikson, 1963).Possiamo a questo punto individuare <strong>una</strong> peculiarità dell’adolescenza all’interno di questomodello evolutivo: <strong>per</strong> Erikson, l’adolescenza è culturalmente determinata, molto più delle altretappe del ciclo vitale.L’adolescenza è cioè uno stadio nel quale l’individuo si sente molto più vicino al<strong>la</strong> sua epocastorica che non nel<strong>la</strong> prima fase dello sviluppo infantile ed è il <strong>per</strong>iodo in cui maggiormente lesocietà confermano l’individuo inserendolo in strutture ideologiche in cui egli può riconoscersi esentirsi riconosciuto: «[…] La formazione dell’identità <strong>per</strong>sonale oltrepassa quel processo diidentificazione a senso unico di sé con gli altri che è stato descritto nel<strong>la</strong> prima psicoanalisi.Si tratta invece di un processo basato su un’elevata capacità cognitiva ed emozionale di<strong>la</strong>sciarsi identificare come individuo circoscritto in rapporto a un universo prevedibile chetrascende le circostanze dell’infanzia» (Erikson, 1964b, p. 97).Se da un <strong>la</strong>to quindi l’adolescenza dipende dal<strong>la</strong> forza dell’Io del singolo individuo e dal<strong>la</strong> suacapacità di reagire allo sradicamento e al<strong>la</strong> crisi d’identità secondo modalità che dipendono dacome nel <strong>per</strong>iodo infantile ha integrato i differenti elementi dell’identità, dall’altro <strong>la</strong>to non menoimportante è come questo processo evolutivo è “accompagnato” dal<strong>la</strong> società e dal<strong>la</strong> cultura diappartenenza.In altri termini, se <strong>per</strong> esempio il primo stadio, il cui compito evolutivo è quello di assicurareun senso di fiducia di fondo negli altri, ha <strong>la</strong>sciato questo bisogno insoddisfatto o in terminiproblematici, l’adolescente potrà cercare con passione le <strong>per</strong>sone, le istituzioni o le idee cui poterdare <strong>la</strong> propria fede. Se il secondo stadio, che è quello che si misura col tema dell’autonomia,16

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